Ormai da anni una presenza fissa nelle classifiche di App Store e Google Play, specie nei mercati asiatici, il sottogenere dei gacha sembra inevitabilmente destinato a intrecciarsi con i franchise videoludici più popolari; e la serie di Mortal Kombat, fresca del successo del nuovo capitolo appena approdato su PC e console, non poteva fare eccezione.
Così eccoci alle prese con la recensione di Mortal Kombat: Onslaught, un gioco per iPhone, iPad e dispositivi Android in grado di vantare una storia inedita ambientata nell'universo creato da NetherRealm Studios e un ampio cast di personaggi, ma al contempo basato su di una formula che a causa dei suoi eccessivi automatismi e dell'invadente modello free-to-play si conferma a dir poco controversa.
Storia: dal passato con furore
La storia di Mortal Kombat: Onslaught racconta di come il potente Shinnok abbia provato a sconfiggere gli altri antichi dei al fine di conquistare il potere assoluto, ma sia stato sconfitto da Raiden e confinato nel Netherrealm, regno di cui però riesce a diventare imperatore grazie all'intervento dello stregone Quan Chi.
Desideroso di riottenere i propri poteri divini, ordina all'alleato di inviare un emissario per recuperare i manufatti al cui interno gli uomini hanno imprigionato la sua energia, emissario che in questo caso è Scorpion: è lui il primo personaggio che avremo modo di gestire nella lunga campagna di Onslaught, affiancandogli però ben presto diversi compagni.
Se conoscete la serie targata NetherRealm Studios avrete capito che la trama del nuovo gioco mobile prodotto da Warner Bros. è solo in parte inedita, dato che i presupposti sono esattamente gli stessi visti nella modalità storia di Mortal Kombat 4, nel lontano 1997.
Cambia lo sviluppo degli eventi, ma in termini prettamente qualitativi non ci troviamo certo di fronte a una scrittura brillante, tanto che gli scambi fra i vari protagonisti appaiono spesso banali.
Il gameplay di Mortal Kombat: Onslaught: la formula imperfetta
Se la storia e le sequenze di intermezzo rappresentano nel caso di Mortal Kombat: Onslaught un efficace espediente per attirare i download dei numerosi fan della saga, sul piano del gameplay il gioco mostra purtroppo i suoi limiti già nel giro di pochi minuti, mettendo in campo una formula disegnata appositamente per controllare la progressione nei titoli free-to-play.
Una volta creata la nostra squadra di personaggi, inizialmente delle semplici "ombre" che però potremo quasi subito sostituire con alcuni Kombattenti ben noti, ci troveremo infatti ad affrontare battaglie suddivise in più round contro gruppi di nemici man mano più forti e resistenti. Il problema è che tutte le nostre azioni saranno automatiche, con l'unica eccezione delle abilità speciali.
Dovremo dunque assistere passivamente a ciò che accade sullo schermo, senza poter ad esempio concentrare gli attacchi su determinati bersagli né mettere in campo strategie che vadano appunto al di là delle manovre tipiche di ogni personaggio, che si caricano col passare del tempo e possono essere indirizzate o lasciate anch'esse agli automatismi del sistema.
Il risultato è un'esperienza piacevole, ma fortemente limitata, soggetta come detto a meccanismi che si intrecciano con la flessibilità del modello free-to-play per stopparci con un game over quando gli avversari si rivelano troppo forti, rimandarci alla schermata di partenza per riscuotere le eventuali ricompense in sospeso, potenziare la squadra e riprovare.
Il loop non è però infinito né virtuoso: a un certo punto si sbatte inevitabilmente contro un paywall e le scelte sono due, ovverosia rigiocare missioni già completate nel tentativo di racimolare crediti e risorse utili ai miglioramenti oppure mettere mano al portafogli per acquistare qualche pacchetto che ci consenta di superare l'ostacolo di turno... fino alla prossima volta.
È letteralmente questo il prezzo da pagare quando le capacità del giocatore vengono neutralizzate quasi completamente, ma bisogna ammettere che Mortal Kombat: Onslaught impiega qualche ora per raggiungere quella situazione e nel frattempo sblocca contenuti alternativi come il multiplayer competitivo dell'Arena, la modalità Boss delle Torri e il Baratro.
Realizzazione tecnica: too hot to handle
Nelle sue sequenze di intermezzo, Mortal Kombat: Onslaught è senz'altro in grado di dare spettacolo e ripropone i modelli poligonali degli ultimi episodi della serie principale, equipaggiandoli con un ricco e convincente set di animazioni che vanno poi ad arricchire anche l'azione di gioco, quando le due squadre se le danno di santa ragione sullo schermo.
Il problema per il momento è rappresentato dal peso della grafica, priva di qualsivoglia regolazione che possa alleggerire l'impianto e gravare meno sulla batteria: su iPhone 14 Pro abbiamo notato la tendenza del dispositivo a surriscaldarsi e scaricarsi troppo in fretta, quando la semplice possibilità di dimezzare il frame rate avrebbe potuto risolvere l'inconveniente.
La fatica si percepisce anche nella semplice navigazione fra i menu, che non è mai agile e reattiva bensì soffre di una latenza a tratti insopportabile: e dire che abbiamo provato il gioco su quello che fino a un mese fa era il miglior telefono di Apple, quindi non abbiamo idea di come Onslaught giri sui terminali di fascia media o bassa.
Per quanto riguarda infine il comparto sonoro, si nota un'evidente mancanza di personalità: l'incipit è buono, ma poi l'audio perde consistenza, i dialoghi sono completamente muti (e messi in scena maluccio, bisogna dire) e le musiche appaiono un po' troppo generiche per contribuire davvero al coinvolgimento.
Conclusioni
Mortal Kombat: Onslaught prova a sfruttare la popolarità del picchiaduro di NetherRealm Studios e dei suoi tantissimi personaggi imprigionandoli nella struttura di un gacha fin troppo tradizionale, con i suoi combattimenti automatici e la conseguente possibilità di controllare artificiosamente la progressione, spingendoci a un certo punto a effettuare un faticoso grinding o arrenderci alle microtransazioni per poter procedere in maniera più spedita all'interno di una campagna che però si ripete senza particolari acuti.
PRO
- Buon numero di contenuti e personaggi
- Tecnicamente ha senz'altro il suo perché
- Piacevole da tirare fuori ogni tanto
CONTRO
- Gameplay fortemente limitato e ripetitivo
- La formula si presta troppo alla monetizzazione
- Scalda, rallenta e consuma batteria