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Moving Out: la recensione per PlayStation 4

La recensione di Moving Out, simulatore di traslochi pubblicato da Team17 in arrivo il 28 aprile su PC e console

RECENSIONE di Rosario Salatiello   —   23/04/2020
Moving Out
Moving Out
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La recensione di Moving Out non può che iniziare celebrando l'attività in ambito videoludico di Team17, destinata proprio alla fine di questo 2020 a compiere trent'anni. Per chi si trova nell'orbita degli "anta", la storica società con quartier generale a Wakefield sarà probabilmente ricordata per capolavori di un passato ormai remoto come Alien Breed e Project-X, ai quali negli anni si è affiancato l'incredibile Worms. Un franchise diventato un po' l'emblema di tutta la produzione Team17, nella quale il divertimento è sempre stato uno degli aspetti tenuti in maggiore considerazione. Non solo per i giochi sviluppati direttamente all'interno della società, ma anche per quelli realizzati da altri e pubblicati da Team17. L'elenco dei giochi arrivati sul mercato sotto questo marchio è diventato ricco soprattutto negli ultimi anni, trovando terreno fertile con titoli come The Escapists, Yooka-Laylee e Overcooked. Proprio quest'ultimo sembra essere stata la fonte d'ispirazione di Moving Out, gioco sviluppato da SMG Studio e Devm Games: dai fornelli pazzi di Ghost Town Games si passa in questo caso alla vita di una ditta di traslochi, mantenendo le dinamiche collaborative e lo stile da cartone animato. Dopo aver svuotato uffici, case infestate e portato in spalla lavatrici guadando un fiume, ecco il nostro verdetto su Moving Out!

Modalità: il party game che ci voleva?

In tempi di reclusione casalinga forzata come quelli che stiamo vivendo, l'arrivo di un nuovo party game può essere visto come un'ancora di salvezza per fare trascorrere un po' il tempo giocando in compagnia. Da questo punto di vista Moving Out si presenta particolarmente bene, permettendo a un numero massimo di quattro giocatori di partecipare, scegliendo il proprio avatar tra una serie di personaggi iniziali ai quali vanno ad aggiungersi quelli sbloccati andando avanti coi livelli.

Il breve filmato introduttivo che ci spiega come diventare dei Furniture Arrangement & Relocation Technician (abbreviato F.A.R.T., ossia scoreggia) mette subito in chiaro il tono di Moving Out, che si presenta come un simulatore di traslochi intenzionato a prendersi quanto meno possibile sul serio. Raccogliendo clienti in giro per la cittadina di Packmore, il nostro obiettivo è quello di completare il carico del nostro furgone da traslochi, ottenendo in base al tempo impiegato una valutazione di tipo bronzo, argento, oppure oro. Particolarmente gradita è l'introduzione di obiettivi secondari, che aggiunge un pizzico di rigiocabilità a ogni livello andando oltre il semplice miglioramento del punteggio ottenuto.

Con un occhio di riguardo verso i più giovani, o comunque verso i meno abituati ad avere un controller in mano, Moving Out propone inoltre una modalità semplificata, grazie alla quale è per esempio possibile estendere i tempi delle valutazioni per fare in modo che si possa vivere l'esperienza con un pizzico di relax in più. Soprattutto per chi ha intenzione di giocare in compagnia di bambini, si tratta di una possibilità non di poco conto. Volendo è naturalmente possibile godere del prodotto anche da soli, tenendo però presente che come tutti i titoli del suo genere Moving Out dà il meglio di sé quando davanti allo schermo ci sono almeno due persone.

Moving Out 7

Gameplay: dedicato al gioco in famiglia

Come accennato, l'esperienza di gioco di Moving Out dà l'impressione di essere stata pensata dagli sviluppatori tenendo sin dall'inizio in considerazione i giocatori più piccoli. Le dinamiche sono infatti lontane dai picchi di complessità raggiunti in alcuni casi da Overcooked, permettendo così di dare vita a sessioni di gioco più morbide e rilassate, a beneficio delle partite giocate in famiglia. Come dicevamo, l'obiettivo di ogni livello è quello di portare via la mobilia evidenziata, caricandola nello spazio disponibile all'interno del furgone della ditta Smooth Moves. Nel caso di scatolame e altro materiale leggero lo spostamento può essere eseguito da un singolo giocatore, mentre quando c'è da muovere divani, frigoriferi o altri elementi particolarmente pesanti è necessario ricorrere all'aiuto di un'altra persona. È di fatto questo l'unico aspetto veramente collaborativo di Moving Out, per il quale non sono quindi richiesti grandi sforzi di coordinamento nella squadra che prende parte al trasloco.

Proseguendo nel paragone con Overcooked, rispetto a quest'ultimo la divisione dei compiti è praticamente nulla e ci si ritrova a parlare molto più raramente con gli altri giocatori, interagendo con essi solo nei momenti in cui si ha bisogno di aiuto per passare attraverso una porta con un divano a L. Nelle dinamiche di Moving Out la fisica ha infatti inevitabilmente la propria influenza, soprattutto quando si tratta di portare in giro oggetti ingombranti o bisogna sistemare tutto quanto nello spazio ridotto del furgone. Superate le prime fasi di apprendimento il gioco aggiunge qualche elemento in più, mettendoci per esempio a operare in luoghi infestati dai fantasmi o ad avere a che fare con altri disturbi di tipo ambientale, con l'obiettivo di variare un po' quella che sarebbe altrimenti un'attività di spostamento avanti e indietro piuttosto monotona. Passando tra i vari livelli è anche possibile sbloccarne alcuni di tipo un po' più arcade, aggiungendo così un po' di diversivo.

Moving Out 11

Grafica e sonoro: battute a tutta forza

Ben lungi dal volersi prendere sul serio, Moving Out si presenta agli occhi con uno stile cartoonoso, accompagnato da dialoghi tra i protagonisti che vanno avanti a suon di freddure varie. Gli stessi personaggi sono tutti da vedere: a quelli dalle fattezze più normali se ne affiancano altri di vario tipo, tra i quali ne troviamo per esempio uno che ha una testa a forma di tostapane che spara fette abbrustolite in giro, un unicorno che lascia una scia arcobaleno, e così via. Lo stimolo a sbloccare e provare tutti i personaggi si fa senza dubbio sentire, anche grazie alla cura per i dettagli che gli sviluppatori hanno riposto nella loro realizzazione.

Per quanto riguarda invece i livelli, abbiamo apprezzato anche in questo caso la presenza di numerosi elementi dentro e fuori le abitazioni che ci ritroviamo a svuotare. C'è però da dire che nonostante gli sforzi di diversificare le ambientazioni alla lunga l'impressione di avere a che fare con cose già viste resta comunque latente.

Senza infamia e senza lode il sonoro, accompagnato dalla immancabile serie di motivetti musicali che però non vi entreranno nella testa come invece sapevano fare quelli di Overcooked.

Moving Out 4

Conclusioni

Versione testata PlayStation 4
Digital Delivery Steam, PlayStation Store, Xbox Store, Nintendo eShop
Prezzo 29,99 €
Multiplayer.it
6.8
Lettori (5)
8.0
Il tuo voto

La recensione di Moving Out si conclude con un parere positivo per il lavoro svolto da SMG Studio e Devm Games, soprattutto nell'ottica di una fruizione da parte di tutta la famiglia. Il lavoro da traslocatore mostrato nel gioco sembra infatti ritagliato su un'interazione genitore-figlio più semplificata rispetto a quella di Overcooked, in alcuni passaggi in effetti un po' ostica per i più piccoli. Se siete alla ricerca di sfide impegnative dovreste quindi guardare altrove. Se invece state cercando un modo per passare qualche ora tutti insieme, Moving Out potrebbe fare al caso vostro.

PRO

  • Stile leggero e divertente
  • Fisica molto accurata
  • Difficoltà calibrabile

CONTRO

  • Interazione tra giocatori limitata
  • Alla lunga un po' ripetitivo
  • Sonoro completamente dimenticabile