L’idea di MySims, ormai destinata a diventare lo spunto per una vera e propria serie, nasce dalla volontà di EA di presentare gli strafortunati omini di Will Wright in una veste più adatta alla “tradizionale utenza Nintendo”, che nella visione comune è fatta di videogiocatore un po’ più giovani della media e, da un po’ di tempo a questa parte, da tutta una fascia di pubblico che coi videogiochi, prima del DS e del Wii, ha sempre avuto ben poco a che fare. Il primo MySims, sviluppato per Wii e per DS, fu l’anno scorso un esperimento abbastanza riuscito, specie sull’ammiraglia della Grande Enne: la versione portatile, invece, lasciava un po’ a desiderare sotto alcuni aspetti, e quale occasione migliore di un sequel per rimediare agli errori del passato?
Eroe per caso
Questa volta al gioco è stato dato un contesto “narrativo” un po’ più dettagliato: i piccoli Sims in salsa Nintendo, carini, pacioccosi e cartooneschi, stavolta sono i sudditi di un vero e proprio regno, governato con saggezza e benevolenza dal vecchio Re Roland, che tra l’altro è anche un cuoco niente male… Mentre, però, nella versione Wii di Kingdom siete al centro del regno, su portatile siete un cittadino, particolarmente benvoluto, di un paesino periferico nel quale il re, di tanto in tanto, viene a far visita. Siete stati in vacanza per qualche tempo, e al vostro ritorno il sindaco Carla vi saluta con calore proprio mentre arriva Roland in una delle sue visite: tutto sembra andare per il meglio, ma purtroppo proprio la notte del vostro arrivo, mentre dormite nella vostra casetta, forze oscure si scatenano nel villaggio,
Questa volta al gioco è stato dato un contesto “narrativo” un po’ più dettagliato
Eroe per caso
distruggendo qualsiasi cosa rendesse belli e funzionali i dintorni e seminando grande scompiglio. Inutile a dirsi, Roland e Carla affidano a voi (ma chissà perché, poi…) il compito di far tornare tutto com’era prima: a darvi una mano c’è il Dottor F., scienziato brillante nonché pazzo, che vi fornisce di tutta una serie di macchinari (poi ve li aggiornerà pure man mano che si prosegue) utili a costruire e piazzare ogni sorta di edificio cittadino, dalle case ad una bella fioriera ornamentale. Il vostro compito è dunque restituire lustro al villaggio e felicità ai cittadini, e nel far questo chissà che non riusciate a dipanare il mistero che si nasconde dietro gli strani avvenimenti di cui sopra…
L’arca di Noè
Abbastanza presto nel gioco vi imbatterete in una simpatica caccia al tesoro che vi accompagnerà per un bel po’: dallo zoo sono scappati quasi tutti gli animali e sta a voi, fotografandoli, recuperarli e rimetterli al loro posto. Di ogni animale sapete dove e quando è più probabile incontrarlo e grazie alle vostre abilità di costruzione, in qualche caso sarete voi a creare le condizioni per attirarlo!
Il mio regno per un’essenza!
Il meccanismo fondamentale sta nella possibilità di recuperare le “essenze” dei vari arredi cittadini per poi ricombinarle, sempre grazie alle invenzioni di F., e ottenere così un nuovo oggetto da piazzare in città. Parlare coi vostri concittadini è necessario, solo così si andrà avanti in un gioco che presenta caratteristiche di non-linearità all’interno di una struttura che resta lineare, nel senso che solo risolvendo determinati problemi avete accesso a nuove aree e a nuovi strumenti, ma intanto che li risolvete potete andare tranquillamente in giro a svolgere obiettivi secondari o a giocare con uno dei nove minigiochi presenti. Obiettivo secondario è anche quello della personalizzazione della propria casa e della propria persona, rivolgendosi ora alla sartoria, ora al negozio di mobili, ora a quello di oggetti curiosi e stravaganti dove spenderete la maggior parte dei Simoleons (la moneta dell’universo dei Sims) “duramente” guadagnati nei minigiochi o regalati da Sims particolarmente grati nei vostri confronti. Per quanto vi possa piacere gironzolare senza un obiettivo particolare, prima o poi dovrete comunque andare avanti e per far questo, come detto, risolvere un problema “principale”, ma come fare a distinguerne uno da una semplice richiesta “accessoria” dei nostri amici?
Capita spesso di riprendere il gioco dopo averlo salvato e non ricordarsi affatto di cosa si stava facendo
Semplice, non si può, almeno non prima di averlo risolto! E per di più, in un sistema che assomiglia, sia pur in versione ridotta, al sistema di “quest” di tanti RPG la possibilità di tenere un resoconto dei compiti svolti e di quelli ancora da svolgere è resa con un sistema tanto macchinoso quanto impreciso, che comporta l’entrare nel menu e navigare nella biografia di ogni personaggio incontrato, con tanti colpi di stilo e ben poca efficienza. Capita spesso di riprendere il gioco dopo averlo salvato e non ricordarsi affatto di cosa si stava facendo e soprattutto dove e per conto di chi, tanto che la maggior parte del tempo la passerete andando in giro a parlare con tutti (i personaggi cambiano anche di posto a seconda della parte del giorno) fino a imbattervi nel Sim che state cercando. La situazione migliora quando si passa ad analizzare la componente “libera” del gioco: potete creare e piazzare arredi urbani senza vincoli di sorta, e la cosa andrà comunque a migliorare la situazione del villaggio. Le possibilità di customizzazione estremamente limitate rispetto ad altri titoli non faranno certo gridare al miracolo i giocatori più attempati, ma dovrebbero raggiungere l’obiettivo con quelli più giovani, pubblico di riferimento per MySims.
Anche tecnicamente non si registrano grosse rivoluzioni rispetto all’episodio precedente: il motore grafico è lo stesso, e questo comporta personaggi simpatici e tondeggianti, animazioni fluide ma scarso dettaglio e colori un po’ troppo smorti, tutto sottolineato da una colonna sonora senza infamia e senza lode e dalle caratteristiche espressioni parlate in “Simlish”.
Commento
La struttura mista libera e a missioni e la sua semplicità potrebbero fare di MySims Kingdom un titolo ideale per avvicinare i giocatori più giovani a quei giochi estremamente più complessi che vanno per la maggiore presso il pubblico dei cosiddetti hardcore gamer. Purtroppo però al titolo EA, così come al suo predecessore, manca quella cura nel design e nella realizzazione tecnica che dovrebbe essere primaria in ogni produzione di un certo respiro: giocare non è mai, intendiamoci, una brutta esperienza, ma al contempo quasi mai riesce a coinvolgere come si deve, e questo nonostante un’idea iniziale molto promettente, che merita, negli eventuali prossimi episodi, di essere sfruttata meglio.
Pro
- L’idea è promettente
- Un certo grado di libertà
- Stile grafico simpatico
- Non assiste i giocatori come dovrebbe
- Poco coinvolgente
- Pochi passi avanti rispetto al prequel