Ai tempi della prima uscita Ninja Gaiden era considerato uno dei titoli graficamente migliori mai apparsi su Xbox, e nel passaggio su PlayStation 3 non poteva non subire un restyiling per rimanere al passo dei tempi e sfruttare le maggiori capacità tecniche della console Sony. Sigma propone quindi un motore grafico che "gira" sempre a 60 frame al secondo e supporta tutte le risoluzioni fino a 1080p, con un risultato piuttosto appagante sui televisori ad alta definizione. Le migliorie non si limitano qui, e infatti troviamo texture più definite, colori più accesi e vividi (basta vedere la prima ambientazione) e l'introduzione del self shadowing sul protagonista Ryu che, insieme a tutti gli altri personaggi, è stato ridisegnato con un numero maggiore di poligoni. Dulcis in fundo, anche le animazioni sono state aggiornate, e adesso il risultato è più convincente e in linea con il resto. Trattandosi pur sempre di un porting di un "vecchio" motore grafico, ci sono alcune cose che ovviamente non convincono e che abbassano il giudizio grafico complessivo, come l'assenza di una qualsiasi interazione con l'ambiente, e la povertà delle ambientazioni, molto ben disegnate ma scarne di particolari.
La versione PAL propone un'ottima traduzione scritta in Italiano e la possibilità di scegliere tra la lingua Giapponese ed Inglese per il parlato. Purtroppo dobbiamo segnalare che l'edizione Europea è stata parzialmente censurata rispetto a quella Americana; niente teste mozzate quindi, i giocatori Europei sono troppo impressionabili.
Aldilà del muro
Abbiamo sprecato diverse lodi per il gameplay, ma ovviamente non tutti i fattori sono convincenti. A fronte di combattimenti vicini all'eccellenza, non si può dire che la parte esplorativa e puzzle sia di pari livello, visto che ci si trova spesso a risolvere semplici enigmi o fare diverso avanti e indietro tra locazioni già visitate. L'altro problema è rappresentato dalla telecamera, croce e delizia dei precedenti capitoli e che, pur essendo completamente regolabile con i tasti dorsali, mal si sposa nelle situazioni più caotiche oppure quando bisogna effettuare salti o passaggi dove la precisione è fondamentale. La difficoltà è invece un falso problema, per due semplici motivi: Sigma è un titolo molto tecnico, ma se il giocatore si impegna ad utilizzare una buona parte delle tecniche che ha a disposizione, non avrà problemi a portarlo a termine. Male che vada, dopo aver perso un tot di volte la vita, il titolo chiederà al giocatore di passare alla modalità facile, grazie alla quale non ci saranno difficoltà nel godersi il gioco, a scapito però di un più basso livello di sfida. Ovviamente questa cosa ce l'hanno raccontata, noi siamo troppo bravi per giocare ad un livello di difficoltà più basso.
Commento
Sigma riprende il capitolo originale e la versione Black, e li arricchisce con un comparto grafico visibilmente superiore e con diverse aggiunte che faranno sicuramente piacere agli estimatori della saga. La parte esplorativa e puzzle non è in linea con il resto e la telecamera fa ancora qualche bizza, ma il titolo di Tecmo è un action game solido e molto tecnico, sicuramente il miglior esponente attualmente disponibile per PlayStation 3 e da prendere in considerazione anche da chi ha giocato il titolo originale, in virtù delle novità introdotte.
Pro
- Gameplay molto tecnico e appagante
- Buon comparto grafico
- Telecamera ancora da migliorare
- Parte esplorativa solamente nella norma
Durante la passata generazione di console, il Team Ninja, famoso sviluppatore in seno a Tecmo, sembrava poco propenso a sviluppare per le piattaforme Sony, vuoi per le caratteristiche tecniche inferiori rispetto alla concorrenza, vuoi per un tipo di logica di programmazione differente. I tempi sembrano finalmente essere cambiati, e lo sviluppatore Giapponese si affaccia anche su PlayStation 3 con una versione riveduta e corretta di uno dei suoi titoli più importanti, Ninja Gaiden, giunto qui nell'edizione Sigma.
Prima di passare al fulcro della recensione, è bene fare qualche ricorso storico. Il titolo originale è nato su Xbox nel 2004, ed ha visto una nuova edizione l'anno successivo, denominata Black. Ninja Gaiden aveva in realtà riscosso molto successo già su NES con ben tre episodi, e fa parte di quella schiera di action/adventure molto frenetici e allo stesso tempo tecnici, con meccaniche di combattimento quasi da picchiaduro a schema fisso. La storia è incentrata attorno alla figura di Ryo Hayabusa, ninja inizialmente impegnano nella ricerca di una spada dai poteri immensi, denominata Dark Dragon Blade, e rubata dal suo villaggio nativo, che è stato purtroppo raso al suolo. La sete di vendetta e di ricerca del personaggio principale porteranno allo scontro contro alcuni demoni e all'esplosione della trama che accompagnerà il gioco per tutta la sua durata, pur rimanendo piuttosto semplice anche in virtù della sua tipologia.
Lo sviluppo dei livelli avviene attraverso alcuni capitoli, che fanno da raccordo per la narrazione della trama e sono accompagnati da sequenze in full motion video. Lo schema riprende quello classico del genere: una parte esplorativa, quella dedicata ai combattimenti e alcune componenti puzzle, che si concentrano soprattutto sulla ricerca delle chiavi, sblocco di alcuni ingranaggi e così via. Il cuore del gioco risiede però nei combattimenti, che in Ninja Gaiden sono un piacere per gli occhi e per il pad. Si parte piano utilizzando parata e attacco, ma se si vuole progredire bisogna imparare a schivare, attaccare velocemente ed utilizzare il gran numero di combo che il titolo sviluppato da Team Ninja mette a disposizione. La Dragon Sword, arma iniziale, può essere affiancata da nunchaku e compagnia (a proposito, in Sigma ce ne sono due nuove, Dragon's Claw e Tiger's Fang, entrambe a doppia spada) e da oggetti di lancio quali arco con frecce, shuriken e così via. Ogni arma può essere potenziata, mediante i fabbri sparsi per il gioco, spendendo i punti Karma accumulati durante l'avventura, che permettono inoltre di acquistare oggetti per ripristinare energia, "resuscitare" automaticamente in caso di morte e altro. Il prode Ryo Hayabusa può anche correre brevemente sui muri o saltare da una parete all'altra, in modo da poter raggiungere piattaforme altrimenti inaccessibili o ancora come strategia per attaccare dall'alto, magari combinata con le cosiddette mosse speciali, chiamate qui Ninpo, che vengono via via acquisite durante il corso dell'avventura. Può anche camminare sull'acqua (le analogie con la religione non c'entrano nulla qui) e a differenza del passato, non c'è bisogno di premere ripetutamente il tasto del salto, ma basta mantenere la corsa per non sprofondare e utilizzare questa particolare caratteristica da ninja.
Al pari di Black invece, una volta terminato il gioco è possibile inviare i propri punti Karma in una classifica online, che permetterà di confrontarsi contro altri personaggi sparsi in tutto il globo, e sbloccare la modalità Missione, che come dice il nome mette a disposizione sfide realmente ostiche e che esaltano il sistema di combattimento del titolo Tecmo.
Il pad Sixaxis ben si sposa con l'azione, con il tasto X dedicato al salto, quadrato e cerchio per fendenti con armi e piedi, e i dorsali adibiti al controllo della telecamera. Gradita e molto utile ai fini del gameplay l'introduzione nell'interfaccia della possibilità di richiamare, mediante la croce digitale, un menu durante l'azione che permette di scegliere e utilizzare gli oggetti disponibili, senza mettere il gioco in pausa, passare per il menu principale e quindi spezzare l'azione ripetutamente.
Le novità di Sigma non si limitano solamente a quelle precedentemente elencate, ma si innestano anche nello svolgimento dell'avventura vera e propria. La più evidente è quella di un nuovo personaggio, la bionda Rachel, che nelle precedenti versioni del gioco appariva solamente nei filmati e nelle sequenze non interattive, e che qui in Sigma invece fa parte integrante del gameplay. Ci sono infatti dei capitoli interamente dedicati a questa fin troppo pettoruta combattente, che permettono di svelare nuovi punti della trama e dei livelli. Lo stile di combattimento, a differenza di quello di Ryu, è incentrato sulla forza bruta della protagonista, che per l'occasione è dotata di una sorta di martello/ascia estremamente potente, che permette di avere la meglio dei nemici e demoni con pochi colpi, e di scaraventarli in ogni punto dello scenario. Pur non essendo di pari fattura a quelli che vedono Ryu come protagonista, i livelli di Rachel sono piuttosto godibili e aggiungono un minimo di varietà in più alla produzione. Anche in generale lo svolgimento dell'avventura vede piccole modifiche e aggiunte rispetto all'edizione Black, a partire dal posizionamento degli scrigni con gli oggetti, per arrivare alla comparsa di nuovi boss e piccole sezioni di scenario in più da esplorare, cosa riscontrabile già a partire dal secondo capitolo.