I capelli afflosciati, la barba incolta, un supporto per il collo e due vistose fasciature sulla coscia e sulla gamba, Travis Touchdown si presenta nelle sequenze iniziali di No More Heroes 3 come una persona normale, anzi come un uomo piagato da anni di sforzi sovrumani. Nonostante ciò, gli basta il motivo giusto (in questo caso un'inattesa invasione aliena) per trasformarsi ancora una volta nell'infallibile killer che tutti conosciamo, mettendo da parte gli acciacchi e ignorando l'età che avanza inesorabile.
Ebbene, si potrebbe tracciare un parallelo fra l'ultimo capitolo della serie firmata Suda51 e il suo carismatico protagonista che sì, deve ancora una volta accendere la Beam Katana, tirare su i capelli e indossare i suoi iconici occhiali da sole per vestire i panni del guerriero invincibile e affrontare chiunque minacci l'umanità, fossero pure micidiali extraterrestri dotati di superpoteri. Dietro la sua sicurezza si nasconde però un progetto portato avanti quasi esclusivamente con la forza della determinazione, e che nei fatti si presenta come una sorta di prototipo incompleto, chiuso alla meglio in mancanza di ulteriori risorse.
Una condizione che risultava evidente su Nintendo Switch e che appare ancora più palese sulle piattaforme di nuova generazione, che da un lato pongono rimedio alle incertezze prestazionali durante le fasi in moto (e vorremmo ben vedere!), dall'altro sottolineano l'assoluta mediocrità di scenari che vengono usati dal gioco come vuoti contenitori di missioni, un semplice espediente per passare da un combattimento all'altro, da una sequenza d'intermezzo all'altra. Ma che combattimenti e che sequenze d'intermezzo!
Insomma, come avrete capito l'ultima avventura di Travis Touchdown si conferma un'esperienza controversa. Fino a che punto? Ve lo riveliamo nella recensione di No More Heroes per PC, PlayStation e Xbox.
Storia: E.T., disintegro casa
Stracarico di riferimenti a Ultraman, a Tekkaman, a Rocky e al retrogaming, No More Heroes 3 racconta una storia che si pone in pratica come una reinterpretazione "malvagia" di E.T. L'extra-terrestre. C'è un ragazzino che diventa amico di un piccolo alieno puccettoso e lo aiuta a tornare sul suo pianeta: il problema è che diversi anni dopo, quando torna sulla Terra, la creaturina è diventata un guerriero tanto potente quanto crudele, pronto a devastare il nostro pianeta.
Jess Baptiste VI, per gli amici FU, ha portato con sé nove generali che sono considerati i combattenti più forti dell'universo e preso possesso della multinazionale che il suo amico umano, Damon Riccitiello, ha costruito dal nulla, sfruttando le capacità mentali donategli proprio dal piccolo alieno che una volta era tanto buono e carino.
Naturalmente Travis non può permettere che gli extraterrestri distruggano il mondo: il primo dei guerrieri venuti dallo spazio cade senza troppo sforzo, ma le sorti dello scontro cambiano in maniera drammatica quando FU sfida apertamente il killer con la Beam Katana, sconfiggendolo e facendo strage dei suoi amici più cari. Diventare sufficientemente forti da battere il potentissimo alieno richiederà circa dodici ore, ovverosia la durata della campagna di No More Heroes 3 laddove si proceda relativamente spediti.
Sul piano della narrazione il gioco non lascia nulla di intentato e anzi si rivela fin da subito un concentrato di idee bizzarre, lo sfogatoio di un autore senz'altro geniale, che aveva messo da parte appunti e concetti in vista di questo terzo capitolo della serie. Nella sua disarmante semplicità, la trama dell'ultima avventura di Travis Touchdown è un entusiasmante patchwork di citazioni con l'hobby di sfondare la quarta parete, e se vi piace lo stile di Suda la adorerete.
Struttura: tutta mia la città, un deserto che conosco
Sono tre gli elementi che costituiscono la struttura di No More Heroes 3: le spettacolari sequenze di intermezzo, i divertentissimi combattimenti e le orribili fasi esplorative. Come detto, avremo dieci avversari principali da battere (nove, visto che il primo lo faremo fuori in pratica durante il tutorial) e altrettante somme da racimolare per poter accedere agli scontri coi boss, somme che potremo raccogliere solo portando a termine le missioni sparse all'interno di cinque differenti scenari, più lo stage finale.
Girando a bordo della Demzamtiger, la velocissima moto di Travis, dovremo dunque raggiungere queste ambientazioni e andare alla ricerca di punti d'interesse che garantiscono l'accesso ai cosiddetti "scontri designati", cioè combattimenti con più avversari di base (il bestiario da questo punto di vista è piuttosto variegato, in verità) che avremo il compito di portare a termine per guadagnare le relative ricompense e far crescere il nostro conto in banca.
Un chiosco del sushi, presenza imprescindibile in un titolo di Suda51, ci permetterà di acquistare cibo da portarci dietro per il ripristino della salute o dell'energia, oppure per ottenere dei potenziamenti momentanei nei momenti di maggior bisogno. Tuttavia, fra un incarico e l'altro, nulla ci impedirà di tornare alla base e impiegare i punti guadagnati per potenziare le caratteristiche del nostro personaggio, nonché sbloccare chip in grado di donare a Travis specifici vantaggi.
Ci sono alcune attività collaterali (vedi i water da sturare, l'immondizia da raccogliere, l'erba da tagliare...), ma in generale gli scenari risultano terribilmente old-gen sul piano concettuale, desolati e privi d'interazioni, probabilmente figli incolpevoli di una distribuzione delle risorse che durante lo sviluppo ha lasciato scoperto l'elemento "mondo", deludendo non solo chi si aspettava di trovarsi di fronte un open world, ma anche chi semplicemente immaginava di poter esplorare ambientazioni piacevoli.
Gameplay: qui sì che ci siamo
Fortunatamente il gameplay di No More Heroes 3 tampona per larga parte il dispiacere legato alle fasi esplorative del gioco: sceso dalla moto ed entrato nei portali che conducono ai vari combattimenti, Travis ritrova confidenza con la sua spada laser e comincia a menare fendenti che è una bellezza fra colpi veloci e lenti, combo spettacolari, mosse speciali ricaricabili e persino una modalità Henshin in cui il personaggio viene ricoperto da un'armatura ad alta tecnologia che gli permette di volare e sparare missili contro i nemici.
In tale frangente tutto funziona alla grande: la resa degli impatti che mantiene alto il coinvolgimento negli scontri, le schivate perfette con relativo bullet time in cui infliggere più danni possibile all'avversario di turno, le mosse di wrestling (anche queste immancabili), la Beam Katana che va ricaricata "menandola" per qualche istante e poi naturalmente le boss fight: tutte diverse, tutte interessanti e con un grado di sfida non banale, che talvolta richiede diversi tentativi... complice anche un accesso lento e macchinoso ai consumabili, va detto.
Realizzazione tecnica: problemi risolti, problemi creati
Pur mantenendo i 60 fps costanti nelle fasi action, la versione Nintendo Switch di No More Heroes 3 soffriva di evidentissimi cali di frame rate e mostruosi fenomeni di pop-up durante l'esplorazione, cosa che chiaramente su PlayStation 5, la versione testata, non accade: la console di Sony gestisce con grande disinvoltura la grafica del titolo diretto da Goichi Suda, che tuttavia è stata concepita per una macchina molto meno potente.
Questo peccato originale, se così vogliamo definirlo, finisce inevitabilmente per influenzare la riuscita della conversione che, pur muovendosi molto bene offre, un impatto visivo ben al di sotto degli standard per quanto concerne le nuove piattaforme, risultando vecchio di due se non di tre generazioni. Lo si nota poco mentre si combatte, complice la qualità del design, ma quando si viaggia a bordo della Demzamtiger quasi scende una lacrima.
Suda ci mette del suo e trasforma molti dei limiti di questa produzione in pregi, o quantomeno in soluzioni particolari, intrise di riferimenti più o meno espliciti e di un'autorialità così marcata, persino folle, che oggi come oggi non è semplice ritrovare in un videogioco, ma che spesso deve appunto fare i conti con tutta una serie di magagne pratiche e non sempre la spunta.
Di certo il test del comparto audio viene superato a pieni voti: la colonna sonora di No More Heroes 3 è fantastica, i capitoli hanno addirittura una sigla di apertura e di chiusura, e le interpretazioni dei doppiatori (le voci sono tutte in inglese, con sottotitoli in italiano) si prestano perfettamente alle atmosfere del gioco, aggiungendo valore all'intero pacchetto.
Conclusioni
No More Heroes 3 è bello vispo e fluido su PS5, si muove senza le terribili incertezze che caratterizzavano le altrettanto terribili fasi esplorative su Nintendo Switch ma nel compiere questo percorso finisce per mettere in evidenza ancora di più la natura old-gen del progetto, che si palesa non appena Travis sale a bordo della sua moto e comincia a girare per gli scenari vuoti e desolati di Santa Destroy. Per fortuna c'è anche un'anima forte e brillante alla base del gioco, che si manifesta non appena il personaggio impugna la spada e inizia a combattere; e c'è un comparto narrativo folle, strapieno di citazioni, irresistibile per i fan di Suda51, a chiudere come un nastro quest'ultimo regalo del game designer giapponese.
PRO
- Storia, personaggi, citazioni assolutamente folli
- Sistema di combattimento solido e divertente
- Gran bella colonna sonora, buona la grafica delle sezioni action
CONTRO
- Gli scenari e la loro esplorazione sono qualcosa di tremendo
- Attività extra bruttine e limitate