La station wagon si ferma a bordo strada, questa volta per leggere la recensione di Pacific Drive, il gioco indipendente a quattro ruote che promette atmosfere alla Stalker e un viaggio alla Jalopy (questo lo conosciamo in tre, ma le somiglianze ci sono). È da quando è stato presentato la prima volta che questo prodotto fa parlare di sé: merito di grafica e di un'idea che conquistano immediatamente l'immaginario di chi osserva Pacific Drive anche solo per pochi istanti.
Proviamo a capire insieme se anche da giocare si è rivelato altrettanto interessante.
Una vettura protagonista
Un gioco di guida che non sia anche un gioco di corse è un approccio davvero molto interessante e non si vede tanto spesso in circolazione. Invece non crediamo si sia mai vista una gestione tanto minuziosa della propria vettura: la station wagon di Pacific Drive è senza alcun dubbio l'automobile protagonista di un videogioco migliore di sempre e, se l'idea vi stuzzica, sappiate che passerete un bel po' di tempo a migliorarla, ripararla, regolarla in ogni suo aspetto. In Pacific Drive l'automobile non è soltanto un mezzo di trasporto, è tutto: è un'armatura che protegge, una casa che scaccia la paura, un laboratorio in piena regola. Lasciarla col motore accesso in piena notte, con i deboli fari che illuminano a malapena l'area circostante, è un'ancora di salvezza nello spettrale silenzio della zona.
L'ambientazione è ispirata a Roadside Pic-nic di Arkady e Boris Strugatsky, nella versione reimmaginata da Tarkosky per il film Stalker. Campagna sterminata, piccoli villaggi rurali abbandonati, resti d'industria sporca, caratterizzano un'area di esclusione in cui finiamo fin troppo frettolosamente e alla Dorothy de Il Mago di Oz, fortunatamente senza scarpette rosse. Paragone eccessivo ma è per sottolineare come il racconto, più leggero e frizzante, sembra quasi scollato dal gioco, ben più oscuro e pericoloso. Ci sono diversi snodi di trama, in cui la vettura viene utilizzata quasi fosse una Ecto-01: bello ed esaltante, ma diverso da quel che probabilmente t'aspetti acquistando il gioco. Scelte che rendono Pacific Drive più commerciale, digeribile, probabilmente per molti persino migliore di un'avventura costantemente depressa. Anche chi cerca l'impegno non può che esaltarsi lanciando una station wagon a tutta velocità su di una rampa, per atterrare nel bel mezzo di un'anomalia sospesa nel cielo come a un certo punto avverrà in questo gioco.
Casa Garage
È possibile uscire dalla vettura e allontanarsi senza restrizioni in qualsiasi momento, ma è una scelta piuttosto pericolosa specialmente in certe mappe dove si può andare incontro ad anomalie improvvise in grado di aumentare le radiazioni a dismisura, o più semplicemente ferirci o bloccarci sul posto. Anche se non esistono veri e propri nemici, bisogna stare molto attenti a dove si mettono i piedi. Se si muore la macchina ci riporterà al garage iniziale, dove si ritorna anche attivando un particolare artefatto che darà inizio a un countdown molto particolare: un'anomalia che man mano mangia la mappa partendo dai bordi fino al punto d'estrazione, esattamente come in un battle royale, ma molto più velocemente. Perché tornare al garage prima di raggiungere una destinazione? Perché non tutti i tragitti selezionabili hanno delle vie di uscita, permettono di proseguire, inoltre a volte si possono trovare oggetti e modifiche particolarmente importanti che è bene mettere al sicuro il prima possibile.
Meccanico e carrozziere
È consentito visitare più volte lo stesso tragitto se questo ha degli elementi che ci interessano particolarmente, inoltre la zona è mutevole e lo stesso percorso può offrire sfide totalmente diverse. Il punto nevralgico dell'esperienza resta in ogni caso la raccolta di oggetti per continuare il viaggio: materiali che serviranno principalmente a mandare avanti la vettura e a non morire di stenti. La nostra station wagon può rompersi in tantissimi modi diversi e dovremo averne cura sistemando continuamente le diverse parti della carrozzeria e tenendo sempre d'occhio ruote, motore, batteria e serbatoio. Una ruota può andare fuori asse, può forarsi o esplodere ed essere totalmente inutilizzabile, anche i vetri devono essere sistemati di tanto in tanto come del resto i fanali. La quantità di modifiche poi è davvero impressionante: si può sostituire la carrozzeria pezzo per pezzo, utilizzando progressivamente materiali e stili diversi, aggiungere decalcomanie, potenziare la radio, montare fanali più luminosi, spoiler, ruote da fuoristrada. Il problema è che per farlo è necessario raccogliere un bel po' di materiali, gli stessi che ti serviranno per continuare a trovarne di nuovi. Anche per passare da una tappa all'altra è necessaria la raccolta di particolari oggetti.
Sbilanciamenti
Ed è qui che sbanda Pacific Drive: oltre a raccogliere risorse e guidare per raccoglierne altre ancora, non c'è poi tantissimo da fare. L'esperienza legata alla vettura e al suo sostentamento è fenomenale e molto più profonda di quanto ci si saremmo aspettati, persino dopo aver provato il gioco in più occasioni, ma c'è troppa raccolta che spinge continuamente allo stop & go: ti fermi, metti il freno a mano, scendi, controlli, risali e riparti. Tutta questa enfasi sulla raccolta di risorse non sarebbe nemmeno male se ci fosse un altro elemento da tenere d'occhio, su cui spendere un po' di tempo tra la raccolta di lamiere e immondizia. C'è uno sbilanciamento che appesantisce l'idea, rende ogni viaggio meno interessante di quanto potrebbe essere. Il che è un peccato perché certe situazioni sono davvero eccezionali: spaventarsi e correre in macchina cercando di riaccenderla, ma dimenticando il freno a mano inserito, l'arrivo inatteso di una grossa anomalia che con il suo vento tossico ci spinge fuori strada, la paura di bucare una gomma mentre si è impegnati ad uscire da una zona particolarmente pericolosa, ma anche il semplice fermarsi a bordo strada per uno snack e una controllata agli oggetti nel portabagagli è un momento prezioso di Pacific Drive. La crescita della vettura, totalmente asimmetrica, che vi porterà ad assemblare il vostro Frankenstein (sì, lo sappiamo che in realtà è il nome del professore e non del mostro, ma è per capirsi...) a quattro ruote è unica nel suo genere, irresistibile, ma ci vogliono motivazioni più forti per spingere i giocatori lungo un viaggio così lungo, una meta così lontana.
Radiocompagnia
Tecnicamente, almeno su PC, il gioco se l'è cavata alla grande, le mappe sono dettagliate il giusto e presentano abbondanti spazi che permettono un'esplorazione che si estende ben oltre la strada principale dove Pacific Drive rischiava di inchiodare il suo gameplay. Per la grandezza del team, il lavoro svolto è encomiabile: ancora una volta una produzione indipendente è riuscita a tirare fuori più atmosfera spremendo molti meno poligoni, e prima o poi un tecnico deve venirci a spiegare come questo sia possibile. Anche il sonoro non è da meno: la vettura può sviluppare difetti particolari che portano a rumori diversi, problemi che è possibile risolvere con un attento check-up al garage, e la radio montata sulla station wagon propone pochi brani, ma decisamente di qualità. Non ci sono invece piaciute le voci e il loro slang piuttosto difficile da seguire nel bel mezzo del gioco, elementi che rendono i dialoghi ancora più forzati.
Conclusioni
Pacific Drive è una buona idea e tre quarti di buon gioco. Quel che manca è un elemento che renda il suo gameplay più interessante, i suoi viaggi più emozionanti. È fantastico e assolutamente consigliato perdersi nella sua atmosfera, anche se alcuni aspetti ne vanno a minare un bel po' la forza, ma si vede che manca qualcosa... forse una minaccia più pressante, forse un'azione più complessa dello scendere dalla vettura per andare a segare un po' di lamiere. Scappare dalle anomalie più grandi e pericolose è infatti una delle cose più divertente che può capitare, ed è un peccato viste le potenzialità del resto.
PRO
- È stato bellissimo mantenere operativa e modificare la station wagon
- La zona è sempre la zona
- Riesce a trasmettere la sensazione del viaggio
CONTRO
- Trama e personaggi fiacchi
- Raccogliere materiali dopo un po' diventa pesante
- Manca qualcosa che lo avrebbe reso più interessante e completo