Non capita spesso, ma in alcuni rari e magici casi il videogioco può trasformarsi in un'esperienza meditativa, alla scoperta di sé e del proprio posto nel mondo. Succede con Paradise Marsh, in cui il silenzio della palude invita il giocatore a riscoprire il ritmo lento di ciò che conta davvero nella vita, immergendolo tra rane, grilli, api, lumache e farfalle.
Non animali straordinari, ma esseri comuni, semplici come la poesia di Umberto Saba: come le "trite parole che non uno osava", "parole consunte e convenzionali, che nessun poeta osava più utilizzare", le bestioline che popolano la palude di Etienne Trudeau si caricano di magia e di una bellezza che le sgancia totalmente dalla dimensione dell'ordinario, proiettandole nel firmamento del cielo stellato. Ecco che la loro cattura con un modesto retino ci riporta alla dimensione meravigliosa dell'infanzia e della contemplazione della natura che è intorno a noi, regalando calma e pace interiore.
Vi raccontiamo di questa gemma indie nella nostra recensione di Paradise Marsh.
La palude non è quello che sembra
Una pioggia di stelle cadenti porta al protagonista un dono inatteso: un retino per catturare insetti e piccoli animali. Ci troviamo in una palude, siamo completamente soli. Salvo alcune sparute tracce di presenza umana - una bicicletta abbandonata, qualche ascia per tagliare la legna, dei ghiaccioli, un pallone da calcio - ci fanno compagnia solo gli esserini che popolano questo luogo cangiante, in cui cielo e terra passano dal giorno alla notte, e le stagioni si avvicendano nel giro di pochi minuti.
Come presto si scoprirà, obiettivo di Paradise Marsh è catturare tutti gli animaletti che vivono nella palude. Non si tratta di grifoni, draghi sputafuoco o altri esseri fuori dal comune: i nostri compagni di viaggio sono ragni, rospi e libellule, animali umili e ordinari, ma capaci di risvegliare il nostro fanciullino interiore e di farci vivere un'avventura intensamente poetica nella sua brevità. Il lirismo di Paradise Marsh si dispiega in circa tre ore, ma questa palude tranquilla e piena di pace può essere riscoperta alla bisogna, quando si sente la necessità di tornare in un luogo virtuale sicuro e rasserenante, e verrà generata proceduralmente a ogni nuova partita. Non vogliamo dirvi nulla sugli sviluppi della trama del gioco creato dal canadese Etienne Trudeau, perché svelare le sue sorprese comporterebbe un'alterazione nell'esperienza dei giocatori: possiamo solo dire che nella palude nulla è ciò che sembra, e che la più grande saggezza viene, alle volte, dal più modesto degli animali.
Gufi, corvi e passerotti hanno sempre una poesia per noi, mentre le api ci illustrano la loro etica del duro lavoro, le lumache il loro pessimismo cosmico, e i rospi ci invitano a liberare la mente per accogliere le verità del cosmo. Ogni dialogo con gli esserini della palude è intenso, pieno di ironia e foriero di introspezione, così come i messaggi in bottiglia che affiorano dalle acque e ci regalano istantanee di vita e di contemplazione.
Paradise Marsh invita i giocatori a seguire i ritmi della natura e ad apprezzarne i mutamenti, e a volte la cosa migliore da fare è sedersi su un tronco di legno e meditare sulla fugacità dell'esistenza. Come vogliamo viverla? Quali sono i nostri valori? Siamo sicuri di star dando il giusto peso alle cose? La palude ci interroga su questo e su molto altro, ma sta a noi, e soltanto a noi, trovare le risposte che riteniamo più giuste.
Acchiappali tutti!
Come detto, l'obiettivo di Paradise Marsh è semplicissimo, e altrettanto è il suo gameplay: tramite una visuale in prima persona, bisogna dimenare il proprio retino e catturare tutti gli animaletti che popolano la misteriosa palude. Il tutto avviene in una cornice artistica di assoluto pregio, visibilmente ispirata nei colori e nella pixel art a A Short Hike, in un mistico accordo di cromie terrestri e celesti che vivono in un costante e meraviglioso cambiamento.
Si attraversa un mondo piccolo, ma capace di rinnovarsi in continuazione, e sono presenti numerosi biomi, ben caratterizzati e distinti fra loro: l'umido bosco, popolato dalle lumache, il giardino giapponese, prediletto da farfalle e girini, la distesa innevata, e molti altri ancora. Tutti i sensi sono importanti: spesso siamo riusciti ad acchiappare un'elusiva lumaca o a scoprire un rospo che si era ficcato in un pozzo grazie agli ottimi indizi acustici, frutto di un eccellente lavoro di audio design curato da Disasterpiece (autore, fra l'altro, della colonna sonora di Fez). Le composizioni aiutano a mantenere uno stato di tranquillità e di meditazione, nel quadro di un videogioco in cui ciò che conta non è tanto il completamento della missione assegnata, quanto le riflessioni esistenziali che possono nascere nella mente del giocatore.
Nato da una game jam nel 2020 e man mano espanso da Etienne Trudeau, Paradise Marsh è diventato una poesia di Umberto Saba, capace di dare valore alle cose più umili, banali solo in apparenza, perché ciò che conta è la capacità di meravigliarsi nello sguardo di chi le osserva. La palude è una famiglia di creature che si riflettono nel firmamento e la loro gentilezza ispira un simile stato d'animo del giocatore: abbiamo scoperto la bellezza di piccoli gesti solo apparentemente senza importanza, come il gettare semi in giro per far nascere fiori gialli e rossi, e poi il senso di dolce tensione dato dal rallentare il passo e snudare il nostro retino per far sì che una farfalla non voli via dal suo trespolo vegetale, cogliendola di sorpresa.
Qualche piccolo problema tecnico della versione per Nintendo Switch non pregiudica l'elevatissima qualità complessiva dell'avventura, ma dobbiamo comunque segnalare leggeri cali di frame rate e, in un'occasione, siamo stati costretti a chiudere l'applicazione e riavviarla a causa di un blocco improvviso. Nulla che sia in grado di intaccare l'esperienza, sia chiaro. Vi consigliamo di fare un giro nelle opzioni per provare le varie scelte sulla grana dei pixel: l'estetica della palude è in ogni caso di una bellezza fuori dal comune. Al momento è assente una traduzione italiana e in Paradise Marsh è presente una discreta quantità di testi, assolutamente necessari per apprezzare al massimo la trama del gioco e le riflessioni dei nostri compagni animali: è quindi richiesta una buona conoscenza della lingua inglese.
Conclusioni
Paradise Marsh mette in scena una piccola, grande storia nel quadro di una palude che non è quello che sembra. Capace di riportarci ai momenti magici dell'infanzia, quando la cattura di un grillo era capace di scatenare tutto il nostro entusiasmo e di farci sorridere dalla gioia, il videogioco di Etienne Trudeau invita a vivere la vita con un altro passo, più lento e riflessivo, e ad apprezzare la maestà e la magnificenza delle piccole cose. Consigliamo senza riserve Paradise Marsh, una delle gemme indie più sorprendenti di questo 2022 che si avvicina alla chiusura.
PRO
- Art style fuori scala
- Narrativa sorprendente
- Dialoghi pieni di significato
CONTRO
- Qualche problema tecnico per il porting su Nintendo Switch
- Assente localizzazione in lingua italiana