Meglio tardi che mai, recita un antico proverbio, e potete scommettere che se lo stanno ripetendo tutti quelli che aspettavano da tempo la conversione per la loro piattaforma di riferimento di uno dei migliori GDR nipponici della scorsa generazione. Uscito nel 2017, poi riproposto in versione riveduta e corretta nel 2020, Persona 5 è diventato subito un gioco iconico che in molti hanno invidiato ai possessori di console Sony per anni e anni. Gli appassionati del genere hanno potuto sollazzarsi su Nintendo Switch con Shin Megami Tensei V - che poi, per chi non lo sapesse, è la serie da cui deriva Persona - ma per chi ama la narrativa, diciamocelo, Persona 5 era proprio un'altra cosa. Almeno l'attesa è finita e nella nostra recensione di Persona 5 Royal per Nintendo Switch vi diremo com'è andata questa conversione.
Occhio, però, perché se volete saperne di più su gameplay, contenuti e trama, la cosa migliore da fare sarebbe andare a leggervi le nostre recensioni originali di Persona 5 e Persona 5 Royal. In questa sede faremo solo una panoramica sintetica di quello che il titolo di Atlus può offrirvi, lo confronteremo col GDR più simile che c'è nella libreria Switch e valuteremo la qualità di questa conversione per Nintendo Switch.
La storia oggi come allora
La nostra recensione del Persona 5 originale cominciava con un monito sulla narrativa, una cosa tipo: "Se non conoscete l'inglese lasciate perdere perché altrimenti vi sanguinerebbero gli occhi". Persona 5 Royal, tuttavia, ci fa la santa cortesia di avere i sottotitoli completamente in italiano - ma doppiato in inglese o in giapponese, a vostra scelta - anche se resta un gioco fortemente discorsivo. Si legge tanto, qualche volta pure troppo, e in certi momenti si sconfina nella visual novel da quanto parlano i personaggi. Ma questa è esattamente una caratteristica dei Persona, il prezzo da pagare per una narrativa solida, un cast caratterizzato nei minimi dettagli e una storia lunga e articolata che dura tantissime ore.
Se poi rientrate in quella fascia di persone che considera il Giappone come una specie di Paese delle Meraviglie e i giapponesi come angeliche figure sempre altruiste e servizievoli, Persona 5 Royal vi darà una sonora svegliata, visto che attacca con forza la cultura e la società nipponiche, specialmente nel rapporto che hanno con la gioventù moderna.
Per chi fosse proprio all'oscuro di tutto, vi diremo solo che il protagonista, incastrato da un uomo di potere per un crimine mai commesso, si ritrova a vivere per un anno lontano da casa, e quindi a frequentare una nuova scuola in un ambiente che non conosce. Per motivi imperscrutabili, scopre anche di poter accedere al Metaverso, una sorta di dimensione parallela in cui i loschi figuri che spadroneggiano nella realtà hanno eretto i loro Palazzi, praticamente le proiezioni delle loro personalità disturbate. Messa su la banda dei Ladri Fantasma, il protagonista e i suoi amici decidono di farsi giustizia col potere della Persona, uno spirito cui ciascuno di loro può attingere per combattere e che rappresenta il loro io interiore.
La storia, insomma, è abbastanza cervellotica, ma Atlus ve la racconta come una specie di thriller, con tanto di flash forward che non fanno altro che incuriosire il giocatore, spingendolo sempre più avanti. Rispetto alla narrativa del Persona 5 uscito nel 2017, la versione Royal aggiunge alcune novità importanti, come un personaggio giocabile aggiuntivo e una serie di comprimari che prolungano l'avventura di alcune ore.
La versione Nintendo Switch di Persona 5 Royal mantiene tutte le caratteristiche dell'edizione 2020: è letteralmente una copia pedissequa in termini di contenuti, quindi vale e non vale lo stesso discorso che facemmo un tempo. Cioè, ha senso rigiocare Persona 5 Royal se si è già giocato Persona 5? Oggi come allora, è una risposta che dovete darvi da soli. Il fatto è che Atlus ha integrato tutte le novità in modo organico all'interno dell'avventura originale, nel senso che l'arco narrativo aggiuntivo non è qualcosa che si potrebbe assimilare a un DLC proposto a parte, che se c'è o non c'è è uguale, e questo vuol dire che se avete già giocato Persona 5 - che, lo ripetiamo, è un GDR lunghissimo e impegnativo - per arrivare alle novità di Persona 5 Royal dovrete ricominciare tutto da capo. È un discorso meno attuale nel 2022, se si considera che molti possessori di Nintendo Switch probabilmente non hanno giocato l'originale nel 2017, e se invece l'hanno fatto all'epoca, beh, per loro potrebbe essere anche una buona occasione per rinfrescarsi la memoria.
Giocare di ruolo e combattere a turni
Per quanto riguarda il gameplay, Persona 5 Royal rientra di prepotenza nella categoria dei GDR nipponici o JRPG, all'inglese e se avete giocato Shin Megami Tensei V vi sentirete subito a casa: riconoscerete immediatamente il famigerato sistema Press Turn - qui ribattezzato Ancora 1 - che vi obbliga a sfruttare le debolezze dei nemici per stordirli e guadagnare un vantaggio. La differenza tra i sistemi di combattimento, che sono entrambi a turni, sta nel fatto che quello di Persona 5 Royal è un po' più articolato, con una serie di funzionalità aggiuntive che bisogna imparare a padroneggiare, tipo le armi da fuoco o la Staffetta, e che il gioco fortunatamente spiega in modo adeguato e graduale.
Il sistema Ancora 1, per esempio, permette di inchiodare i nemici sul posto ed estorcere loro denaro oppure oggetti, se non colpirli con un Assalto che infligge tantissimi danni. In certi casi si può anche instaurare un dialogo, e se il giocatore risponde nel modo giusto, il nemico diventa una Persona da evocare in combattimento.
Le similitudini con Shin Megami Tensei V non finiscono qui. Nella Stanza di Velluto - una dimensione tascabile cui si può accedere da specifici ingressi - si possono fondere le Personae reclutate in combinazioni predeterminate che offrono nuove abilità, nuove magie e nuove resistenze. Insomma, se siete riusciti a completare l'impegnativo GDR Atlus dell'anno scorso, non dovreste avere problemi a imbarcarvi in questa avventura, anche perché è possibile scegliere tra vari livelli di difficoltà. Una volta capito come usare incantesimi, armi da fuoco, rampini e quant'altro, il sistema di combattimento esplode e dà tantissime soddisfazioni, anche perché sa essere estremamente spettacolare e stiloso.
È tutto il resto, però, che cambia rispetto a Shin Megami Tensei V. Al di là del fatto che Persona 5 Royal, come già detto, è fortemente narrativo, nonché strutturato a mappe più o meno chiuse che includono la città coi suoi quartieri ma anche i Palazzi e il Memento, veri e propri dungeon pieni di nemici, enigmi e trabocchetti, c'è tutta una componente "social simulator" che bisogna assolutamente tenere da conto.
In sostanza, dato che la storia segue l'anno scolastico del protagonista, ci ritroveremo a frequentare la scuola e a microgestire il tempo libero, durante il quale avremo a disposizione una pletora di attività diverse ma anche una finestra ristretta per praticarle. Meglio studiare o lavorare, per migliorare le nostre statistiche e accedere a nuovi contenuti, o incontrare uno dei Confidenti, i comprimari della storia, per conoscerlo meglio e acquisire nuove abilità? Meglio andare al cinema o mangiare uno spuntino in compagnia? E se invece sacrificassimo la componente GDR per tuffarci in un Palazzo o nel Memento a cercare nuove Personae o ad aumentare di livello?
Per quanto strano possa sembrare, Persona 5 Royal è un titolo estremamente strategico da questo punto di vista e, senza seguire una guida, si rischia di arrivare alla fine senza aver visto tutti i contenuti che Atlus è riuscito a infilarci dentro. Per chi ama giocare di ruolo, insomma, anche considerando che il protagonista non ha voce propria e dovremo scegliere spesso le sue risposte con tutto ciò che ne può conseguire, Persona 5 Royal potrebbe essere tutto quello che Shin Megami Tensei V non è stato. Il paradosso, infatti, è che per quanto siano simili, i due GDR Atlus sono anche molto diversi nelle ambizioni e nel pubblico a cui si rivolgono.
La versione Nintendo Switch
Il fatto che Persona 5 Royal - un codice che, di base, risale a PlayStation 3 - giri benissimo sulla console Nintendo non dovrebbe stupire nessuno, e certo non dopo che ne abbiamo avuto un assaggio sotto forma di Persona 5 Strikers lo scorso anno. Per la cronaca, il titolo Omega Force uscito un annetto fa, che voleva essere un sequel, diventa adesso una specie di futuro parallelo, visto che teneva conto della storyline originale di Persona 5 e non della versione Royal.
Chiusa questa breve parentesi, in realtà c'è poco da dire su Persona 5 Royal se non che su Switch gira a 30 fotogrammi al secondo invece che ai 60 delle piattaforme current-gen. È un frame rate stabile, tuttavia, perché non abbiamo notato rallentamenti particolari neppure negli scenari geometricamente più complessi, come per esempio il passaggio per i lucernari nel primo Palazzo, in cui teoricamente l'hardware avrebbe dovuto faticare un pelo di più.
Temevamo che gli Assalti, per esempio, avrebbero potuto soffocare la console ibrida Nintendo, ma anche in combattimento ci siamo compiaciuti per la fluidità che Atlus è riuscito a mantenere, senza sacrificare la risoluzione in modo particolare. L'immagine appare meno definita rispetto ai 4K della versione PlayStation 4 Pro e di quelle current-gen per forza di cose, ma l'aliasing si nota appena e in generale abbiamo riscontrato una buona pulizia dell'immagine, che però appare un po' sfocata. Ciò tuttavia non sminuisce la bellezza degli scenari, caratterizzati da un design tagliente e ingegnoso che adatta la realtà allo stile anime di Shigenori Soejima.
Passando dal Dock alla modalità portatile, non abbiamo riscontrato nessuna differenza particolare. Il gioco resta praticamente tale e quale, solo rimpicciolito: fortunatamente, interfacce e menu restano altamente leggibili anche nello spazio ridimensionato e non affaticano la vista più di tanto. In altre parole, chi temeva una conversione deludente, può rasserenarsi: Atlus ha fatto un ottimo lavoro.
Conclusioni
Con l'aggiunta di Persona 5 Royal alla sua libreria - e a breve anche di Persona 3 FES e Persona 4 Golden - Nintendo Switch diventa sempre di più la console di riferimento per gli appassionati di GDR nipponici. La conversione del capolavoro targato Atlus è riuscita molto bene, e il gioco mantiene tutte le sue caratteristiche originali, dalla storia significativa al cast memorabile, passando per uno stile affilato e coloratissimo, un gameplay solido e versatile, una colonna sonora che definire strepitosa sarebbe un eufemismo. Confermiamo quindi il voto che gli abbiamo assegnato prima nel 2017 e poi nel 2020: Persona 5 Royal resta un GDR imprescindibile ancora oggi.
PRO
- Conversione ben riuscita
- È ancora oggi un GDR di incredibile fattura
CONTRO
- Ovviamente se preferite una qualità d'immagine perfetta dovrete rivolgervi alle versioni per console current-gen o PC