Struttura di gioco
Il sistema di controllo di The Lost Expedition è preciso e abbastanza intuitivo: lo stick analogico sinistro del Dual Shock 2 è deputato, come al solito, al movimento del personaggio; quello destro viene utilizzato, invece, per raccogliere i tesori. La visuale è controllata dai tasti dorsali secondari e la croce direzionale garantisce l’accesso agli oggetti dell’inventario, mentre i tasti del pad permettono di combattere, saltare, attivare la visuale in prima persona e muoversi furtivamente. Infine, i tasti dorsali primari fanno accovacciare o rotolare Harry per raggiungere zone altrimenti inaccessibili (qualcuno ha presente Metroid Prime?).
Lo stile realizzativo dei livelli ricorda molto quanto visto nei vari Crash Bandicoot, anche se c’è maggiore interazione e molta più libertà di movimento. Non a caso bisogna risolvere alcuni enigmi e ottenere determinate capacità per raggiungere le varie locazioni, dunque è assolutamente necessario poter esplorare gli stage in lungo e in largo. Una simpatica mappa ci mostra in qualsiasi momento la nostra posizione e quella del posto da raggiungere per “proseguire”, ma purtroppo non è stata pensata granché bene dagli sviluppatori e risulta piuttosto ostica da interpretare: è una delle cose del gioco per cui bisogna avere un po’ di pazienza.
D’altra parte il nuovo Pitfall si gioca che è un piacere: il movimento è preciso anche nel caso in cui c’è da stare attenti ai centimetri (quando si percorre un ramo per saltare su di un altro oppure quando si va di liana in liana), il personaggio si rivela sempre agile e l’unico fastidio è rappresentato talvolta dal controllo della visuale.
A fare da “collante” alle varie fasi di gioco ci sono diverse sequenze animate: doppiate molto bene in Italiano (un plauso ai responsabili della versione nostrana), ben realizzate e ricche di un umorismo intelligente, che non manca di strappare qualche sorriso.
Aspetto tecnico
Pitfall – The Lost Expedition vanta una grafica davvero, davvero ben fatta. I personaggi sono disegnati secondo un preciso stile simil- caricaturale, le animazioni sono ben fatte ma soprattutto gli scenari sono ricchi di dettagli e tutto si muove a 60 frame al secondo. Unico neo: talvolta c’è qualche scatto. Per quanto concerne il sonoro, il gioco è dotato di una serie di effetti simpatici e di musiche funzionali all’azione, non numerose ma ben piazzate. Del doppiaggio italiano ho già tessuto le lodi: ottima scelta delle voci e recitazione convincente.
Come ho scritto in precedenza, il gioco scorre in modo lineare ma risulta molto scomoda l’interpretazione della mappa, dunque bisogna prendere dei riferimenti e per farlo dovrete necessariamente fare tanta strada inutilmente, tornare sui vostri passi e puntualmente accorgervi di aver scelto il sentiero sbagliato. Tutto il resto è ottimo, però: pur non vantando la lunghezza di titoloni del calibro di Zelda: The Wind Waker, Super Mario Sunshine o il già citato Metroid Prime, Pitfall – The Lost Expedition è un prodotto che offre qualche valido motivo per rigiocarci (ad esempio la presenza dei primi due Pitfall, emulati perfettamente) e a mio avviso pone dei nuovi punti di riferimento per quanto riguarda la qualità dei contenuti nell’ambito delle sequenze di intermezzo.
Commento
Se possedete PS2 o Xbox, Pitfall – The Lost Expedition rappresenta un’ottima scelta nel genere dei platform con elementi adventure. L’atmosfera che il gioco sa creare, la qualità della grafica e la simpatia suscitata dal personaggio non lasciano dubbi al riguardo. I pochi ma significativi difetti di questo prodotto, tra cui la presenza di alcuni aspetti “macchinosi” e la scarsa lunghezza, insieme alla mancanza di spunti realmente originali, gli negano quel mezzo punto in più nel voto numerico…
- Pro:
- Ottima grafica, in particolare il level design
- Cutscene ricche di humor ispirato
- Sistema di controllo preciso
- Contro:
- Qualche incertezza del motore grafico
- Non molto lungo
- Mappa difficile da interpretare
Activision ha affidato agli sviluppatori del team Edge of Reality il gravoso compito di riportare in auge la serie di Pitfall, per renderla protagonista dell’attuale scena videoludica. O per provare a farlo, quantomeno: tutti sanno quanto sia difficile, al giorno d’oggi, rilanciare personaggi del passato senza un prodotto davvero convincente. The Lost Expedition risponde a questi requisiti? Sì e no. Questo nuovo platform-adventure vanta numerosi elementi di qualità, messi però insieme in modo talvolta trascurato.
Tra le cose da salvare c’è di sicuro l’inizio: ci si ritrova nei panni di “Pitfall” Harry a combattere un enorme demone-giaguaro, circondati da una barriera di fiamme. Quando il combattimento sembra deciso a favore dell’avventuriero, però, il diabolico felino si rialza e atterra il personaggio. Da lì parte un racconto retrospettivo che ci porta al principio dell’avventura: Harry si imbarca in una spedizione in Perù alla ricerca di tesori, ma l’aereo su cui viaggiano lui e i suoi compagni precipita a causa di una furiosa tempesta. Risvegliatosi nel mezzo di una giungla, il personaggio dovrà ritrovare i propri amici e guardarsi da numerosi nemici: malefiche scimmie, furiosi indigeni, rivali diabolici e l’ambiente stesso.