Scrivere la recensione di PUSS! è stato possibile solo a compimento di un viaggio lungo e faticoso: un viaggio alla riscoperta di noi stessi, di tutto il non-senso che abitualmente circonda le vite degli esseri umani. Non c'è un vero motivo alla base dell'esistenza di questo titolo: paradossalmente potrebbe essere più comprensibile, invece, il tentativo di scrivere un articolo che ve lo illustri. Vi spiegheremo dunque che cos'è PUSS!, come si gioca e per quale diamine di assurdo motivo su Steam esista già una piccola setta di cultori che gli hanno fatto raggiungere, in due anni, una valutazione complessiva "molto positiva". Di più non è lecito, per un essere umano: siamo imperfetti. Ah, adesso arriva su console, presumibilmente a prezzo budget.
Trama
Al di là del fatto che PUSS! sembri (volutamente) il risultato di un cocktail creativo di vari acidi ed LSD, il gioco possiede anche una trama. La storia è questa: il proprietario di un gatto si addormenta mentre guarda la televisione. Il suo vigile compagno a quattro zampe capta allora una richiesta di aiuto proveniente proprio dal televisore: le forze del male si sono risvegliate, e solo un gatto potrà salvare il mondo, portando a termine un viaggio onirico e allucinogeno tra vari piani dimensionali. Questo, almeno, è quanto siamo riusciti a comprendere.
Provate ad isolare lo squisito nonsense di Spongebob, quello più raffinato, poi conditelo con elementi provenienti dalla mistica cristiana e dagli oggetti tipici della società del consumismo: questo bel frullato costituisce il contesto di PUSS! Per qualche motivo, il gatto in questione continuerà a viaggiare di mondo in mondo (ognuno di essi è un livello) cercando alleati (improbabili) con cui sfidare Satana e le forze del male, che hanno portato dalla loro parte anche diversi felini.
Quando parliamo di alleati improbabili potete ben capire che non scegliamo aggettivi casuali. Ad aiutare questo benedetto felino vi saranno infatti - tra gli altri - un sensei stereotipato, un delfino e Gesù. Il problema di fondo è che arrivati ad un certo punto la confusione comincia anche a sembrare credibile, nella sua assurdità.
Gameplay
Passiamo al succo della questione, cioè al gameplay di PUSS! Torna particolarmente utile la definizione di quei mattacchioni degli sviluppatori del teamcoil: "Un gioco folle, assurdo e intenso che vede un gatto come protagonista, il cui scopo è evitare gli ostacoli!" E in effetti sarebbe velleitario qualsiasi tentativo di spiegare meglio di così la formula di gioco. Passino "folle" e "assurdo", dei quali abbiamo già reso l'idea; PUSS! è poi davvero un freneticissimo titolo che richiede al giocatore di spostare un gatto (l'avatar di un gatto, ad essere più precisi) dal punto A al punto B di ogni livello; bisogna cioè portarlo all'uscita.
Ciò non è semplice. La cinquantina di livelli proposti sono minuscoli in realtà: il problema è che dal punto A al punto B ci passa un intero universo di situazioni surreali. Troverete ogni forma di problema da aggirare o sorpassare: l'elemento di base del gameplay è che il gatto può passare soltanto su determinate superfici luminose, "incanalate" tra altri pattern che provocano la morte istantanea una volta toccati. Quindi è semplicissimo morire in ogni momento, semplicemente per un piccolo "scivolamento" del grilletto sinistro, che si occupa del movimento.
Che dire poi dei millemila elementi a schermo che si agitano, muovono, spostano, contorcono in un tripudio di luci fastidiosissime ed insensate. Iniziare un livello è come ritrovarsi in discoteca, in pigiama, con tutte le luci sparate contro, ad intermittenza. Non si capisce nulla - in certi momenti tutto ciò fa proprio del male agli occhi, tanto che più volte diversi avvisi a schermo impongono ai fotosensibili di tenersi alla larga. Resterebbero stecchiti sul posto, poco ma sicuro, sin da subito.
Trofei PlayStation 4
Sì, PUSS! ha anche i trofei su PlayStation 4: presumibilmente si tratta di un Trofeo di Platino davvero difficile da ottenere. Perché parliamo senza offrirvi certezze? Perché abbiamo provato il titolo con largo anticipo, quando neppure era possibile sincronizzare i trofei su PlayStation Network. Chissà dove sono finiti. Ma dovrebbero esserci, da qualche parte. Aggiorneremo questa finestra quando ne sapremo di più. E comunque voi dovete giocare per il titolo in sé, non per i trofei. Anche se forse, in questo caso, è meglio farlo per i trofei.
Progressione
PUSS! è articolato in cinque diversi mondi (più un set di livelli iniziale): per completare il gioco dovrete percorrerli tutti quanti, annientando i boss di turno. Di questi non vogliamo parlarvi, per non privarvi della sorpresa nella progressione; nel trailer però compare un chihuahua a tre teste indemoniato da malmenare in una colossale boss fight, e ciò dovrebbe bastarvi per farvi un'idea anche sui restanti. Ogni mondo si articola in una decina di livelli solo vagamente a tema: questi stage vengono proposti proceduralmente, cosa che probabilmente agli sviluppatori è apparsa come la rivoluzione del secolo.
Ciò significa che sono sempre quei dieci a costituire il dato mondo, ma in caso di morte potreste anche riaffrontarli in tutt'altro ordine; ciò dovrebbe "impedire" di allenarsi troppo in un dato punto. Il senso di frustrazione complessivo della produzione è notevole: i fruitori si articoleranno pertanto tra coloro che cestineranno immediatamente tutto quanto, e quelli che invece idolatreranno gli sviluppatori. Ad entrambi, comunque, il cervello finirà bruciato in poco tempo.
Non vale la pena pronunciarsi sul comparto grafico e tecnico: in sé disegni, illustrazioni e modelli sono risibili, ma messi tutti insieme celebrano il tripudio del nonsenso; e dato che proprio il nonsenso è il cuore della produzione, si capisce come, infine, il risultato desiderato venga raggiunto. Pertanto, non si capisce bene come, da vedere PUSS! è anche piacevole. Altrettanto fuori di testa, tra miagolii, latrati e musica tecno, le tracce sonore.
Conclusioni
È difficile prevedere se troverete PUSS! divertente o disturbante: probabilmente dipenderà dalla sensibilità del singolo giocatore. Ad essere certo è che l'offerta ludica della produzione di teamcoil è davvero minimale: l'idea in fondo è semplicissima, spostare un'icona da sinistra a destra, dal basso in alto, oltrepassando gli ostacoli. È tutto il contesto a creare l'identità di PUSS!, uno scenario fatto di nonsensi, divinità, delfini, gatti, fusa, follia pura. Vi chiederete come diamine sia potuta venire in mente, un'idea del genere, ad un essere umano: non lo sappiamo. Sappiamo però che PUSS! può rivelarsi davvero un titolo impossibile da abbandonare in breve tempo - vuoi per il livello di sfida offerto (notevolissimo) vuoi per il senso di straniamento che esercita su tutto e tutti. Una produzione di nicchia, per la nicchia, che avrà diviso anche la nicchia. A noi è piaciuto.
PRO
- Il protagonista è un gatto
- Il livello di sfida è notevole
- Alcuni troveranno il suo nonsenso squisito
CONTRO
- Effetti luminosi devastanti per gli occhi
- A tratti molto frustrante
- Rigiocabilità impensabile