Come Loretta Goggi nella Freccia Nera
Cominciamo parlando della modalità offline di Black Arrow, che presenta un paio di novità rispetto alla controparte di Rainbow Six 3. La sostanza, inutile dirlo, è rimasta la stessa: nei panni di Domingo Chavez l’utente deve guidare la propria squadra composta di tre elementi all’interno di scenari infestati da terroristi, con vari obiettivi che si differenziano di missione in missione. L’elemento team, in questo caso, è stato leggermente rinforzato: se in Rainbow Six 3 era infatti possibile completare la stragrande maggioranza delle mappe contando solo sulle proprie capacità sparatorie, in Black Arrow vengono proposte diverse situazioni nelle quali la corretta coordinazione della squadra si rivela elemento fondamentale. Ancora una volta, la direzione dei propri uomini è effettuabile sia tramite pad (grazie agli intuitivi menu on-scren) sia attraverso comandi vocali via microfono, che anche in questo caso non sempre vengono correttamente recepiti dai compagni guidati dalla CPU. Le dieci missioni che compongono la modalità campagna convincono per varietà di ambientazioni e qualità del level design, ma difficilmente riescono a lasciare un segno profondo in termini di gameplay vero e proprio; complice una IA degli avversari (ancora) piuttosto scarsa, con nemici poco svegli e dai pattern prefissati, portare a termine la campagna di Black Arrow non richiede grosse quantità di impegno e di tempo. E proprio a causa della relativa facilità dell’esperienza single player, l’introduzione di una più accurata sezione di briefing risulta un’aggiunta utile più alla componente scenografica che al gioco vero e proprio. Ad ogni modo, Black Arrow pone in parte rimedio alla propria pochezza offline con un’inedita modalità cooperativa a due giocatori via split screen, che pur essendo tutt’altro che eccezionale, perlomeno fornisce al titolo un pizzico di varietà in più.
Non si sta dietro le porte!
Ma come certamente sapranno i fan di Rainbow Six 3, il vero appeal del prodotto Ubisoft risiede nella modalità online, che in questo Black Arrow ha subito dei notevoli upgrade. Tanto per cominciare, il titolo supporta le nuove funzionalità di Xbox Live 3.0, con la possibilità di mandare messaggi vocali ai propri amici, di creare e gestire in loco il proprio clan e di organizzare sfide con altre squadre. Elementi questi che, in un titolo nel quale il fattore di coesione tra compagni è decisamente importante, risultano quantomeno graditi e ben implementati. A livello di gioco vero e proprio, invece, Black Arrow presenta la bellezza di dieci mappe inedite (molto più grandi e complesse di quelle del prequel) più quattro ripescate da Rainbow Six 3, e soprattutto due nuove modalità a squadre. Trattasi nella fattispecie di Recupero, a tutti gli effetti un Capture The Flag con dei contenitori di materiale radioattivo al posto delle bandiere, e di Conquista Totale, equiparabile a Domination di Unreal Tournament e che vede i giocatori impegnati a mantenere il controllo di tre postazioni satellitari il più a lungo possibile. Più che nella loro qualità in sé (comunque decisamente buona), le due nuove modalità arricchiscono le partite online in termini di varietà, elemento deficitario in Rainbow Six 3 a causa dello sbilanciamento nei confronti dell’opzione Sopravvivenza a Squadre, che surclassava in termini di divertimento e popolarità i rimanenti tipi di gioco. Delude invece il mancato bilanciamento dell’arsenale messo a disposizione del giocatore, rimasto quasi invariato rispetto a Rainbow Six 3: sebbene siano stati eliminati i fucili da cecchino più forti (rimpiazzati da delle controparti più umane), la scelta relativa alla propria arma si riduce giocoforza a due o tre esemplari, semplicemente troppo potenti e precisi per essere messi da parte in favore di altri. Per quanto sia lampante la sua natura di add-on piuttosto che di seguito vero e proprio, dispiace vedere come il titolo Red Storm non abbia goduto di particolari miglioramenti grafici: nonostante le nuove mappe godano di una maggiore cura nei dettagli, la grafica di Black Arrow si presenta sostanzialmente identica a quella già non propriamente spettacolare di Rainbow Six 3. Particolarmente poco belle a vedersi si rivelano la stragrande maggioranza delle texture (alcune di una mancanza di definizione davvero imbarazzante), mentre i modelli poligonali rimangono sempre piuttosto grezzi e orfani di un sistema di ombreggiatura degno di questo nome. Ma per un titolo uscito a meno di un anno di distanza dal prequel e disponibile a prezzo ridotto, questi sono peccati tutto sommato veniali.
Commento
Raibow Six 3: Black Arrow è un add-on. Partendo da questo inconfutabile presupposto, il prodotto Ubisoft svolge il proprio compito in maniera ordinata, pur colmando soltanto in maniera parziale i margini di miglioramento del proprio predecessore. Se dunque lo scarso bilanciamento delle armi, la povera IA dei nemici e la sottile consistenza della modalità offline non hanno subito correzioni apprezzabili, dall’altro lato le nuove mappe e le inedite modalità di gioco, unite al supporto del servizio Xbox Live 3.0, infondono nuova linfa vitale ad un titolo che rimane tuttora un caposaldo dell’online gaming sulla console Microsoft. Anche se ben lontano dall’essere rivoluzionario, dunque, Black Arrow farà senz’altro la felicità degli appassionati, forte anche di un prezzo coerente coi propri contenuti.
- Pro:
- Ottimo multiplayer online
- Modalità e mappe nuove ben congeniate
- Maggiore varietà rispetto al prequel
- Contro:
- Graficamente datato
- Poco stimolante offline
- IA dei nemici ancora grezza
Acclamato come uno dei migliori prodotti online disponibili su Xbox, Rainbow Six 3 ha rappresentato indubbiamente un’ottima scelta per gli utenti Microsoft desiderosi di cimentarsi in un’esperienza che in qualche modo deviasse dalle frenetiche meccaniche frag-respawn degli FPS tradizionali. Sparatutto di squadra tattico dal tono marcatamente realistico, il titolo Red Storm è stato accompagnato da un buon seguito di pubblico, tale da indurre Ubisoft alla release di questo Black Arrow. La nuova avventura di Ding e compagni si presenta ora all’utenza Xbox con il doppio compito di colmare i margini di miglioramento del predecessore e di fornire agli online gamers un’esperienza appassionante, in grado di resistere agli attacchi della concorrenza. Vediamo se la missione è stata portata a termine.