Il bullone che passione
Benché largamente provvisto di piattaforme e di relativi salti e salterelli, in realtà la produzione Sony non può essere definita come un semplice platform 3d data la sua spiccata tendenza ad offrire elementi adventure, anche in massicce dosi. Fondamentale è ad esempio l’alto fattore di crescita del personaggio principale, Ratchet, che col susseguirsi dei livelli viene in possesso di oggetti che ampliano le sue capacità di interazione con le ambientazioni; in tal senso, appare evidente la necessità di ripercorrere i vari mondi diverse volte, al fine di raggiungere zone magari solo qualche attimo prima fuori portata. Le acquisizioni di oggetti col proseguo del gioco non si limitano però a fornire a Ratchet nuove capacità di movimento, ma amplificano anche l’arsenale di cui dispone per avere la meglio sui nemici presenti. Questa caratteristica, da sempre sottolineata dagli sviluppatori, rappresenta un ottimo incentivo al fattore-varietà del titolo Insomniac: le differenze tra l’utilizzo di un semplice blaster piuttosto che un lanciarazzi a ricerca sono evidenti tanto sul piano estetico quanto su quello puramente pratico. Ciò nonostante, tanta varietà di strumenti di offesa porge il fianco ad un non ottimo bilanciamento degli stessi, che porta a preferire l’utilizzo di sole 3-4 armi durante la stragrande maggioranza dell’avventura. Ad di là delle caratteristiche offensive di cui dispone, il reale compito di Ratchet sta nell’affrontare tutta una serie di missioni più meno complesse all’interno dei pianeti che compongono l’universo ideato dai programmatori statunitensi; benché la sensazione di deja-vu pervada in maniera sottile ma costante l’intero svolgersi delle vicende, l’ottima meccanica di gioco e l’eccellente risposta ai comandi del protagonista rende l’esperienza di gioco decisamente godibile, anche sul lungo periodo. L’unico grosso difetto in questo senso va ricercato nella gestione della telecamera, i cui movimenti faticano a seguire il personaggio nel migliore dei modi e che spesso necessita quindi di correzione manuale. In ogni caso, la varietà di ambientazioni e di situazioni offerte si mantiene sempre su un livello tale da incentivare il proseguimento dell’avventura: tra queste, vanno segnalati alcuni apprezzabili minigiochi come le gare a bordo di hoverboard. Non troppo azzeccati invece i rompicapo legati all’apertura di alcune porte, interessanti ma probabilmente fuori luogo e colpevoli di spezzare il ritmo del gioco. Sottotono anche le –rare- sezioni in cui il giocatore è chiamato a controllare il fedele robot Clank invece di Ratchet; la eccessiva semplificazione del gameplay che ne deriva stride enormemente con quanto offerto dal resto dell’avventura, e l’inclusione del sistema di interazione con gli altri robot fatica a catturare gli utenti più smaliziati.
Spyro non ti ammiro
Dal punto di vista tecnico, Insomniac Games si conferma come uno dei migliori team attualmente al lavoro su Ps2: Ratchet & Clank dimostra infatti di quanto sia capace l’hardware Sony offrendo ambientazioni ricchissime per quanto riguarda il livello di dettaglio, con una eccellente fluidità solo in rarissime occasioni messa in discussione da qualche leggero rallentamento. Ciò nonostante, la cura riposta dai grafici del team americano appare evidente sotto ogni punto di vista, sia per quanto riguarda le ambientazioni che gli stessi personaggi. In relazione a questi ultimi però, a tanta abbondanza quantitativa non sembra rispondere un’altrettanta abbondanza qualitativa; in particolar modo ci riferiamo al character design, di certo non tra i più ispirati del genere. Ratchet, la non meglio identificata bestiola antropomorfa protagonista della produzione Sony, fatica ad entrare nel cuore del giocatore rappresentando più il classico personaggio “cool” già visto e rivisto; similmente, anche Clank appare incapace nello scollarsi di dosso l’appellativo di semplice gadget senziente, e le già citate sezioni in solitaria non hanno sufficiente peso per pacare tale sensazione. Nemmeno gli scambi di battute tra i 2 personaggi, piuttosto frequenti durante le scene di intermezzo, riescono ad instillare “l’anima” nelle creature digitali progettate da Insomniac. L’adattamento italiano, valido per quanto riguarda i testi, appare di buona qualità anche per quanto riguarda il parlato pur risultando, in relazione con quello originale, probabilmente troppo accademico.
Commento
Ratchet & Clank riesce nel non facile compito di imporsi come miglior titolo platform-adventure per Ps2, grazie fondamentalmente ad una meccanica di gioco dalla grande solidità unita ad un buon ritmo durante quasi tutta l’avventura e ad una realizzazione grafica di primo livello. Ciò nonostante, la produzione Insomniac Games non raggiunge la nomea di capolavoro fondamentalmente a causa di una presenza piuttosto massiccia al suo interno dei classici cliché del genere e di un chara design certamente non meritevole di essere ricordato negli annali. La produzione Sony è quindi a conti fatti in grado di appassionare e divertire praticamente ogni tipo di giocatore, a patto di non essere alla ricerca dell’originalità a tutti i costi.
- Pro:
- Godibile e divertente
- Buon design dei livelli
- Ottima resa grafica
- Il migliore del genere su Ps2
- Contro:
- Ricco di deja-vu
- Chara design appena sufficiente
- Alcune sezioni sottotono
La voglia di platform 3d sembra essere uno dei pochi punti fermi del mercato console degli ultimi anni: il filone, nato da quel capolavoro che risponde al nome di Super Mario 64, non ha praticamente mai smesso di produrre titoli più o meno validi fino ai giorni nostri, per la gioia dei numerosi appassionati sparsi in tutto il globo. Ovviamente, Ps2 non può fare eccezione a questo trend, stavolta grazie alla fatica di Insomniac Games che risponde al nome del tanto atteso Ratchet & Clank.