XIX secolo, era di Imperi
Il parallelismo con la serie Total War si rende ancora più evidente analizzando la scelta della trama del gioco, o meglio, della collocazione temporale delle vicende. Con i suoi tre capitoli Activision aveva portato alla gloria videoludica il Giappone degli Shogun, l’Europa turbolenta del medioevo e l’Antica Roma imperiale. La scelta fatta da Pyro Studios per Imperial Glory è stata quella di coprire il periodo storico che a diritto avrebbe dovuto essere assegnato al prossimo capitolo di Total War. Difatti la scelta è caduta sul XIX secolo che vide la formazione degli ultimi grandi imperi europei. Abbandonandoci ad un’analisi più attenta questo è anche l’ultimo periodo storico convertibile nel modello classico in stile TW; è l'ultima epoca che vide protagoniste le vaste battaglie campali, dove lo scontro all'arma bianca ancora poteva fare la differenza.
Le grandi battaglie del passato
Il gioco offre la possibilità di vivere l’esperienza della battaglia attraverso differenti modalità, rendendosi appetibile anche agli occhi di giocatori più frettolosi in cerca del brivido effimero della battaglia preconfezionata da giocare in pace senza i fronzoli della preparazione strategica. Ma è la modalità completa che offre il giusto apporto di sfida e divertimento. Attraverso di essa il giocatore accede ad una cartina politica dell’Europa del tempo, suddivisa in regni e regioni. Prima di prendere parte alla partita il giocatore è chiamato a scegliere una fra le fazioni disponibili. Fra le più appetibili troviamo Francia, Prussia, Russia, Regno Unito e Austria, più una serie di stati minori di più difficile gestione; non mancano comunque una serie di stati di più modeste dimensioni che influiscono comunque con la loro presenza nell’equilibrio delle potenze europee (fra questo troviamo addirittura gli italianissimi Stato Pontificio, Piemonte savoiardo ed Regno delle Due Sicilie). Ovviamente, nonostante l’obiettivo principale rimanga per tutti la conquista dell’Europa intera, ogni nazione avrà le proprie peculiarità legate a risorse, posizione geografica e caratteristiche storiche. La Francia ad esempio gioca la parte della superpotenza bellica, essendo quelli gli anni delle grandi conquiste napoleoniche che sconvolsero l’intero continente, mentre la Prussia pur avendo avuto un importante ruolo risolutivo al termine delle conquiste di Bonaparte, si trova all’inizio del gioco in una posizione di vantaggio economico-sociale, ma di ridotte disponibilità territoriali. La Russia, il grande granaio d’Europa, osserva dal fronte orientale forte della sua sterminata estensione territoriale, ma allo stesso tempo messa alle strette da una posizione geografica poco felice e dalla difficoltà di controllare territori così vasti. Fra le modalità di gioco presentate notiamo, oltre all’ormai onnipresente multiplayer (su server Gamespy), la possibilità di giocare cinque battaglie storiche (Waterloo, battaglia delle Piramidi, Friedland, la ritirata da Austerlitz e la battaglia di Salamanca).
La mappa tattica
L’impostazione tattica del gioco ripropone il comparto solido dello strategico a turni, nel quale il giocatore è libero di valutare attentamente le proprie mosse in funzione dei piani di conquista. L’aspetto politico la fa da padrona in questo frangente, e balza subito agli occhi come l’annessione dei territori adiacenti possa avvenire mediante molte vie e non solo attraverso la brutale conquista militare. La nazione infatti gode di un grado di popolarità sulle regioni avversarie, così come le regioni controllate dal giocatore subiscono l’influenza dei domini vicini. Questo aspetto ricrea la realistica situazione del periodo, in cui le regioni subivano l’influenza dei moti politici e ideologici delle potenze vicine creando non pochi problemi alle forze reggenti, fin troppo spesso impegnate nel tentativo di sedare l’insorgenza di nuovi moti rivoluzionari. Investire sull’aspetto dell’influenza è importante tanto quanto ingrossare le fila del proprio esercito. Difatti nel momento in cui una regione, subito un attacco, cade sotto il giogo del conquistatore questi dovrà vedersela con un periodo di transizione dei poteri che, a seconda del grado di influenza del paese dominatore sulla tale regione, potrà sfociare in una resistenza o essere interpretato dalla popolazione come un atto di liberazione. Il rapporto fra nazioni è alimentato anche dai rapporti commerciali; la creazione di speciali canali di comunicazione fra i governi consentono uno scambio di beni utile al sostentamento delle proprie forze e al ricircolo delle risorse. Attraverso una serie di grafici accurati atti a rappresentare potere produttivo, dislocazione di risorse e vie commerciali fra le regioni, è possibile seguire dettagliatamente gli sviluppi economici dei propri possedimenti ed aumentare l’influenza sulle nazioni avversarie. A livello diplomatico gli accordi fra paesi vengono stipulati mediante il pagamento di ingenti somme d’oro e di materie prime. L’influsso esercitato da e verso i paesi confinanti condiziona l’andamento delle trattative, che risulteranno sempre più vantaggioso man mano che la popolarità della nazione aumenterà. Mosse troppo azzardate o reiterati tentativi di proporre accordi infelici possono condizionare pesante i rapporti fra le nazioni; bisogna quindi fare sempre molta attenzione a quello che si fa e soprattutto al contesto nel quale ci si muove.
La sapienza è alla base del successo
La gestione delle proprie regioni è articolata e presenta molti aspetti già conosciuti dagli amanti del genere. Il giocatore deve innanzitutto occuparsi della costruzione delle infrastrutture atte a produrre risorse ed in un secondo momento a permettere l’addestramento delle unità per la formazione dell’esercito. Ogni edificio ha la propria peculiarità e permette di ottenere particolari bonus. A questo aspetto del gioco si aggiunge la ricerca tecnologica che permette, investendo turni e risorse, di raggiungere gradualmente aggiornamenti avanzati degli edifici, nuove e sempre più efficienti truppe per l’esercito e di accedere a diversi tipi di relazioni diplomatiche con i paesi vicini. La ricerca, pur potendosi concentrare solo su un aspetto per volta, può essere condotta in vari ambiti, che spaziano dal commercio , alla politica, alla scienza ed infine allo sviluppo militare. La ricerca commerciale sblocca diversi canali di comunicazione con le altre nazioni e consente la formazione di vie commerciali solide; la ricerca politica permette di aggiungere alla lista delle opzioni diplomatiche nuove vie per la comunicazione fra nazioni consentendo ad esempio di avvalersi del potere dello spionaggio o di stringere nuovi tipi di alleanze e accordi fra i paesi rivali; lo sviluppo scientifico consente di migliorare la produzione e la gestione di risorse e di aumentare il bene comune della popolazione; infine lo sviluppo militare consente di avvalersi di nuove unità capaci di rendere micidiale ed inarrestabile il proprio esercito. Esiste infine un’ulteriore possibilità per godere di benefici unici costituito dalle cosiddette Missioni. Raggiungendo particolari obiettivi politici o nella ricerca, che ne costituiscono i requisiti, è possibile sbloccare l’accesso alle missioni proposte. Una volta preso parte ad una missione e completata il giocatore potrà contare su ricompense ingenti capaci di dare una marcia in più all’efficienza nazionale, come ad esempio fornire in automatico ad ogni territorio particolari costruzioni o ricevere bonus notevoli per la gestione di risorse e popolazione. Il raggiungimento di una missione ha inoltre la funzione di aumentare in maniera esponenziale l’influenza sugli altri paesi.
Siamo uomini o caporali?
La produzione degli eserciti è legata alla ricerca di nuove unità e all’addestramento di truppe e comandanti. L’esperienza e il grado del comandante contribuiscono al numero massimo di unità controllabili; queste caratteristiche possono aumentare con il tempo e l’impiego in battaglia. Attraverso la mappa tattica il giocatore può controllare le proprie unità dislocate sul campo, rappresentate, come vuole la tradizione del genere, da semplici pedine. Particolari indicatori sottolineano comunque lo stato di salute dell’esercito e ne evidenziano la composizione. Per sferrare l’attacco al nemico è sufficiente spostare la pedina su un territorio occupato da una nazione avversaria. Tuttavia anche la guerra è regolata dalle sue leggi ed è bene, specialmente nelle prime fasi del gioco quando ancora la propria nazione non si è affermata come super potenza, dichiarare guerra al nemico utilizzando i canali diplomatici. L’utilizzo di questa “cortesia” permette alla nazione di mantenere alto il livello di stima degli altri paesi, purché con l’atto di guerra non si vada ad infrangere un precedente patto di alleanza o peggio ancora una coalizione di nazioni; una scelta del genere potrebbe avere effetti disastrosi sull’immagine della nazione e scatenare reazioni negative a catena da parte dei vicini, causando magari la perdita di influenza sulle regioni appena conquistate o peggio ancora ribellioni sui territori di frontiera.
Vivere la battaglia in prima linea
Le fasi del combattimento introducono il secondo ed importante aspetto del gameplay ibrido di questo titolo. Difatti ogni qualvolta il giocatore dovrà vedersela con un conflitto in campo aperto avrà la possibilità di scegliere se risolvere la battaglia in maniera automatica o se prendere parte in prima persona al comando della battaglia. Quest’ultima scelta consente al giocatore di meglio amministrare le sorti dello scontro, specie nei casi di più dubbio esito quando potenze di uguale forza devono fronteggiarsi e la risoluzione automatica difficilmente potrebbe rendere merito alla migliore capacità tattico strategica di uno dei due contendenti. L’analisi preliminare della battaglia può essere condotta sotto molti aspetti; innanzitutto è possibile valutare la potenza effettiva dell’esercito nemico controllando quali forse schiera sul campo dalla mappa tattica e così poter meglio gestire il proprio esercito d’attacco, in secondo luogo è possibile valutare il terreno della battaglia visionando la descrizione dell’area per capire le effettive necessità strategiche e costituire un efficace piano d’assalto. Una volta entrati nella modalità di battaglia il giocatore ha la possibilità di pre impostare gli schieramenti per la battaglia valutando la posizione del nemico e delle posizioni strategiche sulla mappa. In ogni battaglia vengono evidenziati gli obiettivi strategici da conquistare per assicurarsi punti di appoggio sicuri per le truppe, quasi sempre si tratta di edifici più o meno imponenti o di case coloniche, tutti utilissimi in quanto costituiscono ottimi capisaldi su cui costruire avamposti micidiali. La gestione delle truppe in battaglia avviene mediante la classica interfaccia di gestione delle unità che possono essere selezionate in gruppo o singolarmente, e gestite anche dal punto di vista dello schieramento, fondamentale nelle battaglie più complesse dove formazioni come il “quadrato” o “la doppia linea” possono fare la differenza nel combattimento. La disposizione accurata sul campo dei pezzi di artiglieria pesante o delle squadre di cavalleria ha quasi sempre un ruolo decisivo in quanto ogni unità ha i propri tempi di reazione ai comandi del giocatore e peculiari caratteristiche per quanto riguarda i tempi di ricarica delle armi da fuoco; questi tempi influiscono pesantemente sulla riuscita di un'azione offensiva, per questo è necessario calcolare con cura le manovre sul campo.
Inevitabile confronto
Il livello tecnico presenta notevoli aspetti positivi, sia dal punto di vista dell’accuratezza grafica nella riproduzione di truppe e oggetti sul campo di battaglia, sia nella creazione di interfacce semplici ed intuitive ed allo stesso tempo esaustive e complete. Il clima ricreato dal Pyro Studios riporta alla mente le innumerevoli battaglia studiate sui libri di scuola ai tempi del liceo, quando i nomi dei luoghi delle battaglie si accavallavano a quelle di grandi condottieri, ammiragli e generali del passato. Andando a fondo, però, ci si accorge che pur vantando migliorie e aggiunte (da citare soprattutto l’aspetto delle battaglie navali giocabili) questo titolo risente comunque del peso del confronto con il cugino Rome Total War, decisamente più completo e maturo. E’ come se Imperial Glory avesse voluto ripercorrere i passi fatti dalla serie TW senza essersi però soffermato sui punti di vero successo della saga. La scarsità di unità dislocabili nelle battaglie campali è la prima cosa che balza all’occhio se messa al confronto con il capolavoro di Activision, che pure sta raggiungendo il primo anno di età. RTW è passato alla storia per l’imponenza delle battaglie in numero di unità coinvolte e vastità delle mappe giocabili, un vero incredibile e monumentale asso nella manica. Imperial Glory non può sottrarsi in nessuna maniera al confronto, poiché alla sopraccitata serie deve sicuramente l’ispirazione, e quindi è giusto sottolineare questo aspetto, pur non dimenticando l’ottima fattura di questo prodotto che in ogni caso merita di essere giocato a fondo, potendo contare su ottimi spunti e sulla scelta di un periodo storico davvero affascinante e complesso, ottimo per una riproduzione videoludica in gran stile come questa.
Commento
Imperial Glory occupa a diritto il posto di diretto successore della serie Total War, se non altro per averne importato in massa lo stile ed il gameplay, già lungamente collaudato. Non potendo vantare, però, l’esperienza di Activision, Pyro Studios scivola su qualche imperfezione che impedisce al titolo di arrivare alle vette qualitative raggiunte da RTW. Ciò nonostante squillino le trombe per questo titolo comunque magistrale, raffinato e curato che ripropone al pubblico un periodo storico affascinante e ricco di emozioni. In sostanza non resta che decidere: sarete Napoleone, l’ammiraglio Nelson o il Re di Prussia Federico Guglielmo III?
- Pro:
- Ottima riproduzione storica, accurata e realistica
- Bella la gestione dei rapporti diplomatici
- Le battaglie navali sono una novità
- Molte nazioni dell'epoca riprodotte
- Contro:
- Le battaglie navali ampie sono difficilmente gestibili
- Abbiamo visto battaglie campali titaniche, queste sono "solo" giganti
Per anni abbiamo tessuto le lodi di uno dei capolavori assoluti nel campo della strategia su PC. Il pluripremiato marchio Total War ha riscosso nel corso degli anni consensi sempre crescenti. Alla base di tanto successo risiede la geniale fusione di più generi cari a tutti gli appassionati di strategici, ovvero la costituzione di un perfetto ibrido fra strategico a turni e strategico in tempo reale. Il tentativo, già affrontato in passato di creare un prodotto tanto complesso quanto ricco di opportunità, che potesse vantare un gameplay accattivante e solido in grado di soddisfare alla stesso tempo le due opposte anime del gioco strategico, ha dato i suoi frutti negli ultimi anni creando una forte richiesta di giochi che ne imitassero la profondità. Pyro Studios, già nota per i best seller della serie Commandos, ha deciso di prendere la palla al balzo sfruttando un modello di sicuro successo per il lancio del suo nuovo titolo. Nasce così il progetto Imperial Glory, ambizioso e ampio strategico a turni ed in tempo reale che promise, fin dalla prima presentazione al pubblico, grandi sorprese.