L’insostenibile pesantezza del convertire
Fortemente diverso dai suoi predecessori, prima della sua uscita Resident Evil 4 aveva inizialmente lasciato molto perplessi tutti i puristi del genere survival horror, presentando meccaniche di gioco molto più vicine ad uno sparatutto in terza persona. Salti, arrampicate, frotte di nemici contemporaneamente su schermo, armi di ogni genere: ma dov’era finito Resident Evil?
Ogni dubbio è stato poi fugato ampiamente quando il gioco ha fatto la sua comparsa sugli scaffali e si è rivelato un vero e proprio capolavoro per design dei livelli, giocabilità, grafica (al tempo la migliore mai vista su console) e longevità. Osannato dalla critica e con sei milioni di copie vendute in un solo anno, l’action-horror targato Capcom è stato poi annunciato su PC, dove dopo tre lunghissimi ritardi (inizialmente era previsto per l’inverno 2006) è finalmente riuscito ad approdare dopo più di un anno.
Un po’ di storia
In Resident Evil 4 si va ad impersonare Leon Kennedy, vecchia conoscenza della serie poiché già apparso come uno dei due personaggi giocabili nel secondo capitolo, quando era ancora un semplice cadetto dell’accademia di polizia. Sono passati sei anni dalla distruzione di Racoon City e il fallimento dell’Umbrella, ed ora Leon, nonostante l’ancora giovane età, è un veterano dei corpi speciali dell’esercito. La sua missione è salvare nientemeno che Ashley, la figlia del presidente degli Stati Uniti tenuta prigioniera da una misteriosa setta in un piccolo villaggio sperduto fra i monti della Spagna. C’è qualche correlazione fra questo strano insediamento e Umbrella? Chi sono i loschi figuri a capo di questa setta? E come fanno a plagiare così efficacemente i poveri villici, al punto di azzerare la loro volontà e controllarli come burattini?
Tuffo nell’incubo
La prima grande differenza rispetto al passato che qualsiasi appassionato della saga può constatare appena lanciato Resident Evil 4 è l’ambiente completamente in 3D con la visuale in terza persona fissa, posta direttamente dietro alle spalle del protagonista che rimane sempre nell’angolo in basso a sinistra dello schermo (questo tipo di visuale è stata poi adottata da altri giochi, come ad esempio Gears of War). Una scelta del genere non è certo usuale per il genere survival horror, e infatti già da sola comincia ad incanalare la giocabilità verso un qualcosa che sta a metà fra il gioco di azione e lo sparatutto in prima persona. La telecamera si può gestire limitatamente, potendo far compiere un’escursione di circa 180° in ogni asse, come ad emulare il movimento della testa.
La seconda differenza sostanziale è la natura molto orientata al genere action shooter: i nemici, contrariamente a quanto visto in passato, sono veloci, intelligenti e capaci di utilizzare armi, attrezzi ed interagire con elementi dello scenario come scale, porte e via dicendo. Lascia inizialmente un po’ spaesati anche la quantità dei loschi figuri che si deve affrontare contemporaneamente, talvolta superiore alla dozzina, cosa assolutamente inaudita nei precedenti capitoli.
Un tale approccio alla giocabilità ha naturalmente richiesto una certa agilità e dinamicità applicate al personaggio, che ora può utilizzare oggetti dello scenario, ostruire passaggi, arrampicarsi o addirittura saltare giù da alcune finestre.
la quantità dei loschi figuri che si deve affrontare contemporaneamente è talvolta superiore alla dozzina, cosa assolutamente inaudita nei precedenti capitoli
Tuffo nell’incubo
L’arsenale di armi a disposizione è più fornito che mai, e in questa versione PC raggiunge livelli di eccellenza, partendo da almeno cinque o sei tipi differenti di pistole fino ad arrivare a bazooka e fucili di precisione. Gli scontri sono sempre molto divertenti e vari, tanto che fino alla fine il livello di interesse sarà sempre molto alto. Data la natura più “action” del gioco gli enigmi sono un po’ passati in secondo piano, ma sono invece stati introdotti più scontri con i famosi “boss di fine livello”, epici e spettacolari.
Il gioco è stato creato attorno ad un joypad analogico, per cui è questo il controller più adatto, ma può comunuqe essere usata la tastiera e, con un’apposita patch che riportiamo qualche riga più sotto, anche il mouse. Provando il gioco con il Logitech Rumblepad i controlli si sono dimostrati più che buoni, anche se non restituivano lo stesso identico feeling delle versioni console. Con due diversi adattatori per joypad PlayStation 2, invece, le cose sono andate malissimo: i comandi impartiti con gli stick analogici venivano eseguiti con almeno un secondo di ritardo, rendendo tutto ingiocabile.
Il gioco è molto longevo: finire l’avventura la prima volta richiede circa 20/22 ore, c’è un discreto tasso di ri-giocabilità e tutte le modalità extra inserite (superiori anche a quelle viste su PS2) assicurano diverse altre ore di divertimento. Purtroppo c’è da segnalare l’assenza di una modalità per il multiplayer.
Per gli irriducibili del mouse
Per chi di un joypad analogico non ne vuol proprio sentire parlare, ecco arrivare in aiuto questa patch non ufficiale che abilita l’utilizzo del mouse in Resident Evil 4. Lanciando questo eseguibile prima di lanciare il gioco potrete mirare con il mouse e mappare anche diverse funzioni nei suoi pulsanti. Abbiamo personalmente testato questa patch e vi assicuriamo che è funzionante e sicura, ma in ogni caso Multiplayer.it non si assume nessuna responsabilità per eventuali danni che essa potrebbe arrecare al vostro computer.
Potete scaricare la patch dalla nostra Area Files.
Grafica e sonoro
L’impatto visivo non è dei più confortanti, ed infatti è proprio la grafica ad essere uno degli aspetti più penalizzati di questa approssimativa conversione. Oltre a non offrire nessuno di quei bellissimi effetti ai quali il giocatore PC si è ormai abituato da anni, compresi semplici pixel shader, Resident Evil 4 si presenta addirittura con un sistema di illuminazione castrato, risultando per moltissimi versi peggiore della versione GameCube e addirittura anche della versione PS2. Per il resto, la mole poligonale è esattamente quella vista su console, ma paradossalmente le risoluzioni più alte di cui il PC è capace sembrano peggiorare la resa visiva, facendo sì che i paesaggi (in special modo i boschi) appaiano estremamente confusi e “mescolati”.
Il sonoro è naturalmente identico alla versione originale, con un ottimo parlato in inglese (o spagnolo nel caso dei villici) e sottotitoli in italiano. Buone le musiche e gli effetti sonori.
Requisiti di sistema
Requisiti Minimi:
- Sistema operativo: Windows XP
- Processore: Pentium 4 1.4 GHz o AMD equivalente
- RAM: 256 MB
- Scheda Video: Direct X 9.0, 128 MB, Shader 2.0
- Spazio su disco: 4.6 GB
- Processore: Pentium 4 2,4 GHz o AMD equivalente
- RAM: 1 GB
- Scheda Video: Compatibile con le Direct X 9.0, da ATi X1800 e GeForce 7800 con 256 MB
- Spazio su disco: 4.6 GB
- Processore: AMD Sempron 3500+
- RAM: 1 GB
- Scheda Video: Ati X1600 Pro
- Monitor: Dell 24”
Conclusioni
Un capolavoro rovinato da una conversione non all’altezza, che invece di migliorare l’ottima grafica vista su console la svilisce, e presenta alcuni problemi nel sistema di controllo non riuscendo ad offrire la precisione e il feeling della versione originale. Un gioco che resta comunque intrinsecamente valido, e che nessun vero amante della serie dovrebbe lasciarsi scappare. Acquisto assolutamente sconsigliato, però, a chi ha già avuto modo di giocare il titolo in questione su console.
Pro
- Molto longevo e ricco di modalità aggiuntive
- Divertente e impegnativo
- Prezzo concorrenziale
- Conversione indecorosa
- Tecnicamente scadente
- Perde molto l’appeal dell'originale
L’insostenibile pesantezza del convertire
Quando ci si vede assegnata una recensione di un gioco che si conosce come le proprie tasche, immediatamente si cominciano a pensare tutte le cose che si possono raccontare, approfondire, comunicare ai lettori. Ciò mi è accaduto anche nel caso di Resident Evil 4 - gioco che ho consumato sia su GameCube che su PlayStation 2 - ma quando ho avuto modo di provare direttamente questa versione PC l’amarezza ha preso il sopravvento. Come molti appassionati temavano, il porting è infatti stato piuttosto approssimativo, riuscendo addirittura a sminuire anche un capolavoro universalmente riconosciuto come questo. Ma procediamo per gradi.
Resident Evil 4, è il più recente capitolo di una saga fra le più famose della storia dei videogame, uscito prima sulla console cubica Nintendo e qualche mese dopo sul monolite nero di casa Sony.