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Rhapsody: Marl Kingdom Chronicles, la recensione di due classici inediti

NIS confeziona in unico pacchetto i due sequel di Rhapsody che non erano mai usciti dal Giappone: valeva la pena aspettare più di vent'anni? La nostra recensione.

RECENSIONE di Christian Colli   —   21/09/2023
Rhapsody: Marl Kingdom Chronicles, la recensione di due classici inediti
Rhapsody: Marl Kingdom Chronicles
Rhapsody: Marl Kingdom Chronicles
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Ci sono giochi che lasciano il segno e che è importante recuperare per insegnare anche alle nuove generazioni chi siamo stati e come siamo arrivati a questo punto: è un concetto che vale sia per i grandi titoli, i tripla A che vendono sempre, sia per quelli minori, gli underdog sconosciuti ai più che in un modo o nell'altro hanno significato qualcosa per qualcuno. Tutte le idee hanno dignità. Nippon Ichi lo sa bene e forse è per questo che sta proseguendo una sorta di campagna autocelebrativa che con questa compilation sembrerebbe essere arrivata al capolinea. Non tutti sanno che la serie Rhapsody ha fondamentalmente sdoganato quello stile peculiarissimo che contraddistingue da vent'anni i titoli dello sviluppatore giapponese.

E così NIS ha finalmente deciso di localizzare anche Rhapsody II e Rhapsody III, includendoli in un unico pacchetto. È purtroppo assente il primo gioco della serie, già disponibile in un'altra compilation, Prinny Presents NIS Classics Volume 3: una scelta infelice, su cui varrà la pena discutere in un secondo momento nella nostra recensione di Rhapsody: Marl Kingdom Chronicles, un pacchetto che potrebbe interessare gli amanti dei GDR nipponici vecchia scuola. Vediamo insieme perché.

Storie di principesse e pupazzi

Rhapsody II: Ballad of the Little Princess è uscito nel 1999 su PS One
Rhapsody II: Ballad of the Little Princess è uscito nel 1999 su PS One

Premessa: non è strettamente necessario aver giocato il primo Rhapsody per comprendere la storia e i personaggi della compilation Marl Kingdom Chronicles, ma il nostro consiglio rimane quello di recuperare il primo gioco nella serie Rhapsody come titolo a sé stante su Steam oppure tramite Prinny Presents NIS Classics Volume 3 su Nintendo Switch, che peraltro include anche La Pucelle Ragnarok, un GDR strategico che per certi versi fa pure da sequel a Rhapsody 3, essendo ambientato nello stesso mondo e avendo nel cast un discendente dei protagonisti di Rhapsody 2.

Se a questo punto siete un po' confusi, ricapitoliamo: Rhapsody 1 non è necessario, ma aiuta a comprendere meglio soprattutto Rhapsody 3. Il secondo Rhapsody, infatti, ha per protagonista la principessa Kururu, che scopriamo essere la figlia di Cornet, cioè la protagonista del primo gioco: a dodici anni, la principessa scappa di casa in cerca del vero amore proprio come sua madre, e finisce coinvolta in una faida tra due famiglie di streghe che si contendono un potente manufatto.

Se Rhapsody 2 rappresenta quello che oggi chiameremmo "soft reboot", cioè una ripartenza narrativa che si collega in maniera solida ma tutt'altro che determinante al titolo precedente, Rhapsody 3 è una faccenda completamente diversa. Il terzo episodio nella serie è in realtà una raccolta di microstorie incentrate su diversi personaggi conosciuti nei titoli precedenti: i cinque capitoli che costituiscono la narrativa servono a consolidare l'immaginario e i diversi protagonisti, aprendo dei piccoli spiragli su diversi momenti cruciali nella millenaria storia del regno di Marl. Le varie sottotrame convergono poi in un capitolo finale abbastanza assurdo che sotto molti aspetti ricorda la conclusione di un altro JRPG degli anni '90 che Square Enix ha recentemente riproposto con un buon remake, Live A Live.

Potreste pensare che Rhapsody sia una storia così complicata e macroscopica da avere bisogno addirittura di una sorta di appendice nella terza iterazione, e che ci sia un'epica battaglia tra le forze del bene e del male che mette addirittura le radici nel passato, ma la verità è che i Rhapsody sono tra i JRPG più frivoli che Nippon Ichi abbia sviluppato, ed è precisamente per questo motivo - per la voglia, cioè, di raccontare delle vere e proprie favole - che la compagnia nipponica ha fatto una delle sue scommesse più coraggiose, scegliendo come genere di riferimento... i musical.

I Nyanko sono i precursori dei Prinny di Disgaea
I Nyanko sono i precursori dei Prinny di Disgaea

All'inizio di Rhapsody II: Ballad of the Little Princess, la protagonista Kururu parte all'avventura insieme alla sua guardia del corpo, il cavaliere Randy. Sul sentiero che si allontana dal palazzo, i due attaccano a cantare e a ballare insieme a una schiera di PNG che improvvisano una modesta coreografia. È una scena assurda per gli standard odierni, così carica di entusiasmo, allegria e frivolezza che non si può non amare: trasmette tutta la passione, l'inventiva e la creatività di un periodo in cui gli sviluppatori si divertivano a sperimentare, spesso correndo rischi importanti pur di inquadrare lo stile dei loro giochi e il pubblico che li avrebbe apprezzati. In seguito, NIS avrebbe fatto tesoro dei propri errori, puntando sull'ironia e l'assurdità del gameplay nei Disgaea, ridimensionando fortemente l'originale componente musicale dei suoi Rhapsody.

Oggi rivedere gli sprite 2D cantare e ballare come in una specie di Tutti insieme appassionatamente in salsa fantasy è una delizia, specie perché NIS America ha lavorato molto bene sulla localizzazione in lingua inglese che, vi ricordiamo, è stata inedita fino ad ora. I dialoghi doppiati in questa compilation possono fregiarsi della consueta doppia traccia, in giapponese e in inglese, mentre le canzoni sono totalmente in giapponese, con sottotitoli sia in inglese che in romaji come in uno strambo karaoke.

Rhapsody II è totalmente in 2D
Rhapsody II è totalmente in 2D

Le tracce audio sono state rimasterizzate con cura e si sentono con chiarezza, ma lo stesso non si può dire per la grafica 2D che, pur coi dovuti accorgimenti in termini di risoluzione, spalma sullo schermo sprite irresistibilmente retrò, ma anche scalettati e animati sommariamente nella maggior parte dei casi. In questo senso, Rhapsody II è il gioco che sente di più il peso degli anni, essendo realizzato completamente in 2D, e gli scenari sullo sfondo rischiano di fare brutta figura sugli schermi di grandi dimensioni: molto meglio giocarlo in portabilità su Switch. Rhapsody III: Memories of Marl Kingdom, invece, come ogni JRPG dei primi anni 2000 che si rispetti combina sprite bidimensionali e scenari in 3D: in questo caso NIS ha migliorato la risoluzione, ottenendo il consueto effetto discordante da sprite pixellosi su sfondi pulitissimi.

In generale, il character design pacioccoso, sostenuto da un look coloratissimo, ricorda continuamente le origini innocenti e smaliziate della serie. Avvicinarsi a Rhapsody pensando ai GDR giapponesi più moderni, e magari aspettandosi una storia epica e coinvolgente, avrebbe poco senso: solo prendendolo per quello che è - una favola piena di ironia e buoni sentimenti, ma anche di momenti melodrammatici - riuscirete ad apprezzare questo tuffo nel passato.

GDR musicali?

Rhapsody III combina sprite 2D e scenari poligonali
Rhapsody III combina sprite 2D e scenari poligonali

Vale la pena sottolineare che i Rhapsody non sono dei rhythm game: la componente musical vale solo per la narrativa, che di tanto in tanto si presta ai siparietti canori dei personaggi, mentre il gameplay si rifà ai GDR giapponesi più classici degli anni '90. Si esplorano gli scenari, si parla coi PNG, si aprono forzieri e si affrontano i nemici nei classicissimi combattimenti casuali a turni: è tutto molto basilare, e anche le meccaniche più peculiari scuotono appena l'impostazione antidiluviana dei due giochi. È importante, tuttavia, distinguere i due Rhapsody nella compilation per i sistemi di combattimento, che sono abbastanza diversi. Rhapsody 2 sostanzialmente rivede le meccaniche strategiche del primo titolo, coi personaggi che possono attaccare o usare oggetti quando è il loro turno, o ricorrere ai colpi speciali che consumano punti vita.

I pupazzi che troveremo in giro, invece, possono essere associati ai personaggi come fossero pezzi di equipaggiamento che conferiscono bonus e attacchi aggiuntivi, sotto forma di evocazioni che consumano piccole quantità di denaro. In generale, siamo di fronte a un sistema di combattimento senza particolari acuti: complice la difficoltà mediamente molto bassa, gli scontri normali si completano anche in automatico, mentre contro i boss è meglio essere molto più cauti.

In Rhapsody III il party è diviso in quattro file da quattro personaggi ciascuna
In Rhapsody III il party è diviso in quattro file da quattro personaggi ciascuna

Il sistema di combattimento di Rhapsody III è quasi completamente diverso rispetto al suo predecessore e richiede di sicuro più attenzione. Tanto per cominciare, il giocatore ha a disposizione un massimo di quatto file, composte da un capofila - che poi sarà l'unico personaggio che controlleremo direttamente - e da un massimo di tre partner che possono aumentare o diminuire le statistiche del capofila. Il trucco sta nel trovare la combinazione di partner migliore, o quella più equilibrata, tenendo presente che alcune di esse conferiscono al capofila anche delle abilità speciali particolarmente utili o potenti. È un sistema di combattimento più caotico rispetto a quello di Rhapsody 2, ma in realtà gli scontri durano molto meno e il gioco appare visivamente anche più dinamico.

Il livello di difficoltà resta piuttosto basso anche in Rhapsody III, e in entrambi i giochi esiste persino una meccanica ausiliaria che conferisce al giocatore un vantaggio in più quando la battaglia di turno si protrae troppo a lungo. Come abbiamo detto, tuttavia, i Rhapsody sono avventure leggere e spensierate che non puntano a mettere alla prova proprio nessuno, e per questo motivo si completano in circa 15-20 ore ciascuna. Da questo punto di vista, avremmo sicuramente apprezzato l'aggiunta di alcune funzionalità più moderne, come il salvataggio automatico o la possibilità di velocizzare le battaglie, specialmente nel secondo gioco: peccato, perché bastavano alcuni semplici accorgimenti a migliorare un pacchetto che così resta destinato solo a una piccolissima nicchia di nostalgici.

Conclusioni

Versione testata Nintendo Switch
Digital Delivery Nintendo eShop
Prezzo 49,99 €
Multiplayer.it
7.0
Lettori (3)
8.5
Il tuo voto

NIS ha confezionato una compilation imperdibile per i cultori dei GDR giapponesi, trascurabile per chi apprezza il genere ma non si strappa i capelli: i due Rhapsody nel pacchetto Marl Kingdom Chronicles sono titoli divertenti, leggeri e scorrevoli, pieni di ironia, canzoni e buoni sentimenti, adatti a chi cerca due giochi di ruolo spensierati e non particolarmente impegnativi. Pur avendo senso la scelta di proporre insieme questi due classici che non erano mai stati localizzati prima, NIS America aveva l'occasione per offrire ai suoi fan una compilation perfetta, includendo anche il primo capitolo e migliorando un'offerta che soffre l'ingenuità di un gameplay di altri tempi, ma anche l'assenza di funzionalità moderne che sarebbero state assai gradite.

PRO

  • La componente musical è ancora oggi originale e irresistibile
  • Sono storie spensierate e piene di ironia
  • I due giochi nel pacchetto non erano mai stati localizzati prima

CONTRO

  • Il primo Rhapsody è venduto separatamente
  • Sono titoli molto antiquati sotto diversi aspetti
  • Mancano alcune funzionalità moderne che avrebbero migliorato il pacchetto