Ho un lavoretto per te…
Il rombo del motore assorda le prostitute in strada e incute timore negli anziani che ancora si trascinano nella sporcizia dei quartieri di Lava Falls. Durante un inseguimento, quando hai alle calcagna due jeep armate che cercano fin troppo insistentemente di farti qualche buco, c’è poco tempo per pensare… e capita di ritrovarsi i paraurti sporchi di sangue. Peggio, talvolta la gente non si rassegna al proprio destino e rimane attaccata alla fiancata dell’auto, almeno finché non la scarichi su qualche marciapiede, durante l’inversione che ti mette faccia a faccia con il nemico e ti permette di eliminare le seccature una volta per tutte: qualche raffica di mitra nei punti giusti e le jeep saltano in aria, lanciando i propri passeggeri nel vuoto come fuochi d’artificio. Ma senza botto finale. Ecco, questo simpatico quadretto descrive abbastanza nel dettaglio la natura di Roadkill, dunque chi non sopporta la violenza gratuita e le stragi insensate avrà già capito che non è questo il videogame da acquistare al proprio fratellino per Natale.
La modalità di gioco principale consiste, per l’appunto, nel completamento di un certo numero di missioni. I compiti vengono assegnati dal vostro superiore di turno, e la qualità del lavoro vi farà guadagnare consensi da parte di chi comanda, tanto da meritarvi delle “promozioni”. Talvolta dovrete ammazzare membri di una gang rivale, altre volte sarà necessario chiarire le idee a qualche commerciante che non sa chi comanda. In ogni caso, sulle strade troverete decine di nemici, equipaggiati come voi di mezzi da trasporto non convenzionali e con tanta voglia di fare del male al prossimo. Le armi possono danneggiarvi, mentre inspiegabilmente lo scontro diretto non sortisce effetti… il che è davvero un peccato: risolvere i combattimenti con uno “sfondamento” era uno dei punti forti di Twisted Metal.
Il sistema di controllo, come prevedibile, è estremamente semplice. Quello che delude è la dinamica del veicolo, a mio avviso poco realistica e macchinosa: negli scontri ci si becca un sacco di mazzate perché non si riesce a dirigere l’auto dove si vuole. Per fortuna la mira delle armi è automatica, ma questo, unitamente alla possibilità di riparare tutti i danni semplicemente raccogliendo un potenziamento per la strada, toglie coinvolgimento e soddisfazione al gioco. A poco servono i veicoli aggiuntivi, le sottomissioni e le armi extra con munizioni limitate: le sequenze animate e l’ottimo doppiaggio (in Inglese) creano una serie di attese che Roadkill delude, fondamentalmente per via della mancanza di spessore.
Vecchietta presa in pieno!
Gli investimenti e il sangue sono due delle cose meglio riprodotte in Roadkill. Provate a lanciarvi contro un pedone e lo ridurrete in poltiglia, o peggio lo trascinerete con voi per un bel tratto di strada, mentre urla e gronda sangue. Ecco, qualcuno mi spiega come tutto ciò possa supplire alla mancanza di una meccanica di gioco solida e ben studiata?
Caratteristiche tecniche
Come ho già avuto modo di dire, le sequenze animate che inframezzano il gioco sono ben realizzate, più che altro a livello di “regia”. In pratica, i modelli poligonali non sono niente di speciale per gli standard attuali, e la situazione in gioco è molto peggiore. I poligoni ci sono, ma le texture sembrano quelle che si vedevano su PSone e le ambientazioni sono scialbe. Sia la realizzazione dei veicoli che dei personaggi non mostra nulla che faccia pensare a un gioco della cosiddetta “nuova generazione”, e per di più si nota un calo nel frame rate durante le situazioni affollate. Per assurdo, i particolari meglio realizzati sono il sangue e gli investimenti… una cosa preoccupante, a mio avviso, in quanto ci si chiede se gli sviluppatori avevano voglia di realizzare un bel gioco o qualcosa che attrae solo per il proprio background.
Il comparto sonoro, invece, mostra una certa qualità: mentre si gira in auto e si affrontano sparatorie, è possibile sentire diversi canali radio a tema e una serie di brani musicali firmati.
Commento
Roadkill è un gioco dotato di una trama solida e interessante, e l’idea di affrontare numerosi veicoli armati per entrare nelle grazie di chi detiene il potere può coinvolgere. Il problema è che tutto è stato realizzato in modo approssimativo, sia sotto il profilo tecnico (qualche canzone famosa non può fare la differenza) che per quanto concerne la struttura di gioco. Non è una questione di ripetitività, perché altri giochi ne hanno fatto addirittura il proprio cavallo di battaglia, quanto una mancanza di spessore: le idee presenti sono inevitabilmente prese in prestito da altri titoli e c’è poco stimolo ad andare avanti.
- Pro:
- Trama interessante
- Dialoghi crudi e ben recitati. Ma in Inglese
- Colonna sonora firmata
- Contro:
- Grafica non all’altezza della situazione
- Sistema di controllo macchinoso
- Poco coinvolgente
C’è probabilmente qualcosa di affascinante nel connubio motori-violenza. O quantomeno sembra che i videogiocatori americani apprezzino molto la possibilità di mettersi alla guida di veicoli armati e distruggere qualsiasi cosa capiti a tiro, siano passanti o potenziali nemici. Se Twisted Metal (che qualche tempo fa ha fatto il proprio debutto su PS2) enfatizzava la potenza delle auto corazzate nonché il loro aspetto pittoresco, e Carmageddon spostava l’attenzione senza tanti complimenti sugli investimenti gratuiti, Roadkill cerca di mettere insieme le due cose e di usare come collante una trama poco originale ma coinvolgente, che si dipana attraverso sequenze animate di un certo spessore.
Dopo la diffusione di un virus mortale, il mondo ha perso l’apparenza di facciata e ha cominciato ad imporre senza mezzi termini la regola del più forte. Per tutti. Nei panni di Mason Strong, girate per le città a bordo della vostra auto potenziata, come novelli Mel Gibson in cerca di un padrone da compiacere per sbarcare il lunario. Agli ordini del boss di turno, dovrete muovervi in tre diverse città e portare a termine un gran numero di missioni, basate prevalentemente sull’uso della forza: uccisioni, devastazioni, ecc. ecc.