Scritta dal pluripremiato Brian Michael Bendis a cavallo tra il 2008 e il 2009, Secret Invasion è stata una miniserie a fumetti che ha sconquassato l'Universo Marvel per qualche tempo: era logico che prima o poi i Marvel Studios si sarebbero ispirati a quella storia per portarla al cinema o, nel caso specifico, in TV. Secret Invasion ci farà compagnia su Disney+ per sei episodi; si tratta dunque di una miniserie autoconclusiva che apre un'importante parentesi nella Fase 5 del Marvel Cinematic Universe, smarcandosi dai problemi del Multiverso per raccontarci una vera e propria spy story che ha per protagonista il Nick Fury di Samuel L. Jackson.
Nella nostra recensione di Secret Invasion 1x01 vi raccontiamo se quel che abbiamo visto ci ha convinto, ma per esprimere un giudizio definitivo - e mettere un voto, per chi ama i numeretti - dovremo aspettare la fine della serie.
Inizia l'invasione?
Nonostante la sua natura, Secret Invasion presuppone che abbiate una buona conoscenza del Marvel Cinematic Universe e che abbiate visto alcuni film: Captain Marvel, in cui fa la sua comparsa la specie aliena mutaforma degli Skrull, è sicuramente il più importante dato che getta le basi della miniserie televisiva; poi la scena dopo i titoli di coda di Spider-Man: Far from Home, con Talos e Soren, e il finale di Black Panther: Wakanda Forever, in cui ritroviamo Everett K. Ross, che era stato arrestato dall'ex moglie Valentina de Fontaine.
Ed è proprio con l'agente Ross - il sempre bravo Martin Freeman - che comincia Secret Invasion, andando dritta al punto: una fazione Skrull, scontenta che Carol Danvers e Fury non siano ancora riusciti a trovargli una "casa" come promesso in Captain Marvel, si sta lentamente infiltrando nella società umana e mira a un'azione terroristica eclatante.
Rispetto al crossover a fumetti di quindici anni fa, la miniserie TV vola molto più basso e -forse- la sua forza, almeno inizialmente, sta proprio in questo. È una vera e propria spy story, senza supereroi o elementi di tipo fantasy, se escludiamo i poteri mutaforma degli Skrull, che alimentano l'atmosfera da thriller in cui nessuno può fidarsi degli altri, perché tutti potrebbero essere infiltrati Skrull. A condurre le danze ritroviamo un Nick Fury invecchiato male, come tutti gli fanno giustamente notare, in un'interpretazione del sempre bravissimo Samuel L. Jackson che ci è apparsa un po' goffa, ma forse volutamente: la miniserie insiste fin da subito sullo shock che Fury ha avuto quando Thanos l'ha cancellato dall'esistenza - insieme a molti altri - per ben cinque anni.
Ora Fury si ritrova insieme al vecchio amico Talos (Ben Mendelsohn) e alla socia di sempre, la Maria Hill interpretata da Cobie Smulders, a lavorare dietro le quinte per fermare l'invasione Skrull. È in questo punto, invece, che Secret Invasion lascia perplessi. I nostri, ormai sganciati dallo SHIELD e impossibilitati a fidarsi del prossimo, dovrebbero combattere una vera e propria cellula terroristica completamente da soli? Il finale dell'episodio, un'azione maldestra che finisce in tragedia, mette subito in chiaro quanto fragili e "umani" siano i protagonisti e come la posta in gioco sia altissima.
Non è previsto che appaia nessun pezzo grosso del Marvel Cinematic Universe, in questa miniserie, eccezion fatta per War Machine: abbiamo visto Don Cheadle per pochi momenti insieme al presidente degli Stati Uniti (Dermot Mulaney), ma senza la sua armatura griffata Stark.
In compenso, Secret Invasion può contare su un cast stellare, che comprende la straordinaria Olivia Colman (la Regina Elisabetta di mezz'età in The Crown, per intenderci) nei panni di Sonya Falsworth, una vecchia amica di Fury che lavora per il MI6, ed Emilia Clarke (Daenerys Targaryen ne Il Trono di Spade, perché ci sembrerebbe ingiusto ricordarla per il terribile Terminator Genisys) che interpreta G'iah, la figlia ribelle di Talos. Su questi personaggi potremo esprimerci solo in un secondo momento: sono totalmente inediti, senza corrispondenti nei fumetti, e l'episodio pilota si limita a delinearle soltanto.
Per quel poco che l'abbiamo visto in azione, dobbiamo dire che ci ha convinto quello che dovrebbe essere l'antagonista, il glaciale Skrull di nome Gravik: praticamente ha due battute in croce, ma Kingsley Ben-Adir ha carisma e il regista Ali Selim ha promesso che la serie esplorerà i retroscena che lo hanno portato alle sue gesta efferate.
Il primo episodio di Secret Invasion conta pochissima azione e molta esposizione, forse anche troppo didascalica. Come dicevamo, fa leva su una buona conoscenza del Marvel Cinematic Universe e dei suoi personaggi minori, ma forse è proprio per questo che potrebbe interessare poco gli spettatori casual, almeno finché non avrà imbastito una narrativa coinvolgente. Per adesso si appoggia alla recitazione e alla messinscena: in questo senso, al netto di una computer grafica altalenante, bisogna dire che Selim sembrerebbe aver fatto un buon lavoro. A tratti claustrofobica, e in altri momenti tutto l'opposto, Secret Invasion ha il vizio di una luminosità eccessivamente bassa nelle scene al chiuso, ma che probabilmente è ricercata proprio per alimentare un senso di oppressione.
Non sempre ci riesce, beninteso. Questa prima settimana serve sostanzialmente a ricordarci chi sono certi personaggi, a spiegarci i loro rapporti, a sistemare sulla scacchiera le pedine che si muoveranno nelle prossime puntate. Selim, che ha diretto i sei episodi, dovrà riuscire ad alzare la tensione e a coinvolgerci in una storia in cui importi davvero chi vive e chi muore: con tutti questi personaggi inediti, l'unico modo sarà quello di lavorare sulla loro caratterizzazione.
Conclusioni
Sappiamo che questa dovrebbe essere l'ultima partecipazione di Samuel L. Jackson al Marvel Cinematic Universe, quindi già possiamo cominciare a fare una scommessa sul destino di Nick Fury a fine serie. Il fatto è che gli eroi cinematografici non possono vivere in eterno come le loro controparti cartacee, quindi Secret Invasion potrebbe essere davvero il canto del cigno per la parte più "ordinaria" del grande affresco cinematografico Marvel. L'inizio è promettente, al netto di qualche elemento che ci ha convinto meno in termini di scrittura e messinscena, e fin dai primissimi minuti si percepisce la sensazione di essere davanti a una produzione Marvel diversa dalle precedenti serie TV: tra qualche settimana tireremo le somme, speriamo positivamente.
PRO
- Buona l'idea di adattare Secret Invasion in una spy story
- Sembrerebbe essere la serie Marvel Studios più "dark" su Disney+
CONTRO
- Bisogna conoscere bene il MCU per capire alcuni riferimenti
- I personaggi inediti hanno bisogno di maggiore caratterizzazione