935

Senua’s Saga: Hellblade 2, la recensione. Esplorazione e psicosi nel nuovo titolo di Ninja Theory

Dopo averlo giocato fino in fondo, siamo pronti per emettere il nostro giudizio sulla prima, grande esclusiva dell'anno per Xbox e PC.

RECENSIONE di Pierpaolo Greco   —   21/05/2024
Un primo piano di Senua, la protagonista di Hellblade 2
Senua's Saga: Hellblade II
Senua's Saga: Hellblade II
Articoli News Video Immagini

Sette anni per la realizzazione, almeno un'ottantina di persone dedicate allo sviluppo, un argomento, quello sulla psicosi, raramente toccato nel mondo videoludico e tutto il peso di un progetto che, praticamente da solo, deve sia sostenere il primo semestre delle esclusive di Xbox sia dimostrare come ci possa essere un futuro per questa piattaforma e per il suo modo alternativo di conquistare un mercato sempre più complesso e a rischio di implosione.

E come se quanto detto non bastasse, l'opera rappresenta anche uno spartiacque tra una Ninja Theory, la software house al lavoro sul progetto, che ragiona ancora come un team indipendente capace di sfornare tripla A e una Ninja Theory che in realtà non lo è più da quando il gioco è entrato concretamente in via di sviluppo visto e considerato che la società è parte degli Xbox Studios dall'ormai lontano 2018.

Questo è il carico di aspettative e premesse che accompagnano per mano oggi, 21 maggio 2024, Senua's Saga: Hellblade 2 sul mercato PC e Xbox. Un gioco che è disponibile al lancio sul Game Pass oppure è acquistabile esclusivamente in versione digitale ad un prezzo budget.

Ma cosa è diventato in concreto Hellblade 2? Quanto si è allontanato dal suo predecessore? Quanto ha voluto osare sul fronte tecnico e su quello del gameplay? Quanto aspira ad essere un titolo capace di definire la line-up di Xbox? Sono molte le domande complesse e pregne di valore a cui cercheremo di dare una risposta nel corso di questa recensione. Ma, un'avvertenza è già d'obbligo in queste primissime righe: se state seguendo la genesi di questo progetto fin dal suo esordio, se siete un minimo competenti con l'argomento videoludico e seguite queste nostre pagine con costanza, sapete già cosa aspettarvi da questo sequel: perché Hellblade 2 è esattamente quello che ci aspettavamo tutti. Nel bene e nel male.

La trama, perché di questa ce n’è tanta

Hellblade 2 si stacca con forza dal predecessore e pur avendo in condivisione, ovviamente, la stessa protagonista Senua, racconta una storia completamente inedita e che non richiede in alcun modo la conoscenza del capitolo originale. Stavolta ci spostiamo infatti nell'Islanda del decimo secolo ma, soprattutto, ad allontanare con forza i due giochi, c'è la volontà di rendere questo sequel molto più "estroverso", molto più proiettato verso l'esterno, laddove l'avventura originale era quasi interamente un viaggio introspettivo nella fratturata mente di Senua. Nella nuova opera di Ninja Theory siamo molto di più dalle parti di un lungo viaggio attraverso un meraviglioso territorio naturalistico, dove la componente personale e mentale della protagonista sono ancora molto forti e presenti e dove le voci delle Furie nella testa di Senua rimangono una costante con cui dovremo imparare a convivere. Ma ora c'è un'esplorazione reale di un ambiente aperto e tangibile che varierà con costanza durante la peregrinazione dell'eroina.

Senua è l'unica protagonista anche di questo sequel
Senua è l'unica protagonista anche di questo sequel

Evitando volontariamente qualsiasi spoiler, al di fuori di quanto si è già visto nei vari trailer, Senua si ritroverà invischiata in una tragica, infausta, inevitabile e squilibrata battaglia contro alcuni giganti che stanno devastando la terra e mettendo a rischio di estinzione gli sparuti popoli norreni dell'Islanda. Conosceremo diversi clan, saremo talvolta accompagnati da un piccolo gruppo di comprimari che impareremo a conoscere e ad accettare nelle loro spigolature e drammi interiori, e ci ritroveremo coinvolti in sanguinose battaglie avendo a che fare con argomenti molto complessi e toccanti come la schiavitù, il sacrificio, il libero arbitrio e la stabilità mentale. Senua sarà sempre l'ago della bilancia di incredibili vicende che devasteranno l'Islanda e noi saremo trasportati in un viaggio dove spesso risulta difficile comprendere cosa stia realmente avvenendo intorno a lei e cosa invece sta accadendo solo nella sua testa.

Ciò che in concreto rimane, una volta portato a termine Hellblade 2, è la lettera d'amore che Ninja Theory ha dedicato a questo territorio nord europeo così impervio e affascinante: una sorta di testimonianza spassionata nei confronti dei paesaggi e della geologia dell'Islanda e delle tradizioni norrene, con i loro miti e quelle tradizioni faticosamente tramandate fino ai giorni d'oggi.
Ve lo diciamo chiaramente: non potrà mai essere il gameplay a rimanere impresso nelle vostre teste e tra poco vi spiegheremo il perché, ma se siete affascinati da questa regione, dai suoi aspetti naturalistici e dall'idea di affrontare una sorta di "road trip" tra le terre impervie dell'Islanda, Hellblade 2 sarà sicuramente in grado di affascinarvi. E il valore aggiunto è rappresentato proprio dall'estrema complessità della sua protagonista, una Senua così ben trasportata su schermo nei suoi dolori, nelle sue angosce e nelle sue costanti incertezze sui valori fondanti dell'umanità come il bene e il male, il destino, la capacità di dare fiducia al prossimo e credere alla redenzione.

La trama di Hellblade 2 è spesso angosciante e ricca di approfondimenti psicologici
La trama di Hellblade 2 è spesso angosciante e ricca di approfondimenti psicologici

Non possiamo entrare maggiormente nei dettagli, ma la componente narrativa è sicuramente il principale punto di forza di questo gioco: un titolo che è possibile completare in meno di 7 ore, probabilmente anche meno di 6 correndo, e che non offre praticamente alcuna rigiocabilità, al di fuori della raccolta degli unici due collezionabili presenti che si limitano ad offrire, una volta completati, una differente voce narrante per sottolineare le gesta della nostra eroina. Non c'è altro per un'esperienza che potrà tenervi compagnia per un weekend come una bella miniserie TV o come un film in due parti.

Il gameplay, perché di questo ce n’è poco

Come dicevamo anche in apertura di recensione, Hellblade 2 è esattamente quello che ci aspettavamo. Chi ha giocato al primo capitolo sappia che il sequel si aggancia esattamente a quella tipologia di gameplay, mentre per i neofiti è fondamentale arrivare preparati a questo titolo. Non si tratta infatti di un action in terza persona ricco di combattimenti o magari di un soulslike dove sono la tattica e la tecnica a farla da padroni: qui siamo esattamente davanti al significato più puro di adventure, di avventura grafica, e al giocatore è richiesto esclusivamente di andare avanti, di risolvere qualche enigma ambientale e di affrontare una manciata di spadate che fungono più da varianti del gameplay che da elemento cardine dell'esperienza.

In Hellblade 2 si combatte, ma non aspettatevi un action o un soulslike
In Hellblade 2 si combatte, ma non aspettatevi un action o un soulslike

Si cammina tanto, tantissimo, in quello che a tutti gli effetti è un immenso corridoio all'aperto (almeno per gran parte del tempo, perché non mancano numerose sezioni "al chiuso"), ci si guarda intorno per ammirare dei paesaggi a dir poco incredibili, si ascoltano le voci delle Furie nella testa di Senua e si osservano da spettatori i lunghi dialoghi con i comprimari che la nostra vessata eroina incontrerà sulla sua strada.

Come dicevamo, ci sono però delle deviazioni al puro camminamento: prima di tutto sono presenti alcuni puzzle che si configurano come degli enigmi ambientali dove dovremo "ricostruire" degli specifici simboli osservando l'ambiente circostante e mettendo in prospettiva alcuni elementi dello scenario affinché siano identici al materiale di partenza sfruttando la capacità di Senua di "focalizzarsi" su qualcosa durante l'osservazione. Procedendo nella storia questi rompicapo diventeranno un filo più complessi perché sarà essenziale anche alterare l'ambiente circostante interagendo con alcuni globi liquidi o con delle luci che permettono di trasformare delle conformazioni rocciose in pulviscolo o viceversa così da raggiungere sezioni differenti dello stesso ambiente.

Per quanto riguarda invece i combattimenti, siamo di fronte ai più classici scontri uno contro uno che si "attivano" in determinate fasi del percorso sotto forma di script. Per intenderci, non vedremo gli avversari sulla distanza girovagando per lo scenario come se si trattasse di un action classico o, addirittura, un open world, ma in determinate fasi dell'esplorazione si attiverà il combattimento che durerà per un certo numero di avversari che si succederanno uno dopo l'altro.
Senua potrà parare o schivare un colpo in arrivo ed infliggere due tipologie di attacco, uno leggero con una combo progressiva e uno pesante che necessita di un intervallo di caricamento. Anche qui non aspettiamoci incredibili evoluzioni nel corso del gioco: ci sono praticamente solo 3-4 tipologie di avversari e tutto si risolverà in funzione del corretto tempismo per schivare l'attacco e rispondere con un certo numero di colpi ben piazzati che, ad un certo punto, attiveranno la mossa che concluderà lo scontro. Senua potrà caricare anche il Focus, che le permetterà di rallentare il tempo e sferrare numerosi colpi contro l'avversario inerme per rendere ancora più semplice la battaglia.

La qualità degli scenari è semplicemente straordinaria
La qualità degli scenari è semplicemente straordinaria

A titolo informativo ci sono tre livelli di difficoltà e anche un'impostazione "dinamica" che modifica in tempo reale la sfida se inizieremo a morire troppo spesso o se, al contrario, procederemo in modo troppo spedito.
E ci sono anche dei boss che però servono più ad offrire una variazione sul tema più che dei combattimenti più complessi, avvincenti, lunghi o inediti.

Il vero problema di fondo, in ogni caso, non è l'eccessiva semplicità di questo gameplay che, alla fin fine, complice la longevità, non fa in tempo a diventare "noioso", ma è più la totale assenza di una vera e propria progressione tanto negli enigmi quanto nei combattimenti che rende tutto estremamente piatto e scontato dall'inizio alla fine. Chi arriva dal primo Hellblade può se non altro fare un bel sospiro di sollievo visto che i puzzle e gli scontri sono decisamente meglio integrati nel flusso dell'avventura e si "staccano" molto meno da tutto il contesto. Inoltre sono completamente assenti quick time event. Però non possiamo nascondere di aver avuto per lungo tempo in bocca quella sensazione amarognola di una grande occasione sprecata: in fin dei conti sono passati sette anni dalla prima avventura di Senua e fa male all'animo rendersi conto che sul fronte del gameplay più puro, Ninja Theory non ha saputo (o non ha voluto) introdurre qualcosa di davvero nuovo e maggiormente al passo con le esigenze dei giocatori odierni.

Tecnica, perché è questa a lasciare di sasso

Sul fronte tecnico e tecnologico, Senua's Saga: Hellblade 2, siamo certi, metterà tutti d'accordo nel suo essere assolutamente straordinario e persino sbalorditivo.
Dobbiamo però mettere a terra un paio di indicazioni prima di scendere nei dettagli. Innanzitutto noi lo abbiamo giocato sia su Xbox Series X che su un PC molto ben equipaggiato con AMD Ryzen 7 7700X, NVIDIA GeForce RTX 4080 Super e 32 GB di DDR5 a 6 GHz. In entrambi i casi il titolo girava in modo impeccabile, su console in 4K dinamici e frame rate bloccato a 30 FPS mentre su computer ci siamo potuti divertire molto di più con le impostazioni grafiche.

Per quello che concerne le animazioni facciali e la qualità di volti e modelli, Hellblade 2 segna un nuovo punto di riferimento
Per quello che concerne le animazioni facciali e la qualità di volti e modelli, Hellblade 2 segna un nuovo punto di riferimento

Ricordiamo infatti che sulla console Microsoft al momento non sono previsti settaggi: il gioco gira per forza di cose in un'unica modalità grafica che privilegia la risoluzione e la qualità di texture e modelli ponendo in secondo piano il frame rate che rimane comunque granitico (su questo fronte aiutano le barre "cinematografiche") e più che sufficiente per le reali esigenze del giocatore, visto e considerato che, lo ribadiamo, non siamo di fronte ad un action dove sono la rapidità dei comandi e il tempismo di reazione nei combattimenti a contare.

Su PC sono disponibili tutte le migliori tecnologie per l'upscaling basato su intelligenza artificiale, quindi DLSS 3, FSR 3 e XeSS, anche se soltanto la routine di NVIDIA supporta la frame generation e ci ha permesso quindi di giocare in 4K con tutte le impostazioni al massimo con un frame rate che non è mai sceso al di sotto degli 80 FPS. Ci siamo fatti un giro anche con una 4070 Super e in questo caso ci siamo ritrovati con le medesime impostazioni grafiche tra i 50 e i 60 FPS, sempre con DLSS 3 qualità e frame generation. Si segnala che il titolo occupa tra i 6 e gli 8 GB di VRAM con questi settaggi.

Questi risultati straordinari evidenziano, tra l'altro, un'incredibile ottimizzazione verso il basso dell'opera di Ninja Theory che arriva sul mercato praticamente senza una patch al Day One e senza alcun tipo di problema evidente (almeno per quanto sperimentato da noi sulle tre configurazioni). Ed è sicuramente merito dell'uso massiccio dell'Unreal Engine 5 e delle sue tecnologie cardine Lumen, Nanite e Meta Human. Questo vuol dire che non c'è ray tracing hardware, non c'è path tracing, non c'è ray reconstruction o altre delle tecnologie per cui si fanno notare oggi Alan Wake 2 e Cyberpunk 2077 che, sul fronte della gestione dell'illuminazione rimangono su un altro livello. Ma, proprio per questo, rimangono su un altro livello anche sul fronte della pesantezza e dello stacco PC-console.

Uno dei 2 collezionabili del gioco sono i bastoni che raccontano la storia di alcuni miti norreni
Uno dei 2 collezionabili del gioco sono i bastoni che raccontano la storia di alcuni miti norreni

Hellblade 2 proprio grazie a questo compromesso perfetto, riesce a diventare il nuovo punto di riferimento per quello che concerne le animazioni facciali, l'espressività dei volti, la qualità dei modelli dei personaggi e, soprattutto, l'incredibile dettaglio degli scenari e degli ambienti che sfruttano ad un livello mai visto prima la fotogrammetria dei materiali e dei territori ricreando su schermo scorci visivi che, ve lo garantiamo, ad un occhio non esperto, possono tranquillamente apparire come delle foto reali scattate in Islanda. Persino piccoli dettagli come la gestione dei fluidi o delle fiamme sulle torce riescono ad essere stupefacenti.

Tra l'altro a contribuire al fotorealismo generale ci si mettono la totale assenza di un'interfaccia su schermo e lo straordinario lavoro compiuto da Ninja Theory per quello che concerne il trucco, il vestiario e i props utilizzati che hanno tutti subito un'opera di digitalizzazione ad altissima risoluzione e che ha visto coinvolti attori e artigiani in una modalità che ricorda molto da vicino la produzione di un film. Per intenderci, si è sempre partiti da una controparte reale per poi inserirla nel gioco, invece di creare digitalmente gli asset.

Spendiamo ottime parole anche per il comparto audio che si fregia, esattamente come avvenuto con il primo titolo, di un doppiaggio in lingua inglese di rara qualità con tanto di audio binaurale che vi farà letteralmente scoppiare la testa se deciderete di giocare con le cuffie (una cosa che vi consigliamo vivamente) e che vi stupirà anche per l'eccezionale interpretazione di tutti gli attori coinvolti. Attenzione però perché non è presente un doppiaggio in lingua italiana, ma bisognerà accontentarsi dei sottotitoli. Come in realtà avviene anche per tutte le altre lingue supportate.

La qualità dell'interpretazione degli attori si nota nel voice over che è disponibile esclusivamente in lingua inglese
La qualità dell'interpretazione degli attori si nota nel voice over che è disponibile esclusivamente in lingua inglese

Molto buono infine, l'accompagnamento musicale che si fa notare per una traccia cantata sul finale e per un paio di temi molto ben riusciti e orecchiabili, uno in particolare che scandirà con originalità l'incontro con un gigante.

Conclusioni

Versione testata PC Windows, Xbox Series X
Multiplayer.it
7.5
Lettori (267)
8.2
Il tuo voto

Alla resa dei conti, Senua's Saga: Hellblade 2 conferma esattamente tutte quelle che per mesi (e per anni) sono state le nostre aspettative su questo sequel che fa sicuramente tesoro delle competenze di Ninja Theory e di quanto fatto ben sette anni fa con il titolo originale, ma non tenta neanche minimamente di portare qualche reale elemento di innovazione al gameplay. Questa è un'avventura grafica con qualche puzzle e una manciata di combattimenti utili a spezzare il ritmo della narrazione. Se arrivate preparati e ben consapevoli davanti a questa realtà, siamo certi che Hellblade 2 non vi deluderà, ma se vi siete stancati con il primo o eravate convinti di ritrovarvi tra le mani un action all'avanguardia, rischiate di rimanere scottati. Di una cosa però potete stare certi: se trovate il modo di dargli un'occhiata, fatelo a tutti i costi, anche solo per rendervi conto di quello che, ad oggi, è il nuovo punto di riferimento tecnologico dei videogiochi moderni.

PRO

  • Tecnicamente è stupefacente
  • Audio superlativo
  • La storia sa essere toccante
  • Dura il giusto per non rischiare la noia

CONTRO

  • Non c'è una reale progressione del gameplay
  • Dopo sette anni era lecito aspettarsi delle innovazioni
  • C'è poca varietà negli enigmi ambientali
  • Il combattimento è ridotto ai minimi termini