Abbiamo visto il genere survival declinato in diverse maniere anche in ambito mobile, ma la recensione di Sopravvivenza su una piccola isola ci ha dato modo di vederlo interpretato in un modo veramente originale, con l'azione tutta concentrata su una singola schermata e all'interno di un'isola piccolissima, ma incredibilmente ricca di attività da portare avanti.
Si tratta, a tutti gli effetti, di un sistema di micro-gestione delle risorse, che fa leva su piccoli elementi di gameplay incastrati fra loro come ingranaggi di un perfetto meccanismo che spinge ad andare avanti grazie al senso di progressione costante e a un ritmo di gioco particolarmente serrato.
Si procede in gran parte per automatismi, in un'azione che ha elementi largamente ripetitivi, ma risulta veramente difficile abbandonare la piccola isola una volta che abbiamo iniziato la nostra opera di gestione e sopravvivenza.
Micro-gestione
È più una sorta di micro-management che un survival vero e proprio, ma la semplicità di base, il perfetto concatenamento delle azioni e il senso di progressione costante, pur limitato a una singola area piccolissima da esplorare, riescono a compiere una vera e propria magia.
Sopravvivenza su una piccola isola riesce ad essere irresistibile grazie al perfetto bilanciamento tra le sue parti, sebbene la ripetitiva dell'azione emerga inesorabilmente dopo qualche ora di gioco, ma prima di arrivare a tal punto si sarà comunque cercato di vedere praticamente tutto quello che c'è da vedere nella minuscola ambientazione.
Il gioco è distribuito come free-to-play con la presenza di pubblicità che impongono degli stacchi al gameplay di qualche secondo, con la possibilità di vedere alcuni spot più lunghi per poter ottenere delle ricompense in-game, ed è facile che anche i più stoici possano cedere a questa tentazione, una volta entrati nel terribile meccanismo survival-gestionale.
Sopravvivenza, crafting e micro-esplorazione
Sembra assurdo, ma l'esplorazione di un'isola ampia qualche pollice può risultare un affare decisamente complicato, come dimostrato da Sopravvivenza su una piccola isola. La storia è molto semplice: il protagonista si ritrova su questo misterioso isolotto in mezzo al mare e si rende conto che una colonna di fumo spunta dal centro della foresta: il luogo è abitato? Quali segreti si celano tra gli alberi?
Raggiungere il centro del boschetto sembra una passeggiata, ma è in verità un inferno di richieste progressive e obiettivi interconnessi, che ci costringono a lavorare assiduamente in modo da poter ottenere strumenti sempre più efficienti per addentrarci nella mini-foresta e scoprirne i misteri.
La meccanica survival è ridotta ai minimi termini ma perfettamente congegnata: si tratta di raccogliere le poche risorse che l'isola mette a disposizione, eseguire il crafting di questi elementi per costruire nuovi strumenti e farli evolvere di livello in livello per poter abbattere alberi più robusti, spezzare pietre più resistenti e combattere mostri più aggressivi, perché ovviamente ci sono anche questi.
È una forma di grinding ossessivo dato dalla continua raccolta dei medesimi materiali ma la semplicità con cui è possibile ottenerli semplicemente toccando gli elementi dello schermo e il ritmo veloce, dato anche dalle attese molto brevi a cui siamo costretti tra il necessario riposo e le pause pubblicitarie, rende il meccanismo veramente irresistibile.
Il numero di cuori in alto sullo schermo si riferisce alla quantità di azioni possibili in un "giorno" prima di doversi riposare nella tenda, e anche questi sono ampliabili rientrando in una micro-economia di gioco pervasiva e ben bilanciata, che comprende anche la possibilità di vedere spot pubblicitari per ottenere ricompense in-game. La raccolta di risorse consente il crafting ma anche l'eventuale commercio per denaro, con i soldi che possono essere investiti in cuori e ulteriori upgrade.
In tutto questo si inserisce il rapporto con vari NPC che possono essere "scoperti" esplorando la foresta, oltre alla necessità di tenere a bada mostri e scheletri che emergono dal cuore dell'isola per rubare i materiali e che vanno tenuti a bada costruendo e rafforzando alcune strutture difensive, in un accenno quasi di tower defense.
L'uso della grafica in stile pixel art risulta perfettamente appropriato al concept del gioco, richiamando peraltro la tradizione delle produzioni Kairosoft e NimbleBit, non per nulla specializzate anche queste in gioco incentrati sul micro-management. Non è nulla di originale, ovviamente, ma si sposa perfettamente con lo stile generale e risulta sempre piacevole a vedersi, nonostante si limiti a mostrare praticamente la stessa schermata per ore.
Conclusioni
Può sembrare folle, ma l'idea di un survival incentrato su un'isola estesa solo pochi pollici, con una quantità molto limitata di azioni e risorse da gestire, è un'idea che funziona. È tutto merito di un bilanciamento studiato al millimetro e un ritmo di gioco molto sostenuto, che porta a un senso di progressione costante e mitiga l'effetto stancante di un grinding piuttosto selvaggio. La velocità e semplicità dell'azione, che si risolve in semplici tocchi sullo schermo, riesce in qualche modo ad essere irresistibile ed è perfettamente calibrata sulla fruizione mobile, nonostante ci faccia avanzare letteralmente solo di millimetri nella mini-mappa. La magia prima o poi declina e subentra l'inevitabile monotonia di un sistema di micro-management molto limitato, ma è facile ricordare Sopravvivenza su una piccola isola con piacere e magari anche tornarci sopra per un'altra sessione, e poi magari per un'altra ancora.
PRO
- Un perfetto bilanciamento tra ritmo di gioco, dimensioni della mappa e semplicità
- Difficile staccarsi, una volta entrati nel meccanismo
- Sistema di controllo intuitivo e aspetto piacevole
CONTRO
- L'intrinseca monotonia prima o poi prende il sopravvento
- Le pause pubblicitarie sono ben implementate ma comunque invadenti