Per quanto il tutorial del gioco affermi l’esatto contrario, Space Giraffe è decisamente simile a Tempest: come in quest’ultimo infatti, l’utente deve muovere in senso orizzontale quella che sembrerebbe un’astronave, posizionata alla base di una griglia che compone l’area di gioco. Dalla parte opposta di questa struttura arrivano tutta una serie di minacce, quali nemici, proiettili, e persino fiori che devono essere prontamente allontanati al fine di preservare la lunghezza della griglia. Il tutto servendosi di uno sparo direzionale affidato allo stick analogico destro, similmente a quanto visto in Geometry Wars. Se quanto appena descritto vi sembra confusionario, sappiate che giocando a Space Giraffe la situazione probabilmente non migliorerebbe: l’ultimo parto di Jeff Minter è infatti un vero e proprio nonsense psichedelico, nel quale l’unica soluzione possibile è agire d’istinto. Come abbiamo accennato in apertura, il titolo annovera sì una sezione tutorial, ma talmente approssimativa da riuscire nell’impresa di svolgere un compito opposto a quello designato, confondendo le idee del giocatore invece di chiarirgliele.
Ad ogni modo, due sono le principali caratteristiche di Space Giraffe, ovvero la Power Zone ed i Jump Pod. La prima si ottiene raggiungendo la massima estensione della griglia di gioco (da realizzarsi distruggendo nemici e sparando ai già citati fiori), e consente di incrementare il punteggio e di prendere a “spallate” tutti gli avversari che raggiungono il livello in cui è posizionata la propria navicella. I Jump Pod vengono invece sbloccati a seguito di una sufficiente accumulazione di power up, e grazie ad essi è possibile staccarsi momentaneamente dalla griglia e spazzare via tutti i nemici che insidiano la base della struttura, anche qui con notevole beneficio dello score. Una semplice smart bomb a disposizione per ognuno dei 100 livelli disponibili completa il quadro di questo Space Giraffe, uno shooter bizzarro ma non certo rivoluzionario e che purtroppo paga gravemente le conseguenze di una realizzazione grafica letteralmente allucinante. La pletora di colori acidi, effetti di luce, esplosioni e forme geometriche che affollano lo schermo non solo porta il gameplay ad essere estremamente confusionario (rendendo spesso indistinguibili le minacce dai bonus o provocando frequenti morti causate da oggetti persi nel marasma appena descritto), ma risulta persino fastidiosa agli occhi. Per non parlare dell’inquietante sagoma del volto di J Allard costantemente visibile sullo sfondo...
Commento
Space Giraffe potrebbe avere senz’altro del valore come opera d’arte psichedelica, ma ne ha davvero poco come videogame: difficilmente giocabile sia per una grafica incredibilmente confusionaria, sia per un gameplay mal spiegato dall’inefficiente tutorial, l’opera di Jeff Minter è purtroppo una cocente delusione: anche perché, in fin dei conti, si tratta comunque dell’ennesimo clone di Tempest.
Pro
- 100 livelli di gioco
- Graficamente bizzarro...
- ...ma anche confuso e fastidioso
- Schema di gioco piuttosto elementare
- Frustrante e poco appagante
Obiettivi 360
Gli obiettivi di Space Giraffe non sono molti, ma una buona parte di essi richiedono notevole dedizione per essere raggiunti: si passa dunque dalle richieste di mantenere un certo status per un tot di livelli fino all'impresa titanica di completare il gioco tutto d'un fiato.
Jeff Minter è senz’altro uno dei “grandi vecchi” del business videoludico, autore di diversi giochi per Commodore 64, nonché padre dello storico coin-op Tempest: e dopo essersi gingillato per anni nell’ambito della grafica “light synth” (un esempio è ciò che si vede su Xbox 360 quando si riproduce un CD musicale), il buon Jeff è tornato ai videogame con questo bizzarro Space Giraffe, disponibile su Xbox Live Arcade.