Spicy Piggy, la recensione

Lo sconfinato catalogo Nitrome è composto prevalentemente da titoli accessibili a chiunque e che fanno dell'immediatezza e della semplicità d'uso i loro pilastri portanti, ma ciò non impedisce al publisher britannico di tentare, di tanto in tanto, delle nuove strade: è sicuramente questo il caso di Spicy Piggy, un platform dalle apparenze innocue ma dall'animo dannatamente hardcore, lontano anni luce dalle esperienze rilassate di Slime Pizza e compagnia bella. Andiamo dunque a scoprire nella nostra recensione se il qui presente titolo sviluppato da Gypophotamus ha tutte le carte in regola per offrire una sfida appetibile ai giocatori più smaliziati.

Maialino piccante e gameplay infuocato

Senza perdere nemmeno un secondo a raccontare una storia che in effetti non sarebbe servita a nulla, Spicy Piggy mette semplicemente l'utente nei panni di un maialino che deve attraversare i vari livelli mangiando il maggior numero possibile di peperoncini piccanti e raggiungere indenne il traguardo, rappresentato da un chiosco dove rinfrescarsi dal bruciore. La struttura è quindi estremamente classica e lineare, con gli stage da giocare in sequenza e una valutazione alla fine di ognuno di essi basata sulle immancabili tre stelle, da ottenere rispettivamente completando il livello, raccogliendo tutti i peperoncini e mantenendosi sotto a un tempo stabilito.

La particolarità di Spicy Piggy sta tutta in un level design davvero arcigno, che ha poco da spartire con gli standard all'acqua di rose del mondo mobile e che ricorda invece più da vicino titoli del calibro di Super Meat Boy. Un'azione di gioco particolarmente veloce si abbina dunque a stage che propongono ostacoli e nemici di ogni genere in rapida successione, che spesso e volentieri appaiono all'improvviso portando all'inevitabile morte del protagonista e la conseguente perdita dei progressi raggiunti fino a quel punto. Quando ciò accade - ovvero con una frequenza incessante data la difficoltà del gioco - si ha la possibilità di scegliere se ricominciare daccapo o ripartire dall'ultimo checkpoint pagando un determinato numero di peperoncini o guardando un video pubblicitario: un sistema ampiamente collaudato da Nitrome in molti dei suoi prodotti e che conferma la sua validità anche in questo caso.

Come ogni platform hardcore che si rispetti, Spicy Piggy cammina su quel confine sottile che separa la frustrazione per i costanti game over in cui ci si imbatte e l'appagamento generato dall'essere finalmente riusciti a superare uno schema particolarmente complicato: un equilibrio più comune in ambito console che in quello mobile, e che senz'altro può risultare indigesto a chi non è avvezzo a titoli di questo tipo. Anche perché qui non sempre i fallimenti del giocatore possono essere imputati solo a delle sue mancanze in termini di attenzione o prontezza di riflessi: gli sviluppatori non si sono infatti risparmiati in veri e propri trabocchetti sparsi nei vari livelli che hanno più il sapore della presa in giro che dello stimolo a migliorare le proprie performance. Pure il sistema di controllo - importantissimo per un gioco che pone così tanta enfasi sulla precisione - non dà l'idea di essere sempre affidabile al 100%, nonostante la sua estrema semplicità: il maialino corre automaticamente in avanti, e ci sono solo tre tasti virtuali sullo schermo dedicati a salto, scivolata e a sparare delle palle di fuoco indispensabili per eliminare nemici e abbattere alcune barriere. Purtroppo si tratta di uno di quei casi nei quali la mancanza di un supporto fisico si fa sentire, dato che un touchscreen non riuscirà mai a dare la reattività di un joypad.