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Stalingrad

Tra il Don e il Volga la sesta armata si è dovuta inginocchiare di fronte alla resistenza Rossa. Da quel momento per la Germania fu l'inizio della fine. DTF Games vi mette nelle mani la sorte dell'Europa così come avvenne più di quarant'anni fa. Senza sconti e senza aiuti.

RECENSIONE di Andrea Rubbini   —   15/03/2005
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tenetevi forte perché se volevate testarvi sul serio in qualità di strateghi, DTF Games vi concederà l’opportunità che la Storia vi ha negato

E il Volga si tinse di rosso

Capirete che qui si parla di realismo e non potevano perciò mancare in apertura alcuni filmati degni dell’Istituto Luce, che ci accompagneranno durante il gioco per schiacciare sul pedale del realismo, che Stalingrad si prefigge come obiettivo principale. Al di là della colonna sonora fatta di giri dal sapore heavy-metal un po’ datati, e a parere mio un po’ stonati rispetto al contesto visivo che accompagnano, i briefing di missioni non si risparmiano in dettagliate descrizioni dello scenario nel quale state per addentrarvi, sebbene le schermate dei menu pecchino di troppa rigorosa austerità.

Stalingrad
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Se ce l'hanno fatta loro...

Non appena si mette piede sul campo di battaglia non si può fare a meno di notare l'immediato parallelismo con Blitzkrieg, dal quale Stalingrad prende in prestito il motore di gioco e di conseguenza anche molte delle meccaniche ad esso associate. L'elemento portante di questo titolo è la verosomiglianza delle situazioni, per le quali sono stati riprodotti tutti i mezzi di trasporto e i pezzi d'artiglieria utilizzati all'epoca, con una smania per le statistiche quasi eccessiva per essere davvero presa in considerazione attivamente durante il gioco. L'attenzione per il realismo storico influenza fortemente l'attitudine strategica che Stalingrad richiede, non potendo noi fare affidamento su rifornimenti o truppe diverse da quelle presenti all'epoca nei diversi scontri. Proprio il contesto limitato ad un singolo episodio ci restituisce una coerenza tattica molto marcata. Questo vuol dire che ogni singolo pezzo d'artiglieria o qualunque mezzo fosse passato all'epoca su quei campi è stato miniaturizzato e riprodotto all'interno del gioco. Dalla campagna di apertura alla guida dei nazi, fino alla controffensiva sovietica, il fattore strategico è preponderante sopra a qualunque altro aspetto. Le considerazione alle quali siamo tenuti ad attenerci sono di tipo prettamente balistico: gittata delle armi, fattore di penetrabilità dei proiettili, livelli di corazza per i cingolati distribuiti per ciascuna componente del mezzo e risorse a disposizione. Ogni spostamento deve essere eseguito considerando la diversa percorribilità dei terreni e la vcelocità dei mezzi, sfruttando gole ed evitando di trovarsi esposti in campo aperto al fuoco nemico: basta un colpo di cannone per fare a pezzi un'intera unità di fanti.

Questo vuol dire che ogni singolo pezzo d'artiglieria o qualunque mezzo fosse passato all'epoca su quei campi è stato miniaturizzato e riprodotto all'interno del gioco

Se ce l'hanno fatta loro...

Anche se il parco mezzi e la smania per le comparazioni numeriche possono esaltare per la loro meticolosità, non bisogna dimenticare che questo si traduce in un approccio molto lento e misurato, che richiede una concentrazione notevole. Se non siete dei veri appassionati rischiate di trovarvi ad avanzare a tentoni lungo lo scenario, subendo sconfitte devastanti a causa di un maledetto mortaio che neppure sapete dove si trova; ogni insediamento urbano o rurale può tramutarsi in un inferno con poche mosse errate e la pianificazione necessaria per gestire tiratori, mezzi trainati e l'infinita serie di cingolati può spazientire facilmente il giocatore occassionale di strategici. Purtroppo da un lato il nemico è furbo e difficilmente eludibile, mentre dall'altro la gestione degli spostamenti tende a volte a divenire troppo macchinosa, in particolare negli spazi stretti e sovraffollati, un problema che gravava anche sul discreto Blitzkrieg.

Stalingrad
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Un motore grafico d'epoca

Forse per non perdere l'alone di storicità, anche il motore grafico mutuato da Blitzkrieg si inserisce nella lunga tradizione della visuale isometrica con telecamera fissa, alla faccia della tridimensionalità, che tanto avrebbe giovato alla gestione delle truppe. Neppure le animazioni si risollevano da quello che di sicuro non è un gioco esoso in termini di prestazioni. Per quanto gli scenari siano dettagliati e i mezzi brillino per i poligoni finemente ritoccati con amore modellistico, l'effetto "diorama" si fa un po' troppo sentire. Con questo voglio dire che tutto sembra un modellino statico, che manca quel palpitare dello scenario necessario perché si possa sentire la cruenza degli scontri, per quanto stilizzati nella loro inevitabile riduzione in scala. In particolare le unità di fanteria sembrano piccole figurine incollate nel plastico e l'effetto è più simbolico che funzionale. Ad ogni modo lo scenario è stato cesellato con fine maestria e se da un lato "respira" poco, dall'altro è splendido nella sua staticità, in particolare per quanto riguarda gli edifici. Sembra quasi una regola: all'aumentare della simulazione, cala l'impatto grafico. Eppure non ci sarebbe nulla di più piacevole di un vivace ambiente di gioco per accompagnare la tensione strategica. Insisto poi nuovamente sulla colonna sonora dal sapore metallico, che dovrebbe scatenare guizzi di adrenalina mentre sortisce al contrario un vago effetto di straniamento.

Stalingrad
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Commento

Stalingrad è da accogliere con piacere, perché rinsalda le fila di un genere che risente un po' della scarsa spettacolarità offerta se paragonato con gli sparatutto in prima persona, che riescono a spremere le macchine fino al proprio limite. Questo non vuol dire che non si possa trovare una sfida appagante anche in giochi così riflessivi, come questo strategico così complesso e fedelle alla sua ispirazione storica da risultare quasi elitario. In questo risiede il suo punto di forza ma anche il suo limite. Sa da un lato i veri appassionati ameranno la fine componente strategica e la mole di mezzi e dati ad essi associati, per tutti i giocatori in cerca di facile svago potrebbe risultare quanto meno odioso. Questo al di là di qualunque considerazione grafica che in fin dei conti, per quanto poco popolare nella sua tradizione, intacca poco il cuore di Stalingrad. Non bisogna comunque spaventarsi e se si vuole fare un primo passo nel genere strategico ci sono splendidi prodotti come Rome: Total War, accessibili ad ogni tipo di utenza. Se però volete filo da torcere non lasciatevi scappare questa proficua occasione.

    Pro:
  • Realistico e dettagliato
  • Una vera sfida per veri strateghi
  • Affresco storico affascinante
    Contro:
  • Richiede tanta pazienza e passione
  • Tecnicamente non abbiamo fatto passi avanti
  • Motore grafico vetusto

E il Volga si tinse di rosso

Mentre scrivo queste righe gli uomini vestiti di nero stanno salendo le scale per venirmi a prendere, dal momento che ho diffuso in rete la notizia che in realtà le guerre non sono state combattute per finanziare l’industria bellica, bensì quella del mercato (video)ludico; già i massimi ranghi del Reich stavano in realtà progettando l’Atari in tutta segretezza. Avrei preferito passare a miglior vita scrivendo del tanto atteso Full-Life, ma non sempre la realtà editoriale segue le logiche del cuore. Eccomi quindi su Stalingrad, ennesimo RTS che vi vedrà impegnati in uno dei conflitti più lucrosi della storia. Se ancora vedete il monitor offuscato dalle tante medaglie d’onore tenetevi forte perché se volevate testarvi sul serio in qualità di strateghi, DTF Games vi concederà l’opportunità che la Storia vi ha negato (e forse non vi è andata tanto male). Come dice il nome stesso, il conflitto si accende nella vecchia Stalingrado, teatro di guerra di una romantica quanto eroica resistenza dell’Armata Rossa (estate 1942 - febbraio 1943). Naturalmente la prima mano spetta ai “cattivi”, i famigerati soldati della Wehrmacht, mentre sarà poi il turno dell’Armata Rossa che dovrà imbottigliare e spezzare l’avanzata del generale von Paulus. Un ampio conflitto distribuito su trentasei missioni alle quali si sommano sette scontri “nascosti”, che arricchiranno la vostra conoscenza riguardo ad alcuni interessanti retroscena.