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Star Wars: La Guerra dei Cloni

Dopo Rogue Leader ecco un altro interessante action game che prende spunto dalla saga di Star Wars. Guidando l'esercito della Repubblica, impersonando di volta in volta Anakin Skywalker, Mace Windu o Obi Wan Kenobi, potremo impegnarci in una serie di battaglie, da Geonosis Fino alle lande ghiacciate Di Rhen Var, a bordo di mezzi d' aria e di terra, con un unico scopo: braccare il conte Dooku!

RECENSIONE di Matteo Santicchia   —   04/12/2002
Star Wars: La Guerra dei Cloni
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Star Wars: La Guerra dei Cloni
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Azione allo stato puro

La guerra dei Cloni è essenzialmente un’arcade allo stato puro senza nessuna concessione ad un minimo di organizzazione tattica e strategica anche durante le fasi più affollate delle battaglie. Possiamo, come in R.L., tramite la pressione della croce impartire degli ordini ai nostri compagni d’avventura, ma la sostanza non cambia molto: si va avanti e si spara come forsennati al gran numero di mezzi dei separatisti facendo solo attenzione agli scudi e alla quantità rimanente di arma secondaria. Le missioni sono organizzate in obiettivi primari e secondari, i primi pregiudicano l’avanzare del gioco mentre i secondi servono poi a sbloccare materiale bonus e mappe per il multiplayer. Le missioni anche se diversificate nel nome sono a dire il vero un po’ tutte uguali: si scortano convogli, si distruggono convogli, si annichiliscono le difese a terra di una base per prepararci a sbarcare, al massimo in un estremo spunto di inventiva ci si infiltra in una base senza fare rumore. Non paghi dell’estrema "diversificazione" dell’azione, talvolta si passa come già ho scritto a sezioni a piedi. Nei panni o di Mace Windu o di Anakin avremo il compito di distruggere miriadi di droidi dei separatisti tramite tre sole possibilità di attacco: fendente, lancio della spada e una sorta di force push . Un po’ pochino visto che si tratta di cavalieri Jedi, anche se apprezzabile è la diversa tecnica dei due con la spada , più marziale ed elegante quella di Windu, aggressiva e sgraziata quella del giovane Anakin.

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Audio Video

Graficamente parlando il titolo Pandemic raggiunge solo a tratti le vette di pura estasi visiva del suo predecessore R.L. : si può tranquillamente dire che è preda di vistosi alti e bassi, che travolgono ahinoi, intere sezioni. Per stringere in modo barbaro, potremmo dire che ciò che è ben fatto è assolutamente fuori parametro e magistralmente ricreato; ciò che invece non è ben fatto è veramente povero e mal realizzato. Visivamente parlando, la prima cosa che salta all’occhio in un titolo come questo, è il balenare dei laser durante una mischia particolarmente affollata. Qui si raggiunge un livello di “realismo fantastico” a dir poco esuberante: visto che ogni scontro è sempre tra un buon numero di mezzi vedremo saettare nell’aria laser e missili di ogni foggia e colore: oltre ai classici laser rossi,verdi e blu colpiscono di sicuro le cascate di plasma rosse delle cannoniere nemiche, nonché i laser direzionali verdi delle Gunship delle Repubblica. Menzione d’onore alle scie e alle esplosioni dei mezzi: vedere partire un missile dal nostro carro, lasciandosi dietro una scia di fumo è una bella esperienza, soprattutto quando va a impattare uno di quegli strani mezzi rotondi dei separatisti, che una volta colpiti, rotolano all’indietro e si spaccano in mille pezzi. Stessa situazione di eccellenza per la stragrande maggioranza dei modelli dei mezzi e delle loro textures applicate. Ogni mezzo è finemente modellato e costruito con un buon numero di poligoni, specialmente le gia citate Gunship e il carro standard della Repubblica; le textures invece ci permettono di ammirare dettagli e fregi dei mezzi anche piccolissimi. Decisamente evocativi sono poi i boss di fine livello (eh si ci sono anche questi!) che oltre a essere enormi sono anche dotati di attacchi peculiari molto belli da vedere, tipo salve multiple di missili e fasci di laser dall’aspetto quantomai bizzarro. Le animazioni di cui sono dotati i mezzi sono certamente convincenti, con parti che a seconda del movimento impresso si aprono e si chiudono, come per i flap del carro standard, mentre assolutamente negativi sono i modelli e le animazioni dei personaggi umani, modellati male con pochi poligoni e animati peggio; stesso dicasi per le truppe della Repubblica e i droidi dei Separatisti realizzati come sagome di cartone tipo pubblico in un normale titolo sportivo. Gli ambienti invece ci fanno ripiombare nel discorso degli alti e bassi: Geonosis, Rhen Var, e parzialmente Kashyyyk sono un inno alla modellazione, al dettaglio e all’uso puntuale e preciso del bump mapping; altri invece come Raxus Primo e più in generale tutti gli ambienti visitabili in prima persona , danno l’impressione di esser stati realizzati da un altro team di sviluppo, in quanti poveri di dettaglio, di poligoni e con textures francamente piatte e talvolta imbarazzanti. Altra pecca è l’instabilità del frame rate che durante situazioni particolarmente affollate, tende a perdere qualche colpo, situazione tutto sommato accettabile vista la vastità degli ambienti su schermo e soprattutto i molti mezzi in movimento. Da un punto di vista audio, la tradizione Lucas Arts non tradisce: codifica ProLogic2 e effetti sonori e colonna sonora presa di peso dai film: musica per le nostre orecchie insomma.

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Gameplay e metodo di controllo

La giocabilità invece si attesta su alti livelli: intanto diciamo subito che il metodo di controllo, nonostante la grande varietà di mezzi, viene in nostro aiuto tanto che passare da un carro al Gunship non è un problema. Fondamentalmente oltre ai due tipi di attacchi (primario e secondario, laser infinito e missili contati) avremo a disposizione per ogni mezzo un turbo e i due tasti dorsali per performare lo strafe manco stessimo giocando ad Unreal. In parole povere non si starà mai un attimo fermi, si andrà avanti e indietro si effettueranno strafe circolari infiniti, tanto che il tasto z che attiva una sorta di mirino telescopico difficilmente sarà usato. Un gran casino e un gran divertimento comunque, con missili, razzi, laserate e amenità varie che ci fischiano sopra la testa come nel più carognoso degli sparatutto classici. Vista la natura arcade del titolo che impone una semplificazione della meccanica di gioco in ogni suo aspetto, qualche cosa di sicuro sarà stata sacrificata sull’altare del “più semplice e immediato possibile”. In questo caso il metodo di puntamento risulta essere un po’ confusionario in quanto non prevede un aggancio fisso del bersaglio ed un tasto che ci permette di passare ad un altro. Di fatto il movimento del mezzo funge da mirino e basta muoversi per cambiare bersaglio: cambiare bersaglio vuol dire spostarsi, e tutto ciò non è molto comodo se contemporaneamente al puntare il bersaglio, si sta cercando di evitare un nugolo di missili. Come per la stragrande maggioranza dei giochi basta un po’ di pratica , anche se talvolta rimane una sensazione di spaesamento e di non controllo totale delle proprie azioni, che durante una battaglia particolarmente accesa può essere dannosa.

Star Wars: La Guerra dei Cloni
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Tirando le somme

Il livello di difficoltà è ben bilanciato, giocando in modalità normale la sfida che ci aspetta è sicuramente ardua e comunque mai troppo frustrante e noiosa: giocando a livello easy le prime difficoltà serie si incontreranno solo nei livelli più avanzati, anche se questo non significa certamente andare in gita su Geonosis. Superare poi le missioni secondarie per sbloccare tutti i bonus e le mappe per il multiplayer non è certamente facile e richiede molto impegno e dedizione . C’è poi un interessante multiplayer fino a 4 giocatori che ci permette di affrontare gli amici in ben 4 modalità classiche : deathmatch, king of the hill, cooperative e resistenza coop, scegliendo tra tutti i mezzi presenti nel gioco. In definitiva Star Wars La Guerra dei Cloni è un titolo con luci e ombre, che riesce benissimo a trasmettere le emozioni e l’atmosfera del film( la parte su Geonosis è veramente clamorosa), ma che paga in certe sue parti una eccessiva varietà, a discapito della qualità totale del prodotto. Come dire, troppa carne al fuoco insomma.

    Pro:
  • ottima realizzazione dei modelli e degli effetti
  • ottimo sonoro
  • molto divertente e longevo(missioni +sottomissioni)
    Contro:
  • grafica dei fondali altalenante
  • modelli umani mal realizzati.
Star Wars: La Guerra dei Cloni
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GranTurismo su Geonosis?

Senza mezzi termini è possibile definire il nuovo titolo Lucas Arts/Pandemic la naturale evoluzione del gameplay dell’ormai classico Rogue Leader. Contrariamente al titolo Factor5 le avventure dei nostri eroi, in questo caso Anakin, Mace Windu e Obi Wan , non si svolgeranno solo nello spazio, ma relativamente parlando, con i piedi ben saldi sulla terra. Questo implica una varietà di mezzi che spazia dai carri armati alle Gunship viste nella battaglia di Geonosis, passando per diverse tipologie di Speeder, At-St old style e Maru, una specie di super vacca armata di tutto punto. E come se non bastasse alcune sezioni si affrontano appiedati, facendo affidamento sulla spada e sulla forza. Il titolo inizia narrando le vicende immediatamente precedenti l’arrivo di Mace Windu su Genosis in aiuto di Anakin Skywalker, della senatrice Amidala e di Obi Wan Kenobi imprigionati nell’arena. Partendo da qui, dopo aver liberato i tre si prenderà parte attiva nella battaglia, poi l’azione si sposterà su sistemi molti diversi, sulle tracce di Dooku, e della sua fantomatica arma segreta. Dopo Geonosis vedremo le lande ghiacciate di Rhen Var, il pianeta discarica di Raxus Primo, le pianure verdeggianti di Kashyyyk, e diverse altre locazioni per un totale di 16 missioni in 6 diversi pianeti.