Dal 2005 con furore torna su PlayStation 4 e Nintendo Switch uno degli spin-off, e degli FPS, più memorabili della saga di George Lucas. Star Wars: Republic Commando è un videogioco che va a toccare uno dei periodi più importanti dell'universo narrativo, quella Guerra dei Cloni che è stata appena accennata nella trilogia originale e ha dovuto aspettare la seconda trilogia, assieme alla serie animata, per trovare la giusta espressione. In un periodo dove i tie-in andavano ancora di moda e poco facevano per rendere omaggio alla pellicola di riferimento, vestire i panni della Squadra Delta fu un piacevole diversivo che lo rese un ottimo gioco e tiene la testa alta anche oggi.
Certo, vanno fatti i conti con una grafica 3D che non invecchia bene, impostazioni oggi considerate obsolete e una certa linearità delle sole tre ambientazioni a disposizione dalle quali traspare a tratti la noia. Sapendo però a cosa si va incontro nel riprendere in mano il gioco, Star Wars: Republic Commando riesce a offrire lo stesso genuino divertimento di sedici anni fa - mitigato dai suoi comprensibili limiti tecnici. Un po' meno bello e senza lo stesso effetto meraviglia di quando è stato pubblicato, se l'avete saltato a suo tempo è comunque un'esperienza da aggiungere al vostro vissuto; soprattutto perché la gestione della squadra rimane ancora oggi un elemento cardine ben sviluppato per non rischiare una morte troppo prematura e dolorosa. Vediamo cosa funziona e cosa no, nel 2021, nella nostra recensione di Star Wars: Republic Commando.
Bacta, now!
Come accennato, Star Wars: Republic Commando ci mette nei panni della Squadra Delta in qualità di leader, nome in codice Delta 38, alla quale vengono assegnate missioni che solo un gruppo d'élite potrebbe portare a termine. Assieme ai fidati Scorch, Fixer e Sette (Delta 62, Delta 40 e Delta 07), la campagna giocatore singolo - unica a essere stata mantenuta nel porting - si svolge attraverso tre ambientazioni principali: Geonosis, Incrociatore Acclamator e Kashyyyk. Senza farvi spoiler nel caso non l'abbiate giocato a suo tempo, ognuna di queste offre nemici e situazioni diverse tra loro, permettendo di vivere in prima persona le vicende che avrebbero portato ai fatti raccontati ne La Vendetta dei Sith e dando infine un assaggio di nemici, veicoli e scenari che sarebbero poi stati mostrati nel film pochi mesi più tardi.
A dispetto della linearità dei livelli, il gioco fa molto affidamento sulla cooperazione con la vostra squadra e la capacità di gestirla al meglio per sopravvivere alle minacce che dovrete affrontare: potete impartire quatto singoli ordini grazie alla croce direzionale (Liberare l'Area, Cercare e Distruggere, In Formazione e Annulla Manovra), oppure osservare determinati elementi dell'ambiente per dire ai vostri compagni cosa fare. Sette può ripararsi dietro i detriti per offrire un letale fuoco di copertura, cosa che possono fare anche gli altri due ma con esiti diversi, Fixer è un mago con i terminali mentre Scorch ha un'innata passione per gli esplosivi. A ciascuno il proprio ruolo ed è proprio questo che rende l'intera campagna molto piacevole a dispetto della suddetta linearità, rendendola più stratificata di quanto si pensi - sempre ovviamente tenendo a mente gli standard passati.
L'intelligenza artificiale della squadra è discreta, quella dei nemici un po' meno ma loro fanno spesso leva sul numero per mettervi in difficoltà, e i personaggi sono anche in grado di agire autonomamente per guarire un compagno caduto. Se invece doveste essere voi gli sconfitti, purché ci sia un membro ancora attivo potete chiedergli di curarvi o rimanere fedele agli ordini assegnati in precedenza. Un'interazione che abbiamo molto apprezzato a suo tempo e piace ancora oggi, permettendo di immedesimarsi ancora meglio in Delta 38 e nella situazione. Tra l'altro, l'interfaccia utente implementata nel casco, nonché il fatto che questo si incrini quando i danni subiti si fanno ingenti, concorrono a creare un ulteriore senso di immersione.
Per quanto riguarda l'arsenale, non sarà corposo come quelli cui siamo abituati oggi ma è comunque notevole: all'immancabile Blaster, che sostituirà la nostra arma principale quando saremo a corto di proiettili, si affianca l'altrettanto iconico fucile blaster tipico degli stormtrooper, il fucile da cecchino, il fucile a particelle, il fucile a impulsi e ovviamente la balestra Wookie. Senza contare poi le granate con cui liberarsi di gruppi di nemici o incapacitare i droidi e una lama da polso come extrema ratio quando il pericolo si fa decisamente troppo vicino - nulla su cui fare però eccessivo affidamento. Rispetto al gioco originale, il feeling delle armi da fuoco è rimasto pressoché identico, non aspettatevi quindi chissà quale impatto, sebbene l'implementazione del Rumble HD offra un discreto feedback pur senza garantire particolari differenze. Star Wars: Republic Commando è quel gioco da provare consapevoli che si tratta di un porting al quale è stato applicato un leggero lifting, che gli ha senza dubbio fatto bene ma non lo schioda dall'essere un titolo vecchio. Non è affatto un male, anzi, quanto un invito ad approcciarlo con le giuste aspettative.
L'essere datato va un po' a vantaggio di Nintendo Switch, che con i porting ha sempre qualche difficoltà in termini di prestazioni (salvo alcuni casi). Qui c'è poco su cui lavorare, anche in fatto di frame rate, e sebbene ci siano a volte dei cali soprattutto nelle fasi più concitate partiamo comunque da uno standard di fps inferiore rispetto a oggi. Lo stesso discorso vale per la grafica, passabile giusto di qualche ritocco per renderla più gradevole ma nel complesso non troppo dissimile dall'originale. Ci sono invece numerose personalizzazioni che vi aiuteranno ad adattare il gioco al vostro stile: in particolare vi consigliamo di rimappare i comandi per renderli meno scomodi, mentre se volete un'esperienza più impegnativa ci sono sempre il modificatore della difficoltà e altre chicche come disattivare il visore tattico o regolare l'intensità della modalità tattica.
Il tempo non è stato molto clemente, soprattutto sotto l'aspetto ludico dove il peso della linearità potrebbe stare stretto ad alcuni, ma Star Wars: Republic Commando riesce ad aggirare in parte quelle che oggi sono limitazioni non solo grazie al gioco di squadra ma anche a un cast di personaggi accattivante e più vivo di quanto ci si potrebbe aspettare, con alcuni scambi tra i membri della Squadra Delta che danno quel pizzico di ironia sempre ben accetta. Da non sottovalutare poi il fatto che il nostro stesso personaggio non è un fantoccio muto ma interagisce a sua volta con il resto della squadra, concorrendo ancora una volta all'immersione nelle situazioni cui andremo incontro.
Conclusioni
Star Wars: Republic Commando è un gioco vecchio, un porting pressoché identico all'originale, e questo deve essere tenuto a mente nel caso decidiate di acquistarlo. Non aspettatevi alcuna rivoluzione, né un lifting da paura o in generale un FPS che possa reggere il confronto con quelli odierni. Questo tuttavia non ne mina la bellezza di fondo e il genuino divertimento che ancora oggi riesce a offrire: la linearità delle mappe viene mitigata dalla necessità del gioco di squadra, che si rende indispensabile per non sacrificare la vostra squadra nel giro di pochi minuti, l'arsenale resta discreto pur non raggiungendo i livelli odierni e anche la grafica, nel suo essere datata, non è un pugno in un occhio. Ha le sue limitazioni ma crediamo sia un'esperienza meritevole di essere giocata e riscoperta, o scoperta del tutto se non avete mai avuto occasione di giocarlo, a maggior ragione grazie alla portabilità di Nintendo Switch.
PRO
- Un ottimo FPS del suo tempo
- Gioco di squadra essenziale per sopravvivere
- La Squadra Delta è accattivante come sempre
CONTRO
- Soffre delle comprensibili limitazioni di un gioco datato
- I sottotitoli gialli in alto al centro dello schermo sono un po' fastidiosi