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Stranded Deep, recensione: un survival perfetto per PS Plus

Stranded Deep è arrivato su PS Plus con il mese di maggio 2021: ecco la nostra recensione del gioco di sopravvivenza in versione PS4

RECENSIONE di Nicola Armondi   —   09/05/2021
Stranded Deep
Stranded Deep
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I giochi gratis del PlayStation Plus permettono spesso ai giocatori di provare titoli che si sono persi negli anni, o mettersi alla prova con videogame di un genere al quale normalmente non si dedicano. Molti giocatori console potrebbero quindi aver colto l'occasione, con l'arrivo dei giochi di maggio 2021, per testare Stranded Deep, ovvero un gioco survival, genere che, pur essendo sempre più comune anche su console, è perlopiù tipico del mondo PC.

Ecco quindi la nostra recensione di Stranded Deep in versione PS4 (ma giocato in retrocompatibilità su PS5).

Dalle stelle all’oceano

Stranded Deep: da solì nei tropici
Stranded Deep: da solì nei tropici

L'opera si apre con uno stile più cinematografico rispetto al survival medio. Il nostro personaggio (uomo o donna a nostra scelta) si trova su un aereo quando un incidente di natura sconosciuta causa lo schianto nell'oceano. Usciamo quindi dal relitto affondante e nuotiamo fino a un gommone, poco prima che l'aereo esploda e ci metta K.O. Al nostro risveglio ci troviamo su una piccola isola, vero punto di partenza del gioco.

Stranded Deep, a differenza di molti altri survival, non ci dà accesso a una grande mappa fin dal primo istante. Il gioco ci posiziona all'interno di un arcipelago composto da molteplici isole, tutte di dimensioni abbastanza contenute. La prima di queste è dedicata al tutorial che ci insegna le basi dei comandi e del sistema di creazione.

Non sarebbe infatti un survival se non passassimo la maggior parte del tempo a creare oggetti con le risorse a nostra disposizione. Aspettatevi quindi tutti gli elementi più classici, come legno, pietra e foglie da usare per creare strumenti come un accetta o una lancia. Quest'ultima è perfetta per catturare in un colpo i granchi e i pesci dai quali ottenere la carne che va poi cotta in un fuoco da campo per nutrirci.

La fame è una delle caratteristiche da tenere sotto controllo, insieme alla salute, alla sete e alla temperatura corporea che, in un isola tropicale, rischia di salire troppo, soprattutto a metà giornata quando il sole è alto nel cielo: basta però mettersi all'ombra o farsi una nuotata per rinfrescarsi. Stranded Deep cerca infatti di essere abbastanza realistico in termini di meccaniche di gioco: un esempi sono le noci di cocco (si possono usare per dissetarsi, ma berne troppe di fila causa dissenteria e disidratazione) o i serpenti che ci avvelenano e richiedono di fabbricare antidoti tramite alcune piante.

Il numero di meccaniche di gioco, però, è tutto sommato limitato, soprattutto rispetto a giochi più massicci come Rust o Ark. Stranded Deep è una sorta di fratellino minore dei grandi survival degli ultimi anni, quindi non aspettatevi di avere accesso a centinaia di risorse, molteplici biomi o possibilità di addomesticare la fauna. Su console, inoltre, manca anche il multigiocatore, che è spesso forza motrice di questo tipo di giochi.

Stranded Deep: un rifugio, un focolare e poco altro
Stranded Deep: un rifugio, un focolare e poco altro

Stranded Deep punta su un'avventura solitaria e sulla microgestione delle risorse. Lo si capisce sin dalla prima isola, molto piccola e povera di oggetti per il crafting (soprattutto fibre vegetali, fondamentali per creare qualsiasi strumento avanzato). Il giocatore è quindi invogliato, dopo aver preso confidenza con la struttura di gioco e dopo essersi preso cura di fame e sete, a partire con il proprio gommone verso altre isole, nella speranza di non finire su una piena di animali aggressivi, che nelle prime fasi sono complessi da affrontare.

La difficoltà non è particolarmente elevata, in ogni caso, anche grazie al fatto che è possibile giocare senza morte definitiva (di base disattivata) ed è possibile salvare in ogni istante usando un rifugio (molto semplice da creare). Prima di partire per una nuova isola o cercare di affrontare una creatura pericolosa è quindi possibile salvare e mettere le proprie risorse al sicuro (a differenza di giochi come Ark che ci costringono a recuperare le risorse dal nostro cadavere). Giocando in modo accorto e salvando regolarmente, quindi, non si corrono grandi rischi.

Esplorando le aree subacquee attorno alle isole, inoltre, si possono trovare strumenti aggiuntivi come una torcia, ma anche cibo e materiali da crafting avanzati. Le statistiche (Cucina, Creazione, Raccolta, Caccia, Fisico...) aumentano compiendo azioni ad esse legate e ci rendono quindi più forti ed efficienti. Creazione, in particolar modo, sblocca nuove ricette. Nelle fasi avanzate questo ci permetterà di creare mezzi di spostamento più rapidi e solidi, così da gestire più isole in contemporanea. A un certo punto vorremo anche creare semplici edifici e zone di coltivazione, oltre che andare alla ricerca dei segreti di gioco.

Stranded Deep: altre isole e un relitto in lontananza
Stranded Deep: altre isole e un relitto in lontananza

Difficilmente, però, Stranded Deep sarà in grado di occupare lo stesso numero di ore di altri survival, come detto. Non aiuta poi il fatto che il gioco sia tecnicamente tutt'altro che esemplare. I survival non sono mai un punto di riferimento a livello grafico, lo sappiamo, ma Stranded Deep, almeno in versione PS4, ha un evidentissimo effetto di pop up e problemi prestazionali marcati, con un frame rate instabile che rovina un po' l'esperienza.

Aggiungiamoci inoltre un'interfaccia utente e una gestione dell'inventario fin troppo macchinosa, soprattutto usando un controller. Mancano anche alcune ottimizzazioni alla quality of life, come la possibilità di creare più oggetti in un colpo o poter interagire in modo più semplice con quello che si ha in mano (se catturate un granchio con la lancia dovete abbandonare a terra la lancia, interagire con essa per ottenere il granchio, abbandonare a terra il granchio, selezionare il coltello, interagire con il granchio a terra per ottenere la carne: assurdamente arzigogolato).

Stranded Deep: vicino alle isole ci sono spesso sorprese
Stranded Deep: vicino alle isole ci sono spesso sorprese

Segnaliamo inoltre che Stranded Deep permette di creare a piacere le isole e posizionarle nell'arcipelago liberamente: questo, sommato al fatto che è possibile impostare l'aggressività della fauna, il permadeath e il livello di difficoltà, permette di crearsi un'esperienza personalizzata, abbassando o diminuendo la complessità della sfida a seconda della propria necessità e gusto. Infine, segnaliamo la piacevole ost di sottofondo, che potenzia il senso di solitudine di questo deserto d'acqua.

Conclusioni

Multiplayer.it
6.8
Lettori (21)
6.8
Il tuo voto

Stranded Deep non dispone di contenuti e varietà paragonabile ai survival più famosi e nel complesso ogni sua meccanica è abbastanza derivativa. Il gioco non corre rischi e propone proprio ciò che i fan del genere si aspettano: per questo motivo è un'avventura solida e godibile. I problemi tecnici e di interfaccia sono spiacevoli, ma non sono così gravi da rendere Stranded Deep ingiocabile. L'acquisto non è consigliato ai giocatori navigati del genere, ma chi vuole un punto d'accesso non troppo impegnativo ed è incuriosito dall'ambientazione tropicale potrebbe prenderlo in considerazione. Averlo "gratis" su PS Plus, ovviamente, è la cosa migliore. Ricordate però che su PC è possibile giocare in cooperativa locale (oppure online, sfruttando Steam Remote Play Together).

PRO

  • Editor di isole
  • Meccaniche solide

CONTRO

  • Derivativo
  • Alcuni problemi tecnici su PS4
  • Interfaccia utente migliorabile
  • Niente multigiocatore