Cos’era ieri
Street Fighter 2 Turbo, come anche le altre conversioni di Street Fighter 2 per SuperNES e per le altre console casalinghe a partire dall’inizio degli anni Novanta, va letto nel contesto dell’impatto di questa serie sul mercato videoludico. Il perfezionamento del primo, ancora embrionale Street Fighter nel suo seguito produsse un vero ciclone, corrispondente alla creazione di un nuovo paradigma produttivo, all’affermazione di un genere e a una sinergia nuova tra i settori delle arcade e dell’intrattenimento domestico. Su SuperNES, novella ammiraglia a sedici bit di Nintendo, l’iniziale esclusiva di Street Fighter 2 (a breve seguita da conversioni per Turbographx e Megadrive) marcò un fortissimo vantaggio in favore di Nintendo. La conversione di Street Fighter 2 era pressochè identica – rifiniture e impatto complessivo a parte – alla controparte arcade. Ma alla Capcom erano riusciti a creare una gallina dalle uova d’oro e, com’era del tutto prevedibile, Street Fighter 2 diede vita a una serie di pseudo-seguiti, versioni e, di conseguenza, conversioni casalinghe migliorate ed arricchite così lunga, e un numero di spin-off e variazioni così articolato, che la conversione per Super NES divenne obsoleta nel giro di un anno. Street Fighter 2 Turbo, prima nelle sale giochi e poi di nuovo su Super NES, è appunto il primo degli "upgrade" del rivoluzionario picchia-picchia a incontri di Capcom, la prima e decisiva opera di arricchimento dell’esperienza di gioco. Offrendo la possibilità di giocare con i quattro boss prima non accessibili al giocatore, rendendo possibile variare a piacere la velocità di gioco scegliendo tra una e quattro stellette (da cui il nome Turbo), rifinendo la combinatoria già eccellente di colpi e il sistema di controllo, rendendo più aggressiva la caratterizzazione dei personaggi nei menu e arricchendo il già graziato comparto estetico, Street Fighter 2 Turbo si sostituì a tutti gli effetti al suo ormai invecchiato predecessore.
Cos’è oggi
Street Fighter 2 Turbo è, in se, una delle migliori edizioni mai prodotte di un titolo rivoluzionario e storico allo stesso tempo, capace di ridefinire il paradigma di un intero genere offrendo un terreno di scontro semplice quanto elegante, immediato quanto pieno di potenziale strategico, una rosa di personaggi e ambientazioni entrate nella memoria collettiva dei giocatori e un sistema di controllo molte volte sottoposto a variazioni ma ancora preferito da non pochi appassionati del genere. In questo senso Street Fighter 2 Turbo rimane uno dei titoli più importanti dell’era a sedici bit, uno dei migliori picchiaduro a incontri della storia e un titolo da rigiocare assolutamente, in versione arcade o conversione che sia, a quindici anni dalla sua comparsa originaria, approfittando della sua presenza nel catalogo digitale di Wii per riscoprirlo o recuperarlo. È però significativo che la stessa, identica logica dell’upgrade che quindici anni costrinse un gioco eccellente come Street Fighter 2 a popolare il mercato dell’usato determini oggi, nello stesso modo, la perdita di appetibilità ludica e commerciale della prima edizione di Street Fighter, anch’essa in catalogo da mesi.
Cos’è oggi
Street Fighter 2: Turbo ha soppiantato Street Fighter 2 sulla medesima console nel giro di meno di un anno proprio come oggi lo soppianta sul catalogo Wii, con la differenza che non esiste un mercato dell’usato dei punti. Ma c’è di più, una spada di Damocle probabilmente già sileziosamente eretta e che si chiama Super Street Fighter 2, vale a dire la terza edizione del picchiaduro per le sale, subito dopo convertita anch'essa per SuperNES. La storia è identica: Super Street Fighter 2 (che girava su nuovo hardware, a differenza del Turbo che sfruttava la medesima scheda del predecessore) soppiantò a sua volta la precedente versione offrendo quattro personaggi completamente nuovi, nuovi colpi speciali, un impianto di combattimento rifinito, migliorie grafiche a vari livelli e, in poche parole, il nuovo stato dell’arte della serie (e, se vogliamo dirla tutta, in sala giochi Super Street Fighter 2 fu a sua volta reso obsoleto da Super Street Fighter 2 Turbo, che aggiunse alla formula un nuovo boss e una barra per i colpi speciali letali; persino l’hype per il futuro Street Fighter 3 si estinse ben prima che il terzo titolo “ufficiale”, ormai dimenticato, arrivasse timidamente anni dopo su un mercato già nuovamente trasformatosi). Street Fighter 2 Turbo sarà quindi anche un titolo eccellente, immortale, universalmente consigliabile, intatto anche nell’interfaccia su Wii grazie alla customizzazione interna al gioco dei pulsanti sul controller (fosse stato per Nintendo, certo, che non consente di customizzare i tasti del Classic Controller e pretende di offrire sempre le configurazioni "as is", staremmo freschi). Ma sul mercato sono disponibili così tanti seguiti, versioni online o meno e collezioni che il suo appeal rischia di assottigliarsi a causa della concorrenza di titoli più recenti. E il suo appartenere a una serie dalla logica così consumisticamente arcade, per cui la versione nuova soppianta la precedente, rischia di indispettire gli utenti paganti che, tra qualche altro mese, dovranno sborsare degli altri punti Wii se vorranno menare le mani non solo con Balrog e Vega ma anche con Fei Long e Cammy, o se vorranno finalmente scegliere tra Ryu e Ken come due combattenti dallo stile finalmente del tutto distinto.
Una quindicina d’anni dopo torna su Wii la versione Turbo di Street Fighter 2, seconda incarnazione per SuperNES della serie multimilionaria di Capcom che ha cambiato la storia dei videogiochi. Ma tra un decennio e mezzo e le nuove e numerose evoluzioni del picchiaduro a due dimensioni stile Capcom, collection e arcade live incluse, varrà ancora la pena ripescare proprio questa conversione?