Il successo di Dragon Ball è sotto gli occhi di tutti: anche a distanza di trent'anni dalla prima uscita, il manga di Akira Toriyama continua a spopolare in televisione, al cinema e nei negozi di videogiochi. Mentre Dragon Ball Super: Broly arriva sul grande schermo anche in Italia e la serie sequel si appresta a proseguire dopo una pausa creativa, sugli scaffali si susseguono i tie-in videoludici che alternano ottime produzioni - come il Dragon Ball FighterZ di Arc System Works - a ciofeche pazzesche. A una prima occhiata, Super Dragon Ball Heroes: World Mission sembrerebbe rientrare nella seconda categoria, ma le cose non stanno proprio così come vi spiegheremo in questa recensione. Ispirato ai cabinati da sala giochi che troviamo ormai da qualche tempo in Giappone, il titolo firmato Dimps non ha bisogno di carte vere per funzionare su Switch, la console ideale per vivere al meglio un'esperienza decisamente diversa dai soliti picchiaduro.
La storia
I cabinati di Dragon Ball Heroes catapultano i giocatori in una serie di avventure a sé stanti che funzionano un po' come i lungometraggi animati di Dragon Ball, introducendo nell'universo di Toriyama tanti personaggi inediti. Molti di essi, tuttavia, provengono da linee temporali parallele o ipotetiche, seguendo la mitologia instaurata dai due Dragon Ball Xenoverse. In questo modo, Bandai è riuscita a progettare centinaia su centinaia di carte diverse, rappresentando non solo i personaggi iconici della serie - come Goku, Vegeta, Trunks e così via - ma anche fusioni, trasformazioni e varianti impensabili quanto bizzarre. Vi siete mai chiesti come sarebbe Nappa in versione Super Saiyan? Oppure che aspetto avrebbe Gotenks da adulto? Super Dragon Ball Heroes: World Mission risponderà a queste e altre perverse curiosità con oltre mille carte, sebbene manchino all'appello le espansioni più recenti del cabinato da sala giochi.
La modalità Storia è completamente inedita; pur non essendo affatto entusiasmante, i capitoli in cui si suddivide raccontano una storiella che non mancherà di far sorridere i super fan della serie. Il giocatore si cala nei panni di un ragazzino appassionato di Dragon Ball Heroes, il gioco di combattimenti di carte che spopola in un mondo in cui la serie di Toriyama è praticamente venerata. Siamo più o meno in un incrocio tra Inazuma Eleven e Gundam Build Fighters, fatevi un'idea dell'assurdità e moltiplicatela per dieci quando fa la sua comparsa Great Saiyaman III, un eroe che ci spingerà a entrare letteralmente nel videogioco virtuale per indagare sullo strano fenomeno che sta materializzando i peggiori nemici di Goku e soci nel mondo reale. Il protagonista e gli amici che si uniranno a lui affronteranno la crisi con ottimismo ed entusiasmo, felici di poter combattere al fianco dei loro beniamini, un po' meno di affrontare vere e proprie aberrazioni della storia che hanno imparato ad amare.
La storia, come abbiamo detto, non è niente di che: il gioco la racconta attraverso cinematiche girate maldestramente e sottotitolate in italiano, ma i dialoghi sono spesso frizzanti e ironizzano parecchio sulle derive sempre più assurde che prende la trama, inscenando scontri tra formazioni strane e sorprendenti. I vari personaggi di Dragon Ball interagiscono poco in questo scenario, essendo perlopiù carte al servizio dei protagonisti. Il discorso è leggermente diverso nella modalità Arcade, suddivisa in varie saghe che contrappongono i mazzi del giocatore ai nemici di turno, spesso provenienti da dimensioni e realtà alternative. Giocare Super Dragon Ball Heroes: World Mission per la storia francamente ha poco senso. Tutte queste saghe e modalità servono solo a organizzare le centinaia di missioni che il giocatore può affrontare per sbloccare funzioni, ricompense e altri bonus, oppure semplicemente per mettersi alla prova e sperimentare mazzi diversi.
Problemi tecnici
Ovviamente non ci sono carte fisiche in questo spin-off di Dragon Ball Heroes, ma è proprio per questo che suggeriamo la versione Switch: il gioco è palesemente un ex titolo per Nintendo 3DS portato sulla nuova piattaforma della casa di Kyoto e su PC, impressione suggerita da un quadro tecnico decisamente vetusto e confermata dalla miriade di minigiochi e interazioni touch che compaiono sullo schermo, senza nemmeno cambiare dicitura per adeguarsi a un altro tipo di input. E quindi il gioco, a volte, ci chiederà di toccare lo schermo o strisciare il dito su di esso, anche se state giocando con mouse e tastiera oppure coi Joy-Con in pugno e la console infilata nel suo Dock. Al di là di queste incongruenze, che alla fin fine si risolvono muovendo gli stick o pigiando i tasti, a prima vista Super Dragon Ball Heroes: World Mission sembra un titolo decisamente grezzo.
I modelli poligonali sono discreti ma scarseggiano in quanto a dettagli e definizione, colpa anche di un aliasing particolarmente incisivo specialmente quando si gioca sul TV. Ancora una volta, la modalità portatile della console ibrida Nintendo ridimensiona il difetto sul piccolo schermo, ma non può certo riprogrammare la rigidità delle animazioni e la povertà degli scenari in cui si svolgono le battaglie. Tecnicamente insomma, Super Dragon Ball Heroes: World Mission è una discreta delusione che rischia di allontanare i fan interessati, e questo è un peccato perché dietro il suo aspetto antiquato si nasconde un gioco strategico molto interessante e coinvolgente. Bisogna venire a patti con una serie di ostacoli importanti, primo su tutti l'impossibilità di saltare le scenette durante i combattimenti, la cui ripetitiva frequenza viene a noia nel giro di poche ore, ma, superandoli, salta fuori un titolo molto più profondo e longevo del previsto.
La modalità Online
Croce e delizia dei giocatori più competitivi, la modalità Online rappresenta un corposo extra se rientrate in questa categoria di utenza. Abbiamo appurato una discreta stabilità dei server, ma anche una bassa affluenza di giocatori: tenete presente che per giocare online serve l'abbonamento al servizio Nintendo, ovviamente, quindi abbiamo considerato la modalità Online un valore aggiunto, valutando Super Dragon Ball Heroes: World Mission soprattutto dal punto di vista dei massicci contenuti single player.
Carte contro carte
I giapponesi giocano a Dragon Ball Heroes con le carte che hanno collezionato fisicamente, scorrendole sul lettore del cabinato per interagire durante gli scontri tra il mazzo che hanno preparato e quello dell'avversario. Il videogioco ovviamente non ha bisogno di questa meccanica: le carte si ottengono completando le missioni, sconfiggendo determinati nemici o, molto più semplicemente, pescandole casualmente nel negozio gacha dopo aver scambiato i biglietti ottenuti nelle altre modalità. Le carte doppie si trasformano in frammenti di biglietti che il giocatore può poi usare per pescare altre carte, ma anche accessori, consumabili e così via. La cosa interessante è che, impiegando i materiali ottenuti giocando, è persino possibile creare carte completamente personalizzate nel Laboratorio, nonché intere missioni da caricare in rete per gli altri giocatori. Tra questa opzione, l'Arcade, la Storia, il Torneo e la modalità Online per sfidare gli altri giocatori, Super Dragon Ball Heroes: World Mission si rivela, quindi, un titolo ricchissimo di contenuti.
Una serie di missioni tutorial spiegano il sistema di combattimento. Inizialmente può sembrare abbastanza semplice; in realtà è piuttosto complicato, soprattutto per via delle innumerevoli varianti che intervengono durante gli scontri in base alle abilità che contraddistinguono le varie carte. Gli stessi personaggi possono apparire su carte differenti con abilità e bonus completamente diversi, perciò anche le carte meno rare finiscono con avere una loro importanza e utilità, confutando l'impressione iniziale che basti formare un mazzo coi personaggi più potenti di Dragon Ball per vincere qualsiasi incontro. Alcune missioni prevedono condizioni speciali che impediscono l'uso di certe carte o infliggono svantaggi che solo alcune carte possono prevenire, costringendo il giocatore a rivedere il proprio mazzo. Fortunatamente se ne possono salvare fino a cinquanta diversi.
In generale, il giocatore può costruirsi il mazzo un po' come vuole, ma è importante bilanciare le forze in campo se si vuole vincere. Le carte si dividono in tre tipi: ci sono gli Eroi, i personaggi Élite e i Berserker. Le tipologie contraddistinguono l'equilibrio delle carte in termini di potenza e vigore, le statistiche che essenzialmente governano gli scontri, ma è importante ricordare che carte dello stesso tipo possono attaccare contemporaneamente e che ogni mazzo è composto da un totale di sette carte. Il giocatore dispone le carte sul campo di battaglia, diviso in tre strisce frontali e una posteriore. Le tre strisce anteriori determinano le performance delle carte giocate: più sono vicine ai nemici, più danni infliggeranno... e più vigore consumeranno. Se quest'ultimo si scarica del tutto, i combattenti restano storditi alla mercé degli avversari, quindi è importante capire quando attaccare e quando ricaricare le carte nella striscia posteriore, dove riposeranno e, al contempo, sosterranno i compagni ancora in battaglia con alcune abilità.
I combattimenti si dividono essenzialmente in un massimo di cinque turni. Ogni turno comincia quando il giocatore dà via al combattimento o scade il tempo di preparazione. A quel punto, attacca per primo il mazzo che ha accumulato maggiore potenza schierando le proprie carte. La potenza determina semplicemente l'ordine in cui attaccheranno i due mazzi, ma ogni tremila punti si carica un punto energia e quest'ultimo, nel turno successivo, consentirà alle carte di utilizzare i famosi attacchi speciali dei personaggi rappresentati. Tutto questo, però, succede solo se il giocatore vince il momento della "carica impeto": una specie di quick time event che determina la quantità di danni inflitti o ricevuti durante la battaglia. È per questo motivo che non è possibile saltare le scenette in cui i personaggi si menano e bisogna ricordare che alcune carte influenzano persino la difficoltà del quick time event in questione.
Gli scontri di Super Dragon Ball Heroes: World Mission sono infarciti di minigiochi che richiedono di toccare lo schermo in vari modi, magari scorrendo le dita, oppure spostando le carte da un punto all'altro, e ogni minigioco esprime una meccanica diversa, inscenando gli attacchi combinati di due o tre personaggi, le evocazioni del drago Shenron e del drago Polunga, le attivazioni delle capsule, gli interventi divini del buffo Zen-o, le fusioni, le diverse trasformazioni e così via. Al di là delle tecniche speciali iconiche, i combattimenti sono un tripudio di fanservice: le mille e passa carte nel gioco consentono una varietà di mazzi, sinergie e formazioni straordinaria, specialmente se si cominciano a considerare le abilità e le caratteristiche dei personaggi, cosa che diventa praticamente obbligatoria nelle missioni più difficili. È un sistema di gioco complesso e intricato, nascosto dietro un comparto tecnico che fa storcere il naso: se Dimps avesse curato maggiormente questo aspetto, Super Dragon Ball Heroes: World Mission sarebbe diventato un titolo imperdibile per ogni fan di Dragon Ball.
Conclusioni
Anche l'occhio vuole la sua parte. Ecco, Super Dragon Ball Heroes: World Mission è l'incarnazione videoludica del proverbio più banale del mondo. I primi minuti ci avevano scoraggiato, suggerendoci che ci trovavamo di fronte all'ennesimo tie-in mediocre incentrato sul fanservice. Salta fuori che il fanservice in questione è integrato in uno dei sistemi di combattimento strategici più complessi e stratificati che ci sia capitato di giocare negli ultimi tempi. Venendo a patti con la ripetitività delle scenette, il comparto tecnico antiquato e una narrazione che lascia il tempo che trova, i fan di Dragon Ball - un presupposto fondamentale - potrebbero restare meravigliati dalla mole di contenuti e varietà che il titolo Dimps riesce a offrire.
PRO
- Il sistema di combattimento è molto profondo
- Tantissimi contenuti
- Più di mille carte da trovare
CONTRO
- Tecnicamente antiquato
- La storia è più demenziale che coinvolgente
- State alla larga se non vi piace Dragon Ball