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Syphon Filter - The Omega Strain

Dopo tre episodi sviluppati per PSone, il team Eidetic porta finalmente la sua serie stealth-action su PlayStation2. Date una ripulita al silenziatore della vostra semiautomatica, perché Gabriel Logan è tornato. Anzi, no.

RECENSIONE di Tommaso Pugliese   —   26/07/2004
Syphon Filter: The Omega Strain
Syphon Filter: The Omega Strain
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[IMG=2948.26.z]La mappa tridimensionale del gioco, una delle cose meno riuscite.[/IMG] [IMG=2948.27.z]Ogni tanto ci si può travestire per accedere a zone altrimenti difficili da esplorare.[/IMG]

Un altro me

Al giorno d’oggi è difficile creare un personaggio dotato di un certo carisma e renderlo protagonista di una saga videoludica divisa in vari episodi. L’agente Gabriel Logan si è guadagnato il proprio spazio tra antagonisti di grande livello (tra tutti Solid Snake), dunque non riesco a spiegarmi come possano averlo “sacrificato” sull’altare del multiplayer a tutti i costi. In Omega Strain, infatti, il protagonista del gioco sarà un alter ego che creerete tramite un semplice editor all’inizio della partita. Missione dopo missione, il vostro agente salirà di grado e guadagnerà diversi accessori utili ad affrontare situazioni sempre più difficili. A Logan e ai suoi collaboratori è riservato un ruolo di “supervisori” in una faccenda che viene raccontata tramite sequenze animate e documentazioni varie, ma che in realtà è piuttosto semplice: il virus Syphon Filter è in qualche modo riapparso, e voi dovrete fermare chi lo utilizza.
L’impatto con il gioco è traumatico: nemici dappertutto, un gran numero di obiettivi da raggiungere e delle istruzioni vocali (contraddistinte solitamente dalla frase “non rimane quasi più tempo”) che si confondono nel frastuono delle sparatorie. In questa baraonda, il sistema di controllo del personaggio certamente non aiuta: levetta di sinistra per muoversi, levetta di destra per controllare la visuale, tasti dorsali secondari per scartare di lato, tasto L1 per prendere la mira in prima persona, tasto R1 per attivare la mira automatica. I pulsanti del pad servono per sparare, per rotolare e per eseguire azioni di vario genere. La croce direzionale gestisce l’inventario: premendo SINISTRA si cambia arma, con DESTRA di accende o si spegne la torcia (o il visore notturno), con GIÙ si scarta un oggetto. Infine, il tasto SELECT attiva la mappa (ruotabile e scalabile), il tasto START visualizza gli obiettivi e tutto il resto.

[IMG=2948.28.z]Il visore a infrarossi è indispensabile quando si è al buio. Peccato lo usino anche i nemici...[/IMG] [IMG=2948.29.z]Le sequenze animate tra un livello e l'altro sono al di sotto degli attuali standard su PS2.[/IMG]

Tanta carne al fuoco

La quantità di elementi da gestire è spaventosa, e purtroppo il livello di addestramento presente in Omega Strain non ci prepara di certo all’azione vera e propria. È assolutamente normale, dunque, ripetere daccapo varie volte i primi livelli, fino a capire finalmente come ci si deve muovere. La mappa tridimensionale ci mostra la posizione degli obiettivi, il che sarebbe una gran cosa se si riuscisse a leggerla con maggior precisione: gli stage sono composti sempre da più “piani”, che in questo caso si sovrappongono creando solo confusione. E mentre consultate la mappa, l’eventuale countdown continua implacabile, di pari passo con lo stress.
Trovare la strada giusta, comunque, è l’ultima delle vostre preoccupazioni. In Omega Strain c’è il solito arsenale smisurato, fatto di armi grandi e piccole, utili e inutili, ma non si può utilizzarlo al meglio fondamentalmente per due motivi: 1) il sistema di mira; 2) il fatto che i nemici sono pressoché infiniti. Il sistema di mira semplicemente non funziona: la mira automatica dà la priorità a caso anziché puntare sugli avversari più vicini, il che spesso determinerà la vostra fine prematura. La mira manuale, invece, è più precisa (consente anche il colpo mirato alla testa) ma estremamente lenta da attuare, con i risvolti del caso. Per quanto concerne i nemici, bisogna concludere che ucciderli tutti non sia una delle priorità del gioco, visto che a volte è impossibile riuscirci: non solo sono numerosissimi, ma ne arrivano di nuovi senza alcuna spiegazione logica. Come ciliegina sulla torta, la gestione delle munizioni è pessima: i programmatori avrebbero potuto lasciarne in giro per i livelli nel momento in cui si riprende da un checkpoint e si hanno i caricatori vuoti. Invece vi ritroverete in momenti cruciali senza colpi e senza la possibilità di procurarvene… be’, a meno che non vogliate lanciarvi con un coltello contro un terrorista armato di mitra.

[IMG=2948.30.z]Sulla mappa vengono indicati chiaramente tutti gli obiettivi.[/IMG] [IMG=2948.31.z]Ogni livello è ampiamente "documentato", ma sono cose a cui non penserete più di tanto.[/IMG]

Aspetto tecnico

Il primo episodio di Syphon Filter per PS2 non esalta neanche per ragioni tecniche: il livello di dettaglio è buono, ma le animazioni sono decisamente scarse sia per quanto riguarda i “buoni” che i “cattivi”, con questi ultimi contraddistinti da una varietà nulla nell’aspetto. Il nostro personaggio corre come se le gambe andassero per i fatti loro, per dirla tutta… il che, per quanto ricordo, è una sorta di marchio di fabbrica della serie, ma su PS2 ci si aspettava come minimo un rinnovamento.
Il gioco è stato completamente tradotto in Italiano, sia per i testi che per le voci, e vanta un buon doppiaggio. Purtroppo sia le musiche che gli effetti non rappresentano nulla di nuovo o di particolarmente efficace, e neanche le numerose sequenze animate hanno qualcosa da dire.

L’impatto con il gioco è traumatico: nemici dappertutto, un gran numero di obiettivi da raggiungere e delle istruzioni vocali (contraddistinte solitamente dalla frase “non rimane quasi più tempo”) che si confondono nel frastuono delle sparatorie.

Aspetto tecnico


La modalità online, cavallo di battaglia del prodotto, è purtroppo mal sfruttata e deve fare i conti con i difetti del gioco, soprattutto la mancanza di livelli “introduttivi” che pongano obiettivi più semplici da raggiungere e meno enfasi sul “fare tutto in fretta”. Trovare dei compagni di gioco adeguati, in questo senso, è praticamente impossibile…

[IMG=2948.33.z]All'inizio della partita dovete creare il vostro alter ego.[/IMG] [IMG=2948.34.z]Il tutorial iniziale non vi prepara certo ad affrontare i livelli veri e propri...[/IMG]

Commento

Forse il problema di Syphon Filter – The Omega Strain è il fatto che sia arrivato un bel po’ in ritardo su PS2, in una fase in cui c’è già molta scelta e si punta sulla grande qualità o sulle soluzioni innovative. Contare solo sulla popolarità di Gabe Logan sarebbe stato insufficiente, figuriamoci presentare un gioco che non solo non vi permette di vestire i panni del famoso agente, ma che di fatto peggiora il lavoro svolto con i tre precedenti episodi. In Omega Strain c’è tanta abbondanza ma poca sostanza: i fan della serie riusciranno magari a chiudere un occhio per i difetti del gameplay, per il caos del multiplayer, per la qualità tecnica non all’altezza di PS2.

    Pro:
  • Tantissime armi
  • Diciassette livelli in totale
    Contro:
  • Troppo caotico e impreciso
  • Tecnicamente migliorabile
  • Modalità online sfruttata male

Il multiplayer online è ancora in fase di testing, almeno per quanto riguarda le console, e Syphon Filter – The Omega Strain è uno dei tanti titoli che avvalorano questa tesi. A quanto pare, per l’avvento del videogioco “globale” i possessori di console Sony dovranno aspettare la terza generazione della loro PostazioneDaGioco, sperando che accessori come modem e microfono non vengano ancora una volta venduti “a parte”. Ma intanto cosa fa l’hardcore gamer che precorre i tempi? Gioca, appunto, con Syphon Filter – The Omega Strain, uno dei pochi prodotti (non a caso targato Sony) che pone la modalità di gioco online in cima alle proprie feature. Fu vera gloria? No.
Non è sbagliato dire che Omega Strain, senza la possibilità del multiplayer in rete, si rivela un’esperienza di gioco inevitabilmente monca. Questo perché gli sviluppatori hanno pensato bene di disegnare i livelli facendo riferimento a un team (in questo caso composto da quattro persone) che, con grande coordinazione e senso strategico, riesca a collaborare in modo efficace per raggiungere i vari obiettivi. Dei diciassette livelli che compongono il gioco, ben nove hanno questo tipo di connotazione: se non si agisce in gruppo, è praticamente impossibile portare a termine le missioni al 100%. E se non si completano del tutto i livelli, non si può accedere a nuove armi e personalizzazioni, ma soprattutto non si possono sbloccare i quattro livelli in single-player che finalmente vi mettono nei panni di Gabe Logan e dei suoi compagni. Ah, già, questo non ve l’avevo detto…