Da un po' di anni a questa parte si sta facendo particolarmente sentire il problema della preservazione storica dei videogiochi. Questo è un argomento che riemerge anche in questa recensione di Taito Milestones perché di fatto investe le operazioni di questo tipo di un valore aggiuntivo di notevole importanza. Al di là della rievocazione nostalgica, tutta dedicata a chi negli anni '80 era già un videogiocatore, queste raccolte assumono sempre di più un valore storico-documentaristico che va al di là dei singoli giochi offerti, andando a rappresentare delle soluzioni importanti nell'ottica della preservazione.
D'altra parte, i nostalgici di questi giochi sono sempre meno rispetto alla massa del pubblico attuale, mentre il fatto di poter fornire un metodo efficace per accedere ai titoli del passato diventa un problema sempre più pressante con l'andare del tempo.
La questione è molto interessante e l'abbiamo già esaminata in altre occasioni, ma ci preme qui ribadire quanto sia paradossale il fatto che un medium in grado di poter essere facilmente stoccato e riproposto in digitale senza alcuna perdita qualitativa non possa invece essere fruito facilmente, a causa di veti incrociati tra produttori e publisher e la caratteristica fondamentale dell'essere legato a uno specifico hardware posizionato in un momento particolare della storia. Questi motivi rendono praticamente inaccessibili i vecchi giochi e impediscono una preservazione storica di questi prodotti, cosa che rappresenta una perdita per tutti.
Alla luce di questa ingarbugliata situazione di non facile soluzione, ci troviamo ad accogliere queste iniziative dei singoli publisher con un certo entusiasmo, nonostante si tratti di selezioni parzialissime, essendo di fatto le uniche maniere che consentono un recupero del tutto legale del software del passato. Come abbiamo fatto anche per SNK 40th Anniversary Collection, Konami Arcade Classics Anniversary e Capcom Arcade Stadium, al di là della qualità dei singoli giochi, difficilmente valutabile al giorno d'oggi, quello che conta particolarmente è il modo in cui la raccolta è curata e viene presentata e, su questo aspetto, Taito Milestones si presenta piuttosto basilare anche rispetto agli esempi precedenti.
10 giochi storici ma non tutti iconici
Pubblicato in occidente da Strictly Limited Games e Inin Games, il catalogo dei dieci giochi presenti in Taito Milestones potrebbe risultare particolarmente sconosciuto per molti utenti occidentali, nonostante si tratti indubbiamente di giochi storici per la compagnia. Fondata nel 1953 a Tokyo, la Taito Corporation è conosciuta dalle nostre parti soprattutto per Space Invaders, Arkanoid, Rainbow Islands, Darius, Bubble Bobble e Puzzle Bubble; forse i più appassionati ricorderanno bene anche Rastan Saga e Kiki KaiKai (Pocky & Rocky). Ebbene, nessuno di questi titoli è presente nella raccolta, che propone invece per buona parte dei giochi poco conosciuti in occidente, almeno per buona parte del pubblico. Non sappiamo precisamente che criterio abbia seguito Inin Games nella selezione, se abbia dovuto fare i conti con alcune limitazioni oggettive o voluto dare risalto a titoli che hanno significato svolte particolari nella storia di Taito, rappresentando a tutti gli effetti delle pietre miliari nel cammino dell'azienda, così come dice il titolo stesso di questa raccolta.
Si parte dal 1981 con Quix, che ha inaugurato la moda dei puzzle game in cui si deve muovere un cursore per svelare lo sfondo senza incappare nei vari nemici sullo schermo, anche se la maggior parte di noi ricorda soprattutto la serie Gals Panic, direttamente derivata da questo capostipite, che vi aggiungeva la particolare nota di colore delle immagini osé da far comparire, piuttosto che questo serioso titolo iniziale, il quale ha indubbiamente il valore di essere stato il primo.
Dallo stesso anno arriva anche Space Seeker, un bizzarro sparatutto multievento che propone fasi da shooter classico a scorrimento e altre in simil-3D con una prospettiva dall'interno del cockpit della nave. Dall'anno 1982 alcuni ricorderanno Alpine Ski, ovvero una corsa sugli sci con visuale dall'alto, cercando di raccogliere bonus e coprire la maggiore distanza in un dato limite di tempo senza scontrarsi con gli ostacoli, oltre agli shooter From Line e Wild Western.
Dal 1983 cominciano a emergere i titoli più conosciuti: Chack'n Pop è un platform che fa da prototipo a Bubble Bobble, contenendo già alcuni dei personaggi e delle meccaniche che diverranno celebri con il gioco successivo, mentre Elevator Action è un arcade con elementi platform e sparatutto che qualcuno potrebbe aver visto in azione diversi anni fa. I giochi ancora godibili sono quelli più recenti: The FairyLand Story, del 1985, è un altro platform con elementi che ricordano un po' Bubble Bobble e un po' Rod Land che risulta piuttosto piacevole come gameplay e grafica, così come lo shooter a scorrimento verticale Halley's Comet del 1986, sebbene ancora piuttosto grezzo tecnicamente. Il più raffinato è sicuramente The Ninja Warriors, del 1987: un action game a scorrimento che richiama la tradizione di Shinobi, tutt'ora piuttosto piacevole anche se ovviamente molto basilare.
Assortimento ed emulazione
Le scelte effettuate per il catalogo lasciano dunque qualche perplessità: i giochi sono molto datati, ovviamente, ma a parte questo non sembrano nemmeno rappresentare proprio il meglio dell'offerta Taito anche dal punto di vista storico. Alcuni titoli sono veramente fin troppo arcaici per poter essere goduti al giorno d'oggi e il loro valore può essere riconosciuto soprattutto da chi li conosce già e può dunque soddisfare la voglia nostalgica di tornarvi sopra. Dell'intero elenco, quelli che offrono ancora un gameplay godibile adesso sono soprattutto The FairyLand Story, Halley's Comet e The Ninja Warriors, tre giochi che ben rappresentano i generi in cui Taito eccelleva, mentre gli altri hanno valore soprattutto come curiosità storica ma senza nemmeno contare su un grande legame con la memoria della maggior parte degli utenti, almeno in occidente.
Che si tratti di esperienze elementari, viste con gli occhi degli utenti odierni, è ovvio, trattandosi di giochi dei primi anni '80, ma risulta difficile comprendere perché siano stati esclusi diversi titoli dell'etichetta nipponica che potevano essere ancora perfettamente giocati da tutti: i suddetti Bubble Bobble, Rastan Saga, ma anche Darius, Rainbow Islands o lo stesso Space Invaders.
Dal punto di vista dell'emulazione, tutti i giochi presenti sono basati sul lavoro svolto da Arcade Archives, che peraltro ha già proposto diversi di questi titoli in maniera singola su Nintendo eShop. Si tratta di ottime soluzioni tecniche, che non raggiungono forse i livelli visti dalle rielaborazioni di M2, ma che riescono comunque a restituire l'esperienza originale senza tanti compromessi e con diverse opzioni di visualizzazione. I filtri e le impostazioni grafiche sono poche ma funzionali, tra le quali è presente anche la possibilità di ruotare lo schermo di 90° in modo da sfruttarlo in lunghezza, soluzione sempre molto gradita per gli arcade impostati in verticale. Per quanto riguarda altre soluzioni tecnologiche moderne, si registra la solita possibilità di salvare all'interno della partita e anche un ottimo supporto per le classifiche online, ideali per titoli di questo tipo.
L'operazione documentaristica
Estremamente basilare anche il confezionamento di questa raccolta: un elemento fondamentale nel valutare questo tipo di operazioni è proprio la cura con cui le collezioni di giochi vengono elaborate e proposte al pubblico e, da questo punto di vista, Taito Milestones fa davvero il minimo indispensabile. Al di là delle soluzioni tecniche adottate da Arcade Archives per far funzionare al meglio i titoli su Nintendo Switch rimanendo quanto più possibile fedeli agli originali ma anche con aggiunte moderne come filtri grafici e classifiche online, cosa generalmente riuscita molto bene, il publisher non ha praticamente aggiunto nient'altro all'esperienza di gioco. Tutto quello che ci troviamo di fronte è una schermata di selezione iniziale con i dieci titoli e praticamente nient'altro, senza alcuna iniziativa sul fronte "documentaristico".
Non sono presenti enciclopedie per approfondire la conoscenza dei giochi in questione, come visto in diverse altre raccolte precedenti, né extra di qualsiasi tipo come bozzetti, documenti di progettazione o altro. Anche i manuali dei singoli giochi si limitano ad algide schermate fatte ex-novo per dare qualche minima informazione sui controlli e poco altro, mancando completamente l'obiettivo di stimolare la curiosità dei neofiti o soddisfare il gusto nostalgico dei giocatori più esperti (e anziani). È un vero peccato perché queste raccolte assumono senso in buona parte grazie a queste accortezze e inoltre anche perché la quantità di giochi presenti, in questo caso, non è tale da compensare una scarsa attenzione agli elementi di contorno.
Conclusioni
Dare una valutazione numerica a veri e propri classici della storia del videogioco, usciti quasi 40 anni fa, sarebbe quantomeno arrogante - nonché alquanto privo di senso - ma possiamo certamente valutare l'operazione di raccolta proposta da Inin Games con questo Taito Milestones. Anche rispetto a vari esempi precedenti, emersi in quella che è diventata una vera e propria moda in questo periodo di anniversari storici, questa collezione di giochi non solo lascia a desiderare per quanto riguarda tutto ciò che circonda i giochi, tra extra e approfondimenti storici, ma suscita anche qualche perplessità sulla selezione dei titoli, avendo lasciato fuori produzioni Taito di grande richiamo e importanza storica, nonché probabilmente più godibili anche al giorno d'oggi. Per il prezzo richiesto, ci saremmo aspettati qualcosa di più, sia sul fronte dei giochi proposti che per quanto riguarda la cura "documentaristica" nel riproporli, che è un elemento d'importanza non secondaria in questo tipo di operazioni.
PRO
- Dieci classici d'importanza storica, riproposti tutti insieme
- Buona emulazione e adattamento, tra filtri grafici e classifiche online
- Alcuni giochi sono ancora godibili
CONTRO
- Praticamente nessun valore aggiunto applicato alla raccolta
- La selezione dei giochi presenta strane e notevoli mancanze
- Prezzo piuttosto alto