La notte è incessante come la pioggia, la malavita e i demoni interiori. Come un triade pronta a ricordarci che nulla è come sembra e che gli esseri umani, soprattutto quelli, sanno essere brutali e infidi. Non basta un giustiziere mascherato, giovane ma temprato da una vita di lutti e solitudine a risollevare le sorti di una città morente, che vive la propria sozzura crogiolandosi nella sua imponenza, dimenticando i valori e la morale.
Gotham è sporca, lurida e brutale e il The Batman di Matt Reeves è lì pronto a ricordarcelo, in una giostra di quasi tre ore che scivola via esattamente come la sua pioggia sui costumi di Robert Pattinson e Zoe Kravitz.
D'altronde l'uomo pipistrello è da sempre simbolo di una giustizia sommaria, fatta di tristezza e vendetta, quella stessa vendetta con cui Bruce Wayne si apostrofa, lasciando da parte la sua umanità e trasformandosi quasi totalmente nella creatura che interpreta.
Ed è infatti quando arrivano i titoli di coda che si tira un lungo sospiro di sollievo, consapevoli del peso portato sulle spalle da un ragazzo cresciuto troppo presto. Un peso che viene restituito dai movimenti lenti e pesanti, dalle cadute tutt'altro che spettacolari e perfette, dall'umanità di un uomo che tenta disperatamente di mantenere alto il buon nome di una famiglia che forse, dopotutto, neanche se lo merita davvero. Perché la verità è sempre nascosta sotto il velo delle menzogne e dei sotterfugi, del potere di chi sa di essere in vantaggio su tutto e tutti, che sia per diritto di nascita o per la propria posizione politica.
È per questo motivo che The Batman arriva dritto come un pugno in faccia, capace di cogliere quel cambio di rotta iniziato da Chris Nolan con la sua trilogia e che è proseguito con il racconto umano e disperato del Joker di Todd Phillips. The Batman prende il meglio di quel che è stato, lo circoscrive in una messa in scena e una fotografia da grande graphic novel e omaggia tutti, staccando di misura la portentosa progettualità della Marvel e ricordandosi che DC è sempre stata un'altra cosa.
Scopriamo come nella recensione di The Batman.
L'eredità dei Wayne
La settimana raccontata da The Batman non è per nulla casuale. La volontà di dare una così precisa connotazione al tempo del racconto, salvo poi farci vivere un'incessante notte, sono tutti elementi poetici che raccontano la tristezza di Gotham e del suo sottobosco criminale. Una metropoli che ormai da troppo ribolle nel suo stesso marciume, mangiando tutto da dentro e dando vita a un thriller da grande autore.
Badate bene, siamo molto distanti da quei cinecomic che dimenticano la propria origine. Al contrario ogni scena, ogni inquadratura, persino la fotografia lasciano intravedere la volontà di ricordare una serie di splendide tavole disegnate a mano e il ritmo del film, diviso com'è tra pacatezza, azione e investigazione, riesce a far scorrere con una insperata velocità le quasi tre ore di durata.
Mettiamo da parte le operazioni commerciali, scene post credit, le immancabili battutine per le famiglie e riprendiamo in mano l'entità stessa di cos'è Batman e di quanto davvero l'arte del fumetto sia di grande ispirazione per altrettante grandi opere. Così l'eredità delle tavole disegnate a mano si tramuta nell'eredità stessa della famiglia Wayne, tormentata e colma di non detti. Robert Pattinson ne è simulacro, rappresentazione e vittima ed è per questo motivo che non risulta necessaria alcuna origine da raccontare, lanciata qua e la con alcuni elementi che collegano al principale villain dell'opera.
L'Enigmista è un cattivo formidabile, quasi mai presente, che richiama in un certo modo la follia e l'ingegno del Joker di Nolan, ma che riesce a rimanere ancor più sullo sfondo, venendo fuori solo quando serve, interpretato da un Paul Dano spaventoso e inquietante. Esattamente come quel Joker però, anche l'Enigmista è un costrutto di Gotham e di quella stessa eredità, che svolge il proprio ruolo dietro le quinte, muovendo le fila della mafia della città e di alcuni suoi elementi chiavi come l'irriconoscibile Colin Farrel e il suo Pinguino.
La speranza
C'è un flebile speranza che si scorge per l'intera durata del film e che è ben rappresentata da Selina e dalla sua Catwoman. Una donna altrettanto distrutta, annullata dalle colpe ingiuste della sua nascita, ma che a dispetto di Batman ha ancora la possibilità di salvarsi, di lavarsi di dosso la pioggia acida di Gotham e ricominciare, caricandosi sulle spalle la voglia di sopravvivere di tutti gli altri.
È la stessa speranza di un Gordon incorruttibile, che si fida solo del suo amico mascherato e che, in nome di questa fiducia, si gioca tutto, quasi perennemente presente a schermo e mai banale nella sua attenzione ai dettagli.
The Batman è un gioco di specchi che si costruisce e si disgrega su sé stesso in maniera costante, senza mai perdere di vista il vero obiettivo: raccontare una storia oscura, come il suo cavaliere, che ci metta di fronte alla rappresentazione di una società malata e tutt'altro che a misura d'uomo. Su questo aspetto riesce davvero a centrare l'obiettivo, dandoci in cambio una grande metafora della nostra mancanza di attenzione verso il prossimo e verso la vita, dettagli che suonano ancor più forte in un momento storico come quello che stiamo vivendo attualmente.
Non è un caso che la quasi totalità del film sia in notturna, ancorata al buio tetro delle anime corrotte e degli incubi personali dei suoi protagonisti, prima di aprirsi in un'alba finale che sa di assaggio e non di reale conquista. Perché Gotham è già pronta a tornare a combattere per ricadere nell'oblio e, credeteci, non ci vorrà molto prima che accada. Matt Reeves ci tiene a farcelo sapere in una splendida sequenza finale e noi non vediamo l'ora di lanciarci nuovamente nell'affascinante oblio della sua ambientazione.
Conclusioni
Multiplayer.it
8.5
Lasciate da parte la vostra vita per tre ore scarse. Immergetevi in quelle di Bruce Wayne e di Gotham che, come nelle migliori rappresentazioni di Batman, rappresenta la vera protagonista del film. Matt Reeves è riuscito in un'impresa titanica: realizzare la summa di un lavoro sull'uomo pipistrello che raggiunge qui alcune vette quasi impensabili, seppur sperate fin dalle primissime immagini diffuse. Il Batman di Robert Pattinson è tragico, disperato e torvo e ha tutte le ragioni per esserlo. Il 3 marzo fate la cosa giusta e godetevi questo viaggio, accompagnato magistralmente dalla colonna sonora di Michael Giacchino. Non ve ne pentirete.
PRO
- Il Batman di Pattinson è azzeccatissimo
- Catwoman e gli altri personaggi classici sono veri, tangibili e umani
- Gotham e la sua pioggia notturna regalano scorci da grande graphic novel
- C'è ancora tanto da poter raccontare
- L'Enigmista ha finalmente la rappresentazione che merita
CONTRO
- Qualche purista potrebbe rimanere scottato dalla gestione dell'Enigmista