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The C64 Maxi, la recensione

La recensione del The C64 Maxi, l'evoluzione di una mini console che si è trasformata in computer, rendendo finalmente merito alla storia della macchina originale

RECENSIONE di Simone Tagliaferri   —   21/12/2019

Cos'è il The C64 Maxi? Perché agli appassionati non è bastata la più economica versione Mini? Cerchiamo di spiegarlo nel corso della recensione. Le mini console sono oggetti feticcio che solitamente vengono rimirate più che utilizzate. Sono involucri di plastica dalla forma evocante hardware del passato, che valorizziamo più come strumenti di affermazione identitaria che come macchine da gioco vere e proprie.

Thec64 3D Box Eur Final Lg

Non sono solo uno specchio più o meno fedele di ciò che siamo stati, ma soprattutto un modo per celebrarlo e riportarlo per un momento nel presente, anche se in una versione mitizzata, quasi antistorica.

Le mini console funzionano quando riescono ad avvicinarsi a questa immagine utopica, meglio sarebbe dire retrotopica, che abbiamo del nostro passato videoludico, servendo con hardware e software i nostri ricordi distorti. Per inciso, un NES mini senza Super Mario Bros. non funzionerebbe a prescindere da tutti gli altri giochi inclusi, perché il ricordo che abbiamo di quella macchina è indissolubilmente legato a quel gioco... anche se non l'abbiamo mai posseduta.

Il problema del The C64 Mini non era tanto nei titoli selezionati, quanto nell'hardware. I computer, anche negli ormai remoti anni '80, essendo delle macchine ad accesso libero e su cui chiunque poteva sviluppare e pubblicare ciò che voleva, avevano delle librerie di giochi sterminate rispetto a quelle delle console, librerie nelle quali si trovava di tutto e di più: dall'avventura testuale, al gioco di ruolo, al simulatore e a qualsiasi titolo di qualsiasi altro genere vi possa venire in mente.

Planet Of Death 00 Koch

Pensate che il Commodore 64 conta quasi 30.000 giochi prodotti nei suoi anni di attività (in verità se ne realizzano ancora oggi, ma non allontaniamoci troppo), una quantità di molto superiore a quella delle librerie di NES, Sega Master System, Sega Megadrive e Super Nintendo messe insieme. Ovviamene in quel mare magnum c'erano tantissimi titoli dimenticabili, a essere buoni, ma anche tanta sperimentazione che ha portato all'emersione di veri e propri capolavori e al consolidamento di una scena che ha fondato buona parte del mondo dello sviluppo europeo e che ancora oggi produce i suoi frutti.

Comunque sia una simile offerta e la mancanza di un produttore hardware di riferimento che finanziasse anche il software ludico (in realtà Commodore produsse giochi fino al 1984/85, ma con non molta convinzione) rende difficile legare l'identità di una macchina come il Commodore 64 a dei singoli giochi. Ognuno ha i suoi, verrebbe da dire, anche perché i modi di realizzazione e diffusione dei prodotti erano diversissimi da quelli attuali.

Questioni d'identità

Se dovessimo indicare l'elemento più caratterizzante del Commodore 64 non avremmo dubbi: il linguaggio di programmazione Basic. Era la prima cosa che si vedeva accendendolo ed era obbligatorio apprenderne alcune semplici istruzioni per poter lanciare i giochi e fare qualsiasi cosa.

Solo usando le poche cartucce esistenti, molto più costose delle cassette o dei floppy disk, si poteva bypassare il Basic, che comunque rimaneva un passaggio irrinunciabile se si voleva trarre il meglio dalla macchina. E come si accedeva a quel meraviglioso linguaggio di programmazione, che a volte dava sì tanti problemi, ma che per molti fu anche la porta verso la consapevolezza di come funzionano i computer e di come si realizzano i videogiochi? Tramite la tastiera.

Ciò che mancava al The C64 Mini era proprio questo: lo strumento principale per accedere all'elemento identitario primario di ciò che il C64 fu. Il Basic c'era, ma per utilizzarlo bisognava montare una tastiera esterna, che in qualche modo spezzava il flusso della memoria. L'inclusione di un joystick simile a quelli che giravano all'epoca non era sufficiente, per il semplice motivo che non esisteva un singolo joystick per Commodore 64, ma molti e di molte marche differenti. Anche la Commodore produsse i suoi, ma erano davvero fragili e poco maneggevoli, tanto che si passava ad altro appena si poteva. Del resto se nessuno ha chiesto di replicarli per le console celebrative un motivo ci sarà.

La tastiera invece era la stessa per tutti, con quei tasti pesanti anche alla vista che avevano un aspetto tozzo e sgraziato, in linea con quello del computer, e una corsa lunga e resistente, tanto che alle volte si finiva per batterci sopra con una discreta forza, più che premerli con la delicatezza cui siamo abituati oggi.

Hover Bovver 04 Koch

Ecco, senza una tastiera funzionante il C64 Mini falliva completamente il suo tentativo di malia e si rivelava subito per quello che era: un pezzo di plastica capace di far girare il software del Commodore 64 tramite emulazione, ma distante anni luce dall'esperienza originale, fatta non solo di giochi, ma anche di lunghe ore passate a digitare i listati rinvenuti sulle riviste che si acquistavano in edicola e di striminziti tentativi di programmazione. 10 print "Ciao mondo" / 20 go to 10 / run.

Il sistema

Il The C64 Maxi è sostanzialmente un C64 Mini con le dimensioni di un Commodore 64 vero e una tastiera funzionante, oltre che con una selezione di titoli leggermente diversa. Anche il prezzo è più generoso, visto che si parla di circa il doppio rispetto alla versione ridotta (119€ contro 79€, ma la mini si trova ormai a prezzo ridotto), ma stiamo comunque parlando di un prodotto più complesso, che ha senso proprio perché si propone come una replica il più possibile fedele all'originale.

La forma a bauletto è stata rifatta alla perfezione, così come i colori: beige topo per la scocca, marrone scuro per i tasti, a parte gli F che sono un grigio smorto. "Ora sì che il The C64 somiglia a un Commodore 64!" verrebbe da dire. Non per niente il colpo d'occhio, quantomeno per un nostalgico, è eccezionale e quasi non sembra di trovarsi di fronte a un hardware completamente nuovo.

Amc 04 Koch

Parlando di dotazione, oltre al computer nella confezione si trovano i cavi dell'alimentazione, quello HDMI e un joystick. In realtà c'è anche uno striminzito manualetto che rimanda alla versione PDF scaricabile dal sito ufficiale per avere maggiori dettagli.

Il software di sistema è invece quasi identico a quello del C64 Mini, aggiornato all'ultima versione del firmware (la 1.14), e non poteva essere diversamente. Il The C64 Maxi può quindi essere avviato in modalità carosello, con accesso immediato alla galleria dei giochi inclusi, nonché alle opzioni di configurazione, oppure in modalità originale, quindi con subito la schermata del Basic. Da notare che il software, basato sul VICE, emula perfettamente non solo il Commodore 64, ma anche il Vic 20, con tanto di sistema operativo di entrambe le macchine, scambiabili a piacimento. Anche alcuni dei giochi inclusi sono in realtà per Vic 20 e non per Commodore 64.

Come dicevamo, il firmware è già aggiornato, quindi è possibile lanciare software esterno tramite una qualsiasi pennetta USB da massimo 64GB con grande facilità, inserendola in una delle quattro prese USB presenti sulla scocca. Il sistema la riconoscerà automaticamente facendo apparire l'icona di selezione in fondo allo schermo. Da lì è possibile accedere a un vero e proprio browser di file con lo stile grafico del C64, che permette di selezionare l'immagine disco / cassetta / cartuccia desiderata. Si tratta di una possibilità importante, soprattutto per chi continua a seguire la scena moderna dello storico computer, che conta molte nuove uscite.

Psychedelia Vic20 01 Koch

Ad esempio siamo riusciti a giocare tranquillamente a titoli quali Planet Golf, Mancave, Age of Heroes, Precint 20: Dead Strange, Sizzler e altri usando le immagini fornite dagli sviluppatori stessi, già ottimizzate per la linea The C64. Infine, anche a livello di opzioni di configurazione stiamo dalle parti del C64 Mini, con la possibilità di selezionare la lingua di sistema e, soprattutto, di simulare i vecchi televisori 4:3 sui moderni schermi, sia con il segnale PAL che NTSC, un'opzione davvero molto amata dagli appassionati di retrogaming.

Il Joystick

Il joystick incluso nella confezione del The C64 Maxi è identico nell'aspetto a quello del C64 Mini, ma non nella costruzione, qui a micro switch che imita la foggia di alcuni famosi joystick del Commodore 64. Oltre alla leva centrale e ai due tasti principali, abbiamo però degli altri tasti che servono per la gestione del sistema, che danno quindi subito accesso all'interfaccia generale del firmware con relative opzioni, come il salvataggio di stato o il ritorno immediato al carosello. È molto solido nell'impugnatura, lo stick è un po' duro nei movimenti e la pressione dei tasti di gioco abbastanza pesante.

Microswitch Joystick

Se vogliamo è un'ottima replica di certi joystick che utilizzavamo all'epoca, con sofferenza annessa.

Ovviamente il joystick è già configurato per tutti i giochi pre-installati, ma funziona molto bene anche con quelli caricati esternamente, soprattutto quelli più moderni i cui sviluppatori hanno tenuto in considerazione la possibilità di utilizzo con questo nuovo hardware. L'unica difficoltà rimane quella di utilizzare i giochi che di default richiedono il joystick in porta 1. Come per il C64 Mini non esiste un sistema di scambio automatico delle porte, ma bisogna o acquistare un secondo joystick / gamepad compatibile e collegarlo (sarà assegnato automaticamente alla porta libera), oppure creare un piccolo file di configurazione per ogni gioco con cui dire alla macchina di avviare il joystick in porta 1.

I giochi

I sessantaquattro giochi pre-installati nel The C64 Maxi sono in piccola parte differenti rispetto a quelli del The C64 Mini. Molti sono stati confermati, come Alleykat, Bounder o Avenger, ma ci sono anche delle novità, come buona parte del catalogo di Llamasoft. Peccato per la rimozione di alcuni giochi di Thalamus come Hunter's Moon, Hawkeye e Creatures, che ovviamente si possono facilmente recuperare in altro modo (di Hunter's Moon esiste anche un'edizione rimasterizzata, purtroppo non utilizzabile con il The C64 Maxi o Mini).

Leggiamo l'elenco completo inclusi nel The C64 Maxi:

  • Alleykat
  • Anarchy
  • Attack of the Mutant Camels
  • Avenger
  • Battle Valley
  • Bear Bovver
  • Boulder Dash
  • Bounder
  • California Games
  • Chips Challenge
  • Confuzion
  • Cosmic Causeway
  • Cyberdyne Warrior
  • Cybernoid II
  • Deflektor
  • Destroyer
  • Everyone's a Wally
  • Firelord
  • Galencia
  • Gateway to Apshai
  • Gribbly's Day Out
  • Gridrunner (VIC 20)
  • Heartland
  • Herobotix
  • Highway Encounter
  • Hover Bovver
  • Impossible Mission,
  • Impossible Mission II
  • IO
  • Iridis Alpha
  • Jumpman
  • Mega Apocalypse
  • Mission AD
  • Monty Mole
  • Monty on the Run
  • Nebulus
  • Netherworld
  • Nodes of Yesod
  • Paradroid
  • Pitstop II
  • Planet of Death
  • Psychedelia (VIC 20)
  • Ranarama
  • Robin of the Wood
  • Silicon Warrior
  • Skate Crazy
  • Speedball 2
  • Spindizzy
  • Steel
  • Street Sports Baseball
  • Street Sports Basketball
  • Summer Games II
  • Super Cycle
  • Sword of Fargoal
  • Temple of Apshai Trilogy
  • The Arc of Yesod
  • Thing Bounces Back
  • Thing on a Spring
  • Trailblazer
  • Uridium
  • Who Dares Wins II
  • Winter Games
  • World Games
  • Zynaps
Vic20 Basic Koch


A questo punto per qualcuno varrebbe la pena di chiedersi come sono invecchiati questi giochi. Sinceramente ci sembra una domanda oziosa, perché semplicemente sono invecchiati e tutti, chi più, chi meno, richiedono una minima fatica per essere fruiti, nonché la comprensione dei limiti della macchina su cui giravano per essere apprezzati. Quando si parla di retrogaming e ci si chiede se un gioco del passato può divertire un giocatore contemporaneo si assume un punto di vista che non esitiamo a definire ottuso. La scelta per un nuovo giocatore non può essere tra Gears 5 e Nebulus, per fare un esempio, mentre un vecchio giocatore dovrebbe sapere più o meno cosa attendersi da entrambi. Quando il retrogaming diventa mitizzazione del passato, il classico "te lo ricordi", assume di fatto una sfumatura patologica. Andrebbe invece vissuto come un modo per conoscere ciò che è stato e comprendere com'è cambiato il nostro medium nel corso degli anni.

Iridis Alpha C64 01 Koch

Dovrebbe quindi essere mirato a rispondere alla domanda "da dove veniamo", senza pretendere di sovrapporlo al presente. Una specie di ricerca mossa dalla curiosità, non certo dalla noia.

Si poteva fare di meglio in termini di selezione? Considerando che, come già detto, stiamo parlando di una macchina con una libreria di circa 30.000 giochi, è facile dire che si sarebbero potute realizzare molte selezioni differenti, tutte altrettanto valide e tutte con qualche mancanza. Ciò che possiamo dirvi è che acquistare il The C64 per i giochi inclusi è da ingenui, perché rappresentano solo la punta dell'iceberg dell'esperienza. Del resto, come già sottolineato, non stiamo parlando di un sistema chiuso come le altre mini console, ma è previsto che si possa aggiungere software esterno. Senza fare i finti tonti, ciò significa che se volete giocarvi il vostro titolo preferito sul The C64 Maxi potete farlo senza problemi cercandolo nella vostra 'raccolta'. Quindi via di Wizball, Turrican e Microprose Soccer a manetta.

Conclusioni

Multiplayer.it

8.5

Il The C64 Maxi è un prodotto pensato per quelli che vogliono rivivere l'esperienza del Commodore 64 in modo completo. Il suo elemento distintivo rispetto alla versione Mini è sicuramente la tastiera, ma se vogliamo anche le dimensioni maggiori fanno la loro parte. Ovviamente il prezzo può frenare l'acquirente casuale o il retrogamer poco convinto, ma se ancora oggi seguite la scena dello storico computer della Commodore, o volete entrarci, non possiamo che consigliarvi l'acquisto.

PRO

  • Ora c'è la tastiera
  • I firmware più recenti sono più completi dell'originale del Mini
  • Facilissimo aggiungere software esterno

CONTRO

  • Il joystick rimane la parte più debole
  • Il prezzo non è proprio abbordabilissimo