Siamo al giro di boa: The Falcon and the Winter Soldier durerà sei episodi e se i primi due ci avevano convinto per il loro ritmo equilibrato e il largo spazio concesso all'introspezione e all'approfondimento dei protagonisti, questa terza settimana ci ha profondamente deluso sotto quasi ogni aspetto. I valori produttivi continuano a essere stellari, ma ci aspettavamo di più dal primo episodio che ha firmato Derek Kolstad, nientepopodimeno che il creatore di John Wick. Vogliamo immaginare che le cose siano andate così: Kolstad doveva consegnare lo script entro sera, ma la proverbiale peperonata di cozze consumata a pranzo lo ha fatto correre in bagno. "Tieni, pensaci tu", ha detto al primo stagista di passaggio. "Scrivi il resto dell'episodio, l'importante è che Sam e Bucky vadano a Madripoor e facciano cose". Kolstad non sapeva che quello stagista era in realtà un sicario della Warner Bros. inviato per boicottare il Marvel Cinematic Universe dall'interno.
Power Broker
In effetti, l'episodio comincia bene. Abbiamo John Walker che comincia a sbroccare, poi Bucky che incontra Zemo in prigione. Ve lo ricordate Zemo? Interpretato da Daniel Brühl, era il tipo fissato con l'HYDRA che ha manipolato Bucky per mettere gli Avengers gli uni contro gli altri in Captain America: Civil War. Conoscendo tutti i segreti dei Super Soldati, è ragionevolmente la pista migliore da battere se i nostri vogliono trovare i Flag Smashers. Bucky decide quindi di farlo evadere, e a questo punto The Falcon and the Winter Soldier avrebbe potuto dedicare un intero episodio alla sua rocambolesca fuga... e invece qui comincia ad andare tutto storto, perché l'evasione si risolve in un montaggio di due minuti scarsi e Zemo è fuori in un batter d'occhio. Scopriamo anche il suo lignaggio, che fa di lui un barone proprio come nei fumetti, nei quali è sempre stato conosciuto come Barone Zemo. Un retcon un po' forzato che comunque regge e dà al personaggio uno spessore interessante, facendolo diventare una specie di Batman.
In effetti, Zemo è il personaggio più interessante dell'episodio, quello caratterizzato meglio seppur appaia un po' diverso rispetto a quello luttuoso e disperato di Civil War. Otto anni e il Blip devono averlo cambiato parecchio, ma la sceneggiatura calca troppo la mano sulle similitudini coi fumetti, in cui indossa una maschera viola per nascondere il volto ustionato: nella serie, la indossa per pochi minuti, e senza alcun motivo specifico, mentre trucida i sicari che stanno alle costole dei nostri eroi. Ma andiamo con ordine. Sam e Bucky si trovano dunque a lavorare controvoglia insieme a Zemo, che li conduce nel sottobosco criminale di Madripoor, un'isola in cui si concentra la crème de la crème della malavita. La fotografia, bisogna dirlo, è splendida, e anche se non ha alcun senso vedere il terzetto che si incammina su un ponte completamente deserto, lo skyline di Madripoor che si erge all'orizzonte sembra uscito da un albo a colori della Marvel.
I nostri si recano in un nightclub e una telefonata della sorella di Sam li smaschera, costringendoli alla fuga. Poco dopo, proprio quando stanno per fare una brutta fine, sopraggiunge Sharon Carter a salvarli. Praticamente questo terzo episodio va avanti così dall'inizio alla fine, tra forzature della narrativa semplicemente provvidenziali che muovono i personaggi da una posizione all'altra. Sharon, intanto, è molto cambiata. La giovane Agente 13 dello SHIELD interpretata da Emily VanCamp, la stessa che aveva tenuto testa ad Alexander Pierce in Captain America: The Winter Soldier e che ci aveva regalato il bellissimo discorso sulle donne e i compromessi al funerale di sua zia Peggy, è diventata una ricca trafficante di opere d'arte a Madripoor dopo essere fuggita in seguito agli eventi di Captain America: Civil War. Un'evoluzione, uh, interessante. Più o meno. Sharon comunque si è indurita e accetta di aiutare i nostri in cambio di una possibilità di riscatto agli occhi del governo americano.
Insomma, seguendo la nuova pista, Sam e gli altri arrivano a Wilfred Nagel, lo scienziato che ha ricreato il siero del Super Soldato. Mentre Sharon si trasforma in John Wick e trucida da sola una banda di sicari, Zemo fa fuori Nagel a tradimento. A questo punto Bucky avrebbe dovuto quantomeno sbatterlo di nuovo in cella, e invece no. Forse è proprio in questo momento che il terzo episodio di The Falcon and the Winter Soldier mostra il suo punto più debole. È chiaro che questa serie vuole essere una commistione di più generi, passando però sempre dal buddy movie in cui i due protagonisti battibeccano ma alla fine si vogliono un gran bene. Ecco, è come se ogni tanto gli scrittori si ricordassero che Bucky e Sam devono fare qualche battuta, e ce la infilano a forza. Sharon, Sam e Bucky si riparano dietro un container, e i due eredi di Cap cominciano a litigare senza motivo. "Ma vi pare il momento?" li apostrofa la ragazza, nella più scontata delle gag da film d'azione di serie B.
A fine episodio, Sharon si separa in fretta e furia dalla squadra e se ne va per la sua strada. Per come stanno le cose, ci è sembrato persino che il suo fosse un breve cammeo, ma ci sono buone probabilità che la sottotrama prosegua. L'altro problema della serie Disney+, infatti, è che a questo punto sta mettendo troppa carne al fuoco per risolvere tutto in tre episodi soltanto. Non solo abbiamo la vicenda di Sharon e Power Broker ancora da scoprire, ma pure la sottotrama dei Flag Smashers che poi non sembrano così cattivi, tranne quando fanno le rapine clamorosamente off-screen e Karli ammazza un po' di innocenti giusto per mantenere il punto. Mettiamoci anche il Wakanda: a fine episodio, Bucky si ritrova davanti Ayo, la seconda in carica delle Dora Milaje, le guardie del corpo di Pantera Nera. Comprensibilmente infastidita dal fatto che Zemo - l'assassino di re T'Chaka - sia a piede libero e che l'abbia aiutato il Lupo Bianco per giunta.
Note a fine episodio
Insomma, un episodio in cui succede davvero di tutto, e forzatamente, senza che lo spettatore abbia il tempo di assimilare fatti e personaggi. Sul fronte del Marvel Cinematic Universe interconnesso, fortunatamente, i rimandi si sprecano. Dal taccuino di Steve Rogers, ora nelle mani di Bucky, al ritorno di Trouble Man che ci riporta alla primissima apparizione di Sam nella saga cinematografica, questo terzo appuntamento con The Falcon and the Winter Soldier punta tantissimo sui riferimenti che capiranno soltanto i fan dei film targati Marvel Studios. Uno su tutti, quello che ci ha divertito di più: Sam che chiede a Bucky di tirare avanti il sedile dell'auto, in uno spassoso rovesciamento di parti rispetto alla stessa, identica gag in Captain America: Civil War. Anche i rimandi ai fumetti sono molto interessanti.
Il più importante è sicuramente Madripoor, un'isola fittizia che nell'universo editoriale Marvel è soprattutto legata alle storie degli X-Men. In una carrellata di scene vediamo anche l'insegna del Princess Bar di Selby: sebbene questo personaggio non abbia una controparte cartacea, nei fumetti il Princess Bar appartiene a Tyger Tiger e... Wolverine. Quest'ultimo, infatti, lo considera un po' come il suo quartier generale ogni volta che va a Madripoor, e per un certo periodo lo ha frequentato facendosi chiamare il Guercio. Ovviamente non ha senso vedere in Madripoor più di quel che è, e certo non sarà in questa serie che Kevin Feige comincerà a introdurre i mutanti, ma i diritti su Madripoor appartenevano a Fox prima dell'acquisizione da parte di Disney, proprio come gli X-Men. Poco da aggiungere, invece, su Nagel: nei fumetti, lui è proprio lo scienziato che sperimenta il siero sui soldati di colore, sacrificandone a centinaia prima di trasformare Isaiah Bradley nel Captain America segreto.
Prima di parlare di Zemo, vogliamo vedere la sua dimora e scoprire se la serie scenderà più nel dettaglio riguardo alla sua famiglia. Magari ci spiegheranno anche il cappuccio viola, che nei fumetti ha un significato preciso. Per concludere vogliamo invece concentrarci su Sharon Carter, ora molto più simile ai fumetti rispetto alle sue prime apparizioni nel Marvel Cinematic Universe. Quando comparve su schermo per la prima volta col nome in codice Agente 13, sembrava proprio che i fratelli Russo volessero solo ammiccare alla sua controparte a fumetti, salvo poi lavorare meglio sul personaggio in Civil War. La Sharon di The Falcon and the Winter Soldier è cazzuta - scusate il francesismo - proprio come quella a fumetti, che ha una storia lunga e complicata, nonché una relazione tormentata con Steve Rogers. La nostra speranza è che il ritorno di Emily VanCamp non sia stato un caso isolato, e che d'ora in poi rivedremo il suo personaggio nel Marvel Cinematic Universe più spesso.
Conclusioni
Multiplayer.it
5.0
Una puntata men che mediocre sotto il profilo narrativo, portata avanti a forzature, improbabili colpi di scena e decisioni controverse che sfidano ogni logica o caratterizzazione precedentemente impostata. Sul fronte delle coreografie e della fotografia, The Falcon and the Winter Soldier rimane un prodotto di altissima qualità, ma la sceneggiatura e i dialoghi firmati dal creatore di John Wick, sebbene ricchissimi di rimandi al Marvel Cinematic Universe, lasciano parecchio a desiderare. Abbiamo ancora tre episodi: speriamo che questo sia stato uno scivolone isolato e la miniserie si riprenda già la prossima settimana.
PRO
- Il Barone Zemo
- Madripoor
CONTRO
- Continue e improbabili forzature nella storia
- Bucky e Sam non hanno la giusta chimica
- Troppe sottotrame e troppo poco tempo per gestirle bene