L'altra faccia della medaglia
Come più volte affermato dagli stessi sviluppatori, The Getaway ha poco a che spartire con titoli come GTA3 e relativo spin-off, ai quali può essere accomunato solo per la smodata (forse a tratti gratuita) violenza; per il resto, il gioco che più gli si avvicina è Mafia per Pc.
Puntando su un approccio decisamente cinematografico, The Getaway mette il giocatore (almeno inizialmente) nei panni di un ex-rapinatore di banche chiamato Mark Hammond, che ha finalmente espiato le proprie colpe e si appresta a vivere una vita onesta insieme alla moglie ed al figlio. Purtroppo però uno dei suoi vecchi e squilibrati “soci” d'affari gli uccide la moglie e rapisce il figlio, costringendo il nostro Mark a rientrare nel “giro” e a iniziare una vera e propria guerra privata sia contro la polizia che contro le altre fazioni che controllano il territorio londinese.
La tipologie di missioni presenti in The Getaway possono essere spezzate in due grossi tronconi: le sezioni a piedi, dove Mark dovrà compiere azioni più o meno suicide, e missioni a bordo di autoveicoli, che potranno essere rubati in qualsiasi momento (sì, c’è anche il famoso double decker, il bus a due piani londinese) e serviranno per raggiungere determinate locazioni oppure speronare altri veicoli.
La storia stessa si dipanerà attraverso due diversi punti di vista, quello del “cattivo” Mark Hammond, aggettivo messo di proposito tra virgolette perché lo svolgere della trama non sarà esente da colpi di scena, e quello del detective Carter.
Proprio per mantenere un preciso taglio cinematografico all’interno del gioco, il Team Soho ha deciso di epurare lo schermo da qualsiasi indicatore o hud di sorta, lasciando visibili solo il nostro personaggio e il mondo che lo circonda. Quando ci troveremo ad affrontare missioni a bordo di automobili, potremo orientarci grazie alle frecce del nostro veicolo, che indicheranno la direzione da seguire per raggiungere l’obbiettivo della missione.
Nelle sezioni a piedi invece, potremo controllare il nostro stato di salute scorgendo le macchie di sangue che compariranno sul protagonista e mediante la sua andatura: maggiori saranno i danni subiti e più il deambulare del nostro alter ego digitale diventerà lento e incerto.
La nostra energia potrà essere ristabilita appoggiandoci ai muri e rimanendo fermi per qualche secondo, caratteristica sicuramente in sintonia col gioco, ma che può portare a continue interruzioni nello svolgimento dell’azione; soprattutto all’inizio, quando si ha poca confidenza con il sistema di controllo. Le movenze a disposizione dei protagonisti principali si collocano nello standard per il genere; Mark può appoggiarsi al muro e strisciare, sparare esponendo solo il braccio, eseguire una capriola in modo da evitare i proiettili, usare o meno la mira automatica.
L’impossibilità purtroppo di ruotare la visuale a proprio piacimento rende (almeno inizialmente) abbastanza difficile destreggiarsi durante gli scontri a fuoco, ma in generale la situazione migliora con la dovuta pratica.
Le sezioni nelle quali saremo a bordo di veicoli si rivelano molto divertenti ed immediate, soprattutto durante le fasi di fuga/inseguimento. Il modello di guida si colloca nel filone arcade e non ambisce certo a una rigorosa simulazione fisica, con un’impostazione che ricorda per certi versi Metropolis Street Racer di Bizarre Creations.
L’implementazione dei danni ai veicoli si rifletterà anche sul controllo della macchina, non sarà raro infatti che la polizia ad un posto di blocco vi buchi una ruota, oppure che i ripetuti incidenti modifichino l’assetto della vettura, fino a renderla incontrollabile.
Ma come si lascia giocare?
Gestire un titolo come The Getaway non era affatto facile, e purtroppo le diverse imperfezioni e mancanze che caratterizzano il titolo sono qui a confermarlo.
Le missioni, seppur in buona misura esaltanti, seguono un canovaccio ben preciso tra sparatorie, inseguimenti in macchina e rarissime situazioni in cui bisogna usare la testa anziché la forza bruta. Le routine di intelligenza artificiale sono molto semplificate, si limitano infatti a farvi inseguire dai nemici e a farvi sparare, senza seguire percorsi alternativi o di copertura dietro particolari oggetti (tranne in rare occasioni). La polizia talvolta sembra essere eccessivamente reattiva alle nostre infrazioni, e la mancanza di uno specchietto retrovisore o di una qualsivoglia visuale posteriore non aiuta in tal senso. Gli stessi passanti il più delle volte correranno all’impazzata in circolo, venendo inevitabilmente colpiti durante una sparatoria od un folle inseguimento. La scelta di eliminare l'hud e la possibilità di agira manualmente sull'orientamento della telecamera è originale e realistica, aggiunge immersività, ma porta, soprattutto alle prime battute di gioco, un po' di disorientamento.
Detto questo, The Getaway ha anche diverse frecce al proprio arco, grazie all’ottima strutturazione di molte missioni, ad una buona trama che fa da supporto alla nostra avventura, fino alla possibilità di scorazzare nella città di Londra con i mezzi più disparati. Senza dimenticare che, una volta portato a termine il gioco, si potrà girare liberamente per la città.
Tecnica mon amour...
Il lavoro svolto dal Team Soho nella riproduzione di Londra è stato mastodontico, e i risultati si fanno sicuramente apprezzare. Ogni pub, negozio o edificio (soprattutto nella zona centrale) è riprodotto in maniera fedele sie negli esterni che negli interni, dotati di texture che vanno dal buono al discreto, ma che in generale brillano per varietà.
Le stesse cut-scene, realizzate col motore grafico del gioco, sono di ottima fattura, con una realizzazione per quanto riguarda i volti tra le migliori apparse su Playstation2. La città di Londra è inoltre molto popolata, la varietà di auto presenti molto buona così come la loro modellazione poligonale, che beneficia anche di effetti di enviromental-mapping per alcuni oggetti che adornano le strade.
Tutto questo si ripaga però in termini di cali di fluidità nelle situazioni più affollate, che tuttavia non intaccano nella maniera più assoluta la giocabilità. Per proporre un reparto grafico all’altezza, i ragazzi del Team Soho sono dovuti ricorrere ad alcuni compromessi, in primis con l’uso intensivo di texture "blurrate" in lontananza, che perdono inevitabilmente di qualità se osservate da vicino (parliamo soprattutto degli esterni). La mancanza inoltre di una visuale completamente controllabile dal giocatore, oltre che una precisa scelta di design, è probabilmente da giustificare con il fatto che il motore grafico non riesce a gestire cambiamenti di scena bruschi e aleatori.
Dal punto di vista audio il gioco può godere di un'ottima localizzazione in italiano ed è interamente doppiato da attori decisamente capaci. Nei dialoghi le volgarità abbondano, tanto da chiedersi se non si sia esagerato un po' troppo con il turpiloquio, a più riprese assolutamente gratuito.
Un titolo non adatto ai videogiocatori più giovani quindi, anche per il tipo di missioni che dovremo affrontare e per le ambientazioni nelle quali sono ambientate (localini del quartiere di Soho che definire "a luci rosse" è poco...). Da segnalare infine la presenza delle modalità 60hz e progressive scan, ulteriore valore aggiunto alla parte tecnica del gioco.
Commento
The Getaway non è il capolavoro che tutti si aspettavano, ma ha il raro pregio di finire in crescendo e di invogliare il giocatore a vedere cosa riserva la storia fino al completamento.
Le missioni vanno dal mediocre all’esaltante, ma in generale possiamo affermare che il lavoro svolto dal team Soho, pur pieno di imperfezioni e mancanze, si rivela essere di buon livello, con una riproduzione di Londra adeguata e che fornisce un’ottima sfida.
Un'esperienza da provare per tutti i possessori di PlayStaton 2 e un acquisto caldamente raccomandato.
- Pro:
- Riproduzione di Londra molto ben realizzata
- Alcune missioni esaltanti
- Tecnicamente buono
- Contro:
- Intelligenza artificiale semplicistica
- Poca libertà
- Mancanza di reali innovazioni
Commento
Attenzione! Come ben si evince dal bollino in copertina, un bel Vietato ai Minori di 18 anni, The Getaway non è certo un titolo adatto a tutti, a causa dell'alta dose di violenza e di turpiloquio. A nanna i bambini!
Londra è una città bellissima. Immensa, multi-etnica, piena di colori e viva anche di notte. Solo il tempo grigio nel limita in parte lo splendore, ma la sua nebbia pressochè è anche una delle caratteristiche che l’hanno resa così affascinante.
Il Team Soho con molto coraggio (e un budget milionario) ha cercato di riprodurre nella maniera più realistica possibile questa stupenda metropoli, mappandola per oltre 40 km quadrati e portandola direttamente su Playstation2. E non si è fermato qui, visto che alla certosina riproduzione della città ha voluto aggiungere un ambizioso progetto di film interattivo, con attori digitali perfettamente ricreati, motion capture ad altissimi livelli, ore ed ore di dialoghi e una trama avvincente e complessa.
Inutile dire che attorno a questo The Getaway, annunciato più di due anni fa e ritardato più volte, si è creato un hype di proporzioni gigantesche, a cui difficilmente si riesce a sopravvivere...
E proprio partendo da questo presupposto bisogna giudicare il gioco: dimenticatevi le splendide immagini renderizzate apparse qualche tempo fa, l’ultima fatica del Team Soho è si un buon gioco, ma assolutamente non un capolavoro come qualcuno (forse più di uno) si sarebbe aspettato.