Dobbiamo ammettere che c'è stato un momento, un lungo momento, a cavallo tra il quarto e il sesto episodio di The Mandalorian, in cui la nostra fede in Dave Filoni e Jon Favreau ha vacillato. Se avete letto la nostra recensione delle prime quattro puntate, allora saprete che nell'insieme di una serie curatissima e piena di potenzialità, ci era piaciuto meno il poco spazio riservato agli interessanti comprimari del protagonista, nonché il formato episodico che sembrava trascurare la storyline principale a favore di un susseguirsi di avventure a sé stanti.
E forse non è un caso che la prima serie televisiva ambientata nell'universo di Star Wars a fare il suo esordio su Disney+ sia stata paragonata a un videogioco fatto di missioni secondarie, boss intermedi e nuovi stage. C'è persino il crafting! Nelle prossime righe vi spiegheremo in che modo questa prima stagione di The Mandalorian si è chiusa al di sopra delle nostre aspettative: casomai non fosse chiaro, stiamo entrando nel campo degli SPOILER, le anticipazioni sulla trama, e quindi vi sconsigliamo di proseguire con la lettura se non avete ancora visto l'ottavo episodio o state aspettando che Disney+ arrivi in Italia la prossima primavera.
Gli episodi dello sconforto
A scanso di equivoci, ci teniamo a precisare che gli episodi 5 e 6 di The Mandalorian sono comunque un valido intrattenimento: semplicemente, poco hanno aggiunto alla storia che Favreau e Filoni hanno voluto raccontare con questa stagione pilota, puntando invece molto di più sul fanservice. Il quinto episodio, Il pistolero, si svolge tutto su Tatooine, il famosissimo pianeta su cui sono cominciate le disavventure della famiglia Skywalker. Il Mandaloriano è costretto a un atterraggio di emergenza e si ritrova ad aiutare un giovane cacciatore di taglie per pagare le riparazioni della Falcon's Crest. L'obiettivo è Fennec Shand, un'assassina interpretata da Ming-Na Wen, meglio nota come Melinda May in Agents of SHIELD. È probabile che la rivedremo, a giudicare dalla brevissima sequenza a fine episodio, mentre è molto più definitivo l'addio a Toro Calican che, comunque, non è che ci avesse particolarmente impressionato: è un episodio prevedibile e non proprio brillante, forse il più debole della stagione.
Nel sesto episodio, Il prigioniero, Mando si unisce a una squadra di ex criminali per una missione di salvataggio: il fratello di Xi'an, una Twi'lek, è rinchiuso in un'astronave della Nuova Repubblica e il party dovrà liberarlo. Seguono tradimenti e colpi di scena nei corridoi della nave con qualche citazione di Alien e Predator all'acqua di rose e un finale abbastanza prevedibile in cui il Mandaloriano fa giustizia con l'aiuto indiretto di una squadriglia di Ala-X. Un altro episodio che non aggiunge praticamente nulla alla storyline centrale e che mette in secondo piano persino il rapporto tra il protagonista e il Bambino, anche se ormai tutti lo chiamano Baby Yoda. Il piccolo continua a essere un adorabile concentrato di ingenuità, innocenza e buoni sentimenti che venderà milioni di gadget, peluche e Funko POP non appena cominceranno a girare per i negozi. Però, ecco, a questo punto eravamo abbastanza perplessi: due episodi alla fine, e The Mandalorian barcollava già da due settimane.
Gli episodi della ripresa
Nel settimo episodio esplode la componente RPG di The Mandalorian. Completate le sidequest, Mando ha raggiunto il livello necessario a sbloccare una nuova missione nella campagna e Greef Karga lo contatta per chiedergli aiuto: nonostante i trascorsi, il capogilda ha bisogno del Mandaloriano per sbarazzarsi degli Imperiali che hanno occupato Navarro. Mando recluta quindi i PNG incontrati in passato, l'ex ricognitore Cara Dune del quarto episodio e l'Ugnaught Kuill che lo aveva aiutato nelle prime due puntate. Quest'ultimo, nel frattempo, ha riparato e riprogrammato il droide IG-11 che si unisce al party: con un tank, due damage dealer e un healer, la Falcon's Crest torna a Navarro e ovviamente tutto va a rotoli perché Karga non era stato esattamente sincero. Baby Yoda sfoggia un altro potere della Forza che abbiamo visto anche ne L'Ascesa di Skywalker, ma il party perde giocatori proprio all'arrivo del boss finale a fine puntata: Giancarlo Esposito, il Gus Fring di Breaking Bad che qui interpreta il malvagio Moff Gideon.
Per quanto possa sembrare buffo il nostro riassunto videoludico, bisogna dire che già il settimo episodio rimette The Mandalorian in carreggiata con una scrittura migliore e un'oretta densa di avvenimenti, sorprese e scene d'azione che sviluppano la storyline imbastita nelle puntate precedenti grazie anche a una regia solida e a una colonna sonora d'eccezione. Il tempo dedicato alla caratterizzazione di Kuill rende più dolorosa la sua dipartita, giustificando in modo intelligente il ritorno di IG-11 e la sua nuova identità, mentre Mando stringe legami maggiormente camerateschi con Cara e Karga. A discapito di ogni dubbio, il cerchio si chiude ottimamente nel season finale diretto da Taika Waititi, il talentuoso regista che ha già lavorato per Disney a Thor: Ragnarok. L'ottavo episodio, infatti, mescola col giusto equilibrio tutti i tratti essenziali di un racconto ambientato nell'universo di Star Wars, a cominciare dal gustoso siparietto coi due assaltatori a inizio episodio che farà sorridere i fan.
L'episodio finale, infatti, affonda gli artigli nella saga e risponde a numerose domande che ci siamo posti in questa season. Nel corso della puntata, apprendiamo il vero nome del Mandaloriano e, soprattutto, scopriamo che non è un Mandaloriano: Favreau, che ha scritto la puntata, ci spiega in modo semplice e chiaro alcuni aspetti importanti della cultura mandaloriana, gettando le basi per un finale che spalanca le porte alla prossima stagione. Vediamo anche Mando - anzi, Din Djarin! - in faccia, cogliendo qualche primo piano di Pedro Pascal, e torniamo nel nascondiglio dei Mandaloriani per il tanto atteso upgrade all'equipaggiamento. La puntata scorre che è una meraviglia tra scontri a fuoco ben coreografati - ci piace il fatto che Mando sia un normale essere umano e, sebbene gli Imperiali abbiano una pessima mira, le prenda regolarmente - e ottimi effetti speciali. Finalmente comincia a schiarirsi anche la nebbia intorno a Baby Yoda e i suoi poteri, si nominano i Jedi e Mando sblocca una nuova missione: trovare il pianeta d'origine del Bambino.
C'è il tempo per un ultimo sacrificio e per il combattimento finale con il Moff Gideon a bordo del suo caccia TIE, uno spettacolare quick time event che si conclude con la vittoria dei nostri eroi. Il party si scioglie: ognuno va per la sua strada, si piangono i caduti e una nuova avventura ha inizio nella galassia lontana lontana, mentre Gideon, creduto morto, ha un'ultima sorpresa per noi quando esce dal relitto del suo TIE impugnando nientepopodimeno che la Darksaber, la leggendaria arma rituale che i sovrani mandaloriani si tramandano da generazioni. Un'arma che abbiamo visto l'ultima volta in Star Wars Rebels e che ci ricorda prepotentemente come ci sia Dave Filoni a tirare le redini dietro le quinte. La seconda stagione, insomma, promette faville. Scopriremo finalmente il nome della specie di Yoda? Din vendicherà Mandalore in un nuovo scontro con Gideon? Incontreremo vecchie conoscenze legate alle storie mandaloriane scritte da Filoni come Sabine Wren, Bo Katan o Ezra Bridger? E se Mando trovasse un Jedi per addestrare il Bambino, un Jedi tipo... Ahsoka Tano?
Conclusioni
Multiplayer.it
8.5
La verità è che le ultime due puntate di The Mandalorian hanno riacceso il nostro entusiasmo, trasmettendoci tutta la passione del team creativo. Sappiamo per certo che Dave Filoni è stato incaricato di supervisionare attentamente Star Wars per conto di Disney e conosciamo benissimo il suo straordinario lavoro su The Clone Wars e Star Wars Rebels, nonché il suo amore per il mito di Mandalore. A conti fatti, considerando anche l'ottima accoglienza di critica e pubblico, la seconda stagione di The Mandalorian potrebbe essere tranquillamente migliore della prima che, a nostro avviso, ha rappresentato un ottimo esordio per la serializzazione su Disney+.
PRO
- L'avvincente finale di stagione promette grandi cose
- A costo di essere banali: Baby Yoda!
- Le atmosfere insolite che riescono a trasmettere lo spirito di Star Wars
- La varietà di scenari e creature mostrate
CONTRO
- Un paio di episodi abbastanza deboli a metà stagione
- Non tutti i comprimari sono stati caratterizzati con la stessa cura
- Chi non conosce la storia di Mandalore faticherà a cogliere alcuni riferimenti come la Darksaber o la Ronda della Morte