Ahi, lasso! La guerra santa è finita e la pugna non è ormai più d'uopo, financo proibita, come placare lo spirto guerriero ch'entro ci rugge? Scopriamolo nella recensione di The Procession to Calvary, un'avventura grafica che si regge perfettamente in bilico tra il capolavoro e l'eresia. Joe Richardson è la geniale mente che ha ideato una specie di genere a sé stante: così come il precedente Four Last Things, anche questa è un'avventura grafica alquanto peculiare, tutta basata su dipinti di epoca rinascimentale ma parzialmente modificati, scomposti e riposizionati, oltre ad essere animati con effetti a dir poco esilaranti. Il risultato è una dissacrante revisione di personaggi, ambientazioni ed eventi storici effettuata attraverso la sistematica ridicolizzazione di grandi capolavori dell'arte rinascimentale: le opere di Michelangelo, Bosch, Rubens, Rembrandt, Vermeer, Velazquez, Canaletto e altri vengono usate come scenari e distorte in maniera quanto più possibile ridicola, una roba da far impallidire critici e storici dell'arte ma da far sganasciare dalle risate molti altri.
C'è da fare una premessa: perché The Procession to Calvary funzioni a dovere è necessario essere un po' sintonizzati sul particolare umorismo che lo anima. Per capirsi, è un gioco che sembra uscito direttamente dalla mente dei Monty Python, non per nulla "Pythonesco" è proprio la definizione che lo stesso Richardson utilizza per descriverlo e se avete visto il film Monty Python e il Sacro Graal potete farvi un'idea di come funzioni il tutto. Il risultato è un po' come una reinterpretazione di una storia cavalleresca ambientata direttamente all'interno di dipinti dei Grandi Maestri rinascimentali, scritta però sotto pesante influsso di oppiacei.
Come tutte le grandi storie, la premessa iniziale è alquanto semplice (e tale resta anche in seguito, in effetti): la protagonista è una cavaliera che durante una misteriosa "guerra santa" si è fatta prendere un po' troppo la mano e non riesce più a contenere il suo irresistibile istinto omicida dopo la fine delle ostilità. Siccome il regno è ormai in pace e la violenza gratuita non è più ben vista, l'unica soluzione per sfogarsi è eliminare il malvagio Heavenly Peter, capo della fazione avversa, che regna nei territori del sud. Il picaresco viaggio necessario per raggiungere il nemico è costellato di strani personaggi, situazioni folli, dialoghi assurdi ed enigmi da risolvere, in quello che può essere definito un classico punta e clicca ma che di normale ha veramente poco.
Una storia di cappa, spada e follia
L'azione si svolge all'interno di schermate composte da versioni modificate di celebri quadri rinascimentali, illustrando in questo modo il viaggio della protagonista per raggiungere Heavenly Peter. Il controllo, nel tipico stile punta e clicca, si svolge attraverso una semplice interfaccia che consente di guardare, parlare e interagire con personaggi ed elementi dello scenario, quasi sempre con risultati esilaranti. Con un semplice trascinamento è possibile usare gli oggetti dell'inventario e c'è poi un'ulteriore variante da dosare con parsimonia: sguainando la spada è possibile dare origine a interazioni diverse e spesso decisamente efferate, cosa che può causare conseguenze importanti nel prosieguo della storia. La protagonista tende sempre a risolvere i problemi mozzando teste, ma tali soluzioni possono comportare variazioni nel mondo circostante che portano infine a finali diversi, dunque è necessario effettuare varie run per scoprire tutti i modi in cui può concludersi la storia.
Gli enigmi sono solitamente piuttosto semplici ma questa possibilità di intraprendere strade diverse incrementa sia la profondità del gioco, implementando delle interessanti ramificazioni, sia la sua longevità, costringendo a ripetere più volte l'avventura per scoprire i vari percorsi, cosa estremamente importante considerando che la sua durata è davvero esigua, ricadendo all'interno delle tre ore per una singola run.
La scrittura di Richardson è l'arma principale con la quale The Procession to Calvary colpisce al cuore: recuperando elementi tipici della cultura medievale e rinascimentale, mischiando l'inglese antico allo slang attuale più terra-terra e sostanzialmente prendendo in giro tutto e tutti con una satira dissacrante, rende veramente difficile non ridere di gusto seguendo questo folle racconto. È notevole come riesca ad essere per certi versi arguto e colto ma anche tremendamente grezzo e pure offensivo per alcuni: quando ci si trova ad essere pesantemente sbeffeggiati da una non meglio specificata "signora con bambino su un asinello", o si incontra una sorta di prestigiatore da due soldi che sembra essere protagonista di una certa ultima cena e pare possedere il segreto della camminata sull'acqua, viene da pensare che questo gioco avrebbe potuto incontrare qualche guaio serio se avesse raggiunto una notorietà troppo ampia.
Infine, una menzione speciale per l'accompagnamento audio: ogni ambientazione è supportata da un brano musicale tratto dal repertorio classico che va dal 500 al 700. Il bello è che musicisti e orchestre sono sempre ben visibili all'interno della scenografia, con la gag ricorrente che rende la colonna sonora un elemento rigorosamente diegetico, contrariamente a quanto ci si potrebbe aspettare.
Conclusioni
Se siete in sintonia con il tipo di umorismo proposto, che ricorda da vicino quello di certi sketch dei Monty Python, allora The Procession to Calvary è un'esperienza imperdibile, una vera e propria perla rara nel panorama videoludico. Di per sé, come follia interattiva che percorre la sottile linea tra l'umorismo intellettuale e il grottesco demenziale, riesce ad essere praticamente un capolavoro. Può essere grezzo, blasfemo a tratti ma anche incredibilmente sofisticato e intelligente e già per questo meriterebbe di essere provato da tutti, ma il suo problema è che dev'essere valutato anche come videogioco e da questo punto di vista presenta chiaramente delle lacune. Gli enigmi sono piuttosto semplici e poco strutturati e la durata è veramente esigua, questo va detto, ma i suoi difetti vengono ampiamente superati dalla qualità della scrittura e dal carisma che trasuda da ogni quadro di questo impertinente pastiche d'arte rinascimentale.
PRO
- Fa veramente ridere
- Interessanti le possibili evoluzioni della storia
- Per forza di cose, grafica e audio sono notevoli
CONTRO
- Gli enigmi non sono particolarmente complessi o strutturati
- Molto breve