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The Sinking City, la recensione su Nintendo Switch

Torniamo nell'inquietante cittadina di Oakmont per vedere come se la cava The Sinking City su Nintendo Switch in questa recensione

RECENSIONE di Giorgio Melani   —   13/09/2019
The Sinking City
The Sinking City
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Se nonostante tutti gli horror disponibili sul mercato videoludico di questi tempi siete alla ricerca di qualcosa di particolare e magari più afferente a una certa tradizione letteraria, questa recensione di The Sinking City per Nintendo Switch potrebbe risultarvi particolarmente interessante, anche se bisogna dire subito che la versione presa qui in esame non è propriamente la migliore espressione disponibile dell'avventura Frogwares.

C'è sempre stato un rapporto di particolare vicinanza tra l'universo letterario di Lovecraft e i videogiochi, per le atmosfere tipiche dei lavori dello scrittore o per la naturale attinenza alle sue opere che si rileva tradizionalmente negli ambienti della community videoludica e ruolistica (in una parola: nerd), ma ormai Cthulhu e compagnia sono usciti da un pezzo dalla nicchia diventando una sorta di fenomeno pop. Non molte volte è stato però tradotto in videogioco l'aspetto dell'orrore metafisico lovecraftiano che si rileva in The Sinking City: forse anche per una maggiore adesione ai generi videoludici troviamo spesso riferimento all'horror più personale e intimista, come nel recente Call of Cthulhu o nel classico Alone in the Dark, mentre qui abbiamo a che fare con l'aspetto più allargato, sociale e urbano delle visioni inquietanti di Lovecraft, cosa che lo avvicina alquanto al Dark Corners of the Earth di Bethesda. È, questa, una caratteristica che rende il titolo molto interessante, anche perché gioca senza troppi timori reverenziali su alcuni aspetti più controversi delle opere dello scrittore di Providence, mettendo in scena paure e orrori che sfociano in argomenti complessi come la xenofobia, il rapporto con il diverso e la decadenza morale dei tempi moderni, per cui il senso di minaccia e fine incombente assume l'aspetto di una sorta di condanna inflitta dalle antiche divinità alla società corrotta.

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Sono dunque ottime le premesse di questa avventura investigativa, che unisce alle caratteristiche peculiari dei giochi Frogwares (diventata famosa con la serie cult su Sherlock Holmes) un soggetto di grande interesse e colto anche in un'accezione non proprio abusata. Peccato che le buone idee non siano riuscite a tradursi perfettamente in un gioco altrettanto positivo.

Charles Reed e lo strano caso della città che affonda

L'investigatore privato Charles Reed è un reduce di guerra e di un misterioso naufragio che l'ha lasciato segnato nella psiche ma anche arricchito da un particolare potere di ricostruire gli eventi passati. È un uomo tormentato da incubi e visioni apocalittiche che sembrano avere a che fare con abissi marini e gigantesche creature primordiali, suggestioni straordinariamente simili ai deliri di molti abitanti della cittadina di Oakmont, colpita da quella che sembra un'ondata di psicosi collettiva legata a una strana condizione in cui versa da tempo la zona. Richiamato dalla lettere di un ricercatore, Reed si ritrova a indagare sul mistero della città che affonda, scoprendo gradualmente che dietro alla progressiva e lenta inondazione che sta inghiottendo Oakmont si cela un orrore di difficile comprensione, in qualche modo legato al suo passato dimenticato ma in grado di minacciare il futuro di tutta l'umanità.

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Per tutti gli elementi di base del gameplay e della storia vi rimandiamo alla recensione di The Sinking City scritta un paio di mesi fa da Davide Spotti per la versione PC, limitandoci qui a richiamare a grandi linee le caratteristiche del gioco e analizzare soprattutto la sua trasposizione su Nintendo Switch.

Dicevamo che Frogwares è un team specializzato soprattutto sulle avventure grafiche investigative e questo risulta evidente anche in questa produzione: la scrittura è ricca e piacevole e chiaramente il gioco dà il meglio di sé nelle fasi di indagine, mentre cala tremendamente in quelle d'azione che sembrano quasi corpi estranei infilati a forza nella struttura del gioco per renderlo più appetibile a un pubblico allargato. Questo risulta evidente anche dalle meccaniche del gameplay, pesantemente squilibrate a favore delle fasi investigative: da una parte troviamo dialoghi interessanti con scelte multiple, un potere speciale che consente di ricostruire gli eventi passati e un geniale sistema di organizzazione di indizi e prove con costruzione di ipotesi diverse, mentre dall'altra, nelle situazioni di scontro il titolo si riduce a un legnoso abbozzo di action in terza persona parzialmente arricchito da un sistema di esperienza e skilltree poco amalgamato col tessuto del gioco.

Una versione azzoppata

Se grafica e performance non sono mai stati proprio i punti di forza di The Sinking City nelle sue versioni iniziali, la trasposizione su Nintendo Switch abbassa ulteriormente il livello tecnico andando a rasentare livelli decisamente bassi in alcuni frangenti. La riduzione della risoluzione, della complessità grafica e degli effetti sono drastiche e si notano anche senza andare a contare i pixel, ma si tratta di un compromesso inevitabile per adattare il tutto alle esigenze dell'hardware di Nintendo Switch. Alla luce di questo, però, e considerando che la console Nintendo ha sostenuto egregiamente altre operazioni di porting su titoli dalla complessità similare, risulta meno accettabile una certa instabilità di performance che caratterizza questa versione, il cui frame-rate oscilla in certe situazioni più impegnative, oltre a presentare alcuni problemi come caricamenti ritardati delle texture.

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Altro problema, forse anche più fastidioso ma probabilmente risolvibile più facilmente, è quello dei tempi di caricamento. Le attese per l'avvio di una partita e il caricamento di un salvataggio hanno tempistiche in linea con i sonni millenari di Cthulhu, tanto per rimanere in tema, ma il problema ulteriore è che caricamenti stranamente lunghi si rilevano anche in mezzo all'esplorazione, per la visualizzazione delle varie parti della mappa e anche solo per l'apertura del menù, cosa che spezza il ritmo in maniera fastidiosa. C'è da dire che questi inconvenienti tecnici potrebbero essere mitigati o addirittura risolti in gran parte anche attraverso patch e aggiornamenti successivi, dunque non possono pesare in maniera eccessiva sulla valutazione assoluta di The Sinking City su Nintendo Switch, ma bastano sicuramente a decretare questa come una versione da evitare, nel caso in cui si possiedano altre piattaforme su cui provare il gioco. A parziale compensazione sono state inserite un paio di caratteristiche esclusive della console Nintendo che però assumono un ruolo fortemente marginale: la possibilità di puntare le armi con il giroscopio del Joy-Con (scelta di dubbia efficacia, peraltro) e il fatto di poter utilizzare il touch screen nei menù.

Conclusioni

Versione testata Nintendo Switch
Digital Delivery Nintendo eShop
Prezzo 49,99 €
Multiplayer.it
6.0
Lettori (9)
6.7
Il tuo voto

Gli aspetti controversi di The Sinking City risultano amplificati nella versione Nintendo Switch, anche perché l'instabilità tecnica inficia ulteriormente quelle parti del gameplay che già convincevano poco nelle versioni iniziali. Resta comunque valido quanto detto in precedenza: The Sinking City mostra ottime cose per quanto riguarda tutta la parte da avventura investigativa, sostenuto anche da un'ottima scrittura e un'atmosfera generale che riesce perfettamente a ricreare toni e inquietudini dell'immaginario di Lovecraft, ma le componenti action e la struttura pseudo-open world sono incerte e implementate in maniera poco convincente, tradendo l'inesperienza di Frogwares in certi ambiti rispetto alla solidità raggiunta nello specifico genere di cui è specialista. Tra caratteristiche solide e spunti coraggiosi ma sviluppati male viene fuori un'amalgama fragile, ulteriormente indebolita, su Nintendo Switch, da una conversione alquanto peggiorativa.

PRO

  • Ben costruita la parte investigativa
  • Ottima scrittura e riproduzione dell'atmosfera lovecraftiana
  • L'ambientazione aperta si vive in maniera più profonda

CONTRO

  • Le fasi action risultano deleterie per il gioco
  • Survival, skilltree e open world risultano solo abbozzati
  • Conversione su Nintendo Switch con varie magagne tecniche