The Umbrella Academy è una di quelle serie TV che ha fatto il botto nella sua prima stagione, diventando una meteora nel cielo dei fenomeni cult prima di dispersi nella cosiddetta "superhero fatigue" tra l'indifferenza di un pubblico sempre più vasto e sempre meno smaliziato. La serie creata da Steve Blackman ha avuto il pregio di fare uscire da un discreto anonimato i fumetti di Gerard Way e Gabriel Bá cui vagamente si ispira, grazie anche a un cast talentuoso e a una scrittura anticonvenzionale del genere supereroistico.
Ma forse questa ultima stagione che non avrebbe dovuto essere - la serie ha sfiorato la cancellazione - è troppo anticonvenzionale pure per la famiglia Hargreeves che si ritrova imprigionata nel solito cliché: salvare il mondo prima che sia troppo tardi ma con meno episodi a disposizioni. Nelle prossime righe tireremo le somme sulla stagione finale di The Umbrella Academy cercando di evitare gli spoiler.
Una stagione finale che zoppica
Dopo aver viaggiato nel tempo, e aver impedito la fine del mondo anche nel passato, oltre che nel presente, i sette fratellastri Hargreeves - ex supereroi decisamente imperfetti - hanno cominciato a vedersela con le linee spaziotemporali: "il multiverso è un concetto di cui conosciamo spaventosamente poco", eccetera eccetera, sta di fatto che i nostri sono arrivati in un universo alternativo alla fine della terza stagione, e senza poteri per buona misura. Li ritroviamo lì all'inizio della nuova e conclusiva stagione ma, mentre per noi sono passati solo due anni, per loro ne sono passati sei.
E in questo senso, The Umbrella Academy 4 prometteva un potenziale incredibile già nel primo episodio. L'azione non è mai stata al centro di una serie TV che gioca sulle dinamiche di una super famiglia disfunzionale ma normale come tante altre, e la quarta stagione comincia in pompa magna perché dobbiamo adattarci anche noi al nuovo status quo: in sei anni gli Hargreeves si sono ricostruiti una vita (c'è chi si è sposato e chi si è trovato un lavoro più o meno comune) ma sotto sotto sono rimasti gli stessi e questa esistenza ad alcuni sta stretta, altri mentono sapendo di mentire.
Il problema è che non sono i soli a sapere del multiverso, dato che una sorta di "setta" sta lentamente mettendo i pezzi insieme, cercando attivamente le prove dell'esistenza di altre linee temporali. Inizialmente sembra quasi che i nostri debbano vedersela con una bislacca coppia di cospirazionisti (interpretata dal Nick Offerman di Parks and Recreation e The Last of Us e da Megan Mulally, la Karen di Will & Grace) ma questa volta a mettere il mondo a rischio è una minaccia più sinistra che coinvolge una misteriosa ragazza.
Il problema di questa stagione finale è che corre, anche troppo, ed è ironico se consideriamo che alle stagioni precedenti, soprattutto la terza, si è criticato un ritmo fin troppo compassato e ridondante. Questa volta invece si è corso a perdifiato verso un finale spiccatamente fantascientifico, trascurando troppi personaggi che ci siamo ritrovati a salutare in un epilogo meno coinvolgente di quanto avrebbe dovuto essere.
Come al solito la serie separa quasi subito gli Hargreeves, diramando la storyline in molteplici archi narrativi che convergono negli ultimi episodi: stavolta, però, non tutte le sottotrame hanno lo stesso spessore e alcune, anzi, sembrano buttate lì tanto per dare qualcosa da fare ai personaggi. Sfortunatamente è soprattutto il caso di Klaus: l'ottimo Robert Sheehan non ha praticamente materiale su cui mettere alla prova il personaggio che è stato praticamente il collante della famiglia nelle stagioni precedenti e che in questa chiosa è quasi come se non ci fosse, servendo solo a riscattare la figura della sorella Allison (Emmy Raver-Lampman).
Se anche Luther (Tom Hopper) e Diego (David Castañeda) finiscono messi da parte in un arco narrativo breve e delirante, dobbiamo dire di aver invece apprezzato la sottotrama che vede Viktor fare squadra col patriarca Reginald (Colm Feore) in una sorta di road trip famigliare che risolve la complicata relazione tra i due. Elliot Page ci è sembrato molto più carico e centrato rispetto alla stagione precedente, in cui aveva forse avvicinato la nuova caratterizzazione del suo personaggio post-transizione in modo rigido e impacciato: l'interpretazione sembra quasi riflettere la rinnovata sicurezza in se stesso dell'attore.
Gli showrunner Steve Blackman e Jesse McKeown hanno decisamente concentrato tutti i loro sforzi sulla strana coppia composta da Cinque (Aidan Gallagher) e Lila (Ritu Arya) che vivono un'avventura fuori dallo spazio e dal tempo su cui è costruito probabilmente il miglior episodio della stagione. I due personaggi, amatissimi dai fan anche più di Klaus, sono praticamente la chiave di volta di una stagione che sacrifica troppo in troppo poco tempo.
Anche gli antagonisti, infatti, soffrono della stessa sorte di alcuni Hargreeves. La sceneggiatura spreca i talenti di Offerman e la Mulally con delle giravolte poco convincenti e una caratterizzazione di carta velina. Tecnicamente ha senso, considerando i colpi di scena in chiusura di stagione, ma i sei episodi corrono verso il finale riconsegnando ai fratelli i poteri in tempo zero e svelando l'ennesima apocalisse da fermare: una famigerata "catarsi" che si rifà alle origini della serie, facendoci ripercorrere una parte della prima stagione da una nuova prospettiva.
Che questa quarta stagione sia stata autorizzata con tanti limiti, solo per mettere un punto a una delle serie TV che hanno avuto maggior successo su Netflix, si capisce non solo dalla scrittura frettolosa ma anche dal budget risicato che praticamente è stato speso tutto per gli effetti speciali nell'ultimo episodio. La quarta stagione di The Umbrella Academy è probabilmente la più sanguinosa e grottesca della serie, con una forte virata verso il body horror, ma la computer grafica convince poco negli episodi precedenti al finale, rendendo alcune scene più inverosimili che impressionanti.
Il finale sarà certamente divisivo. Per certi conti ha senso nell'ottica anticonvenzionale di The Umbrella Academy, e per questo è abbastanza struggente, ma è uno di quei finali che per certi versi svilisce il tempo investito sulla serie nella sua interezza. In fondo, The Umbrella Academy voleva solo raccontare le peripezie di una famiglia allargata e piena di problemi come tante altre in cui l'amore conta più del sangue e degli sbagli: un messaggio che la stagione finale non dimentica di sottolineare, mentre si congeda dai suoi fan. Una fortuna che non tutte le serie targate Netflix hanno avuto.
Conclusioni
Multiplayer.it
5.5
The Umbrella Academy è finito, e questa è assurdamente una nota positiva: l'odissea spaziotemporale degli Hargreeves non è rimasta incompiuta e, anche se il finale farà sicuramente discutere, e probabilmente deluderà alcuni fan, è comunque un punto fermo che non lascia incertezze. I nostri antieroi sono rimasti fedeli a se stessi fino alla fine ma è un peccato che gli autori non siano riusciti a dedicare a tutti la stessa attenzione proprio in chiusura di serie: Blackman aveva per le mani un potenziale enorme che è andato sprecato. Peccato.
PRO
- L'avventura di Cinque e Lila
- Mette un punto fermo alla serie e senza incertezze
CONTRO
- Troppi personaggi trascurati in una stagione frettolosa
- Il finale sarà molto divisivo