Sarebbe davvero difficile scegliere una stagione migliore di quella estiva per scrivere una recensione di Toki. O meglio, del remake di Toki: avete presente quei vecchi cabinati voluminosi, rumorosi e che probabilmente consumavano in poche ore metà della corrente elettrica giornaliera degli stabilimenti balneari? Parliamo di quasi trent'anni fa ovviamente: erano gli anni '90, e una partita all'arcade di turno subito dopo pranzo era praticamente un rituale. Accanto ai più famosi Metal Slug, Puzzle Bobble e compagnia non era raro trovare anche Toki: dapprima disdegnato dai giocatori delle sale gioco, ottenne ben presto un successo notevolissimo. Era divertente, era colorato, e richiedeva di apprendere davvero poche meccaniche di gioco: saltare, sparare, proseguire verso la fine del livello eliminando tutti i nemici lungo la strada. Nel tempo trascorso dal lontano 1989 la TAD Corporation è ormai fallita, ma grazie al cielo Philippe Dessoly (art director) e Pierre Adane (programmatore) sono ancora vivi, vegeti e attivi nel settore. Ed ecco quindi che possiamo fornirvi la recensione di Toki per PlayStation 4: cerchiamo di capire quanto e come è invecchiato il titolo e sopratutto se ha ancora senso dedicargli le proprie attenzioni.
Trama e gameplay: Toki è tornato
L'obiettivo di Dessoly e Adane è stato sin dall'inizio quello di restituire al pubblico il gioco del 1989, aggiornandolo solo sotto il profilo della resa visiva: lo scopo è stato ampiamente raggiunto, dal momento che Toki è davvero rimasto lo stesso gioco di quasi trent'anni fa. Non che questo sia un problema, anzi probabilmente il maggior pregio della produzione è proprio quello di aver fatto riemergere il gameplay che ha reso tanto famoso il titolo originario e che ha divertito per anni e anni i giocatori nelle sale giochi. Neppure il comparto narrativo è stato minimamente alterato: lo scopo del giocatore è quello di fare fuori il cattivone di turno, controllando movimenti e azioni di Toki, l'omonimo eroe protagonista. L'assalto dello stregone Vookimedlo al villaggio di Toki non è che un mero pretesto narrativo per mettere in moto gli avvenimenti: non accontentandosi di dichiarare guerra al villaggio, lo stregone rapisce la fidanzata di Toki e trasforma quest'ultimo in un grottesco (ma a tratti buffo) scimmione. Ciò naturalmente non basta per far desistere l'eroe dal suo intento: Toki comincia un lungo viaggio (per l'esattezza lungo sei mondi) alla ricerca della fidanzata, durante il quale dovrà vedersela con scagnozzi piccoli e grandi di Vookimedlo.
Le poche linee narrative necessarie per comprendere lo svolgersi degli avvenimenti vengono fornite di volta in volta prima dell'avvio dello specifico mondo di gioco: sono anche discretamente particolareggiate, benché puramente accessorie. Del resto, Toki non lo si giocava (e non lo si gioca) di certo per la trama. Fortunatamente oltre alla narrazione anche il gameplay è rimasto lo stesso di sempre, e questo vuol dire che per la maggior parte dei giocatori odierni Toki sarà un titolo dannatamente difficile. Uno di quelli che di tanto in tanto vi porteranno a desiderare la distruzione completa e totale della PlayStation 4, per mezzo di benzina o martelli giganti. Toki sa essere subdolo e frustrante come pochi videogiochi, e sicuramente era uno dei più infami anche nel 1989: questo perché al di là di meccaniche di gioco immediate e intuitive, alla portata proprio di tutte le fasce d'età, il livello di difficoltà è stato tarato volutamente verso l'alto dagli stessi sviluppatori. Innanzitutto il protagonista è fragilissimo, e sempre in costante pericolo, quanto lo potrebbe essere un bicchiere di cristallo all'interno di un vulcano attivo.
Non importa quale nemico colpirà Toki, non importa se sbatterete accidentalmente contro lo spuntone di una parate che non avevate neanche minimamente notato: oggi come allora la scimmia volerà via verso il game over, in un buffo salto verso l'oltretomba. Sono pochi anche i crediti a disposizione del giocatore: la modalità di gioco "facile" in realtà non sarebbe altro che l'esperienza della sala giochi originale, che di sicuro facile non era neppure al tempo; via via è poi possibile farsi ancora di più del male impostando il permadeath diretto o con altre opzioni che vi consigliamo caldamente di non andare neppure a controllare. Va annotato, tuttavia, che la versione per PlayStation 4 può contare anche su un sistema di salvataggio rapido, che torna sicuramente utile in più di un'occasione. D'altra parte Toki ha dalla sua almeno una serie di potenziamenti che è possibile raccogliere lungo i discretamente lunghi sei livelli dell'avventura principale: c'è il soffio di fuoco che investe tutto ciò che incontra, le sfere energetiche caricate, il triplo colpo e qualche asso nella manica che andrà o raccolto da terra oppure ottenuto dal drop dei nemici eliminati.
Di tanto in tanto non mancano aiuti di vario tipo, come tempo extra per portare a termine i livelli (e sì, c'è anche il timer ad incalzare il giocatore), oppure scarpe da ginnastica che permettono di saltare più in alto. Alle vite extra non pensateci neppure, dal momento che in genere richiedono dei rischi davvero elevati per essere raccolte. Gli aiuti, comunque, in generale sono pochi, soprattutto considerando la mole di nemici che vi ritroverete contro ad ogni angolo di ogni singolo livello; va tenuto inoltre a mente che tutti sono collocati in posizioni mai casuali, e che di volta in volta l'approccio, l'inclinazione dei colpi e la strategia dovranno essere ben precisi. Se non farete attenzione ad ogni singolo passo è probabile che non riuscirete mai a salvare la vostra fidanzata e a tornare umani; ma la soddisfazione che arriva una volta completato il gioco è difficilmente esprimibile.
Trofei PlayStation 4
Il remake di Toki su PlayStation 4 offre ai giocatori la possibilità di sbloccare un certo numero di Trofei: tuttavia non sono molti, ed è completamente assente il Trofeo di Platino. Una decisione, quest'ultima, decisamente opinabile: è molto difficile, infatti, riuscire a sbloccare tutti i Trofei di gioco. Alcuni richiedono di ottenere punteggi elevatissimi nella modalità di gioco principale, altri addirittura di terminare il gioco senza usare neppure una monetina aggiuntiva. Se era già di per sé impossibile in sala giochi, figurarsi a trent'anni di distanza.
Il remake
Il remake di Toki è stato sviluppato da Microids, come si è già detto in collaborazione con i creatori del gioco originario: dal punto di vista della direzione artistica, del comparto grafico e della colonna sonora (riarrangiata), la differenza è la stessa che intercorre tra il giorno e la notte. Effettivamente è probabile che sia proprio questo uno dei casi in cui il fattore remake dà i suoi migliori risultati: nulla di invariato dal punto di vista contenutistico, tutto aggiornato da quello tecnico-visivo. Fondali, personaggi, nemici, power up: ogni singolo elemento di gioco in ogni singola situazione, compresa mappa tra i mondi e menù, è stato completamente ripensato e ridisegnato a mano, mantenendo però una fedeltà totale all'essenza originaria. La sensazione è proprio quella di ritrovarsi davanti il Toki originale, come se non fossero mai passati trent'anni e fosse in realtà arrivato sul cabinato soltanto ieri, bello come i titoli di attuale generazione.
È auspicabile che la resa grafica tendente al cartoonesco riesca ad attrarre anche i giocatori più giovani, anche se poi questi ultimi probabilmente rimarranno traumatizzati dal livello di difficoltà notevole della produzione. Pochi i problemi da segnalare nella versione PlayStation 4 del remake di Toki, principalmente dovuti però ad un fattore sicuramente seccante: l'input lag, accompagnato da brevi rallentamenti. Si tratta di casi sporadici, mai davvero invasivi, ma è possibile che occorrano proprio nei momenti più drammatici del livello, laddove possono poi rivelarsi fatali e portare al game over, per di più all'interno di un gioco della cui difficoltà generale si è già parlato abbondantemente. Ma non sono sicuramente dei difetti che possono distogliere da un ipotetico acquisto, anzi probabilmente una delle prime patch in arrivo su PlayStation 4 li correggerà in volata. E se proprio il fattore nostalgia da solo non è sufficiente per farvi tornare a corteggiare lo scimmiesco Toki, la modalità speedrun sicuramente potrebbe fornirvi un incentivo in più: certo, magari sarebbero stati graditi anche alcuni contenuti prettamente estetici, come bozzetti e immagini bonus, ma bisognerà accontentarsi del jukebox con tutte le tracce audio.
Conclusioni
A distanza di trent'anni Toki continua ad essere un platform shooter in 2D in grado di divertire come pochi concorrenti: il remake ha aggiornato la produzione dal punto di vista tecnico, grafico e sonoro, offrendo ai giocatori odierni un titolo fresco, accessibile, colorato e pieno di carisma. È difficile scorrere la libreria digitale di PlayStation 4 senza degnare almeno di un'occhiata curiosa la scimmia in compagnia di tutti i suoi nemici e dello stregone Vookimedlo. Ricordate, però, che si tratta di un gioco dal livello di difficoltà decisamente tarato verso l'alto, che fa pochi e saltuari sconti ai suoi fan. Se avrete tuttavia tempo da dedicargli, oltre ad una sana dose di pazienza e volontà, ne trarrete alla fine un senso di appagamento generale che potrebbe invidiarvi il veterano di qualsiasi soulslike.
PRO
- Divertente oggi come allora
- Fedelissimo al titolo originale
- Graficamente un gioiellino
CONTRO
- Nessun nuovo contenuto degno di nota
- Anche la difficoltà (a volte eccessiva) è la stessa
- Qualche sporadico rallentamento