Sneakin'...into Game Cube
Sam Fisher s'infiltra nell'hardware del Game Cube e senza prestare fede alle sue migliori abilità, si fa notare, eccome. Si è discusso molto delle versioni (GC e PS2, naturalmente) che avrebbero dovuto ampliare a macchia d'olio la potenziale utenza di uno dei migliori videogames dello scorso anno, disquisendo sulle indubbie capacità di Xbox e della palese opulenza grafica che Splinter Cell ha mostrato sulla console Microsoft. Partiamo da questo punto per far si che l'analisi possa poi diramarsi attraverso differenti angolazioni, interpretazioni e giudizi del caso. Se la curiosità maggiore è legata alla resa grafica, è presto detto: Splinter Cell su Game Cube è ottimo, semplicemente ottimo, l'originale versione su Xbox era però, assolutamente straordinaria e lo resta tutt'oggi. Quali sono le differenze che abitano nel territorio che separa le due definizioni di "ottimo" e "straordinario"? La risposta sta nei compromessi (spesso forzati) ai quali la divisione di Shangai di Ubi Soft si è affidata nell'adattare il gioco stesso. Ciò non significa affatto che l'impatto grafico su GC sia povero, tutt'altro. Analizzato senza conoscere la primaria incarnazione, Splinter Cell è un titolo in grado di esaltare chiunque, per dinamicità, fluidità, pulizia e bellezza del contesto estremamente realista in cui ci si immerge. Va testimoniato comunque, che i cambiamenti ci sono e in molti casi, evidenti. Semplicemente affrontando la fase iniziale in cui si viene introdotti alla familiarizzazione coi comandi attraverso la fase di training, è possibile notare come molte componenti di sfondo presenti nella versione Xbox siano state omesse; le scrivanie colme di scartoffie, sedie ed elementi di arredo, negli uffici dove Sam Fisher rispolvera la propria arte di silenzioso Killer, sono scomparsi, le stanze risultano molto più asettiche e lineari pur (ed è doveroso ripeterlo) restando bellissimo da vedere. E' questo primo impatto a fornire un chiaro segnale di ridimensionamento, visto che, progredendo nel gioco vero e proprio la situazione migliora sensibilmente. L'immersione nella città di T'bilisi, nelle anguste stanze dove si insinua il germe del terrorismo, così come gli edifici che ospitano il potere è di grande atmosfera, i giochi di luce sono rimasti splendidi (anche se meno frequenti) mentre tutto ciò che gravita attorno all'equipaggiamento di Sam Fisher (visore termico, notturno e così via) è realizzato con la medesima maestria. Ciò che, probabilmente, indispone è l'evidenza di come certi compromessi non siano legati all'hardware ma mutuati dall'esigenza di non poter lavorare su due versioni (GC e PS2) in maniera squisitamente dedicata. Concludendo l'attenzione che spettava ad un'argomentazione importante come, indubbiamente è quella sul comparto grafico, fa fede ciò che è stato scritto poco sopra. L'atmosfera è assoluta, la visione d'insieme è estremamente appagante e tutto scorre fluido pur non avendo quella sfacciata esibizione di muscoli che la versione Xbox sfoggia ancora con meritato orgoglio.
Nell'anima di Fisher...
Come in ogni "trasloco" che si rispetti, anche quello di Sam Fisher su Cubo segue le sue leggi non scritte. Qualcosa si rompe per strada ma si finisce poi con l'arredare la nuova casa con oggetti e chicche che ci possano gratificare dopo tanta fatica. Quindi, dopo aver analizzato l'aspetto estetico di Splinter Cell, eccoci alle novità esclusive su Game Cube, decisamente succose. La prima menzione la merita il plot narrativo, che diviene notevolmente più profondo ed intrigante grazie ad una massiccia mole di filmati introdotti dall'incipit e miscelati sapientemente di missione in missione. La qualità è altissima già dalla nuova intro (che narra gli antefatti che portano alla convocazione del vecchio Sam), in un primo momento si ha la sensazione che il tutto sia girato con attori reali e non in CG. Il taglio ancor più cinematografico regala al protagonista un background importante e al giocatore un'immersione ancor più avvolgente nel contesto. Danzando sul filo di questa analisi, è possibile fare un passo all'interno del doppiaggio e della localizzazione. Quest'ultima rimane quella che abbiamo imparato a conoscere ed amare su Xbox con il nostro Sam Fisher che sfoggia la più bella voce del panorama italiano, ovvero quella di Luca Ward (divenuto famoso per il merito di aver donato a Russel Crowe "gli attributi" nel celeberrimo Gladiatore, "Sono Massimo Decimo Meridio, Padre di un figlio ucciso ecc..."). All'interno del gioco, la voce resta la medesima, mentre, nei nuovi filmati introdotti in esclusiva, il protagonista si affida ad un altro doppiatore, stessa voce profonda del mitico Ward, meno evocativa forse ma comunque di buon livello. Tutto il comparto sonoro merita un applauso sontuoso. Aldilà della guest star che presta le corde vocali al nostro Sam, l'arrangiamento non ha una nota fuori posto, qualsiasi passaggio musicale e tema si adatta meravigliosamente ad ogni situazione, regalando quell'impagabile sensazione di protagonismo epico che cattura sinuosamente il giocatore, con la dovuta lentezza ma inesorabilmente. A questo proposito, all'interno del mini-dvd troverete anche (oltre all'intervista a Sam Fisher in "carne & poligoni") uno special molto esauriente dedicato ai compositori e al making of.
OPSAT, X-Ray and GBA!
Continuando a muoverci nell'ambito delle novità dedicate al Cubo, la più importante è sicuramente la connettività con il GBA. Dopo l'interazione e i minigames in PSO e lo splendore della funzione di link con Zelda TWW, ecco un'altra performance convincente delle due console in simbiosi. E' noto che l'agente speciale Sam Fisher abbia in dotazione un quantitativo imbarazzante di gioiellini tecnologici: fibre ottiche, visori, telecamere microscopiche e l'OPSAT che tutti sognano. In questo caso, il GBA, collegato in qualsiasi momento via cavo link, diventa (senza bisogno di cartuccia alcuna) un vero e proprio palmare. Tramite una scelta decisamente piena di stile come quella del wireframe, sullo schermo del vostro portatile verrà visualizzata una mappa dettagliatissima della zona che vi ritroverete ad esplorare, comprensiva di indicazioni sulla collocazione dei nemici da evitare (o colpire), possibilità di zoom e di una chicca davvero finissima; anche quando sarete impegnati a vedere ciò che accade su schermo, sarà sufficiente lasciare il GBA acceso e non appena la situazione tenderà al critico (nemici troppo vicini, sorveglianza attiva), il vostro palmare targato Nintendo emetterà dei "beep" di segnalazione. Il tutto, miscelato alla tensione adrenalica di un titolo come Splinter Cell risulta terribilmente appagante ma non finisce qui. Sempre legata a doppio filo con l'utilizzo del Game Boy Advance, è stata introdotta una nuova arma esclusiva: la Sticky Bomb che è possibile piazzare in alcune locazioni per poi attendere il passaggio dei vostri obiettivi umani attraverso la visualizzazione su GBA e sfruttando quest'ultimo come Remote Controller, dare il via alla deflagrazione. Una libidine devastante. Il controller si comporta egregiamente, sia per ciò che concerne il controllo della telecamera attraverso lo stick giallo "C" (questo analogico permette anche, con una rapida inclinazione verso il basso, di "skippare" nella visuale in prima persona con relativo visore dotato di zoom), sia quando l'impiego dei tasti si fa più complesso e presente nel progredire dell'avventura, con il conseguente incremento di attrezzature che è possibile utilizzare. Il passaggio su GC ha comportato anche una maggior fruibilità ed accesso agli item, attraverso immediati menu onscreen nei quali si ha la chance di scegliere sempre l'eventuale miglior opzione per un'azione di sorpresa o di massima cautela.
Commento
Il fatto che Splinter Cell sia un gioco splendido è ampiamente assodato. Questa versione per Game Cube non smentisce ciò che di buono ed innovativo era presente nel suo DNA originale; un gameplay favoloso, la suggestione di un mondo mutuato dai libri di Tom Clancy e la rara qualità d'immergere chi gioca in maniera totale grazie ad una sapiente miscellanea di adrenalina, stile e trama coinvolgente. L'appunto che va fatto e sottolineato è l'aver convertito il titolo senza, evidentemente, pensare di adattarlo alle qualità dell'hardware che ha ospitato Metroid, risolvendo i problemi "omettendo" piuttosto che cercando soluzioni sicuramente migliori e fattibili ed è solo questo a togliere mezzo voto al giudizio globale. Aldilà del doversi piazzare al secondo posto, nell'ipotetico podio grafico delle incarnazioni di Splinter Cell, il Game Cube mette in gioco la bellissima funzione link col GBA ed una dose massiccia di filmati aggiuntivi ed accattivanti. E' naturale che, considerando anche la pubblicazione tardiva, questo SC si proponga in modo palese e diretto all'utenza dei fans Nintendo che da oggi, possono entusiasmarsi, liberamente, anche nei panni di Sam Fisher, attraverso un'esperienza che resta rara e imperdibile.
- Pro:
- Funzione link GBA che aggiunge qualità e spessore
- Nuovi filmati inediti che costellano il gioco ed approfondiscono la trama
- Giocabilità su livelli altissimi
- Contro:
- Ridimensionamento grafico evidente e in molti casi, evitabile
- Ultima delle tre versioni ad uscire sul mercato, potrebbe non giovare
Sfogliando le pagine di un videogame...
La stereotipata immagine di Sam Fisher (una sorta d'intelligente commistione Hollywoodiana fra il volto di George Clooney e il pacato carisma di Harrison Ford) ha segnato indelebilmente l'annata 2002, stampandosi con forza nell'immaginario collettivo di chi lo portava come vessilo, intenti ad indicare la via di una nuova generazione di videogiochi. Grazie ad un'infinità di elementi estremamente innovativi, inseriti in un gameplay di primissimo ordine, Splinter Cell si è così guadagnato la palma di vero e proprio paradigma per ciò che riguarda l'ennesimo sotto-genere nato in questi ultimi anni di convulso ed orgiastico mercato: lo Stealth Game. Il titolo di Ubi Soft, ispirato ancora una volta dalla fervida e calcolatrice mente di Tom Clancy, attinge a piene mani a tutto ciò che, fra intrighi internazionali, implicazioni politiche ed incidenti diplomatici si fonde alla perfezione con l'adrenalina profusa nei momenti di pura azione; uno strepitoso cocktail che rende lo scrittore del Maryland una macchina da costanti best-sellers. Splinter Cell è stato ed è la sublimazione elettronica di questo fenomeno letterario; dopo aver scintillato come la più brillante delle medaglie al valore sul petto della corazzata Microsoft, è pronto a lasciarsi appuntare anche sulla divisa meno austera dell'allegra brigata chiamata Nintendo.