La storia
In Trauma Center: Second Opinion vestiremo i panni di Derek Stiles, un giovane chirurgo che ha appena iniziato a praticare ma che fin da subito si rivela dotato di capacità eccezionali, nella fattispecie del cosiddetto “dono di Esculapio”. Questa facoltà paranormale gli permette di raggiungere livelli di concentrazione sovrumani e di operare in modo estremamente rapido qualora le circostanze lo richiedano. Durante la storia, lo vedremo lavorare presso differenti strutture ospedaliere e occuparsi di interventi standard così come di procedure del tutto eccezionali: dall’estrazione di corpi estranei alla ricomposizione di fratture, dalla rimozione di trombi e tumori alla lotta senza quartiere contro un nuovo e terribile virus… La trama del gioco viene raccontata per immagini e dialoghi testuali, con l’introduzione di numerosissimi personaggi (ognuno caratterizzato in modo preciso fin dalle prime fasi) e attraverso sette capitoli che alterneranno la pratica medica convenzionale alle più avanzate procedure d’intervento per debellare mali apparentemente incurabili, figli del bioterrorismo.
Un nuovo genere?
La struttura di Trauma Center è molto semplice: si tratta di un determinato numero di interventi che vengono legati fra di loro da una serie di sequenze con testo e immagini, che si fanno carico di raccontare una trama abbastanza articolata e coinvolgente (che pure si lascia andare a facili moralismi, ma tant’è). Analizzato in questo modo, il gioco non risulta essere più di una serie di “minigame” incollati fra loro, ma è proprio la sostanza di queste applicazioni che di fatto rappresenta qualcosa di nuovo: se Trauma Center: Under the Knife era stato creato appositamente per Nintendo DS, la versione Wii, come accennato, non è una mera conversione bensì è stata ridisegnata per sfruttare nel migliore dei modi le caratteristiche della console Nintendo: grafica completamente rinnovata, controlli modificati, trama ampliata e “irrobustita”, nonché molti strumenti completamente nuovi che sarà possibile utilizzare. Si legge un briefing dell’intervento in cui ci viene spiegato esattamente quali sono gli obiettivi da raggiungere, quindi si parte: una spalmata di gel antibiotico, poi si apre il paziente con il bisturi e, una volta esposti gli organi, si procede con l’operazione vera e propria, che a seconda dei casi ci vedrà estrarre delle schegge e suturare le ferite, oppure drenare sangue e rimuovere masse tumorali, o ancora lottare con virus sorprendentemente intelligenti e scaltri. Terminato il lavoro, non ci resterà che chiudere l’incisione, disinfettare e applicare un bendaggio, sempre sotto l’occhio vigile di un supervisore che bollerà come buone o meno buone le nostre mosse. Tutto ciò viene gestito attraverso il binomio Wii-mote / Nunchuck: il primo, ovviamente, sostituisce la mano del chirurgo in tutte le sue azioni, il secondo ci permette di selezionare lo strumento da utilizzare (gel, pinze, bisturi, ultrasuoni, laser, tubo drenante, ago per la sutura e siringa) a seconda della direzione in cui si preme lo stick analogico. I controller vengono utilizzati insieme solo quando c’è da manovrare e azionare il defibrillatore. Per controllare la zona con cui si interagisce, il Wii-mote proietta sullo schermo un puntino luminoso: è a quello che bisogna fare riferimento per ogni azione, cercando di essere precisi e di avere una mano ferma: come detto, ogni aspetto dell’intervento viene monitorato, assegnandoci alla fine un riconoscimento diverso a seconda della nostra abilità. È chiaro che fare molti errori può tradursi in un game over (anche per il paziente…) o come minimo in un voto scarso a fine operazione, dunque dovrete imparare a gestire velocemente i vari strumenti e a dosare in modo intelligente il “liquido curativo” (che restituisce un po’ di energia al nostro assistito). In generale, comunque, preparatevi a ripetere gli stessi stage anche diverse volte prima di portarli a termine nel migliore dei modi.
Caratteristiche tecniche
Si è fatto un gran parlare delle capacità tecniche di Wii e del fatto che la maggior parte dei videogame finora usciti non le sfruttino a dovere. Questo discorso con Trauma Center: Second Opinion non trova riscontro, in quanto il titolo sviluppato da Asus fa uso di una grafica assolutamente funzionale allo scopo, senza riproduzioni anatomiche dettagliate e senza dover gestire ambienti poligonali complessi. Quello che serve al gioco è tutto lì, in un modello di paziente volutamente scarno e in una lunga serie di personaggi bidimensionali molto ben disegnati. Il comparto sonoro, piuttosto, si fa notare per una serie di musiche davvero di grande qualità, che in molti casi ricordano la colonna sonora dei vari Resident Evil e che contribuiscono non poco a creare la giusta atmosfera (fallendo, talvolta, a causa di contrapposizioni troppo nette tra motivi “leggeri” e “gravi”). Ciò che più conta per Second Opinion, però, è senza dubbio l’efficacia del sistema di controllo, importante in questo caso più che mai. Ebbene, il Wii-mote si comporta sempre molto bene, dimostrando un’accuratezza insperata e supplendo con qualche espediente a eventuali “falle”. Il risultato è davvero apprezzabile, e riesce a regalare un’esperienza di gioco particolare, oltremodo coinvolgente.
Commento
Si sentiva davvero l’esigenza di un buon videogame per Wii. Di più, si sentiva davvero l’esigenza di un buon videogame disegnato appositamente per Wii, e in questo Trauma Center: Second Opinion certo non delude le aspettative. Immediato, coinvolgente (ai limiti della frustrazione, talvolta), dal gusto molto particolare, il prodotto Atlus non potrà che raccogliere consensi da parte dei possessori della console Nintendo, in quanto ne sposa perfettamente la filosofia. Il sistema di controllo non è perfetto ma quasi, risultando ostico solo quando bisogna ricorrere al “dono di Esculapio” (disegnando una stella sullo schermo). E la longevità? Forse si tratta dell’unico, vero limite di un gioco che vanta ben sette “capitoli” divisi in circa dieci stage l’uno, ma che si finisce per portare a termine in una settimana tanta è la “presa” che esercita sul giocatore. Pregio o difetto?
- Pro:
- Davvero appassionante
- Sistema di controllo preciso
- Un buon numero di stage…
- Contro:
- …che però non durano molto
- Talvolta davvero, davvero frustrante
- Ricorrere alla capacità speciale è arduo
Operazioni particolari
A un certo punto del gioco, vi capiterà di cimentarvi con interventi assolutamente fuori standard, trattati alla stregua di stage veri e propri. In alcuni casi (vedi immagine) si tratterà di risolvere puzzle con blocchi colorati, con lo scopo di aiutare il tecnico di laboratorio a elaborare una cura efficace contro nuovi virus. In altri casi, invece, vi ritroverete addirittura a disinnescare bombe a orologeria usando i ferri del mestiere!
Virus spietati
La storia raccontata in Trauma Center: Second Opinion ben presto prende una piega precisa, alimentata da una potente sottotrama. E così il nostro dottor Stiles si troverà a operare pazienti affetti da GUILT, un virus nato per volontà di organizzazioni terroristiche. Si tratta a tutti gli effetti di un male intelligente, capace di creare masse tumorali velocemente e di riprodursi. Per affrontarlo dovremo far ricorso a tutta la nostra abilità, alternando gli strumenti in modo molto rapido e ricorrendo, se necessario, al nostro potere paranormale.
A quanto pare, l’innovazione apportata da Wii al mercato dei videogame va di pari passo con quanto si è verificato con il Nintendo DS. Pur essendo diverse sotto molti aspetti, infatti, le due console condividono un sistema di controllo che fa della manualità il proprio punto centrale, e che permette ai giocatori di fare esattamente ciò che fa il loro alter ego virtuale sullo schermo, invece di limitarsi a premere dei pulsanti. Fondamentalmente è questo il motivo per cui Nintendo ha venduto milioni di Wii, ed è proprio questo che i possessori della console si aspettano da ogni nuova uscita. Dunque nessuno potrà rimanere deluso da Trauma Center: Second Opinion, conversione di un titolo uscito tempo fa per Nintendo DS (Trauma Center: Under the Knife) ma completamente ridisegnato per l’occasione.