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Travis Strikes Again: No More Heroes, la recensione

No More Heroes fa il proprio debutto su Nintendo Switch con Travis Strikes Again. Si tratta di un grande ritorno per Suda51? Scopritelo nella nostra recensione.

RECENSIONE di Tommaso Pugliese   —   16/01/2019
Travis Strikes Again: No More Heroes
Travis Strikes Again: No More Heroes
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Travis Strikes Again: No More Heroes è un gioco completamente fuori di testa, come da aspettative. L'infallibile killer creato da Goichi Suda debutta su Nintendo Switch con un episodio bizzarro, fondamentalmente uno spin-off realizzato mettendo insieme una serie di concept che il geniale game designer giapponese teneva chiusi nel cassetto, in attesa di poterli utilizzare in qualche modo. Cerchiamo di capirci: nella sua anima, Travis Strikes Again mantiene intatto il gameplay che i fan di No More Heroes ricordano bene, fatto di sessioni hack'n'slash frenetiche e coinvolgenti, caratterizzate da un'ottima resa degli impatti, aspetto questo fondamentale perché un gioco del genere risulti effettivamente divertente; ma adotta soluzioni diverse in termini di visuale e meccaniche, proponendoci di fatto sette esperienze uniche, a cui bisogna accedere mettendo in funzione una console maledetta. No, davvero.

Personaggi e struttura

L'introduzione cinematica di Travis Strikes Again: No More Heroes, vede il malvagio Bad Man determinato a vendicare la morte di sua figlia Charlotte per mano di Travis Touchdown. Lo scontro fra i due è furioso e fa letteralmente a pezzi la quarta parete, chiamando in causa i giocatori nella prima di tante occasioni durante la campagna; ma c'è anche un risvolto parecchio negativo: nel mezzo del duello, la console maledetta Death Drive MKII si "risveglia" e catapulta i due contendenti nel proprio mondo videoludico vintage. La strana coppia si ritrova dunque a dover collaborare, quando viene messa al corrente dalla voce della creatrice di quei videogame che esiste un modo per riportare in vita la figlia di Bad Man: tutto ciò che bisogna fare è entrare in possesso di sette, er, sfere magiche, evocare un misterioso dio-tigre ed esprimere un desiderio.

Travis Strikes Again No More Heroes 4

Da questo punto in poi, la struttura di gioco assume connotati relativamente chiari: ci si muove all'interno di un hub, la casa di Travis, con la possibilità di leggere messaggi, controllare l'interessante ramen blog, acquistare magliette con i loghi di una serie di indie game e farle indossare al protagonista, effettuare un salvataggio (sedendosi sul water, come da tradizione) e naturalmente accedere ai sette giochi che compongono la campagna, da sbloccare uno dopo l'altro cimentandosi con alcune estenuanti ma godibili sequenze in stile visual novel. Anche in tale frangente il genio di Suda51 si esprime in maniera limpida: dopo una prima sessione parecchio lunga e fitta di testo, un personaggio di supporto chiarisce a Travis che se la cosa si fosse ripetuta il Metascore del gioco sarebbe stato disastroso e avrebbero dovuto dire addio alle possibilità di vedere No More Heroes 3.

Travis Strikes Again No More Heroes 5

Sette gameplay differenti?

Come accennato in precedenza, la campagna di Travis Strikes Again: No More Heroes è composta da sette esperienze diverse, a cui è possibile accedere attivando la console maledetta del protagonista. A parte un paio di occasioni (il clone di Asteroids e le drag race in stile Tron), però, il gameplay di base è quello tradizionale della serie e i controlli non vengono in alcun modo alterati; solo bisogna fare i conti con visuali modificate, in alcuni casi con una ripresa completamente dall'alto, come nell'originale Grand Theft Auto, in altri di lato, per un impiego bidimensionale combinato a meccaniche platform. Giocando da soli oppure insieme a un amico, grazie al multiplayer cooperativo in locale con due Joy-Con, attivabile in qualsiasi momento, ci troveremo dunque ad affrontare i numerosi "bug" dei giochi creati dalla misteriosa dottoressa Juvenile, che si presentano nella forma di nemici con un teschio al posto del volto, divisi per varie categorie e dotati di caratteristiche differenti per quanto concerne forza, resistenza e pattern d'attacco.

Travis Strikes Again No More Heroes 11

La lista include un mini-boss ricorrente e sette boss man mano più forti, in particolare l'ultimo. Per difenderci dovremo impugnare l'iconica spada laser di Travis (oppure la mazza da baseball di Bad Man), "menandola" di tanto in tanto per ricaricarne l'energia, e alternare attacchi veloci e pesanti, salti e scarti laterali, ricorrendo eventualmente a una super mossa che si carica combattendo oppure a un set di abilità speciali che potremo sbloccare raccogliendo i relativi chip (e sollevandoli in aria come Link) e assegnandoli liberamente ai quattro tasti del controller. Dotate di un periodo di cooldown che ne aumenta significativamente lo spessore strategico, queste manovre ci permettono di proiettare i nemici contro un muro, colpirli con una scarica elettrica, stordirli per alcuni secondi, creare un campo di energia che ci guarisce le ferite, lanciare una bomba che detona dopo qualche istante, attivare un potentissimo laser satellitare, dar vita a una copia del nostro personaggio che attira le attenzioni degli avversari, e così via.

Travis Strikes Again No More Heroes 3

Produzione e genialità

Dove non arriva il budget possono arrivare le idee, il talento e le scelte di design: l'intera produzione indie si basa su tale concetto, ma Travis Strikes Again: No More Heroes ne fa addirittura un palese manifesto. La nuova creatura di Goichi Suda è stata realizzata con pochi mezzi, questo è chiaro fin dalle prime battute, e tale limite si riflette soprattutto sul comparto tecnico, che appare piuttosto datato, specie per quanto concerne gli scenari. La cosa buffa è che il team di sviluppo, perfettamente consapevole della cosa, ci ha ricamato sopra cercando di buttare intere sequenze nel vero e proprio trash videoludico, fra cinematiche da prima PlayStation e corridoi che si ripetono in maniera ossessiva.

Travis Strikes Again: No More Heroes, la recensione

Dal punto di vista narrativo ciò viene giustificato dall'ambientazione vintage dei sette videogame da affrontare nel corso della campagna, ma alla fine dei conti tutta la baracca si regge unicamente sul gameplay, sulla divertente cooperativa (anche se nei livelli platform bidimensionali diventa difficile coordinarsi) e sulla marea di citazioni più o meno palesi che il game director giapponese ha inserito nel pacchetto: da Zelda a Superman, da Resident Evil a Tron, passando per tutte le produzioni di Grasshopper Manufacture, che in un modo o nell'altro compaiono nel gioco. Se la grafica risulta senz'altro il punto debole del progetto, lo stesso non si può dire del sonoro, forte di una soundtrack molto interessante e stilosa, ritmata e coinvolgente, capace di valorizzare al meglio le varie sequenze e di proporre buffe reinterpretazioni di temi famosi.

Conclusioni

Prezzo 39,99 €
Multiplayer.it
7.5
Lettori (15)
7.9
Il tuo voto

Travis Strikes Again: No More Heroes è pura sperimentazione videoludica: un prodotto a suo modo geniale, che non mancherà di strapparvi qualche sorriso e di intrattenervi grazie a un gameplay solido, dotato di un'ottima resa degli impatti e di un set di mosse variegate e interessanti. Giocabili da soli o in cooperativa con un amico in locale, i sette giochi vintage che compongono la campagna sanno essere assurdi, impegnativi, strapieni di citazioni e sorprese, con tanti avversari differenti a cui prendere le misure e intensi boss fight. I limiti del progetto sono tutti tecnici e si traducono in livelli scarni, privi di qualsivoglia interazione, ripetitivi negli asset ma sempre pronti e buttare lì il colpo di genio, il personaggio che non ti aspetti o un meccanica puzzle sorprendente. Se Suda51 riesce a fare questo con una manciata di risorse, speriamo di poterlo rivedere presto alle prese con una produzione di alto profilo.

PRO

  • Tante trovate geniali
  • Gameplay solido e convincente
  • In due è molto divertente

CONTRO

  • Tecnicamente è quello che è
  • Sezioni visual novel noiosette
  • Qualche glitch