Il mondo dei videogiochi è stato sempre invaso da titoli ricorrenti che, ciclicamente, trovano spazio all'interno del mercato. Ne sono un esempio le ormai "produzioni in serie" degli sportivi di Electronic Arts e 2K, Just Dance, oppure i più sporadici ritorni di Rock Band e Guitar Hero. Questi titoli hanno la capacità di ritagliarsi il loro ampio pubblico di appassionati, che torna ogni volta desideroso di vedere quali sono le novità che hanno portato alla creazione di un nuovo capitolo. Come comportarsi quando sembra non esistere un vero preteso che giustifichi un ritorno in gran spolvero di uno di questi prodotti? È la domanda che ci è venuta in mente giocando Trivial Pursuit Live! 2, seconda "prova sul campo" (anche se, in realtà, ce ne sono state diverse prima degli interventi di Ubisoft) del fortunato gioco da tavolo trasposto in forma videoludica.
È sufficiente proporre una nuova veste grafica e alcune migliorie estetiche per giustificare una nuova versione sul mercato? Scopriamolo assieme in questa recensione di Trivial Pursuit Live! 2.
Modalità di gioco
Chi non ha giocato al precedente Trivial Pursuit Live! potrebbe rimanere sorpreso da ciò che offre il videogioco. Tuttavia chi, invece, ha avuto modo di passare diverse ore in compagnia del suo predecessore, si accorgerà ben presto che non corrono molte differenze tra i due titoli. Nel menù principale abbiamo la possibilità di scegliere se giocare online o offline, se in modalità classica o versus (tutti contro tutti o a squadre), per quanti round (tre o cinque) e in quanti giocatori (offline è possibile giocare da soli o fino a quattro giocatori, in locale o contro l'intelligenza artificiale, quest'ultima anche disattivabile se non si vuole sfidare il computer e cimentarsi, ad esempio, solo in un "duello" tra due giocatori).
Una volta iniziata la partita, troviamo i video introduttivi (saltabili, fortunatamente) che spiegano le regole del gioco e che scandiscono la pausa tra un round e l'altro. I turni, a seconda della durata scelta, si strutturano sempre nello stesso modo. Si comincia con il Quickstarter, una serie di domande a risposta multipla che mettono alla prova la vostra conoscenza di ogni argomento (divisi, ovviamente, nelle classiche categorie Storia, Geografia, Scienza, Arte e Letteratura, Intrattenimento, Sport e Tempo Libero).
Poi si procede con uno a caso tra Grab Bag e Close Call, i due round che utilizzano la selezione attraverso cursore di diverse caselle contenenti risposte corrette o errate, sia nella versione normale (risponde un giocatore alla volta), sia nella loro variante "Blitz" (tutti rispondono nello stesso momento, andando ad affidarsi più alla scelta "di pancia" che non a quella ponderata). Poi, se si è optato per la partita a cinque round, si procede con Switchagories, dove, a turno, ogni giocatore ha la possibilità di scegliere una categoria tra due disponibili, ottenendo punti bonus se riesce a rispondere correttamente alla domanda.
Infine, dopo un altro round di Grab Bag o Close Call (se prima non era uscita la versione "Blitz", si presenterà ora, e viceversa), si raggiunge il round finale, consistente in una serie di affermazioni che vanno associate a una delle due scelte a disposizione (ad esempio, Roma e Parigi o Coppola e Scorsese): chi riesce a indovinare ogni risposta senza sbagliare, ottiene un "cuneo" (che va ad affiancarsi a quelli ottenuti grazie ai punti accumulati durante i round precedenti). Vince la partita chi arriva prima a sei cunei o chi ne ha guadagnati in maggior numero. In caso di parità, la vittoria è determinata dal punteggio finale.
La struttura del gioco è simpatica, facilmente comprensibile e abbastanza bilanciata. Tuttavia, quello che vi abbiamo descritto, dalla selezione nei menù fino alla fine della partita, è tanto presente in Trivial Pursuit Live! 2 quanto nel precedente capitolo. Ciò che cambia è una maggiore attualità di alcune domande, ma, per il resto, rimane tutto invariato.
L'unico elemento di vera novità è la possibilità di collegare il gioco all'account Twitch e di giocare contro il proprio streamer preferito oppure di sfidare il proprio pubblico, tutto grazie all'implementazione della chat dal vivo che permette di giocare con una sola copia del gioco.
Attenzione alla lingua di gioco
Ci teniamo a sottolineare che il gioco, nonostante la presenza di varie lingue, non è localizzato in italiano. Venendo dal precedente Trivial Pursuit Live!, giocato su Nintendo Switch, ci siamo ormai abituati alla cosa, anche perché abbiamo la possibilità di giocare insieme a persone che conoscono la lingua inglese in modo, tutto sommato, sufficiente per poter comprendere le domande del gioco (poi, quando la conoscenza di qualcuno non basta, ci si aiuta a capire). Però è comprensibile che un videogioco pensato per la fruizione a livello famigliare inizia a diventare più un frustrazione che un divertimento se non è possibile giocare nella propria lingua madre.
Personalizzazione
Scottati dalla folgorante somiglianza strutturale tra Trivial Pursuit Live! 2 e il suo predecessore, non abbiamo potuto fare altro che aggrapparci all'unica, vera novità che propone il gioco: una personalizzazione più approfondita. Mentre nell'altro videogioco era possibile selezionare un personaggio e cambiarne la skin e il colore di quest'ultima, in Live! 2, oltre all'introduzione di personaggi del tutto nuovi (e, a nostro avviso, visivamente più carismatici), si può intervenire sull'aspetto del proprio alter ego in modo più mirato, andando a scegliere accessori, copricapi, completi e colori (che spesso modificano anche la "fantasia" del modello selezionato), oltre alle ormai immancabili emote di vittoria.
All'estremo opposto troviamo i "titoli", ovvero le frasi che possiamo sfoggiare in partita per far vedere ai nostri avversari in che materia siamo più ferrati, che tornano sostanzialmente invariati rispetto all'edizione precedente.
Da sottolineare come almeno sia stata concessa la possibilità di sbloccare le ricompense (elementi cosmetici e titoli ottenuti attraverso il completamento di determinati obiettivi) per tutti i partecipanti che hanno creato un profilo all'interno del gioco, così da permettere loro di personalizzare anche il proprio alter ego senza la necessità di dover partecipare a ogni partita.
Avere modo di dare spazio alla propria individualità attraverso l'aspetto del proprio personaggio è qualcosa che fa sempre piacere in un videogioco, ma quanto può influire in un titolo dove si passa gran parte del tempo a leggere domande e a trovare risposte? Essersi concentrati su un aspetto come la personalizzazione in un gioco del genere non è stata forse la mossa migliore.
Comparto tecnico
Alla prima apertura del gioco ci siamo allontanati un secondo per andare a prendere un bicchiere d'acqua prima di buttarci nella mischia di "chi ne sa di più". Mentre la schermata principale attendeva il nostro ritorno, una compagna di gioco ci ha fatto notare come il tema musicale che passava in sottofondo fosse lo stesso del precedente capitolo, solo con un ritmo più incalzante. Inizialmente non ne avevamo trovato il legame, ma, dopo qualche secondo, ci siamo accorti come effettivamente fossero molto simili. Fin qui, però, nulla di troppo strano, dato che la ricorrenza di un tema musicale non solo è comune, ma è anche fondamentale per creare quel legame identificativo tra prodotti dello stesso franchise. Tuttavia, quel primo accenno di "rinnovamento" si è pian piano intensificato andando a comprendere il comparto tecnico nella sua totalità. Il che, di nuovo, non è assolutamente un male. O, almeno, non lo è fino a quando non diventa una costrizione.
Il comparto tecnico sembra aver subito il processo inverso rispetto a quello di gioco: gli elementi audiovisivi non danno l'idea di un'evoluzione accorta e ponderata del precedente design, quanto di una forzatura che permettesse di giustificare l'esistenza di un nuovo capitolo senza andare a screditare il legame con il titolo precedente. Sostanzialmente, è stata data priorità al design dei personaggi che non all'aspetto visivo che scandisce le partite, la cui variazione è talmente insignificante da esaurirsi nel grado di smussatura degli angoli delle caselle di gioco.
Conclusioni
Trivial Pursuit Live! 2 non può essere definito un gioco "brutto", che non funziona, perché è capace di coinvolgere e di tenere incollati davanti allo schermo anche per diverse ore, se siete in compagnia di persone che apprezzano questo tipo di sfide. Però è anche vero che funziona perché è il precedente gioco con solo un "2" nel titolo e qualche accortezza grafica che lo inserisce nel mercato attuale, ma che rimane fine a sé stessa (specialmente considerando la tipologia di videogioco, dove orpelli grafici e modelli iper-dettagliati servono a poco o niente). Ovviamente, se è la prima volta che ci si approccia a un Trivial Pursuit digitale, non deluderà, ma se si è assidui giocatori di Live!, allora il biglietto d'ingresso è veramente proibitivo per ciò che propone, ovvero la stessa torta, ma con una differente glassatura. Quindi, ci ritroviamo a chiederci se c'era effettivamente bisogno di un nuovo capitolo o se, invece, non era sufficiente tenere aggiornato il precedente con nuove domande e contenuti fino a che a qualcuno non fosse venuta in mente una buona idea per rilanciare il brand con elementi veramente inediti. Ma, stando agli standard dell'industria odierna, la risposta è fin troppo scontata.
PRO
- Personalizzazione più profonda
- Implementazione delle funzioni legate a Twitch
- Comunque un ottimo prodotto per chi non ha giocato il primo
CONTRO
- Nessuna nuova modalità di gioco
- Manca ancora la lingua italiana
- L'aggiornamento visivo sembra solo un pretesto per rilanciare il titolo