Fin dal suo annuncio, ormai relegato a diversi anni fa, il film basato sulla serie di Naughty Dog ha subito ritardi e modifiche, prima di prendere la sua forma definitiva e arrivare con la sua dirompenza action e caciarona. Abbiamo avuto l'opportunità di vederlo con una decina di giorni di anticipo, così come di fare due chiacchiere con Tom Holland e con il regista Ruben Fleischer, e siamo finalmente pronti per dirvi se Sony ha colpito nel segno in questa recensione del film di Uncharted.
Le origini di Nathan Drake
Partiamo da un presupposto davvero molto semplice, quasi banale: riportare al cinema una saga così consolidata come quella di Uncharted non è certamente semplice per nessuno. Tentare di accontentare i fan che dal 2007 seguono le vicissitudini di Nathan Drake, Sully e l'allegra combriccola rischia di rendere il film indigeribile per coloro i quali invece cercano solo una nuova avventurosa giostra figlia di Indiana Jones.
È probabilmente con questo presupposto che il progetto è stato rimaneggiato, modificato e destrutturato fino a trasformarsi nelle origini vere e proprie del personaggio di Nathan Drake. Nel corso dei giochi prodotti da Naughty Dog si è accennato in diverse occasioni alle prime avventure, all'incontro tra Nathan e Sully, così come al legame con Chloe, senza però mai davvero approfondire fino in fondo. In questo senso Sony è stata furba nel raccontare proprio questa porzione di storia, che si snoda tra il rapporto con il fratello Sam - snocciolato a dovere nel corso di Uncharted 4 - e il primo capitolo alla ricerca di El Dorado.
Non intendiamo rovinarvi nessuna sorpresa, ma vogliamo provare a tranquillizzarvi da questo punto di vista. Se siete amanti del personaggio e dell'universo di Uncharted, ritroverete in questo film quasi tutto quello che caratterizza la lore della saga. Non mancano easter egg, piccoli rimandi al passato e al futuro, situazioni prese di peso dai migliori capitoli e riadattate anche cambiandone totalmente la struttura.
È probabilmente stato questo a colpirci più di quanto credessimo possibile. Badate bene: non ci troviamo di fronte a un capolavoro cinematografico, così come sono lontane la profondità di alcune tematiche toccate da pilastri del genere come Indiana Jones, ma Uncharted fa esattamente quello che era chiamato a fare, realizzare una grande giostra esagerata e action. Sospendendo l'incredulità di alcune situazioni oltre il limite dell'impossibile e fondendo un cinema d'avventura che troppo poco si lascia intravedere in questi ultimi anni, con l'esagerazione di una saga come Fast and Furious.
E se sarete in grado di astrarvi da aspettative ingiustificate e dalla necessità di ritrovare nella realtà gli stessi volti digitali, la pellicola di Ruben Fleischer riuscirà a strapparvi anche qualche sincero sorriso alla vista di elementi che così bene hanno caratterizzato l'universo di Naughty Dog.
Un cast stellare
È evidente che Sony abbia trovato la propria gallina dalle uova d'oro. Tom Holland è uno dei tre principali attori che smuovono Hollywood in questo momento, e la scelta di affidare a lui il ruolo di Nathan Drake è stata tanto particolare quanto scontata. Diciamocelo chiaramente: Tom non c'entra nulla con Nathan. Nonostante questo sia certamente vero, il lavoro dell'attore è proprio quello di rendere credibile un personaggio che interpreta, ed è evidente che Tom abbia studiato. Nelle movenze, nella fisicità importante ma non esagerata, così come in alcuni elementi distintivi del carattere e delle azioni, Nathan Drake è lì e lo si riconosce e non si può negare che la vicinanza al progetto dello stesso Neil Druckman sia stata importante e utile per gestire un'eredità così pressante.
Lo stesso vale per i personaggi di Sully e Chloe, riuscendoci però a fasi alterne. Se è vero che Sophia Taylor ha dalla sua il grande vantaggio di essere il membro del cast che fisicamente ricorda di più il personaggio a cui si ispira, lo stesso non si può dire per Mark Wahlberg. Il fisicato attore hollywoodiano non colpisce davvero nel segno e il suo Sully è una strana variante troppo possente e allo stesso tempo troppo poco pungente. Il suo Victor Sullivan resta infatti il carattere meno riuscito di tutta la trasposizione, non riuscendo a riportarci alle risate e ai siparietti classici che ben conosce un giocatore della serie.
Proprio per evitare spoiler non vogliamo darvi informazioni specifiche su quel che riguarda gli antagonisti, ma fatichiamo a comprendere una scelta specifica che prima del terzo atto cambia le carte in tavola e che sa davvero troppo di twist lanciato lì un po' a caso, senza una giustificazione credibile e psicologicamente sensata. D'altronde siamo stati sinceri fin da subito: Uncharted non è un film perfetto, nè tantomeno gode di una sceneggiatura solida e incrollabile. Fa quel che deve discretamente bene e non rovina il ricordo di quindici anni di Nathan Drake. Il che ci sembra già sufficientemente importante.
Un budget esplosivo
Vista la portata della pellicola è giusto dare anche spazio a un lavoro tecnico importante e ben riuscito. Certamente se dovessimo trovare l'elemento meglio caratterizzato e trasportato sul grande schermo sarebbe proprio l'assurdità e il divertimento del grande luna park chiamato Uncharted. Come detto poco più su, nonostante il film ci narri una storia sostanzialmente inedita che fa da vera e propria origine del rapporto tra Nathan e Sully, questo non esclude la spettacolarità degli eventi, così come la capacità di pescare qua e la da quindici anni di storie e situazioni.
Chiunque abbia giocato ritroverà location ed elementi che riporteranno alla memoria tanti degli sfortunati eventi che hanno caratterizzato le avventure dell'erede di Sir Francis Drake. A costo di ripeterci vogliamo cercare di evitare di rovinarvi alcune sorprese, ma siamo certi che sia la primissima fase del film - chiaro riferimento all'inizio di uno dei giochi della saga - così come i flashback e la sequenza finale saranno capaci di generarvi più di un sincero sorriso, ricordando momenti e situazioni vissute in prima persona negli anni passati accanto a Nathan e la sua allegra combriccola.
Da questo punto di vista tutto funziona discretamente bene. Si esagera come è giusto che sia e la qualità tecnica degli effetti visivi, così come la regia del navigato Ruben Fleischer fanno quel che devono, anche e soprattutto quando c'è da enfatizzare alcuni momenti che strizzano l'occhio al materiale originale. È così che vedrete anche nascere "esteticamente" il mito di Nathan Drake e dell'abbigliamento di Sully, per fare due esempi banali ma efficaci.
Conclusioni
Multiplayer.it
7.0
Uncharted è ben lontano dall'essere un film che rivoluzionerà il cinema d'avventura e la settima arte tutta. Consapevole dell'eredità che porta sulle spalle è però onesto e dichiaratamente esagerato, esattamente come la saga dalla quale prende il nome. In tutta sincerità non possiamo dire di non esserci divertiti e di non esserci lasciati sfuggire qualche sorriso più o meno sincero nel ritrovare così tanti "vecchi amici" alle prese con le loro prime avventure. Il consiglio è di smettere la maschera del grande critico, sia cinematografico che videoludico, e di prendere Uncharted per quel che è sempre stato: un giocattolone esagerato e divertente, dalla scrittura semplice e immediata. E credeteci, se farete così, allora riderete di gusto quando vi troverete di fronte un cameo davvero ben realizzato e dedicato solo ed esclusivamente a tutti gli amanti del videogioco e a chi per anni si è stupidamente lamentato di qualcosa che non aveva alcun fondamento sensato. Ah, e non dimenticate di guardarvi TUTTI i titoli di coda, che ormai è un must.
PRO
- Divertente, caciarone e avventuroso. Uncharted insomma
- Tecnicamente davvero di gran qualità
- Camei, easter egg e riferimenti a più non posso
CONTRO
- Il Sully di Mark Wahlberg è un po' spiazzante, nonostante lui ci provi davvero
- Qualche importante sbavatura narrativa, soprattutto prima del terzo atto
- Se non conoscete Uncharted, si perdono davvero tanti elementi qua e là