Immaginate di poter tornare agli anni felici dell'adolescenza, quando pensavate di essere impegnatissimi a scuola, ma in realtà potevate trascorrere gran parte del pomeriggio a chiacchierare con amici e conoscenti su forum e primordiali social network. Che si trattasse di MSN, di Miiverse o di altre piattaforme, la possibilità di conoscere appassionati di videogiochi da qualsiasi parte del mondo era concreta, ed espandeva non poco le ristrette vedute della vostra cameretta. Ecco, Lucy Blundell (in arte Kinmoku) ha voluto catturare proprio questa esperienza, fotografandola e ricostruendola con una cura certosina.
Forte del Critics' Choice Award nell'ambito di Indie Cup UK '23 (vi avevamo parlato delle interessanti iniziative di Indie Cup nel nostro reportage sugli sviluppatori ucraini in tempo di guerra), Videoverse si è rivelato una grande conferma. Tra chiacchierate spensierate e segnalazioni di commenti tossici, passando per partite a Feudal Fantasy e giorni ad aspettare che quella persona speciale si riconnetta su Videoverse, il videogioco sviluppato e autopubblicato da Kinmoku è certamente una delle uscite più interessanti di questo già ricchissimo 2023.
Vi parliamo del Kinmoku Shark, dell'ascesa e caduta del suo social gaming network e delle vite di Emmett, Vivi e soci nella nostra recensione di Videoverse.
Shark, Dolphin e tutte le vite nel mezzo
Germania, 2003. Emmett, quindicenne appassionato di videogiochi, entra sul social gaming network associato alla sua console Shark. Videoverse è una piattaforma in cui si può chattare con gli amici (anche con l'ausilio di una rudimentale videocamera) oltre a postare commenti e disegni. Ciò che salta immediatamente all'occhio è la capacità di Kinmoku di costruire un'interfaccia semplice, intuitiva e pienamente convincente: Videoverse potrebbe essere benissimo un vero social network dei primi anni 2000, e la cura infusa dalla sviluppatrice è un ottimo trampolino per permettere al giocatore di sentirsi coinvolto nelle vicende di Emmett e soci, della durata di circa quattro ore.
Emmett è quello che definiremmo un normalissimo adolescente. Proveniente da una famiglia piuttosto benestante, può nutrire speranze concrete di ricevere per Natale un Dolphin, la console annunciata come successore dello Shark. Tutto ciò porterà a un mutamento negli equilibri di Videoverse - o meglio, alla sua definitiva chiusura: il social associato allo Shark verrà chiuso per essere sostituito da Ocean Online, che sarà disponibile sul Dolphin con un servizio di abbonamento. Questo cambiamento imminente sconvolge i fragili equilibri di Videoverse, travolgendo Emmett e i suoi amici, e in particolare Vivi, un utente da poco iscritto sul social network, capace di attirare le attenzioni di Emmett grazie ai suoi meravigliosi disegni ispirati al videogioco Feudal Fantasy.
Videoverse diventa così un piccolo mondo precario, sospeso tra presente e non-futuro, segnato dal timore degli utenti di perdere i contatti con i loro compagni di chiacchierate virtuali. E, a volte, anche qualcosa di più. Grazie a un livello di scrittura semplicemente eccelso, Kinmoku riesce a portare avanti una narrazione coinvolgente e a creare personaggi autentici, trasportandoci in altri luoghi e in altri tempi, senza però creare un effetto nostalgia fine a se stesso. L'opera di Blundell, infatti, riesce a stimolare una riflessione critica su Internet e la sua evoluzione, su privilegio, disabilità, adolescenza, dipendenze affettive, e lo fa con tocco lieve, senza mai essere pedante o didascalico.
Una vita, tanti bivi
Nello spazio virtuale di Videoverse si consumano piccoli e grandi drammi, si costruiscono amicizie e si cerca (se si vuole) di mantenere l'ordine, aiutando i moderatori - sempre meno, man mano che la chiusura del social network si avvicina - a tenere sotto controllo utenti tossici e cyberbulli veri e propri. Le scelte di dialogo e di commento sui post all'interno di Videoverse aprono a diversi sviluppi e finali, rendendo l'opera di Kinmoku interessante da giocare più e più volte. A seconda dei nostri comportamenti e interazioni con gli altri utenti, alcune possibilità potrebbero aprirsi o essere precluse, portando a bivi e, quindi, a situazioni differenti tra loro. Precisiamo che è necessaria una buona conoscenza della lingua inglese dato che, al momento, Videoverse non è munito di una traduzione in lingua italiana: ciò è pienamente comprensibile, trattandosi di un videogioco creato da una sola persona, con l'ausilio di alcuni collaboratori esterni per la realizzazione delle musiche e per alcuni aspetti legati alla programmazione.
Videoverse è una riflessione potente sull'interazione in spazi dominati da grandi compagnie commerciali, spazi dati per scontato dagli utenti, ma in realtà soggetti all'arbitrio di entità amorfe e distanti. Emmett, Vivi, Zalor, Tifa-Chan, MarKun666 e tutti gli altri si troveranno a confrontarsi con una realtà virtuale in veloce disfacimento e con la consapevolezza della fragilità di rapporti sì quotidiani, ma ancorati a un sistema commerciale privo di scrupoli. Kinmoku racconta il tutto grazie a una pixel art semplice, efficace, dritta al punto. Online abbiamo trovato segnalazioni di piccoli "inciampi" legati ad alcuni bug nella prosecuzione della storia, ma nella nostra prova non abbiamo riscontrato alcun problema. Concorre a riportarci indietro di vent'anni la colonna sonora composta da Clark Aboud (Slay the Spire), piena di sonorità chill adattissime a ricostruire l'atmosfera di quel periodo del gaming e delle nostre vite.
Conclusioni
Videoverse coinvolge e sconvolge, commuove ed esalta, ma più di tutto fa riflettere, con un pizzico di nostalgia, su cosa voglia dire crescere e confrontarci con l'infinita diversità delle vite altrui. Con una scrittura mai pedante e sempre naturale, Lucy Blundell dà vita a personaggi che ricorderemo per anni: Emmett, adolescente che imparerà a riconoscere il suo privilegio, Vivi, giovane alle prese con vicende che non si sarebbe mai aspettata, insieme al resto del cast, riescono a creare un affresco talmente pieno di vita da sembrare reale. Da non sottovalutare, per questo effetto, la costruzione certosina dell'interfaccia, incredibilmente immersiva nella sua semplicità. Siamo sicuri che di Videoverse si parlerà ancora per anni, e ve lo consigliamo senza alcuna riserva.
PRO
- Mondo virtuale costruito in maniera eccellente
- Scrittura di altissimo livello
- Interfaccia impeccabile
- Le vicende di Emmett e di Videoverse hanno tantissimo da dire
CONTRO
- Alcuni bug da risolvere segnalati dalla community