La serie Voice of Cards rappresenta una delle produzioni più originali tra quelle targate Square Enix. A volte per proporre qualcosa di "nuovo" basta guardare indietro, o a media paralleli: ecco che è stato sufficiente attingere a piene mani ai giochi da tavolo e ai librigioco (o libri-game, o gamebook, a seconda di come vogliate chiamarli) per dare vita a un GDR accattivante, nonché assai accessibile. Prova della bontà dell'operazione è stata l'accoglienza positiva, da parte dei giocatori e della critica, del primo Voice of Cards: The Isle Dragon Roars, pubblicato lo scorso 28 ottobre 2021.
Adesso è il momento del bis: un nuovo capitolo è qui e possiamo finalmente offrirvi la recensione di Voice of Cards: The Forsaken Maiden. Titolo che non solo per le proprie meccaniche, ma anche per i nomi degli artisti coinvolti non dovreste sottovalutare: ricordiamo almeno la presenza di Yoko Taro come direttore creativo, di Keiichi Okabe (direttore musicale) e infine di Kimihiko Fujisaka (character designer). C'è di più: volendo potete cominciare la vostra avventura nel mondo di Voice of Cards proprio da The Forsaken Maiden, dato che quest'ultimo - ispirazione, stile e meccaniche di gioco a parte - non è legato a narrazione e personaggi di The Isle Dragon Roars.
La trama: isole e sacerdotesse
Non è necessario aspettarsi chissà quale eccezionalità dagli eventi, dai personaggi e dal mondo di gioco di Voice of Cards: The Forsaken Maiden. Badate bene, perché non vi stiamo dicendo di glissare sulla nuova uscita di una serie, quella di Voice of Cards, comunque affascinante e ispirata: semplicemente, l'obiettivo non è mai stato quello d'innovare od osare all'interno della trama standardizzata offerta da qualsivoglia GDR. Negli anni, ormai, si è assistito, letto, vissuto di tutto: probabilmente da inventare non c'è più niente, o quasi. Da questo punto di vista, The Forsaken Maiden preferisce giocare sul sicuro.
I protagonisti stessi rispondono all'idea dei "pochi ma buoni": design interessante, storie personali prevedibili ma non banali, qualche colpo di scena qua e là nel corso delle vicende. L'eroe è un pescatore come tanti, deciso a salpare per il mare aperto; con lui c'è Jeri, una ragazza senza voce e - pare - anche dalla memoria limitata. Ma il destino di Jeri bussa presto alla porta: lei era la nuova sacerdotessa della piccola isola, colei che avrebbe dovuto proteggerla e guidarla nel delicato equilibrio tra insediamenti umani e forze magiche. Qualcosa, o qualcuno, le ha impedito di ricoprire questo ruolo.
Ma c'è ancora speranza: sarà proprio il protagonista a ospitarla sulla sua nave e a guidarla sulle altre quattro isole che compongono l'arcipelago visitabile di Voice of Cards: The Forsaken Maiden. Su ognuna di esse, affrontando bande di mostri, i due - accompagnati da un buffo mostriciattolo - incontreranno le sacerdotesse autoctone, recuperando (si spera) quattro artefatti magici utili a salvare l'isola di partenza. L'intera avventura potrà essere portata a termine in circa 20 ore, a seconda della rapidità con i quali verranno affrontati gli scontri. E a proposito di duelli...
Gameplay: carte, dadi, tabelloni
Si è già detto come Voice of Cards: The Forsaken Maiden attinga a piene mani dal mondo dei giochi da tavolo. Il gameplay, a sua volta, ha a propria disposizione carte, dadi e tabelloni. Il discorso è particolarmente interessante per quanto riguarda gli scontri con i mostri selvatici, i quali intervallano spesso e volentieri l'esplorazione delle singole isole, persino quella per mare. Non si tratta di uno di quei giochi che richiedono la costruzione di un mazzo di carte: si hanno già disposizione quelle dei tre protagonisti (i componenti del party) e dei rispettivi attacchi (salendo di livello se ne sbloccano di nuovi).
Ogni turno è possibile giocare una carta per personaggio, offensiva o difensiva: il danno inflitto è riportato sulla carta stessa, ma vi sono sempre dei fattori casuali (come la possibilità d'infliggere un colpo critico). Le abilità speciali a volte richiedono l'utilizzo di un dado, aumentando così ancora di più la sensazione di trovarsi alle prese con un gioco da tavolo o un librogioco. Ad arricchire il tutto, infine, concorre la meccanica legata ai cristalli: guadagnati a ogni nuovo turno, permettono di rilasciare abilità ben più potenti del normale.
Il sistema di combattimento, va detto, è più complesso da spiegare che da padroneggiare, dato che si risolve, in tutto e per tutto, in una versione semplificata e accessibile di un qualsivoglia boardgame. Non siamo minimamente ai livelli, per dire, di un Slay the Spire qualsiasi.
Ad arricchire la componente GDR, però, ci pensano le caratteristiche dei singoli mostri (presentano debolezze e resistenti verso determinati tipi di attacchi) e l'equipaggiamento dei protagonisti, naturalmente migliorabile acquistando o sbloccando, nel corso della narrazione, nuovi oggetti. Non sottovalutate la minaccia dei continui scontri con i nemici: vi sono mostri realmente insignificanti, mai in grado di costituire una minaccia... ma provate a esplorare a oltranza lo stesso territorio affrontando ogni battaglia, e vi ritroverete in breve tempo privi di punti salute.
Come un vero gioco da tavolo
Voice of Cards: The Forsaken Maiden è in tutto e per tutto un vero gioco da tavolo; non è ozioso spendere ancora qualche parola in proposito. Il sistema di combattimento dovrebbe avervi convinto circa questa commistione, ma ecco un altro dettaglio non trascurabile: l'intera esperienza, l'intero titolo insomma, vengono fruiti come se ci si trovasse davanti un librogioco interattivo. Basti pensare che ogni ambiente esplorabile consiste in un tabellone composto da carte, e che il protagonista si sposta di carta in carta. Inizialmente sono tutte coperte, così che a poco a poco venga a comporsi il mondo fantasy che fa da sfondo alla narrazione.
La direzione artistica, da questo punto di vista, è deliziosa. Forse proprio una console come Nintendo Switch permette di fruire in modo ottimale di un'esperienza simile in portabilità: spostare la pedina di casella in casella (o di carta in carta) è molto più sensato ed intuitivo su touch screen che pad alla mano. Certo, va pure detto che possibilità di personalizzazione e rigiocabilità sono del tutto assenti; del resto Voice of Cards: The Forsaken Maiden viene proposto ad un prezzo sensato (circa 30 euro). Alla prima occasione, complice magari un piccolo sconto, potreste valutare di farlo vostro.
Conclusioni
Voice of Cards: The Forsaken Maiden è il secondo capitolo di un nuovo franchise, inaugurato negli ultimi mesi del 2021 con la pubblicazione di The Isle Dragon Roars. Si tratta comunque di capitoli indipendenti, i quali condividono tra loro solo meccaniche e direzione artistica. Nei fatti, vi ritroverete tra le mani un ibrido tra il gioco di ruolo da tavolo e il librogioco, un'avventura fantasy da vivere spostando una pedina a schermo, di casella in casella, e sfidando - carte alla mano - mostriciattoli selvatici (a volte non solo quelli). Le possibilità di personalizzazione sono limitate, così come limitato è pure il livello di difficoltà, ma Voice of Cards: The Forsaken Maiden resta un GDR atipico, originale e assai piacevole. Adesso, però, la serie deve inventarsi qualcosa di nuovo, perché con un terzo capitolo identico entrerebbe per forza di cose nella piena ripetitività.
PRO
- Narrazione piacevole
- Sistema di gioco interessante e atipico
- Buona direzione artistica
CONTRO
- Rigiocabilità assente
- Devono piacere i giochi da tavolo e i librigioco
- Personalizzazione e profondità limitate