Il nome di Brian Fargo è uno di quelli che fanno vibrare le corde di chi ama post-nucleare e combattimenti a turni. E non parliamo di quelli racchiusi in una scacchiera ma integrati in città esplorabili, avamposti di un mondo distrutto pieni di disperati pronti a fare pessimi affari rischiando la pelle. D'altronde questa è la formula di una coppia di titoli con visuale isometrica che hanno lasciato il segno, quei due Fallout da cui Bethesda ha tirato fuori i suoi sequel tridimensionali, un nuovo titolo in arrivo e anche uno spin-off realizzato da Obsidian. Società fondata, tra l'altro, proprio dal designer dei primi capitoli della serie che chi ha avuto la pazienza di affrontare, viste alcune asperità, difficilmente dimenticherà. Ma nonostante l'evoluzione c'è chi è rimasto fedele alla formula originale, quella isometrica e vincolata alla cosiddetta formula a turni "on-the-go" che con Fallout 2, prodotto da Fargo allora capoccia di Interplay, ha spinto il gioco di ruolo verso la sua massima espressione bidimensionale. Un risultato eccellente, capace di elevare anche il nome di Chris Avellone, divenuto poi una star del genere RPG con Planescape: Torment, che in quell'occasione ha rivestito sia il ruolo di designer che quello di game director, al fianco di Tim Cain. Tutto questo lo dobbiamo al primo Wasteland, una pietra miliare che tra i suoi padri ha proprio Brian Fargo, un titolo che nel lontano 1988 ha segnato la storia dei giochi di ruolo post-nucleari. Ed è stato anche un successo commerciale, tanto fortunato nelle vendite che sono presto partiti i lavori su ben due sequel. Ma Fountain of Dreams ha seguito una strada separata, mentre il concept di Wasteland 2 si è arenato per finire, parecchi anni dopo, nella produzione di Fallout. Qualcosa, però, deve essere rimasto nei cassetti di Fargo mentre Interplay chiudeva i battenti e dalle sue ceneri nasceva InXile Entertainment. Nel frattempo è arrivato il crowdfunding, i classici sono tornati di moda ed è arrivata una nuova ondata di successi per i giochi di ruolo a turni, ed eccoci quindi giunti, alla fine del 2012, al finanziamento su Kickstarter di Wasteland 2. Parliamo di una campagna da più 3 milioni di dollari, su 900.000 richiesti, che hanno permesso a Fargo di riprendere in mano la sua creatura con un sequel che è finalmente uscito nel 2014, a 26 anni dal debutto del suo predecessore.
Un titolo vecchia scuola
Pur influenzato dai primi due Fallout e ulteriormente modernizzato grazie all'utilizzo di un motore tridimensionale, Wasteland 2 guarda direttamente al suo predecessore, con un team di quattro personaggi che possiamo personalizzare nell'estetica, nelle statistiche e nelle abilità. Sbrigate le formalità si parte subito con una missione importante, lanciati all'esplorazione di un mondo che a 15 anni dagli eventi del primo capitolo inizia finalmente a riprendersi. Inizia, dicevamo, perché è ancora devastato dalle radiazioni ed è infestato dalla peggiore marmaglia che si possa immaginare, un esercito di cultisti e di briganti che mette a rischio la sicurezza degli avamposti civilizzati. Ed è in questo contesto che ci troviamo ad agire in quanto araldi della giustizia, Ranger spediti qua e là attraverso la mappa di viaggio che lascia posto alla visuale isometrica una volta arrivati in una località, con il combattimento a turni che si attiva automaticamente non appena qualcuno attacca qualcun altro. Il giocatore si trova quindi di fronte alle scelte tattiche che ha compiuto in precedenza, con la composizione del gruppo e le relative abilità che sono determinanti per poter superare i combattimenti ostici. Senza dottore poi, le cose si fanno complesse e a tutto questo vanno aggiunti la fortuna e le scelte sul campo, altrettanto importanti. Wasteland 2 non perdona gli errori nemmeno al livello di difficoltà più basso, spingendoci a cercare la posizione giusta, preferibilmente rialzata, prima che lo facciano gli scagnozzi controllati da un'intelligenza artificiale piuttosto efficace, attaccando dalla distanza ottimale per ogni arma. Sbagliare significa subire parecchi danni e rischiare la pelle che vale già poco in un mondo pieno di enigmi pericolosi, trappole mortali e situazioni complesse, regalandoci però grande soddisfazione nell'avanzare attraverso le missioni grazie all'ottima caratterizzazione dei personaggi. E ovviamente grazie a una trama principale a dir poco avvincente con innumerevoli dialoghi di ottima fattura che ci permettono anche di compiere piccole indagini e di sfruttare le abilità sociali dei nostri personaggi. Il tutto condito dall'importanza delle scelte compiute e dal tempismo che possono compromettere una missione, magari in seguito alla decisione di aiutare qualcuno incontrato sul cammino o che ci contatta via radio. Purtroppo le quest secondarie non sono sempre riuscite, con qualcuna che non prova nemmeno a nascondere la sua natura di mero riempitivo, ma dal punto di vista qualitativo Wasteland 2 è un RPG a turni di grande spessore, un concentrato di atmosfera, ironia e azione post-nucleare, modesto nella grafica ma rifinito come pochi altri in quanto a componente tattica e qualità narrativa.
La questione tecnica
Già ricco di contenuti, Wasteland 2 cresce ulteriormente con la Director's Cut che include 8000 nuove righe di dialogo, doppiaggio vocale, un paio di nuovi brani per la suggestiva colonna sonora e un'evoluzione del motore grafico che nel passaggio dalla versione 4.5 alla 5 di Unity ha ottenuto un nuovo sistema di illuminazione, condito con un aumento del dettaglio, miglioramenti nelle animazioni e un look generalmente più definito. Tutto questo non basta a indorare la pillola sul televisore, laddove lo scarso dettaglio e il basso budget delle cutscene sono fin troppo visibili, ma grazie ad alcune texture valide e ai dettagli macabri del combattimento lo spartano titolo InXile non se la cava malaccio in mobilità, vero asso nella manica dell'ibrido Nintendo che sta facendo incetta di titoli di ogni genere. Certo, alcuni talvolta sembrano un po' forzati su Switch, ma quando ti puoi infilare in tasca un gioco come Wasteland 2: Director's Cut, un massiccio RPG da 80 ore di contenuti che rappresenta la summa del gioco di ruolo a turni post-nucleare, è facile cedere alla tentazione di chiudere un occhio di fronte a qualche imperfezione e di fronte al prezzo di 25,99 euro che non è elevato ma non è nemmeno modesto per un titolo indie di qualche anno fa. I problemi però non si fermano alla mappatura stravagante di alcuni tasti o all'interfaccia che non è stata adattata al formato portatile come risulta evidente dai testi che sono minuscoli anche quando impostati su extra large. Le magagne vanno ben oltre, abbracciando l'intero comparto tecnico, e sono di quelle che rischiano di allontanare i giocatori nuovi, già costretti a vedersela con un titolo difficile e impegnativo. Lo spostamento del gruppo, per fortuna, fila liscio nella maggior parte dei casi, ma il framerate precipita attivando la modalità che evidenzia gli oggetti con cui possiamo interagire. E capita lo stesso con lo zoom e con la rotazione della telecamera, soprattutto quando ci troviamo in combattimento. Non sono inoltre rari i crash, e qualcuno pare ne abbia subiti ben più di noi, per una situazione tutt'altro che rosea. Per questo ci auguriamo l'arrivo di una patch che speriamo introduca la mappatura dei tasti e migliori i problemi di latenza che rendono il sistema di controllo ancora più macchinoso di quanto non sia. Capita tra l'altro che il ritardo nella risposta dei comandi porti a sbagliare e come abbiamo già messo in chiaro un errore può significare la morte, con una bella dose di frustrazione a seguire se ci troviamo nel bel mezzo di un combattimento fino a quel momento gestito al meglio.
Conclusioni
Wasteland 2 è un RPG a turni vecchia scuola, un titolo ostico che nella versione Switch soffre di problemi tecnici e di adattamento. Superare la somma dei due ostacoli non è facile, ma la versione portatile delle Director's Cut recupera qualcosa sul piano tecnico e con un approccio paziente può diventare un'esperienza di grande spessore da portarsi a spasso, un concentrato della storia dei giochi di ruolo a turni post-nucleari e l'ennesimo titolo di spessore nella sempre più ricca libreria di Switch.
PRO
- Combattimento a turni complesso e raffinato
- Scrittura, caratterizzazione e design del mondo ai massimi livelli
- Un titolo vecchia scuola...
CONTRO
- ...nel bene e nel male
- Le rifiniture estetiche e il dettaglio non sono di certo il punto forte di Wasteland 2
- Interfaccia poco adatta al formato portatile e problemi tecnici in quantità