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Wolcen: Lords of Mayhem, la recensione

Un emulo di Diablo e Path of Exile con qualche idea originale ma anche tanti, troppi problemi. La recensione di Wolcen: Lords of Mayhem

RECENSIONE di Tommaso Valentini   —   30/03/2020
Wolcen: Lords of Mayhem
Wolcen: Lords of Mayhem
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Erano mesi che sul fronte degli Action RPG il mare risultava placido. Certo, le stagioni di Diablo III e le patch su Path of Exile continuano a mantenere vivo il genere, ma nuovi titoli che possano davvero far sobbalzare sulla sedia i tanti appassionati latitano ad arrivare. Con Diablo IV ancora lontanissimo e un Torchlight III completamente rivisitato nell'ultimo periodo, con un cambio di design repentino che si libera della visione da MMO, le speranze di potersi divertire un po' durante questa lunga quarantena sembravano essere svanite del tutto.

A giungere in nostro soccorso su uno dei cavalli dell'apocalisse ci pensa allora Wolcen Studio, che decide di rilasciare quasi a sorpresa dopo un lungo periodo di early access il suo Wolcen: Lords of Mayhem. Il Mayhem del titolo però si riversa sui giocatori quando, al lancio, nulla sembra riuscire a funzionare come dovrebbe. Il 13 febbraio insomma, quando Wolcen arriva su Steam in esclusiva PC, la fame per il titolo fa sì che i giocatori si accalchino sui server online facendoli letteralmente esplodere. Una situazione che sembra la copia esatta di quanto accaduto al lancio di Diablo III, questa volta però sulle spalle di uno studio di sviluppo indipendente e non di un colosso gargantuesco dei videogiochi. Gli strascichi si protraggono per almeno una settimana piena, durante la quale in pochissimi, del milione di acquirenti della prima ora, riesce a giocare con costanza e senza disconnessioni. Ci vogliono diversi giorni prima che tutto torni nella norma, e non per merito del potenziamento dei server ma per un calo dei giocatori che continua costante tutt'oggi per le ragioni che vedremo proprio nella recensione di Wolcen: Lords of Mayhem.

Il caos regna sovrano

Wolcen interessa al pubblico perché è un gioco di nicchia, curato nel comparto grafico e quello che trasmette è la costante sensazione di essere braccati dall'oscurità in un mondo infestato da demoni e non morti. Tutto riporta alla mente i fasti di Diablo II ed è innegabile un paragone immediato quand'anche la schermata di selezione del personaggio sembra strappata di forza dall'hack and slash Blizzard.

Nessuna classe però da scegliere questa volta, in Wolcen potrete creare il vostro alter ego liberamente e solo successivamente preoccuparvi di come specializzarlo con un ventaglio di possibilità in linea con quanto offerto da Path of Exile ma con un pizzico di innovazione che non guasta mai. Prima di potersi sbizzarrire nello studio dei punti abilità e statistica veniamo travolti da una storia non particolarmente brillante ma capace di mettere in mostra personaggi convincenti, ambientazioni di tutto rispetto e scene renderizzate in tempo reale dalla violenza inusuale per questo tipo di prodotti. Non abbiamo una qualità al top ma il risultato è comunque decisamente pregevole e il CryEngine 3 utilizzato per dare vita a Wolcen mostra i muscoli soprattutto nel dettaglio delle armature, sui riflessi lucenti delle lame e sull'illuminazione in generale prestando il fianco solo sull'effettistica delle abilità. Essendo filmati in engine le stesse considerazioni valgono ovviamente per il gioco vero e proprio laddove ai panorami mozzafiato si alternano cupi scenari brulicanti di creature di ogni tipo.

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Facile e immediato il sistema di controllo, che non presenta particolari novità: un semplice punta e clicca con la schivata di base che va ad aggiungersi alle abilità del protagonista, mutuata in toto dalle versioni console di Diablo III: Reaper of Souls. Non è però solo un orpello estetico questa volta quanto piuttosto l'unico modo per evitare che colpi mortali ci martellino sul terreno. La schivata è gestita attraverso un sistema di sfere di Stamina che si consumano ad ogni rotolata. All'interno della normale sessione di combattimento, a dire il vero, questa feature viene utilizzata poco, spesso solo per velocizzare i movimenti durante l'esplorazione visto che, a conti fatti e senza studiare troppo eccessivamente i talenti, andrete ad asfaltare con gran facilità tutto quello che vi si parerà davanti. Bestie e creature demoniache affollano i livelli di Wolcen, esplodendo, contorcendosi e strillando mentre, come carri armati, lanciate proiettili energetici, frecce o evocate golem e scudi sacri intorno a voi. Potete quindi decidere di strutturarvi come un solido tank, un guerriero dedito all'uso delle armi bianche a ranger amanti della lunga distanza o un qualsiasi mix di questi senza penalità alcuna. A decorazione finale del tutto immaginate di potervi trasformare in un demone dell'apocalisse enorme per sfogare tutta la vostra rabbia repressa e avere pochi secondi di invulnerabilità totale, una struttura base insomma da non sottovalutare.

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La Ruota gira

Il sistema di abilità passive è una sferografia divisa in tre cerchi concentrici, che potete ruotare a vostro piacimento. Assegnate i punti che desiderate disegnando costellazioni sensate e non avrete problemi a divertirvi spensieratamente, almeno fino all'arrivo del boss di fine livello. Qui il bilanciamento della difficoltà va a farsi benedire e il picco di difficoltà si alza a livelli esorbitanti, mancando completamente di senso logico. Il gioco infatti non vi prepara minimamente a questi scontri e se fino a quel momento vi sentivate dei semidei in mezzo a patetici mortali i ruoli qui andranno ad invertirsi e i santi, questa volta, sarete costretti a richiamarli con forza per riuscire a superare questi ostacoli insormontabili.

Le boss fight, tre in tutto, diventano duelli all'ultimo sangue come in Dark Souls dove spesso mancare un dodge al momento giusto significa morire e dover ricominciare daccapo. Fortunatamente Wolcen Studio non ha inserito penalità per la morte e, anzi, cercando di mitigare questi crolli della salute da zero a cento in due secondi netti, inserisce tre possibilità di risollevarsi sul posto dopo il ko. Trial and error brutali che rischiano di farvi passare la voglia di giocare se state sperimentando la difficoltà più alta delle due disponibili. Tolte le boss fight, i tre atti disponibili in Wolcen non vi porteranno via più di una decina di ore per essere completati, permettendovi tuttavia di sperimentare davvero poco quel sistema di talenti e abilità discusso poc'anzi. Anzi, arrivati all'endgame con centinaia di punti a disposizione la voglia di fare un bel reset sarà prossima allo zero spingendovi quasi a voler ripetere l'esperienza della storia con un personaggio nuovo di pacca ed equipaggiamento dedicato.

Gli oggetti unici non sono poi molti, circa una trentina e all'appello mancano i set, ormai un marchio di fabbrica per giochi di questo tipo. L'arma impugnata invece stabilisce quale abilità potrete utilizzare. Staffe e pugnali solitamente vi permettono di lanciare incantesimi mentre armi a due mani e scudi combinazioni da corpo a corpo. Le abilità salgono di livello tenendole equipaggiate ma possono essere rese più performanti spendendo "primordial affinity" in città, un hub minuscolo con soli tre veditori. Le primordial affinity sono la seconda valuta del gioco insieme all'oro e vengono acquisite distruggendo le abilità duplicate, da raccogliere dai cadaveri dei nemici. Peccato per un sistema di drop che non convince, con statistiche slegate dalla vostra specializzazione e un drop rate veramente infimo per ciò che concerne gli strumenti più interessanti.

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Grossi problemi tra demoni ed eroi

Non tutte le abilità sono tuttavia utili o funzionano come da descrizione e questa è solo la punta dell'iceberg di un gioco tartassato da bug, spesso lievi e altre volte tanto pesanti da rompere completamente la vostra sessione di gioco. La situazione più fastidiosa e più frequente è la mancanza di hitbox precise, che non vi permette con facilità di selezionare i nemici o anche più banalmente colpirli e, quando capita in situazioni concitate, questo potrebbe voler significare il game over prematuro. Altri nemici si incastreranno nelle pareti e a volte persino i boss rischiano di bloccarsi da qualche parte, diventando immortali o peggio ancora sparendo del tutto. Sono tanti problemi per un gioco che viene venduto a circa quaranta euro, un prezzo sproporzionato rispetto alla pulizia generale e alla durata globale presenti.

L'end game infatti non convince ed è forse la parte più debole di tutto il pacchetto. Una volta portata a termine la storia non vi resterà che continuare a entrare nei portali generati proceduralmente e farmare per ridare l'antico splendore alla vostra città di appartenenza, o finchè la noia non avrà la meglio su di voi.

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Conclusioni

Multiplayer.it
6.0
Lettori (18)
6.8
Il tuo voto

Wolcen: Lord of Mayhem è un titolo potenzialmente ottimo, un degno mix di caratteristiche prese a piene mani da Diablo e Path of Exile, con qualche idea originale nel mezzo. Purtroppo il titolo ha un prezzo elevato per quello che offre e oltre alla decina di ore per completare la campagna avrete ben poco altro da fare. L'end game difficilmente vi darà lo stimolo necessario per continuare a giocare e i tanti bug ancora presenti a più di un mese dal lancio rischiano di azzoppare il resto del divertimento. Acquistatelo solo se siete a digiuno assoluto di hack 'n' slash e siete disposti a chiudere un occhio su diversi aspetti, a quel punto il sistema di talenti potrebbe essere un motivo sufficiente per calcare le terre demoniache.

PRO

  • Visivamente appagante
  • Eccellente varietà di build
  • Struttura solida

CONTRO

  • Endgame eccessivamente ripetitivo e privo di sfida
  • Picchi di difficoltà mal bilanciati
  • Numerosi bug, a più di un mese dal lancio
  • Sistema di drop completamente da ristudiare