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Xenoblade Chronicles 2: Torna ~ The Golden Country, la recensione

Abbiamo giocato l'attesissimo DLC ambientato nel passato che svela i misteriosi retroscena di Xenoblade Chronicles 2

RECENSIONE di Christian Colli   —   23/09/2018
Xenoblade Chronicles 2: Torna - The Golden Country
Xenoblade Chronicles 2: Torna - The Golden Country
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Partiamo dal presupposto che parlare di senza menzionare alcuni punti cruciali nella storia di Xenoblade Chronicles 2 è praticamente impossibile, quindi se non avete ancora giocato l'ultimo kolossal di Monolith Soft, vi consigliamo di leggere le prossime righe con cautela: potreste imbattervi in alcune anticipazioni e scoprire alcuni dettagli prima del tempo. Torna ~ The Golden Country è infatti una sorta di prequel: nelle intenzioni di Tetsuya Takahashi, avrebbe dovuto essere un flashback giocabile a circa tre quarti dell'avventura, ma poi per questioni di tempo il team ha dovuto metterlo da parte finché il successo del titolo ha convinto Nintendo ad autorizzare lo sviluppo di nuovi contenuti per un pass espansione. Quest'ultimo, dunque, sblocca una generosa quantità di missioni secondarie che lo sviluppatore nipponico ha pubblicato nel corso del 2018, più l'espansione vera e propria, una lunga campagna che racconta un momento fondamentale nella mitologia di Xenoblade Chronicles 2.

Torna ~ The Golden Country si svolge quindi cinquecento anni prima degli eventi narrati nella campagna principale e idealmente si dovrebbe giocare come una specie di intervallo tra i capitoli sette e otto che approfondisce alcuni aspetti della storia, delineando meglio le personalità e le motivazioni di alcuni personaggi. I protagonisti assoluti sono infatti Jin, il Gladius, e Lora, la sua Ductor, ma il DLC si concentra anche e soprattutto su Mythra, instaurando gustosi parallelismi col titolo originale. Tra vecchie conoscenze e volti nuovi, spicca indubbiamente Addam, la figura praticamente leggendaria di cui si parla sempre in Xenoblade Chronicles 2 e che, in questa espansione, si mostra finalmente col cappuccio abbassato, rivelando uno dei protagonisti più interessanti e maturi nella lunga e complicata storia di Alrest.

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L'inevitabilità del destino

I temi portanti di Torna ~ The Golden Country sono ancora una volta il valore della memoria, l'importanza dell'identità personale, la speranza in una vita migliore e la fiducia nell'avvenire, ma nell'espansione Takahashi rovescia completamente la prospettiva dei giocatori, puntando tutto sul fatto che ogni gesto diventa futile, ogni parola insignificante, ogni desiderio completamente vano: conosciamo già il triste destino di Omrantha e di tutti i suoi abitanti. L'espansione scolpisce quindi un racconto sull'inevitabilità e l'ingiustizia della guerra attraverso gli occhi di Jin e Lora, due individui che si sono trovati e che lottano per ritagliarsi un angolo di pace in un futuro che non sarà mai. Torna ~ The Golden Country è una favola che spezza il cuore sotto praticamente ogni aspetto. È la storia di un eroe che volge le spalle al bene per la solitudine e la disperazione, la storia di un senso di colpa pesante come un macigno di fronte al quale non si può fare altro che nascondersi, la storia di uno, dieci, cento persone comunissime che un bel giorno smettono di esistere senza neppure sapere perché.

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Nel poco tempo a disposizione, Takahashi sacrifica la caratterizzazione di qualche nuovo personaggio - Hugo e Haze su tutti - per dedicarsi completamente a Jin, Lora, Mythra e Addam. Alla fine, non si può fare a meno di guardare Xenoblade Chronicles 2 con occhi diversi, anche un pelino umidicci. I dialoghi dello scrittore giapponese tendono a essere un po' troppo densi e prolissi, ma quando Takahashi vuole colpire al cuore lo fa senza mezze misure anche in un mero DLC, impiegando ad arte le parole e la musica. Quest'ultima è uno dei punti più alti di Torna ~ The Golden Country: le nuove tracce di Yasunori Mitsuda sono eccellenti anche quando adottano i ritmi del jazz che possono straniare sulle prime ma che finiscono col convincere nel giro di pochissimi minuti. Grazie anche ai piccoli remix delle musiche già ascoltate, il mondo di Xenoblade Chronicles 2 assume lineamenti nuovi persino mentre si esplorano nuovamente le pianure del Gormott, l'altro titano che visiteremo nel corso dell'avventura.

Sono due, in particolare, le dinamiche inedite che hanno maggiormente impatto sulla narrazione. La prima è costituita dagli accampamenti, una novità che consente ai giocatori di riposare durante i viaggi e far chiacchierare i vari eroi: i dialoghi trasmettono qualcosa di più su di loro e contribuiscono a tratteggiare meglio le loro personalità. Gli accampamenti consentono anche di fabbricare amuleti e cucinare pietanze che conferiscono bonus temporanei, ma la loro utilità è relativa, anche se tornano utili nei combattimenti coi nemici più tosti. Il Prestigio, invece, è una meccanica geniale che ha una duplice funzione. Esso ricorda molto il diagramma sociale visto nel primo Xenoblade Chronicles, seppur più chiaro e ordinato: ogni volta che incontriamo un abitante, scopriamo qualcosa sul suo conto e questo contribuisce a disegnare un enorme reticolo di relazioni che sblocca sempre più incarichi secondari, risolti i quali aumenta il livello del Prestigio in sé e per sé. È una meccanica strana che a un certo punto diventa persino obbligatoria, se si vuole portare a termine la campagna. Takahashi, però, essendo un gran furbone, manipola questo aspetto del gameplay - che tutto sommato serve specificatamente a prolungarne la longevità - trasformandolo in un micidiale risvolto narrativo.

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Il nuovo sistema di combattimento

Diciamo che conoscere e aiutare decine di personaggi secondari, pur sapendo che le nostre azioni non cambieranno il loro tragico destino, è già triste di per sé, ma vedere coi nostri occhi la fine di una civiltà, dopo averne condiviso piccole gioie e dolori, è assolutamente straziante. In questo senso, il diagramma del Prestigio assume un'importanza decisamente diversa, ma si appoggia pur sempre a un numero esorbitante di missioni secondarie che, purtroppo, non sono sempre ispiratissime. Fortunatamente, si passa gran parte del tempo a combattere nei suggestivi scenari di Alrest, e specialmente sul dorso del nuovo titano, ma per l'occasione Monolith Soft ha apportato una serie di interessanti modifiche al sistema di combattimento assimilato nella campagna principale, riuscendo persino a giustificare alcuni cambiamenti con qualche escamotage narrativo.

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Non pago di aver migliorato l'engine, restituendoci immagini nettamente più pulite rispetto a qualche mese fa, lo sviluppatore nipponico ha anche lavorato sulla dinamicità del già ottimo sistema di combattimento, permettendoci finalmente di controllare direttamente anche i Gladius. È ora possibile scambiare il posto di Gladius e Ductor premendo un tasto e ciò si traduce in un attacco a sorpresa che può sbilanciare il nemico, garantendo la possibilità di inanellare combo strategiche. Ovviamente non è possibile abusare di questa meccanica, dato che bisogna attendere un breve periodo di ricarica, ma essa rende gli scontri molto più frenetici e al contempo ragionati, grazie anche al fatto che ogni personaggio possiede tecniche di attacco da avanguardia e da retroguardia che il giocatore può potenziare spendendo gli appositi punti guadagnati vincendo le battaglie. A esse si aggiunge anche una nuova e rischiosa tecnica personale, diversa per ogni personaggio, che garantisce un importante effetto positivo al costo di punti vita o altri svantaggi, e che quindi va usata con una certa cautela.

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Il sistema di personalizzazione è quello, sufficientemente ricco, di Xenoblade Chronicles 2: possiamo quindi migliorare le armi e le abilità, equipaggiare accessori e talismani, sbloccare nodi nei diagrammi di intesa che conferiscono nuovi poteri e bonus a Gladius e Ductor. È assente, invece, la "lotteria" dei cristalli nucleici, dato che i Gladius sono soltanto quelli che la storia ci impone, ma dubitiamo che qualcuno possa sentire la mancanza di uno degli aspetti più controversi di Xenoblade Chronicles 2. Venendo a mancare quella dinamica del gameplay, Monolith Soft ha quindi dovuto operare su uno snellimento generale delle meccaniche di combattimento, e così ha ridisegnato la concatenazione di combo Gladius in una versione più semplice e lineare basata su una sequenza di attacchi speciali a potenza crescente. Pur essendo apparentemente semplificato, il sistema di combattimento in Torna ~ The Golden Country ci è sembrato evolversi in una direzione più intuitiva e godibile che garantisce comunque un soddisfacente controllo del campo di battaglia attraverso strategie che mescolano interattività e pianificazione.

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Ciò salta particolarmente all'occhio nelle fasi finali dell'avventura, quando i nemici si fanno molto più impegnativi e i boss richiedono una certa preparazione per essere sconfitti. In questo senso, Torna ~ The Golden Country si comporta quasi come un gioco di ruolo fatto e finito, con tanto di missioni secondarie segrete e potentissimi boss opzionali. Per completare la campagna, portando a termine il minimo sindacale di missioni secondarie che aumentano il livello di Prestigio, è necessaria una ventina di ore abbondanti che possono sfiorare la trentina nel caso in cui si decida di spulciare ogni angolo e sconfiggere ogni nemico. Trattandosi di un DLC, è chiaramente una durata encomiabile che sottolinea tutta la passione e la dedizione dello sviluppatore nei confronti della sua creazione e dei fan che l'hanno apprezzata.

Conclusioni

Digital Delivery Nintendo eShop
Prezzo 29,99 €
Multiplayer.it

Lettori (53)

8.6

Il tuo voto

PRO

  • Anche se conosciamo già l'esito, la storia raccontata è toccante e avvincente
  • Il nuovo sistema di combattimento funziona che è una meraviglia
  • È un DLC lungo e corposo

CONTRO

  • Alcune missioni secondarie sono estremamente generiche
  • Qualche tempo morto di troppo