Una carta per domarli e nel buio incatenarli.
La storia che sta alla base dello story mode di Yu-Gi-Oh! GX Tag Force probabilmente non vincerà mai nessun premio di letteratura, ma è comunque utile come perfetto pretesto per dare una struttura di massima al gioco. Gli eventi raccontano del primo giorno di accademia del protagonista (uno studente assolutamente anonimo, esterno al cast dei protagonisti della serie), assegnato al dormitorio degli Slifer Rossi visto il pessimo punteggio ottenuto nel test di ingresso, il ragazzo però -come nel più classico film adolescenziale americano- ha delle potenzialità e lo dimostrerà sul campo battendo uno dopo l'altro i suoi compagni di corso. Lo story mode è strutturato a giornate (con tanto di orari di lezione e tutto il resto), all'inizio del gioco il preside della scuola illustrerà brevemente quali saranno gli obblighi del neo studente e quali le finalità dell'accademia, suggerendogli di convogliare tutti i propri sforzi verso il grande torneo di fine anno che servirà a sancire chi è il vero ed indiscusso re dei duelli. Terminato il breve incontro con la carica massima dell'accademia, al protagonista sarà data la possibilità di vagare all'interno dell'isola dove risiede la scuola: lo spostamento non sarà però libero, l'isola verrà rappresentata in tutta la sua estensione e le varie mete raggiungibili saranno segnalare tramite una serie di pallini (ed eventuali icone rappresentanti i personaggi chiave, se presenti in quell'area). Una volta stabilita la propria destinazione ci si ritroverà ad esplorare un'area tridimensionale dalle ridotte dimensioni in cui si potrà interagire con le persone presenti, principalmente parlando o sfidando a duello gli studenti. In alcune particolari zone dell'isola si potrà inoltre comprare mazzi di carte (allo stesso modo come se si andasse in edicola) da scartare nella speranza di trovare l'arma perfetta e definitiva. Ogni giorno allo scoccare delle 8:30 il giocatore sarà trasportato nell'aula di scuola per seguire un'importante lezione su tutto ciò che gravita intorno al mondo delle carte Dual Monster, la lezione funzionerà alla pari di un prolungato tutorial: vista la vastità degli utilizzi delle carte è utile che il giocatore impari a fondo tutte le possibilità che queste possono offrire se vorrà uscire vincitore dai vari duelli che gli verranno proposti. Al termine della lezione lo studente sarà libero di tornare a vagare senza sosta per l'isola, parlando con quanta più gente possibile in maniera tale da trovare un feeling con alcune persone, feeling che sarà assolutamente necessario in cui verranno proposte le sessioni di Tag Battle, ovvero di combattimento in coppia 2Vs.2. Le conversazioni, a dire il vero, non brillano di luce propria e sono probabilmente uno degli aspetti meno curati in assoluto del gioco, esisteranno due tipi di comportamenti tipo: il primo è quello dei personaggi chiave, figure presenti nella serie Tv come Jaden, Chazz o Syrus, a cui si avrà la possibilità di chiedere qualcosa riguardo quattro argomenti fissi (hobby, accademia, duelli e dicerie) e che porteranno a striminzite risposte che esemplificheranno in poche parole il gradimento della domanda; il secondo tipo di conversazione è invece quello con i personaggi secondari, studenti assolutamente accessori che si limiteranno a pseudo-suoni gutturali in risposta alle domande. Parallelamente allo story mode, purtroppo Yu-Gi-Oh! GX Tag Force ha davvero poco da offrire: un battle mode (che altri non è che la story mode spogliato di tutto tranne che i combattimenti), un multiplayer wireless che richiederà due giocatori con altrettante cartucce ed infine la possibilità di accedere al sito del gioco per scaricare contenuti esclusivi (speciali carte).
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Il vero elemento portante di tutto il gioco è ovviamente rappresentato dalla fase del duello, affrontabile sia in battaglie 1vs1 che 2vs2 in modalità tag. Il duello non è assolutamente vincolato ad eventi particolari del gioco: per come è strutturata l'avventura, grazie al fatto che l'orologio interno si blocca mentre si combatte, un giocatore potrebbe anche prendere il mano la psp e continuare a duellare con tutti gli studenti a portata di mano senza quasi far passare nemmeno una giornata. In realtà, vista la complessità di utilizzo delle Dual Monster, sarà preferibile seguire il programma di lezioni/tuturial per capire come muoversi tra le carte del proprio deck. E parlando proprio di quest'ultimo, la suddivisione principale delle carte è a seconda della loro funzione: carte magia, carte mostro e carte trappola oltre ad essere differenziate per colore rimarcano la loro diversità anche nel modo (e nel momento) in cui potranno essere utilizzate in battaglia. Il campo di duello sarà rappresentato da una griglia di rettangoli 2x5 (per giocatore), in cui la prima riga potrà essere occupata dalle carte mostro in posizione di attacco o di difesa (è essenziale a questo scopo capire la funzione di ogni carte, per stabilirne il posizionamento. Un comodo riquadro di testo spiegherà comunque per filo e per segno i diversi effetti della carta), mentre la seconda sarà dedicata al supporto delle carte in prima riga o al semplice posizionamento di carte trappola coperte ed attivabili nel corso del turno dell'avversario. Per quanto ad una prima occhiata il Dual Monster possa sembrare più complesso delle regole di un qualsiasi gioco di ruolo dal vivo, la comoda interfaccia grafica unita ad una sapiente scelta delle carte potrà risultare il perfetto viatico per divertirsi nel corso dei duelli. Vista la quantità di carte presenti nel gioco, la composizione del deck risulterà di assoluta importanza: per quanto il mazzo possa arrivare fino a contenere 80 carte sarà preferibile sceglierne un numero che si avvicina ai 40, calibrandolo alla perfezione tra carte mostro di ogni livello (i livelli più alti saranno utilizzabili solo "sacrificando" carte dai livelli bassi), carte trappola abbastanza versatili e sprattutto carte magia capaci da tirare fuori il giocatore da ogni impiccio. Anche in questo caso Konami ha saputo gestire in maniera più che ottima il sistema di gestione del deck, permettendo di disporre le carte secondo alcuni parametri come la tipologia, la potenza, etc. in modo da non far perdere ore al giocatore nella rincorsa del deck perfetto. A scanso di equivoci va comunque detto che creare un buon deck sarà un lavoro che porterà via parecchio tempo di gioco e necessiterà di una buona conoscenza delle carte. Il duello metterà i due ( o quattro) giocatori l'uno contro l'altro, ognuno dotato di 8000 life points che una volta raggiunto lo 0 ne decreteranno la sconfitta. Utilizzando le impostazioni standard dettate dal gioco, il combattimento risulterà alla lunga decisamente noioso, con tutta una serie di tempi morti ed animazioni da dimenticare, ma con un po' di abilità sarà comunque possibile modificare le opzioni in modo che i combattimenti scorrano in maniera molto veloce, senza perdersi in inutili fronzoli e passaggi.
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Graficamente Yu-Gi-Oh! GX Tag Force non impressiona ma trova nella dimensione superdeformed probabilmente la sua forma più adatta. Le ambientazioni sono colorate e studiate come se fossero una gigantesca opera di pixel art, i personaggi sono rappresentati con il corpo piccolo (le uniche differenze tra studenti sono rappresentate dal colore della divisa) e il testone, utile ad identificarne in un solo colpo d'occhio l'identità. Del tutto opposte sono le pessime animazioni in cel-shading dei personaggi nel corso dei duelli, una scelta grafica di cui non si trovano motivazioni plausibili. Pessimo invece tutto il comparto sonoro, non tanto per la qualità dei motivetti musicali presenti nel gioco quanto per l'eccessiva monotonia e ripetitività delle canzoni che troppo spesso annoiano per via della lunghezza degli incontri.
Yu-Gi-Oh! GX Tag Force non si può definire un brutto gioco, ma anzi è un buon punto di partenza. Se Konami riuscisse ad ampliare l'esperienza di gioco al di fuori dello story mode, se riuscisse a supportarlo con una solida storia (magari in collaborazione con l'autore del fumetto/cartone, chissà...) e soprattutto se perfezionasse la struttura dei duelli, allora tutti i fan della serie potrebbero trovarsi davanti ad acquisto obbligato. Vista però la natura particolare del gioco, relegata principalmente agli amanti della serie ed in seconda istanta ai possessori PSP, probabilmente il gioco vale la candela solo per i super appassionati.
- Pro:
- Decisamente longevo.
- Moltissime carte presenti, infinita personalizzazione del deck.
- Completamente in italiano.
- Contro:
- Oltre ai duelli c'è poca carne al fuoco.
- Alla lunga può stancare e diventare monotono.
Se l'impresa di realizzare un apprezzato cartone animato che parla di un gioco di carte è complessa, quella di realizzare un videogioco basato su di un cartone animato che parla di un gioco di carte probabilmente lo è ancora di più. Yu-Gi-Oh, questo il nome del cartone animato (e manga) nato dalla mente di Kazuki Takahashi, racconta di un gruppo di ragazzini che combattono a suon di carte in un gioco denominato "Dual Monster". Nel corso delle puntate la posta in gioco si alza sempre di più per i protagonisti, spinti ad utilizzare le carte Dual Monster in una loro variante chiamata "Gioco delle Ombre" in cui in pericolo è la loro stessa vita. La serie, ha avuto in Giappone, in America e più recentemente in Europa un vasto successo tra i ragazzi che, mazzi di carte alla mano, hanno cominciato a giocare a questo gioco che poggia le sue basi sul concetto che regola il "sasso, carta e forbice" della tradizione orientale. Konami comunque non si è lasciata intimorire dalla presunta complessità del gioco e ha deciso che la PSP era la console perfetta per contenere tutte e 2.400 le carte esistenti nello spin-off della serie: Yu-Gi-Oh! GX Tag Force.