Pokémon GO è la star indiscussa dell'estate 2016, un fenomeno virale da più di 100 milioni di download, 10 milioni di dollari di entrate giornaliere e oltre 21 milioni di giocatori attivi giornalmente sul solo territorio degli Stati Uniti. Il titolo mobile targato Niantic ha aumentato sensibilmente il fatturato di commercianti che hanno cavalcato l'onda, ha risollevato le sorti di Nintendo in borsa, ha creato strane figure lavorative, ha superato Tinder come efficacia nel dating e ha portato fino a 9000 persone a incontrarsi spontaneamente. Bomba indiscussa per quanto riguarda realtà aumentata e strategie di marketing ad essa collegate, il titolo Niantic si basa interamente sullo spostarsi costantemente in cerca di rifornimenti, Pokémon rari da trovare, creature da evolvere, palestre da sottrarre alle altre due squadre in gioco e uova da schiudere ed è stato acclamato proprio per la sua capacità di rimettere in moto persone ferme da troppo tempo, di far uscire i giocatori per strada per incontrare altri giocatori. Questo aspetto non è niente male, va detto, e ha già aiutato qualche pigrone a buttare giù la pancia ma la sovrapposizione del digitale a una quotidianità fatta di semafori, strade, acciaio e cemento ha anche qualche lato negativo.
I confini della realtà rischiano di perdere significato agli occhi di quei giocatori che sono entrati anima e corpo in questo nuovo limbo sospeso tra reale e virtuale. La scoperta e l'avventura sono due pregi non da poco ma la sovrapposizione dello strato digitale, fittizio e sicuro, a quello reale, fatto di autostrade e di ostacoli, ha già fatto qualche vittima perché se le meccaniche e le creature sono proiezioni generate dal nostro telefono, l'avatar è il nostro corpo e deve sottostare a un sacco di limiti fisici. Ovviamente il mondo, inizialmente sorpreso, ha già risposto mettendo Nintendo di fronte alla necessità di porre alcuni limiti alla sua creatura. Musei, ospedali e zone particolarmente pericolose verranno via via esclusi limitando pericoli per la morale ma soprattutto per l'umana sopravvivenza. Il problema è che eliminando ogni pericolo c'è il rischio che si perda quel gusto per l'avventura che rende davvero interessante un titolo di questo tipo al di là delle meccaniche di collecting, della celebrità del brand e degli evidenti limiti di una parte dell'umanità che riesce a bloccare un'autostrada per catturare una manciata di pixel. Troppe barriere potrebbero incrinare la magia ma è anche vero che il mondo è ampio e non è detto che sia possibile trovare una via di mezzo per non sacrificare un concept che di potenziale ne ha in abbondanza. Il concept di Pokémon GO non è nuovo. Di titoli basati su un concept simile ce ne sono parecchi a partire da quell'Ingress, sviluppato dalla stessa Niantic, che ha mostrato le potenzialità della fusione tra coordinate reali e sovrapposizioni digitali. Parliamo di meccaniche che si adattano naturalmente al connubio tra cellulare e realtà aumentata ma il successo non è mai arrivato, almeno fino a oggi, grazie a un brand che oltre ad avere una fanbase sterminata si adatta quasi perfettamente a questo tipo di meccaniche. Proprio per questo c'è chi sospetta che la stessa formula con altri brand possa rivelarsi fallimentare ma potremmo anche trovarci al cospetto di un pioniere destinato a cambiare il modo di giocare mobile. Per questo proviamo a immaginare quali altri celebri brand potrebbero adattarsi alla formula di Pokémon GO.
Cavalchiamo la grande onda di Pokémon GO per immaginare cinque possibili alternative
Ai confini della realtà
Una delle lamentele rivolte a Pokémon GO è relativa ai limiti di meccaniche che, studiate per attirare quanta più utenza possibile, sono decisamente semplici e non sfruttano appieno il potenziale strategico dell'immaginario creato da Nintendo. Ma con l'inevitabile maturazione dell'utenza del titolo Niantic, potrebbe presto crearsi lo spazio per esperienze più complesse come potrebbe essere una conversione in realtà aumentata di Monster Hunter che oltre al combattimento con creature al fine di ottenere bottino, includerebbe dinamiche di gilda, la cattura di animali da studiare, il controllo del numero di creature in una zona, raccolta di uova e via dicendo. Le meccaniche di Monster Hunter sono senza dubbio affini al concept di Pokémon GO e benché l'utenza sia quantitativamente imparagonabile, il numero di potenziali giocatori è comunque molto alto. Per trovare qualcosa che possa ambire a vette paragonabili è probabile che l'unica alternativa papabile sia quella di guardare a Harry Potter, l'universo fantasy più amato dalle nuove generazioni. Non è un caso che indiscrezioni, purtroppo infondate, abbiano infiammato l'entusiasmo per un Pokémon GO legato al libro Gli animali fantastici: dove trovarli.
L'opera della Rowling, collocata nell'universo di Harry Potter come testo scolastico di Hogwarts, parla di magizoologia e di settantacinque creature magiche sparse per tutto il mondo, ponendosi così come soggetto perfetto per un'applicazione in realtà aumentata che beneficerebbe anche dell'arrivo della trasposizione cinematografica. Purtroppo, come anticipato, i rumor si sono sciolti come neve al sole d'agosto ma potrebbero comunque tradursi in realtà in un futuro non troppo lontano che potrebbe accogliere anche il ritorno di esperienze ARG già viste. Le console portatili sono partite in quarta con applicazioni in realtà aumentata che evidenziano come questa tecnologia possa funzionare anche con animali da compagnia simulati e altri immaginari già consolidati. Ma le possibilità del concept consacrato da Pokémon GO non sono necessariamente vincolate a creature magiche e o pelose. C'è infatti chi ha immaginato la formula Niantic combinata con The Idolmaster, il videogioco che ci mette nei panni di un producer di idol nipponiche. L'immaginario di cui parliamo è legato fortemente al Giappone ma l'idea di sostituire la figura dell'allenatore a quella del produttore è tanto semplice quanto funzionale. Nel caso di The Idolmaster a rinforzare il concept c'è la dimensione ammiccante dei soggetti, ma meccaniche simili potrebbero essere applicate alla musica e a innumerevoli ambiti che combinano scouting ed elementi gestionali. Non è comuque detto che la struttura debba essere identica a quella di Pokémon GO. Per spingere i giocatori all'esplorazione le strade papabili sono molte e una di queste ci porta alle calcagna di Indiana Jones, verso meravigliose scoperte archeologiche. Se nella realtà l'uomo ha riportato alla luce quasi tutto e sviscerato gran parte del passato sepolto, la sovrapposizione digitale ha la capacità di ripopolare il mondo di misteri, segreti, enigmi e magici tesori. Gli enigmi potrebbero essere costruiti intorno a monumenti e reperti reali incrementando così la potenza dell'esperienza in realtà aumentata e svolgendo anche una funzione educativa. Per chi invece non se ne fa nulla dell'educazione, non viaggia molto e vuole un po' di azione ci buttiamo, chiudendo questa piccola rassegna di possibilità, su Ghostbusters, prendendo spunto anche dal nuovo film nonostante il forte disappunto nei confronti dell'ironia spesso vanziniana di Paul Feig. Le creature da catturare nel nostro Ghostbusters GO sarebbero ovviamente i fantasmi, sfuggevoli e disgustosi ectoplasmi da inseguire brandendo uno smartphone trasformato in rilevatore, zaino protonico e ovviamente dispositivo di stoccaggio in cui conservare le presenze spiritiche neutralizzate. Un immaginario del genere potrebbe facilmente accogliere mini giochi volti a evitare fughe di fantasmi e, sul lato prettamente ARG, meccaniche cooperative con legate, per esempio, alla possibilità di combinare i flussi, ovviamente senza incrociarli, per catturare ectoplasmi particolarmente potenti.